Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 28 Agosto 2006. L'autore ha condiviso 26 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore albert.
Pagine: « Prec. 1 … 7 8 9 10 11 … 39 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 … 7 8 9 10 11 … 39 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
anch’io come Barbara sono stata tradita (io 47 lui 50) l’aveva conosciuta per caso e lei aveva fatto di tutto per pportarselo al letto ma non riuscendo poi si e’ capovolto la situazione. Confessandolo ho detto lui di andare a vivere questa storia e credimi e’ stato per me un grande tormento di cui a piu’ di un’anno (ora e’ tutto finito da tempo) risento ancor oggi il dolore anche perche’ sono sempre stata vicino a mio marito. Credere ancora non so……ma la famiglia, i figli per me sono ancora valori importanti ma anche se lui oggi e’ tornato a me non capisco ancora perche’ non mi dice mai TI AMO….perche’????eppure mi accorgo che lui vuolew ricucire questo rapporto ….ma io vado avanti
bah, io mi baso sui fatti più che sulle intenzioni: se la mia compagna non mi dice “ti amo” è perché non mi ama. punto e basta.
e a volte i figli mi sembrano una motivazione fallace, per mantenere un rapporto; alla fine stanno anche meglio se i genitori si separano, o credete forse che non si accorgano se in casa regna una brutta atmosfera, il sospetto, la sfiducia, il dolore?
più che un comento una domanda… il mio ragazzo (da ieri probabilmente ex ) siamo soci oltre che fidanzati da 12 anni stiamo finendo di sistemare casa in attesa di consolidare il nostro rapporto con il matrimonio. Lui però da diverso tempo ormai preso dal lavoro e da chissà cos’altro ha smesso di parlare con me fa e disfa senza chiedere il mio parere trascurando le mie opinioni non solo come fidanzata ma anche come socia, l’ho lasciato fare per anni e ho finito col diventare una sua dipendente, esposta alle sgridate, alle critiche (non voglio essere catastrofica ma credo che siamo ad un passo dalle molestie psicologiche). L’anno scorso su una chatt di lavoro ho conosciuto una persona un uomo gentile e premuroso che si è mostrato sempre disponibile ad ascoltarmi, a credermi, a capirmi, anche ad aiutarmi nel lavoro, ovviamente sempre di nascosto da lui che non approvava assolutamente la chatt col passar del tempo questo legame si è fatto molto forte ci coccoliamo a parole in tanti modi anche immaginando carezze e abbracci ma non c’è mai stato nulla di fisico. Ieri lui ha scoperto che parlavo al telefono con questa persona e ha detto è finita. Ma davvero è un tradimento? Quanto del mio comportamento è riprovevole? … e quanto lo è stato il suo? sono anni che gli dico voglio maggiore considerazione sia litigando sia in modo pacifico, questo da molto prima che arrivasse il terzo se di terzo si può parlare. Mi fa star male e mi sento terribilmente in colpa perchè ho buttato per aria la mia storia forse “quella importante”. Però dall’altro lato c’è lui che se ci teneva veramente a me non mi lasciava sola per ore e ore, non mi rimproverava in pubblico, alzava la voce, e rinunciava tanto facilmente a me senza lottare…e se fosse stata la scusa buona per liberarsi di me?
Mi pare che la risposta te la sia data da sola: se per lungo tempo il tuo fidanzato ti usa solo come una dipendente, ti sgrida in modo umiliante, e poi prende la scusa del tuo chattare con una persona amica e comprensiva per troncare il rapporto, beh, direi che uno così è meglio perderlo che trovarlo, scusa la franchezza.
Piuttosto mi chiedo come tu abbia potuto sopportare per così lungo tempo una situazione simile.
Credo però che alla lunga un rapporto in cui si mescolino il lavoro e l’intimità di coppia sia abbastanza difficile da gestire, a meno che la coppia sia molto affiatata e i caratteri siano compatibili.
Però non mi pare sia il vostro caso.
Da come lo descrivi il tuo fidanzato sembra una specie di padrone-dittatore.
Sicuramente il tuo non ha nulla a che vedere col tradimento, non solo perchè non c’è stato nulla di fisico col tuo amico in rete, ma anche perchè mi sembra del tutto umano cercare qualcuno che possa esserci vicino, se chi dovrebbe farlo pensa solo a sè.
Ma tu avevi provato a parlare col tuo fidanzato di questa situazione, o era impossibile?
Cmq se posso permettermi un consiglio: uno così ti può solo far soffrire, mollalo!
mi sento di dire che in questo caso il matrimonio andrebbe a consolidare una cosa che sembrerebbe come una palafitta di bambù in un lago di magma in ebollizione… vale quindi la fatica?
