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Lettera pubblicata il 17 Gennaio 2008. L'autore, nabukodonosor, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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per paul:
tu dici:” Sono disperato,solo che non lo do a vedere…nessuno deve
sapere quello che provo…mia moglie si preoccuperebbe e io voglio che
stia bene e basta e non pensi a queste brutte cose..
perdonami, ma io ho vissuto questa esperienza terribile…mio marito
si è suicidato e mi ha lasciato con un bimbo di allora nove anni..
è passato un anno e mezzo e credimi ora fa ancora più male.
vuoi lasciarle questa croce a tua moglie? e tua figlia?
parla con lei, si preoccuperà con te, sofrirà con te.è tua moglie è
dovere e ne ha diritto.le lascerai tanti sensi di colpa.. tanti
perchè..permettile di starti vicino.sarà molto meno dura per te, e lo
sarà anche per lei, credimi. oggi non vuoi farla preoccupare… domani
vuoi farla disperare?non sei un debole.. hai bisogno di aiuto i
problemi a volte non si affrontano da soli.
è difficile esternare tutto ma è molto meglio per tutta la tua
famiglia sopratutto per te.. almeno provaci..
hai una casa con la tua compagna e tua figlia che ti aspettano ogni
giorno.
è troppo importante.. fatti forza.
quanto può essere difficile vedere una via di uscita nella vita : ben lo comprende chi ha camminato nel buio per del tempo che è sembrato eterno .
Andar via e lasciare tutto e tutti è una strada percorribile, ma come ha ben scritto Milli , non lascia soluzioni , ma solo altre domande.
Il senso di colpa , di incapacità verso la soluzione di problemi grandi, l’impossibilità di vedere ipotesi fattibili è un dato di fatto .
Parlare, confrontarsi , aprirsi non sempre è facile , ma è probabilmente l’unica strada per iniziare a salire la china della solitudine in cui ci richiudiamo , come animali feriti che cercano da soli la cura possibile.
Ci sono parole difficili da pronunciare e che si fermano alla gola , grosse come pietre . Ma c’è chi sa ascoltare e vuole farlo .
Provarci – in mezzo a tanto dolore – forse non è un tentativo vano .
un abbraccio e un ringraziamento a Milli per la testimonianza dolorosa , così come dolorosi sono le silenziose grida di Paul e Alex.
Ragazzi,
non vi uccidete per il denaro perchè non ne vale la pena!
finchè c’è una speranza nella vita bisogna continuare ad andare avanti,
magari domani vinci una grossa somma al superenalotto o ricevi un eredità.
Credimi te lo dice uno che si dovrà uccidere suo malgrado, perchè gli hanno
tolto la speranza di un futuro migliore, qualunque cosa succeda sono condannato
da una fottuta malattia degenerativa che la medicina non sa curare e non è nemmeno
vagamente vicina ad una cura ma si è presa la briga di scoprire qualcosa
(l insulina) per rendere i suoi danni devastanti e la vita per i malati un
inferno sulla terra.
Quindi vi prego voi che avete una speranza pensate che vale sempre la pena sperare in un
futuro migliore, io per averne una farei cambio con l ultimo disperato sulla
faccia della terra ( che non abbia la mia malattia ovvio o un altro paio)
Non resterò in vita per farmi amputare le gambe o diventare cieco o altre mille
amenità che possono solo arricchire le case farmaceutiche o i medici degli inutilreparti diquestmalattia
ciao Vit ,
la tua mail dolorosa e disperata è così lucida e logica da non lasciar spazio a nessuna replica banale , o futile.
Parlare di malattia significa toccare un tasto delicatissimo della nostra vita , in cui ci si sente inequivocabilmente soli , e talvolta si grida contro il Cielo , chiedendosi il perchè .
Perchè questa malattia , perchè io , perchè ora .
Ma non è solo questo quello che conta , quello che spaventa è il carico di solore che toccherà subire, gli strazi a cui i medici ci sottoporranno , alla ricerca di una guarigione possibile .
la tua mail ci fa toccare con mano la stanchezza, ma anche il disincanto .
L’assenza di speranza domina il tuo stato d’animo , la prospettiva del futuro è come un orco nero , che può solo spaventare.
Ti capisco e ti sono vicina oltre ogni dire.
Non sono malata come tu descrivi – e già questo non conta – ma so di cosa parli quando parli di malattia .
Ribasdisco : i tuoi ragionamenti non fanno una piega , sono tutti logici , tutti formalmente corretti .
Ma manca l’amore . Come se tu fossi solo , come se nessuno accompagnasse i tuoi giorni .
Manca il desiderio di combattere , di portare avanti una battaglia senza darsi per vinti , pur restando consapevoli che nella vita non c’è un esito che possa essere davvero a nostro totale favore.
C’è dignità nella resa , specialmente se si è combattuto duramente.
Mio padre è morto con l’alzhaimer – uno dei tanti .
L’oblio ha accompagnato il suo cammino finale , riducendolo ad una larva .Almeno così a me pareva.Invece laddove mi sembrava ci fosse il deserto fino alla fine è restato sveglio il fiore dell’amore .Il suo , il nostro .non si è salvato , no. Ma ha combattuto e ti dirò , ha anche vinto .lasciati aiutare da chi ti è vicino .parliamo ancora . ti va ?un abbraccio
No, grazie ma ho già deciso.
ciao Vit,
rispetto appieno il tuo stato d’animo e il tuo desiderio .
Un abbraccio sincero.
Ciao
Anche io penso spesso al suicidio.
L’unica cosa che mi frena e’ il fatto di non poter tornare indietro.
Voglio dire da vivo posso diventare morto ma non viceversa.
Bye
Marco
anche io, da tempo penso al suicidio, perchè la vita, non mi ha dato niente, sono anni che sono disoccupato senza lavoro, sono molto ansioso, e non ho più fiducia in nessuno, la morte non è la fine ma forse l’inizio di una vita diversa almeno spero.
adesso non ho più paura di morire, ma non trovo il mezzo adatto per andarmene, forse sono un vigliacco?
mi dispiace solo per i miei genitori, quando penso aloro, divento triste, e malinconico.
ciao atutti
non sono una persona, che si autocompatisce, ho sempre odiato i vili, certo che parlo a sproposito, quando si cerca di pensare alla morte come unico rimedio, o solo paura di morire, se riuscissi a trovare il modo per andarmene senza soffrire, credo che già sarei morto, sono in cura da anni da un psicologo, prendo farmaci non sento l’ansia, ma dentro di me sono molto stanco, a volte l’eutanasia è l’unica solozione.
Mi sento solo, o incomincio a avere molta paura, vorrei pubblicare qualcosa, che resti qualcosa di me,credo che dopo la laurea mi manca solo un esame, cerco di trovare il sistema per farla finita.
cioa avoi che laleggerete questo scritto.
scusate errori grammaticali, ma sono molto emozionato a scrivere i miei pensieri più segreti.
forse sfogarmi in queste poche righe è da vigliacchi ma una mattina di qualche anno fa mi è stata diagnostica una malattia neurologica devastante che mi sta togliendo le funzioni minime x guardare al domani e ogni mattina che apro gli occhi spero che sia l’ultima volta e nonostante la situazione che sto vivendo non riesco ancora a farla finita non trovo il coraggio domani chissà