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Lettera pubblicata il 6 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore biancabianca.
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Fabio,
concordo interamente con il tuo post 20. a mio avviso, se siamo quasi tutti messi così male in tutti i sensi è proprio perché “è il contesto a essere completamente sbagliato”, avendo perso gran parte delle sue migliori connotazioni umane, anche solo come obiettivi ideali.
non per niente il mio contributo alla discussione era centrato sull’apprendimento ed evoluzione della capacità di provare e di esprimere emozioni, intesi come espressione di “successo” nella propria vita.
Fabio
ognuno prende a modello i SUOI valori di riferimento. e se per alcuni il successo materiale è basilare nella vita per sentirsi a proprio agio, non è detto che debba esserlo per tutti. Io non ho nulla nè contro i cosiddetti “scalatori sociali”, nè contro chi decide di adottare uno stile di vita più semplice e alternativo. QUALSIASI scelta, a mio avviso, può essere consona al proprio equilibrio. purchè fatta con cognizione di causa.
Ciò che io non sopporto sono le discriminazioni: “tu non puoi fare quella cosa perchè non sei… non sei figlio/a di… non sei questo e quello…ecc…”.
Io mi batto contro i PREGIUDIZI. e questi appunto sono pregiudizi. ma se c’è gente che trova la propria felicità anche vivendo – per assurdo – in una capanna, BUON PER LORO!
Il contesto da cui si proviene è sbagliato nel momento in cui i tuoi familiari vogliono decidere PER TE. e per me è stato così. Ecco perchè a 23 anni me ne sono andata via di casa per non fare più ritorno. Ma ovviamente non è detto che tutti debbano seguire il mio esempio.. c’è anche chi a 40 anni non si è ancora emancipato dal peso della “FAMIGGHIA”, e sono pure contenti così. ognuno è fatto a modo suo.
Grazie a te! ciao
Come il titolo della mia lad, l’imprinting negativo lo hai da piccolo, dai no detti senza senso, dalle castrazioni trasmesse,dai riferimenti affettivi mancati,dalle paure iniettate in endovena,che non adulti bambini ributtano sui legittimi bambini. E ti vogliono convincere si tratti di amore e ti fottono nel tuo crescere alimentando sensi di colpa e/o ambiguita. Chi respira peŕo un tenore di vita ricco ha sfumature diverse nonostante la base educativa identica, di chi respira sempre problemi economici. Quindi per il bambino che cresce, il 1colpo di fortuna sta solo nel cercare consapevolezze e se ti arriva perche stai male dentro (come nell’adolescenza) un insight poi il primo coraggio é nel tollerare che sei solo a dover capire chi sei e dove devi andare. Prendiamo ad es 2 effetti di un’educazione negativa,anoressia/bulimia e affini. Chi ad esempio si é difeso in un modo fisico,deve realizzare la difesa, convivere, provare a guarirsi ma il contesto se non arriva altra fortuna,non ti da gli strumenti e già qui inizia un lavoro dell’anima e non, inimmaginabile. Parlo di me,ero 12enne e grazie agli insani principi alimentari ricevuti, cicciottella. Ci soffrivo e i miei si mi portarono da un dietologo ma (ed ecco il ruolo sorte poi) mi diede una sorta di anfetamine per bloccare la fame,io che ancora non avevo il ciclo. Pensate ad una che va alle medie e fa la dieta fame, con la mamma che poi per ‘amore’ ti porta il gelato o la pizza all’uscita. Tu 12enne dici no un giorno o due, ma le varie dinamiche poi ti confondono, le delusioni ti abbattono e ti puoi riperdere. Tuttavia persi i chili in piu,divenni molto carina, complimenti a dx e a sx e li se ci fosse stata la sorte, che ne so, mi avesse visto un agente di moda o un fotografo,oggi sarebbe diverso. Invece il mio nucleo familiare mi ricastró,ripresi chili e tutto ció poi mi condizionerà sempre. Cresci e ritenti di ritrovare te stesso ma ecco nuove strade. Ebbi un’amica il cui padre era pilota Alitalia…
