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Lettera pubblicata il 12 Agosto 2010. L'autore ha condiviso 4 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore albanascente.
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“bene, aspettalo e sentirai cos’ha da dirti, è già qualcosa che ti abbia inviato un sms”!
E’ già qualcosa che ti abbia mandato un sms! Albanascente, appunto, ti rendi conto? Anzi, sono molto contenta che tu ti renda benissimo conto… Metti quella frase insieme alla lista delle vessazioni, umiliazioni ecc., vedrai che anche quella ti rinfrescherà la memoria, nei momenti di incertezza… E’ già qualcosa che ti abbia mandato un sms!
A me è capitato che ne abbiano scritti una sfilza, di sms, lettere ecc. E che me ne faccio, eh? Prima umili, maltratti, ti approfitti del mio amore (vulnerabilità, trasparenza…) e poi vieni a pregare? Albanascente, forse potrebbe anche aiutarti, la durezza di tuo marito… Non è facile, lo so, ma non è facile nemmeno, ti assicuro, quando vedi un uomo che torna a piangere, a dire ti prometto che… bla bla bla.
I fatti ci vogliono. Le parole sono importanti e belle, ma quando sono COERENTI con i fatti (un messaggio del tipo “so che stai male e mi dispiace, quando vengo parliamo un po’”, può avere un significato bello, se detto con sincerità, da qualcuno che ha sempre dimostrato di volerci bene, per esempio), altrimenti sono solo ulteriori menzogne, buone solo a far soffrire un altro po’ (chi ci casca).
Le tue ultime lettere mi rassicurano un po’. Forse mettere a fuoco le cose scritte, ti aiuta molto in questo momento. Inoltre, considera che a quanto ho capito qui c’era solo una persona che in caso voleva salvare un rapporto, un lungo matrimonio, tante cose costruite in una vita insieme: quella persona eri tu. Un uomo che voglia salvare un rapporto non si comporta, almeno secondo me, come tuo marito, facendo il “duro”, sparendo e intanto guardandosi intorno… Ha fatto questo? Be’, ha fatto la sua scelta, si spera che sapesse il rischio che correva. O pensava, presuntuosamente, che tu saresti stata lì ad aspettare, subire ecc.? Per quello ti dico: dimostra non a lui, non ai figli, ma A TE STESSA, una cosa: CHE STAI FACENDO LA TUA VITA.
Soffriranno i figli, diventerà più duro lui? Amen. Tu hai già sofferto, ricordatelo, ora è venuto il tempo di pensare a te. Non vuoi più stare in una situazione che vivi e consideri, oggi, una vera e propria gabbia. Non vuoi più una montagna di (suoi, inutili) condizionamenti. E questo è già importante, per iniziare: hai almeno chiaro, in molte cose, CHE COSA NON VUOI e CHE COSA VUOI. Da lì puoi ripartire. Un abbraccio
Un’altra cosa… Io inizierei, invece che farmi vedere sempre stare male, sia dai figli (tua figlia vedendoti stare male, e preoccupandosi, si è sentita in dovere di informarne il padre…) sia soprattutto da lui. Lascerei intendere che me la passo benino. Ok, è una finzione, ma questa davvero la giustifico, vedrai, ti aiuterà moltissimo. 🙂
Farei vedere (e anche ai figli, perché anche non volendolo, gli riporterebbero cose e fatti miei, invece lui NON DEVE SAPERE CHE COSA PENSO: sono fatti miei, sono la mia nuova vita senza di lui, e senza che lui possa mettere bocca, punto) che sto bene. Se necessario mi andrei a sfogare con amici fidatissimi, non in contatto né con lui, né con i figli, e poi me ne tornerei a casa tutta contenta… 🙂
Comunque, continuo a vederla una strada lunga, considerato che non avete chiesto la separazione, che vivete a metà insieme, che vivete confinanti quando lui è nella seconda abitazione…
grazie, aura
delle ultime precisazioni. E’ come se tu mi vivessi dentro per come riesci ad immedesimarti e a seguire lo svolgimento dei fatti;
il mio progetto per domani, intanto: vado da mia madre e spero che il suo ginocchio si sia sgonfiato un poco, mi preparo per andare alle terme benessere (ho un bonus di 10 ingressi) a 50 km. che mi assorbirà per alcune ore in varie attività e relax finale;
ritorno da mia madre per un poco e poi vado a casa a prepararmi per uscire in perfetta forma. Dove andrò? Vedrò su internet cosa c’è in giro. Abito in un piccolo paese e devo spostarmi per qualsiasi cosa.
