Un tempo, tanti anni fa, nella mia vita vedevo il sole, e la freschezza dei boschi appena usciti dalla pioggia, due occhi bellissimi attraverso il fogliame verde, che mi guardavano: erano il futuro, l’amore, la vita!
Mi dicevano “un giorno”, “prima o poi”… quel giorno e quel poi non sono mai arrivati. E io sono solo, con la disperazione dei giorni. Ero pronto per loro, l’amore, la vita, non mi hanno voluto. E’ terribile essere rifiutati, suscitare ripulsa. Era bello essere giovane, a sedici, diciassette anni il mondo era pieno di luci colorate fosforescenti all’orizzonte, chiedevo al mare, gli domandavo. Le onde si infrangevano sui frangiflutti, sotto la palla di luna. Ero solo, di fronte molte difficoltà, ma sentivo che nel mondo c’era poesia anche per me, che il suono del mare un giorno sarebbe stato “ti amo, ti voglio, voglio stare con te”….
Ora, a 33 anni capisco che la vita era allora. Ero felice e non lo sapevo. Quegli anni non torneranno mai più. I sogni sono distrutti. Tutto è perduto. La vita, l’amore, il mare, la poesia… non c’è più niente. Dentro di me si apre la voragine colossale del vuoto. L’estate se n’è andata.
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Categorie: - Me stesso
Ehilà coetaneo! Dai su, non siamo poi così vecchi! Anch’io qualche batosta l’ho presa (come tutti), ma non mi sento sconfitto e ti inviterei a fare altrettanto.
In che senso la vita era allora? Perché io ho 20 anni ma non mi sono mai innamorata e non sai che tristezza non trovare nessuno a cui volere bene, neanche come amico. Sono sempre sola. Sempre. Per fortuna ho la mia cagnolina 🙂
io stavo anche anche a 17 anni ora ne ho 44 e mi sembra di impazzire,anzi un po fuori sono andato
Bisogna lavorare sulla mente,sulla lucidità,sul fatto di render pilastri inamovibili ed inscalfibili il nostro orgoglio,la dignità,la lealtà. è solo una questione di ricerca di sè stessi,in realtà le mancanze e i vuoti sono dentro di noi.
Purtroppo questa civiltà del disvalore ha creato un mondo in cui la “stima sociale” viene riconosciuta attraverso entità disgreganti,come il denaro,il successo,e l’opportunità. le relazioni sociali non sfuggono a queste logiche.
Io non mi riconosco nelle uscite del caxxo con l’apericena e nell’appuntamento con qualche donnina conosciuta su FB,nei locali dove si ostenta una posizione agiata,dove parcheggiano i macchinoni,dove devi andare vestito in camicia. mi riconosco invece nella famiglia,nei riferimenti veri,nella tradizione,nella lealtà. entità astratte ormai considerate obsolete nella società dei vizi,dell’egoismo,e della prostituzione degli animi. nutriamoci di spirito ragazzi,e prendiamo dalla vita quel che viene apprezzando tutto ciò che è vero e sincero,anche se non è regola.
Un saluto a never!
Non so cosa mi sta succedendo, ma da quando ho compiuto più o meno 30 anni sto andando sempre più giù. Mi sento passare la vita così, inutilmente, la sento sfuggire senza combinare nulla. Sento il vuoto dentro e intorno a me. Non riesco a trovare una persona che mi voglia almeno un pò di bene e per favore non ditemi “Prima devi amarti tu e poi ti amano gli altri”, sono cose che si dicono, in parte sono anche vere ma credetemi non basta amarsi per farsi amare. Nel mio post, che mi è venuto mentre riascoltavo Summer’s gone dei Placebo, parlavo di quell’età della vita dove “si attraversa una nebbia azzurrina” (come dice Greta Garbo nel film Anna Karenina), un periodo della vita che mentre lo si attraversa sembra pieno di problemi, ma poi con gli anni ci si accorge quanto si era veri, semplici e puliti. A quell’età la vita avvenire era qualcosa lungamente atteso, come ricevere un sorriso dalla persona di cui ci si innamora, come il primo bacio, un’attesa piena di mistero ed elettricità. Alla mia età, invece, con i 20 anni alle spalle che hanno distrutto tutti i sogni e tutti i traguardi, ci si guarda allo specchio e ci si accorge di tutto quello che “non si è”, “che non si è stati” e “che non si sarà mai”. Sono finiti i sogni, le attese (non ci possiamo più permettere di attendere, cosa poi?), è finito l’amore, ah ah ah, chi lo vuole più l’amore ormai? Ti senti dentro una massa infuocata e che non sai a chi dare, pazienza, imploderai come un buco nero. Giorni fa, ho incontrato un vecchietto bicentenario, ha attaccato bottone con me e allora io gli ho chiesto la cosa che più mi premeva “Ma qual’è la cosa più bella della vita?”… Lui, senza esitazione, ma guardando altrove lontano mi ha risposto “La cosa più bella della vita è quando si è giovani”.
È da un po’ che non ti leggevo Rocher ma noto che non smetti di dispensare saggezza. Un saluto a te!
Dopo i 30, se si è normali, si capisce che la vita è diversa dalle frombole che ti raccontavano a sei anni. Benvenuto all’inferno (almeno ci si scaldano le ossa).