..lei giró il mondo da figlia e scelse di fare l’ingegnere sin da piccola ed anche lei con esperienze estere e prestigio. Ma lei respiró la sua realtà. Quanti sanno alla 3media cosa fare? Qti dopo il diploma sanno se faranno universita o possano permettersela. Un mio compagno di scuola alle superiori, capra tutti e 5 gli anni,strappó un 36 e subito dopo entró in banca. Ecco che se culla e sorte non sono a favore, si é un motore che fa di tutto per accendersi, ma si ingolfa, a volte parte,a volte si ferma perche non ha piu carburante. Si io credo fermamente che si debba andar via ad una certa etá ma le condizioni mentali e i condizionamenti a volte/spesso non te lo permettono. Io per le cose che ho affrontato da sola..solissima, i miei demoni,l’essere bambina ma dovendo fare il genitore e l’adulto, mi sento molto coraggiosa e oggi posso dire che almeno non sono un’ameba. Per ció che ho introiettato avrei. Ma ad es come ha fatto Mgrazia non ci sono riuscita..cioé andarmene. Son consapevole di aver fatto molto per ricostruirmi ma un filo non riesco a levarlo. Credo seppur sia orrendo dirlo, che forse sarei/saró libera quando e se miei non dovessero esserci piú. Saró libera e sola di vivere con la V. Ora sopravvivo con la S. Solo che un conto farlo a 20 e uno a 40 e passa. Se la sorte mi avesse portato ad opportunita concrete che ho cercato di avvicinare, forse la culla l’avrei lasciata con un fardello emotivo diverso. Se i miei fossero stati come i genitori mia amica, farei oo pure l’ingegnere. Se un genitore ti dice..vai e vola ce la fai..quello sarà un essere libero il cui destino in parte gli é stato donato in culla e in parte lo realizzerà da solo. Se hai un genitore che non ti fa scendere neppure in cortile a giocare per paura di chissache, il lavoro di quell’individuo sará infinito e il risarcimento inadeguato per sempre. Ritorno a Mgrazia e al suo andare via. Come hai maturato fattivamente la cosa? Io come oggi, non avrei saputo dove andare.
“imprinting negativo lo hai da piccolo, dai no detti senza senso, dalle castrazioni trasmesse,dai riferimenti affettivi mancati,dalle paure iniettate in endovena,che non adulti bambini ributtano sui legittimi bambini.”
giustissimo bianca! è esattamente così. e sono tra l’ altro quegli stessi genitori che poi, una volta che sei adulto, si meravigliano pure perchè non sei diventato chissà chi o non hai un conto in banca a sei zeri!… pazzesco.
io non mi pentirò mai di essermene andata via di casa molto presto per sottrarmi a un clima altamente castrante e negativo, per inseguire i miei progetti e la mia strada. e, a differenza di quello che pensa qualcuno, PER CONTO MIO sono riuscita già a concretizzare non pochi traguardi e le cose davvero importanti non le ho mai lasciate a metà. Ovviamente i moralisti, i bigotti, i mezzi uomini e i benpensanti continueranno a pensarla diversamente e ad affermare che per una donna le cose sono due: o rimane in casa con i genitori, o si mette con qualcuno e va a vivere con lui. tutte cazzate! la verità è che quando la vita e la fortuna ti voltano le spalle e non nasci nella bambagia, devi svegliarti e prendere le redini della situazione, se vuoi arrivare da qualche parte. e questo, spesso, comporta il dover accettare la dura legge non scritta della nostra società: o ti fai furbo, o vieni divorato.
Ma chi ha già tutto dalla nascita, non potrà mai capire questo concetto. Quindi non aspettatevi comprensione da chi ha avuto vita facile. Rassegnatevi al fatto che queste persone non vi capiranno mai!