Sono dimagrita 8 chili in questi mesi, sono 52.5 Kg. Le mie amiche mi dicono “che fortunata che hai perso peso” ma nessuna vuole la mia ricetta…….eppure sono tutte più o meno in una situazione da separati in casa.
Non mancherò di ripassare gli appunti buoni e gli appunti cattivi.
Un fortissimo abbraccio e grazie per la tua preziosa presenza.
PER VIOLA,
grazie infinite per le tue considerazioni che ho sentito come una affettuosa carezza. E’ difficilissimo cambiare strada, c’è da saltare un fosso ed è così difficile per tanti motivi. Anch’io come probabilmente ha pensato tua mamma avendo comunque passato una vita in certe condizioni mi chiedo continuamente se è giusto cambiare strada e fare patire ai figli questo dolore come un fulmine a ciel sereno perchè se vedevano anche che io lo affrontavo e discutevo, alla fine soccombevo e per loro era normale. Io ho sempre cercato di dimostrarmi felice, e non ero falsa, mi dimostravo felice di avere loro e di sperare di migliolare il mio rapporto con lui. Negli anni è diventata troppo dura, mano a mano loro diventavano adulti e rimanevamo noi due, la situazione diventava insopportabile. Non condannare tua mamma, occorre trovare molto aiuto per farcela, da soli non ci si riesce e penso che lei abbia scelto la situazione che le risulta più accettabile. Io la capisco perchè sono tentata dalla voglia di rimettere tutto come prima, la tensione dentro di me è altissima ma sento pure un urgente bisogno di prendere cura di me stessa e di volermi bene, di provare gioia, di sentirmi serena e non presa d’assalto, altrimenti non riesco nemmeno a trasmettere voglia di vivere ai miei figli come facevo quando erano piccoli. Un abbraccio.
albanascente,
quando hai tempo e voglia, mi dai qualche dettaglio in più su questa frase: “eppure sono tutte più o meno in una situazione da separati in casa.” intendo dire: età, anni di matrimonio o convivenza, ecc…
quanto a quest’altra: “da soli non ci si riesce e penso che lei abbia scelto la situazione che le risulta più accettabile.”, concordo e sottoscrivo. spesso dipende anche dal carattere affrontare il fuoco, come le salamandre, per poter uscire. ci vuole un mare di coraggio!
in bocca al lupo per tutto!
Cara Albanascente ( e già il nick è di buon auspicio) lo so che è difficile..(poi mia madre ha dieci anni più di te) ma sono almeno 30 anni che si trascina in un rapporto che la sta uccidendo. Lei dice “E’ tardi” e io le dico che non è mai tardi. MAI. Lo so che è durissima, lo so che è come morire mille volte al giorno, ma allora non c’è soluzione? Per mia madre non c’è speranza ma per te è diverso, tu sei una donna più forte, con più strumenti a disposizione. Alba tu ce la devi fare. Quando dici ” è giusto cambiare strada e fare patire ai figli questo dolore come un fulmine a ciel sereno perchè se vedevano anche che io lo affrontavo e discutevo, alla fine soccombevo e per loro era normale.” mi sale su una rabbia. Io ho anche litigato con mio padre più di una volta per difendere mia madre, l’ho portata via.. ho fatto il possibile (certo che soffrivo, LUI è comunque mio padre!) ma non è servito a niente. Ma i tuoi figli, diamine, un minimo di sensibilità..un minimo di appoggio e che cavolo! Sei stata troppo protettiva forse con loro.. io spesso mi sono sentita la madre e non la figlia di mia madre…
Comunque…una figlia dalla tua parte c’è..eccola.
