Cosa accomuna il progetto calcistico della Superlega con l’Autonomia Differenziata?
La voglia di emanciparsi da ideologie improduttive legate ad un concetto superato (e di fatto inutile) di “equità a tutti i costi”.
Da un lato lo strapotere UEFA (la quale occupa una posizione di monopolio delle competizioni calicstiche considerato “illegittimo” dal tribunale civile di Madrid, dove si sta dibattendo la questione) dall’altro il retaggio borbonico dei due terzi di questo paese, spaventati dal baratro che li aspetta qualora le regioni produttive dovessero non dico staccarsi, ma rendersi un po’ più autonome.
Ma perchè a pagare devono essere sempre i migliori?
Sia chiaro che sono favorevole all’equità, però non al punto da compromettere la meritocrazia: chi resta indietro per proprie inefficienze beh… non è certo per colpa di chi è andato avanti.
Il Centro-Sud così come le squadrette minori (degne della serie B più che della serie A) NON POSSONO PRETENDERE di condividere risorse in maniera equa con i primi della classe, i quali per essere “primi” hanno dovuto (e devono) sostenere tutta una serie di costi di livelli di performance che nelle retrovie degli ultimi si fa fatica a concepire.
Quindi, cari tifosi delle squadrette e cari amici del Centro-Sud: mettetevi il cuore in pace, e invece di cercare di trascinare nella vostra mediocrità i migliori, perchè non cercate di prendere esempio da essi? Chissà, magari VOLENDO E DANDOVI DA FARE qualcosa di buono potete combinarlo pure voi.
Un abbraccio! 😉
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Categorie: - Riflessioni
Il discorso è un tantino, dico un tantino, semplificato. Gli esseri umani non nascono nelle stesse condizioni, e nei casi di svantaggio socio-economic, culturale e territoriale, spesso non basta rimboccarsi le maniche per riuscire a superare il gap. Per estendere il discorso, i medici cubani sono tra i piú preparati e professionalmente validi nel mondo, ma nella loro patria sono costretti a fare altri lavori a contatto col turismo per sopravvivere. Nel discorso nord-sud subentrano talmente tanti elementi da considerare, che il paragone con le squadre di calcio è veramente senza senso.
Suzy anche se vivo da tutta la vita a Milano sono e sarò antileghista visceralmente, ma ogni anno che passa vedo come il sud mangi sè stesso senza una logica razionale di sviluppo che salvaguardi anche l’ambiente. Il mio Salento non esiste più, devastato dagli stessi residenti per ignoranza e avidità. Sono decenni che lotto con le mie modeste forze contro il degrado ambientale ma è inutile: prevale individualismo ed egoismo, e per il domani Dio provvede. Io da tre anni non vado più in spiaggia perchè la costa è devastata da centinaia di lidi dai provinciali nomi esotici, e le spiagge libere non hanno mezzo metro quadro di posto per sedercisi. Ci vado perchè ho casa, ma al mare quest’anno vado in Sardegna. Quel lembo di terra era talmente particolare per la bellezza naturale che andava gestito come l’Alto Adige invece è violentato come la periferia di Napoli. Leggiti questo articolo è nota chi lo scrive. Quella è la situazione.
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/editoriali/1348588/cosi-il-mio-salento-ha-perso-l-anima-la-folla-non-e-sviluppo.html
Golem, infatti ho detto che è un discorso complesso. Quando sono andata in Calabria ero sconvolta dai cumuli di immondizia nelle rotonde, una cosa che il mio cervello non aveva mai concepito. Lasciamo perdere le spiagge, uno scempio. Però è anche vero che l’ambiente ti condiziona nel bene e nel male. Io ho un terrazzo splendido, che curo ogni primavera, con fiori, piante, un gelsomino ora fiorito che corre lungo la ringhiera fantastico. Ma qui è la prassi, tutti piú o meno abbelliscono il fuori delle loro case. Se abitassi a Genova Sampierdarena probabilmente non ci metterei la stessa dedizione. Poi ci sarebbe tutto un discorso da fare sulla mentalità lavorativa, ma resta il fatto che nascere al sud rimane ancora uno svantaggio e quindi gli sforzi debbono essere il doppio o il triplo per ottenere gli stessi risultati.
Suzy, io parlo spesso di realtà provinciali, e il Sud, salvo casi eccezionali e “puntiformi” è provinciale purtroppo.
In alcune realtà esiste ancora una certa aristocrazia alto borghese, come Napoli, Lecce, Palermo, ma il resto è ancorato ad uno stile dove si vive per mostrare al vicino che si è meglio di lui. Il bene comune non esiste neanche se lo obblighi per legge,
e il resto viene a cascata, tutto frutto di un’ignoranza atavica che realmente sfida anche le “conquiste” accademicche personali. Anni fa venni richiesto da un amico a partecipare ad un convegno sul recupero del bellissimo ma trascuratissimo centro storico barocco del mio paese. Invitai una amica collega di Santiago de Compostela, che lavora in uno specifico dipartimento comunale di “riabilitazione urbana, e un collega salernitano che aveva recuperato un borgo medievale coi fondi FERS. Forse vennero cento persone su 35mila e NESSUN rappresentante comunale. Se l’avessimo fatto sull’ultimo modello della Audi riempivano lo stadio.
Il Gattopardo docet.