Per quanto riguarda il maturare fattivamente la cosa, ti posso dire che anche i miei genitori non mi permettevano di muovere un passo. E non perchè io avessi qualche “problema particolare” o perchè fossi un soggetto che neccessitava di controllo ( come qualcuno starà già ipotizzando nella sua testa mentre si fa i suoi soliti viaggi… ) ma semplicemente perchè i miei genitori erano IPERANSIOSI E MANIACALI, e trasmettevano tutte le loro insicurezze su noi figli. Mio fratello aveva un carattere abbastanza malleabile e lo accettava rassegnatamente, ma io non ce la facevo proprio a digerire le loro assurde manie: così una sera ho fatto le valige, ho caricato tutto in macchina, e mentre mio padre dietro di me mi urlava di fermarmi, io me ne sono andata e dal finestrino ho fatto loro pure il gesto del dito. Era una decisione che meditavo da tempo, e quella sera mi sono decisa a CONCRETIZZARLA.
Se oggi come oggi voglio bene ai miei genitori e sono riuscita a vedere ANCHE le cose buone che hanno fatto per me, oltre ai loro sbagli, è stato solo e unicamente perchè a un certo punto ho saputo prendere le distanze da loro. per me quello è stato un passo necessario. ma non è detto che per chiunque debba essere così.
Biancabianca,
ogni essere umano ha doti e limiti. se questi dal più al meno si bilanciano, si è in grado di costruire se stessi e un proprio futuro, più o meno soddisfacente, ma, se i limiti sono oggettivamente quasi insuperabili per le nostre capacità genetiche di reazione o per le condizioni ambientali o economiche in cui ci si viene a trovare, non c’è fatica o impegno che tenga: sarà difficilissimo e lunghissimo venirne fuori, ammesso che ci si riesca.
per questo di solito sono comprensiva con chi non ce l’ha fatta e ha accumulato negatività, in aspetti sia sociali che emotivi. la perfezione non è di questo mondo e nessuno è da disprezzare, per di più non conoscendo le ragioni che l’hanno reso poco gradevole.
sei nel giusto anche quando imputi alla sorte, oltreché all’importantissima influenza dei genitori, più o meno condizionante per ben 10-15 anni (proprio quelli in cui tutto viene inciso a caratteri di fuoco nel disco vergine della memoria). personalmente, se non avessi avuto la fortuna d’incontrare a un terzo del mio cammino una psicologa, che mi ha rimessa in piedi, oggi di certo non sarei così serena, nonostante i miei errori e le partite perse.
se non te la senti o non puoi lasciare la famiglia d’origine, potresti provare, se già non l’hai fatto, a cercare un supporto psicologico. solo, però, se sei disposta ad accettare di rimetterti totalmente in gioco e di rivedere, ad una ad una, tutte le tue convinzioni. in sostanza è quello che si dovrebbe fare da soli intorno ai 18-20 anni ma che non a tutti riesce nel modo migliore.
non perderti d’animo e cerca il tuo equilibrio. già hai fatto molto a mantenerti salda finora. volendo e impegnandoti a fondo molti miglioramenti sono di certo ancora possibili, per consentirti, se non la luna, almeno la serenità.
Se oggi come oggi voglio bene ai miei genitori e sono riuscita a vedere ANCHE le cose buone che hanno fatto per me, oltre ai loro sbagli, è stato solo e unicamente perchè a un certo punto ho saputo prendere le distanze da loro. per me quello è stato un passo necessario. ma non è detto che per chiunque debba essere così.
prendo spunto da questa riflessione qui sopra di maria grazia perché penso possa tornare di grande aiuto a bianca,ma credo a tutti,chi più chi meno ha vissuto lo stesso tipo di esperienza,
e cioè’ che un altro modo per superare le “castrazioni” genitoriale starebbe anche nel perdonare e/o di rendersi conto che anche i nostri genitori sono esseri imperfetti,così che quando si e’ veramente compreso questo,il loro perdono DIVENTA IL NOSTRO STESSO PERDONO..e da li vi sarà una base stabile su cui ripartire e stavolta col piede giusto e nella giusta direzione
Mgrazia…hai preso la macchina e sei andata….! Ma dove? Da chi? Con dei soldi tuoi? Lavoravi?