guarda che poi, dopo che ti sei sposata diventa molto più difficile gestirti la vita come vorresti; certo, se vuoi consolidare il tuo rapporto di sottomissione fai pure…
Albert Ho provato tante volte parlargli ma lui diceva che non era vero niente, che mi immaginavo tutto, e trovava sempre mille buone giustificazioni. in più ogni discussione avviene sempre nel bar dove la gente va e viene e non sempre è possibile dire le cose nel modo giusto. E qualche volta ho pensato che avesse ragione che ero paranoica anche perchè non ne parlavo mai ne in casa ne ad amici e magari le cose che mi facevano male non erano poi così gravi ma…
Bo i problemi del lavoro sono reali e spesso sembrano montagne, questo non gli da il diritto di scaricarli su di me lo so, ma se il bar non ci fosse? Se finalmente la casa (non dico il matrimonio) creasse quell’intimità che al bar non possiamo avere per discutere e superarli senza traumi. Infondo abbiamo orari impossibili e non riusciamo più ad incontrarci lui apre alle 6.30 io lo raggiungevo intorno alle 10 nella mattinata ci incontriamo poco lui ha mille cose da fare fuori di quì il commercialista, la banca, i tabacchi e quando rientra nn perde tempo “hai fatto questo?” “perchè non hai fatto quello?” “hai sbagliato la resa” (non sempre ma spesso) poi alle 16 se ne va e non torna più abita a 20km da quì, questa è la sua buona scusa per non tornare, e mi lascia fare la chiusura da sola mangio quello che capita per cena e alle volte non mangio proprio, poi torno a casa sto un pò sul pc (il pc solo nell’ ultimo anno) e a letto… e questa era la mia vita. Ora l’unica cosa che è cambiata sono gli orari “se è così” ha detto “da oggi solo soci! Tu fai dalle 13 alle 20.30 e io dalle 6,30 alle 15.00” io non ho detto molto. Cmq dalle 13 alle 15 stiamo uno in cassa l’altro al banco a guardarci torvo non dice una parola se non strettamente necessario… io c’ho guadagnato sicuramente, più tempo libero, niente sgridate, c’è da dire inltre che sia le mura dell’attività che la casa sono mie di famiglia . Eppure mi brucia.
Alber all’inizio c’era anche quell’amicizia di cui tanto parli e l’affinità di carattere condividevamo sogni e progetti però poi ci siamo persi e non so come, ne quando è successo.
Scusa Katty, ma l’ipotesi che fai tu (vivere insieme), nelle condizioni in cui siete ormai sarebbe a mio avviso solo fonte di nuovi e grossi guai.
Purtroppo ci sono coppie che si illudono di risolvere i problemi aggiungendo nuovi legami: si sposano se il fidanzamento non va + così bene, fanno un figlio se sono in crisi, ecc., e così facendo non risolvono proprio nulla, anzi!
Io fossi in te cercherei con lui un accordo civile e serio che salvaguardi il vostro lavoro, visto che lavorate insieme, ma per quanto riguarda il privato, mi pare che il vs. rapporto sia logoro già da tempo.
L’amicizia di cui parlo io è proprio l’opposto: significa rispettare la/il compagno e lasciarle spazi di libertà, senza pretendere di creare un legame asfissiante.
Credi che se passate la giornata a guardarvi in cagnesco al bar senza parlare, una volta a casa insieme le cose andrebbero diversamente?
Probabilmente l’errore è stato mettersi insieme sul lavoro quando per carattere non riuscite a stabilire un clima lavorativo sereno (forse è colpa del tuo lui). Purtroppo lavorare insieme è fonte spesso di tensioni e litigi, tutto il contrario di quello che serve a tenere unita una coppia.
Ora sta a te decidere, ma mi pare di capire che x te prima venga il lavoro.
non aggiungo altro al lucidissimo messaggio di albert, se non che sono d’accordo con lui.
e poi… passi come il matrimonio si fanno se l’amore c’è già, non se lo si sta cercando di resuscitare o far nascere…
Ciao a tutti! Io la penso come Albert, nel senso che dalla mia esperienza è molto difficile provare attrazione per un’unica persona in tutta una vita. A volte in una storia importante si parte con le migliori intenzioni ma poi (come dico io) “la vita si mette in mezzo” con 10.000 varianti tra cui malattie debilitanti (al mio partner purtroppo è successo), incomprensioni e problemi legati alla vita pratica. A me è successo: convivenza lunga, molta noia, una malattia di mezzo che certo non facilitava i rapporti sessuali e nel giro di qualche mese mi sono trovata in confidenza con un ex amico di università. Lui mi stava a sentire e mi dava molto affetto e così è nata una relazione parallela. La cosa è durata un anno circa, oggi ancora ci sentiamo e ogni tanto riusciamo ad incontrarci. Posso dire che la mia relazione con il fidanzato ufficiale è migliorata grazie al mio amico. Sensi di colpa? Ben pochi se devo essere sincera. Mi sarei sentita molto in colpa invece se l’avessi abbandonato quando era in ospedale per i suoi problemi. Aggiungo inoltre che conosco moltissime coppie dove, dopo diversi anni, si è deciso di mantenere una certa libertà e sono le uniche che sembrano funzionare. Il tradimento esiste, certo, ed è pura utopia pensare che non ci capiterà mai (a 20 anni la pensavo così, ora che ne ho 30 la mia opinione è cambiata…)
Direi che Stefy hai saputo indicare nella propria esperienza i problemi che possono capitare a chi ha un legame di coppia, non per fare l’elogio del tradimento, ma per far capire che tra la teoria e la pratica di mezzo c’è appunto la vita.
Più che altro nel tuo caso mi domando se quando parli di “molta noia” il tuo rapporto non avesse già qualche problema,a parte la malattia di cui poi hai parlato.
Certo che se oggi dici che l’intesa col tuo partner è migliorata, ciò conferma che non sempre una “divagazione” dovrebbe essere motivo x troncare, purchè la cosa si mantenga entro limiti accettabili, senza arrivare all’ipocrisia di una relazione assidua e clandestina.