Ho letto i tuoi ultimi post.
Brava, esci, distraiti e fatti bella! Sopratutto pensa di essere fortunata, hai ancora la mamma a 63 anni! 🙂 Ti ABBRACCIO.
Vi ho scritto ma non trovopiù il commento. Sto scrivendo con un pc piccolissimo e basta un tocco per rovinare tutto
Vi aggiornio, poi vi risponderò ad hoc se non vedrò il commento stampato.
Faccio la spesa, vado da mia mamma, poi vado a casa. Stamattina ci siamo solo incorociati quando è arrivato, io stavo aprendo la porta per andare alle terme e ho tirato dritto per il mio destino.
Oggi ho pensato che quell’uomo di cui una donna è inamorata è quel narcisita che mi ha vessato tutta la vita per poter lui stare a galla o per altri motivi che abbiamo bene analizzato, non certo per amor mio,che mi ha umiliato per poter sentirsi qualcuno, ecc, ecc, che mi ha disprezzato, che mi ha manipolato; quanto dolore e sofferenza mi da dato,
E non e’ quell’uomo che credevo di avere sposato, quel padre che i miei figli hanno amato con gli occhi chiusi per i giochi che lui faceva con loro. Peccato che giocava soprattutto per il divertimento di se stesso ma non ènecessario che lo sappiano i figli, questa frase serve solo per completare il quadro, da anaffettivo qual’è. Che lo accolga pure tra le sue braccia e se lo tenga.
Ora vado a casa, poi vi dirò.
Un abbraccio, mi state aiutando veramente.
C’è amarezza in queste parole,lo ammetto ma mi fa bene dire all’uomo che si èrivelato di essere e non all’uomo che pensavo potesse portarmi rispetto (minimo requisito per vivere insieme)
Cara Alba, ciò di cui tu parli (l’immedesimarsi) si chiama empatia. Col tempo ho imparato che o ce l’hai o non ce l’hai, l’empatia. La mia è così grande che ancora sono qua ad aspettare (si fa per dire) un uomo che ne abbia, non dico tanta, ma almeno un po’ che non sia un distratto “eh sì, certo, certo…”, di cui non me ne faccio nulla.
Il resto si chiama esperienza, cara Alba: io ci sono forse più passata, dalle separazioni (e sono separazioni anche le morti, che si devono elaborare, accettare, superare). Quella dei miei genitori, quando ero piccolissima, quella di persone care, quelle mie, perché era la cosa migliore. Tuttavia, a momenti, mi viene uno scrupolo, leggendo ora te e Viola, se non sia, una separazione così tardiva, il meglio o il peggio. Viola dice che non è mai tardi, ma ora non so. A una certa età, con un così grande fallimento sulle spalle, e un futuro più ristretto davanti (spesso mentale), si tende a pensare più facilmente che sia comunque finita, e non si ha l’entusiasmo dei venti, trenta, quaranta anni, e nemmeno l’energia.
Non ce l’ho io, l’energia di pensare che non tutto è perduto, e ciò nonostante non abbia da separarmi ormai da nessuno: da chi mi dovevo separare mi sono separata, ma la vita è rimasta uno schifo lo stesso, nonostante giustamente io seguissi dei principi, fra i quali c’era il rispetto di me stessa sopra a tutto.
E che cosa me ne faccio, però, di questo deserto intorno? Qualcuno voleva trascinarmi nel suo personale inferno e non c’è riuscito, e si sperava che ci fosse bel altro da vivere, invece qua si sta nel deserto, non si è ripagati da niente e da nessuno, se non si è anche un po’ fortunati.