Andare via é l’unica cosa da fare, per alcuni che conosco, neppure la distanza fisica colma quella emotiva. Saranno sempre gestiti da loro o da mariti (in riferimento alle donne ovvio) a cui sono approdate dopo nuclei di origine asfissianti o simili. Io ho molti punti oscuri, la memoria non mi assiste sul perche abbia o non abbia fatto certe scelte. Ho lottato per tutto, per uscire e rientrare tardi, ma sptto per vivere, per trovare me stessa, per non gettare la spugna. Ad oggi ció che mi fa fiera é il mio essere combattiva e ne ho di storia, per cui molti si arrenderebbero al vittimismo o a scelte dubbie. Io volevo e dovevo esistere..nessuno me lo ha insegnato. Se so cucinare é perche creativa e curiosa, volevo fare! Se sono comunicativa ed empatica come il mio esterno mi riconosce, lo sono per essere passata nel tunnel della sofferenza, delle paure,non so se l’intelligenza come faccio presente nel post di Tao (..metà strada) e lo cito anche a te Rossana, mi abbia penalizzato e penalizzi. Sicuramente puó essere, ma stavo male da piccola e piuttosto che buttarmi in strade sbagliate, volevo esistere. Per farlo visto che spingeva il dolore o ero brava ad ignorarlo, a rimuoverlo e per me prima o poi, riesce, oppure dovevo non dico accettarlo, ma combatterlo. Negli anni in cui mi ero ‘riappesantita fisicamente’,laddove il leit motiv materno era: (ovvio non sempre esplicitato cosi ma subdolo, ambiguo, onde 1000v piu distruttivo) ma chi te lo fa a fare..ma oggi goditi tale cosa,poi domani chissa! Ma perche vai (in caso di un lavoro lontano) fin laggiú, ti stanchi. Perche prendi la macchina, puó succedere quello o questo. Capirete che io fronteggiavo, non volevo rinunciare, ma il carico di malessere che vivevo era allucinante. Fronteggia mie paure ed esigenze, solo dopo aver fronteggiato quelle materne, con le assenze emotive paterne, io troppo ho fatto. Dicevo quando..
..mi riappesantii, mi cercai tramite forme artistiche,esponendomi, pure li ero coraggio e timori. Non volevo stare nell’angolo ma emergere umanamente. Ma un maledetto nucleo mortifero ha attecchito non nell’impedirmi di amare la vita e di ricercarla in tutto come potevo, ma nel non mollare pure violentemente il “nido” come hai fatto tu Mg. Del resto a parità di genitori patologici, si hanno modalità diverse, e noi stesse siamo diverse e quindi un nucleo interiore tuo, ti ha permesso di..! Io mi sento un coraggio laddove il max fosse 100, a 98. Il 2% mi ha fottuto nel non uscire ancora da casa. E voglio usarlo come punto di forza. Perche continuo a lottare per farlo seppur non abbia 20/30 anni. Poi ero cosi stanca e confusa che intrapresi anche io il supporto psicologico ma pure li vi é la sorte e la parte economica che gioca un ruolo spesso importante nell’indipendenza. La prima duró poco, perche io raccontavo e lei si faceva le unghie. No non era decisamente giusta. Poi rifui vacante, quando potei ripresi con una che molti anni dopo,scopriró perche per fortuna degli insight vi erano stati,che aveva cercato di vessarmi. Aveva bisogno di me sia per un suo ritorno narcisistico professionale,sia personale. Decise e li io ancora spiazzata dalla sua proposta che presi come valorizzazione della mia persona, che potevamo terminare il percorso, che eravamo quasi amiche e che il rapporto poteva cambiare cosi. Capivo che qualcosa fosse anomalo ma non afferrai li per li. Poi la mia intelligenza elaboró che lei in questa amicizia, mi trattava sempre come la paziente e non alla pari ed io non volevo quel piano. Glielo dissi e lo negó. Scelsi di allontanarmi giustamente e cercava di alimentare il senso di colpa. Un deja vu materno. E dai oggi e domani dissi basta e lei si comportó malissimo. Immaginate come mi sia sentita, anni dati a chi invece di aiutarmi a tutto tondo, lo ha fatto parzialmente e male. Dura da vivere pure ció! Avrei da aggiungere ma in una successiva.