Mi piace come i tuoi occhi mi fissano silenziosamente, non pronunciando parola. Te ne stai lì a sorridere leggermente osservando ogni mio gesto, le tue labbra carnose e non troppo, socchiuse, calde… non immagini l’idea che ho di solleticartele con le dita e sentirne il respiro caldo, umido e la morbida carne… ci osserviamo così immobili…
Una tale fame mi prende all’idea da fare male al ventre piacevolmente, accorciando il respiro tanto da sentirmi incatenata al piacere di sentirti mio in questo istante.
I tuoi occhi sembrano riflettersi nell’acqua dentro un mare di desiderio che si fa caldo. Tremo. Un soffio di vento mi riporta alla realtà ritrovandoti alle mie spalle in un abbraccio avvolgendo ogni mio senso… occhi chiusi ed una infinita paralisi del mio corpo da farmi cedere le gambe nel percepire le tue mani su me… forti ma gentili e l’intreccio delle nostre dita mentre sento il tuo viso immergersi sul mio collo, le tue labbra scivolare in una carezza appagante che pizzica la mia pelle…
Ti voglio…
MA STAI BON?
La tua lettera non mi piace perché parli come una donna che crede nella moralità delle cose semplici. Se fosse un quadro sarebbe La tavola apparecchiata di Antonio Donghi. Il realismo magico ha una matrice nordica. A proposito del nord Europa mi sembra abbastanza evidente che viviamo sotto l’influenza della “nuova oggettività” (Neue Sachlichkeit)… si tende a privilegiare una rappresentazione oggettiva della realtà. Ti faccio un esempio. A partire da Eva tutte le donne hanno vissuto con un certo disagio eventuali ex compagne di quello che sarebbe diventato il loro fidanzato. Si tratta di una questione di pudore. Eppure nell’immaginario collettivo queste storie –talvolta inventate- avevano la funzione di distinguere l’amore dalla dipendenza affettiva. Nel mondo di oggi la verginità non è più un valore, ma le donne continuano ad essere oggetto di una serie di calunnie… tra le righe mi sembra di leggere questo; per quanto mi riguarda non avrei problemi ad accettare che un ragazzo ha finto di avere altre storie perché riconosco che si tratta di una sua libertà. Molo probabilmente se fossi un uomo farei altrettanto… da donna, vivendo nel mondo in cui viviamo, sono consapevole che la cosa potrebbe dare adito a chiacchiere sul mio conto… ma la vita è così.
Non capisco il tuo commento Rossella… la mia è un racconto non un vissuto… scrivo fantasie… sembra che nessuno l’abbia compreso… tanto complessità per cosa? Tanti ragionamenti per cosa? È come se smettesse di respirare al punto che il cervello scoppia con il troppo pensare… comunque grazie
“Ti voglio” letto alla Flavio Oreglio
Per la serie
“Der Neue Sachlichkeit zum LaD”
“SE”
Se lei ti morde un orecchio,
ma quella “lei” è un rotveiller
Se lei ti dice: “lasciati andare”,
ma tu sei appeso al cornicione
Se lei ha il reggiseno a balconcino,
ma le mutande a saracinesca
Se la fortuna è cieca,
ma tu sulla fronte hai scritto “sono sfigato” in braille
Se…
Se hai vinto una vacanza a Capri,
ma ci abiti da 30 anni
Se hai un sogno nel cassetto,
ma ti hanno fottuto la scrivania
Se pesti una merda e dici: “porta fortuna”,
ma, c...., proprio in salotto
Se…
Se hai preso il coraggio a due mani,
ma poi guardi bene, e non è il coraggio
e forse non servivano nemmeno due mani
Se il Paese va a puttane,
e sono tutti a casa tua
Se un “soffio di vento” ti riporta alla realtà,
ma chissà com’è allora quando sogni.
Se succede tutto questo,
se succede tutto questo e tu, tu riesci a mantenere la calma,
mentre tutti intorno a te hanno perso la testa, forse.
non hai capito bene che c.... sta succedendo.
La vita è proprio sballata per te Golem…. povero te… Non riesco neppure a leggerti che avverto il tuo negativo… sei così colmo di amarezza che ti posso augurare il meglio… e comunque mi illuminate la mente nel comprendere il perché c’è tanta amarezza… buona serata e grazie
Cristiane,
la tua reazione di pubblicare altri testi è sana e per me apprezzabile, soprattutto se espressa da giovani donne, sicure di sé.
purtroppo qui su alcuni aspetti dell’altrui personalità vige da tempo il gusto della supervisione e/o contraddizione: alcuni nick sono graditissimi (da viversi in simbiosi); altri accettabili; altri da rimettere sulla giusta strada; altri ancora da combattere a spada tratta, se insistono nel vivere, sentire o esprimersi in modo SBAGLIATO, da censurare aspramente e da annichilire, se possibile. così va il sito, in tema di sentimenti.
l’espressione artistica dev’essere per lo meno in linea con un certo gusto dell’humor, senza tenere in alcun conto che l’artista (anche solo nell’animo) è socialmente sia il più sincero che il più vulnerabile, in quanto viene osannato solo che conquista il podio, così come il rivoluzionario che non riesce nel sul intento è da considerarsi un ribelle, mentre quello che ottiene quanto si era prefisso diventa per lo meno ministro.
scusa la digressione. non commenterò altre tue lettere per evitare inutili polemiche, anche se non mi riesce di non esprimermi in libertà, come tutti dovrebbero poter fare su LaD.
un abbraccio.
Sono colmo di realismo Cristiane. E per questo sono sereno. Provo solo tenerezza per le fughe dalla realtà che osservo in questi luoghi. Ma non posso trattenermi dall’ironizzare perché è solo l’ironia che ci salverà la vita. Non la fuga da questa.
Tranquilla Rossella
alcuni anni fa ero abituata a scrivere racconti e poesie in un sito di scrittori, mi faceva star bene… avevo diversi blog su questa piatta forma e mi sbizzarivo solo che poi lo hanno chiuso e ci son rimasta parecchio male perché c’era persone che gradivano questo modo di esprimersi… quindi non sono abituata a trovare commenti un po ostili o da dibattito poiche come natura io preferisco altro tipo di interazione…
Sono felice che ironizzare ti aiuti a stare meglio nel vedere un diverso modo di vedere le cose fuori dai tuoi canoni… almeno così il tuo cuore non ne soffre e ti fai quattro risate….
È curioso che di commenti con una critica un’altra critica, anzi un’opinione, visto che viene auspicato che ognuno possa “esprimersi in libertà, come tutti dovrebbero poter fare su LaD.”
Non basta sentirsi artisti per esserlo, neppure se si è “sinceri”, perché come non è il successo popolare a decretare il valore di un’opera che si presume artistica men che meno lo sarà il NON successo.