Sono giornate così cupe per me, che è meglio se non dico altro, però sono contenta di sapere che almeno te ne andrai un po’, Alba. Io avrei voglia persino di scomparire. Essere vivi, morti, mi dico a momenti, fa lo stesso. Perché a questo ti porta l’esistenza, quando sai, in tutta coscienza, di avere teso al bene e di avere però ricevuto il male. E perché, Cristo santo? Pare che non ci sia, il perché. La mamma di Viola, secondo me, dice “è tardi”, perché si sente come già morta. Si muore in tanti modi. E come la capisco che lei sente che è tardi. Comunque, vanno messe le cose sulla bilancia: se hai sessanta anni, sei stanco di soprusi, non hai problemi economici, ti puoi permettere di cambiare. Per altri (direi molti) non è concretamente possibile, e non ci si può fare niente, questa è la cruda realtà.
Alba, accidenti, ma io non ti riconosco più! :-)))
Continua a usare quel pc piccolo, per carità, perché mi diventi di un grintoso che mi fai quasi paura: una pantera!
Hai visto il film “Pomodori verdi fritti”?
Anaffettivo, già… E mica è il solo. Sapessi quanti ce ne sono, là fuori, di anaffettivi.
E poi rileggo questa tua:
“C’è amarezza in queste parole,lo ammetto ma mi fa bene dire all’uomo che si èrivelato di essere e non all’uomo che pensavo potesse portarmi rispetto (minimo requisito per vivere insieme)”.
Rispetto: minimo requisito per vivere insieme. E direi!
Alba, che soddisfazioni che mi dai! Ho avuto un’altra brutta giornata, ma finalmente sorrido! Devo assolutamente vedere come andrà a finire questa storia! Credo che rimanderò il mio suicidio. 🙂 Scherzo, ehhhh.
Aura, Albanascente,
per me, forse l’ho già detto, la separazione è l’ultima spiaggia, quella di quando proprio non ce la puoi fare più a sopportare (tanto per fare un esempio, che qui ho pure già scritto, quando mi sono separata, a 35 anni, quella che per me era vita, per mio marito era morte, e viceversa).
premesso questo, non voglio confondere Alba, per cui mi atterrò a qualche osservazione di carattere generale:
1) per separarsi bisogna essere capaci di vivere da soli o di potersi accompagnare a una fidata rete di amici o parenti (mia sorella, ad esempio, vedova da un paio d’anni, sta morendo di solitudine, nonostante sia circondata da amiche affettuose e sempre presenti – io sono riuscita a trovare un minimo di equilibrio dopo circa 6 anni di vita da funambola, cioè da quando mio figlio e la sua compagna sono andati a vivere in un altro continente).
2) se i figli sono in casa, è abbastanza difficile “rifarsi una vita”. se non ci sono, ci si sente soli, dopo aver vissuto tanto tempo in un nucleo familiare.
3) se è difficile trovare l’amore a 20 anni, figuriamoci oltre i 60. si trovano ometti dallo spiccato senso pratico, che cercano in buona sostanza una colf. se poi qualcuno emerge dal mucchio per sensibilità e correttezza (di solito un vedovo), si porta dentro tali e tante ferite, di vario genere, che è difficile non soccombere entrambi, ognuno sui propri mali. non c’è futuro, non ci sono progetti in comune, restano pochissime capacità di sognare, a meno di accontentarsi molto più della media…
4) se poi subentrano problemi di salute, come non assistere il padre dei propri figli? se ti capita di star male all’improvviso, bisogna avere sempre la valigetta pronta per l’ospedale e il numero del taxi da chiamare in emergenza, se non si è a livello di autoambulanza. se anche i ragazzi sono vicini, qual’è la madre che li penalizza in famiglia e sul lavoro per farsi assistere?
a una certa età ci vuole coraggio per tutto, anche solo per alzarsi al mattino e sperare di giungere a sera non troppo batostati…