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Lettera pubblicata il 6 Giugno 2015. L'autore ha condiviso 12 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore biancabianca.
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@yngvi…allora ti rispondo subito. Esistono coloro che come dici..usano ancora l’alibi del genitore “ostacolante” ma anche coloro che lotteranno sempre ma non potranno fare tanto quanto avrebbero fatto in condizioni educative diverse. Elisa canta A modo tuo che racchiude tutto. Se io ti guardo andare e ci sono se torni, tu sarai libero da sempre. Se tu mi castri,io dovrò farmi il triplo del lavoro e ciò che l’altro otterrà prima..io l’otterrò molto dopo. Se mi trasmetti solo paure e aria mortifera, io dovrò destrutturare tutte costruzioni pessime, poi trovare la forza per andare e comprare materiale sano, capire come usarlo, abituarmici, mettermi li e tirar su, una nuova esistenza. In più dovrò far attenzione alle sirene di Ulisse, di quei meccamismi che ho introiettato, vedi scarsa stima o difese o..! E mentre fai tutto ciò la vita ti passa o è passata. Se capisci, per una donna, che tua madre ti ha massacrata sul concetto figli e non ci stai e lotti, potresti trovarti piu forte di certo ma troppo in ritardo per viverti la tua maternità. Gli insight nella vita arrivano se è destino o la sofferenza spinge, ma ci sono traguardi che potrebbero non raggiungersi mai. Se uno avendo un talento e col giusto proposito e spinta motivazionale..sarebbe diventato una star, oggi potrebbe essere un musicista o levarsi lo sfizio di suonare o cantare al karaoke ma certi treni sono andati. Si puo imparare a camminare ad ogni eta ma la maratona di Ny meglio farla da giovani che da grandi grandi poco allenati.
Condivido le parole di bianca,il treno quando passa,non torna piu indietro…avojaa a rincorre!!
L’ambiente familiare nei primi anni di vita e’ fondamentale.
Fortunato colui che ha avuto genitori che abbiano trasmesso al figlio la stima e fiducia di se,decisamente meglio di chi nasce ricco
Al contrario sarebbe meglio non metterli al mondo per niente
@Fabio…si appunto, il successo nella culla!
E non vale solo nelle scelte pratiche ma sptto emotive…emozionali. Proprio oggi ho ‘duscusso’ con un conoscente psicologo. Chiedendomi stato civile, dico single. Chiede come mai e rispondo un sunto di ciò che mi sento. Una veloce diagnosi, deformazione professionale, mi dice che il mio problema è il controllo. Per amare ci si deve lasciare andare. Concordo pure ma gli spiego che per sopravvivere alla mia famiglia o mi controllavo o ero succubissima e tonta. Ho dovuto optare per ricostruirmi ma figlia di madre ipersuperextra “controllora”, un pò dovevo averlo introiettato ma per protezione. Lui ribadisce che chi e anche lui, trova l’amore, è perche si lascia andare e non controlla e non per la fortuna. Inizio a stranirmi perche qui pare che chi si è dovuto rifare da solo debba pagare su tutto e per gli altri sia facile dare suggerimenti. Ma ancora una volta, gli dico ok hai ragione tu, ma che devo fare se non incontro? Almeno qualcuno che mi faccia battere il cuore? E come si fa a lasciarsi andare? Perche quiil punto è fare pratica e se non te lo sei potuto permettere è un casino. Che mi risponde? È lunga la questione, poi ne riparleremo. Ecco signori, si può rincorrere il treno con tutto il fiato ma poi tu arrivi al binario e quello riparte e tu di nuovo a ricercare il fiato.
Biancabianca,
facendo riferimento alla tua lettera iniziale, ti espongo le mie idee in merito.
“Si parla qui, spesso, di amore nelle varie declinazioni. Ma persino questo sentimento ruota o subisce il destino.” – a mio avviso, vero soprattutto il principio che ad amare s’impara da piccoli, e che l’amore dovrebbe essere innanzitutto insegnato dai genitori, nei rapporti fra loro e nel loro modo di dedicare affetto e attenzioni ai figli. affetto e attenzioni che dovrebbero comunque sempre rispettare la loro indole e lasciar loro spazi per poterla sperimentare in piena libertà.
restando in questo ambito, è scontato che l’ambiente può essere tanto pregnante quanto la genetica nel costituire la personalità dell’individuo. da anni si cerca di capire con studi sui gemelli quale delle due componenti abbia in linea statistica maggior influenza, senza poterne venire a capo del tutto.
secondo me, a seconda del soggetto e della maggior incidenza in esso dell’una o dell’altra componente (non tutti vivono nello stesso modo realtà infantili simili o quasi identiche – fratelli e sorelle possono esserne influenzati ma non piegati nella stessa misura), si avrà un risultato preponderante in una delle due. su questo agisce, poi, il caso, implementandone o castrandone gli esiti.
c’è da considerare, anche, l’eventuale reattività degli individui, nel senso che in famiglie di stretto rigore conservatore può emergere, per contrasto, il ribelle per eccellenza, così come in ambiti famigliari incapaci d’amare può verificarsi chi, inopinatamente, lo sa fare fino ai limiti estremi. attitudine genetica?
l’ambito sociale e il momento storico fanno il resto, tenendo conto che la società altro non è che una rete in cui imprigionare gli individui, per renderli più mansueti e più produttivi.
qualsiasi storia personale ha comunque le sue radici, esili o fortissime, nell’infanzia. a partire dai 18-20, però, si dovrebbe essere in grado di riassettarsi su valori e principi di propria scelta, anche se raramente questo è possibile per intero. resteranno comunque sempre retaggi famigliari e di passate esperienze dirette.
bianca e Fabio hanno perfettamente ragione. molti artisti ricchi e famosi ( per esempio ) oggi non sarebbero quello che sono se il loro ambiente familiare e il loro background di provenienza fossero stati diversi; e non parlo tanto di possibilità materiali, ma proprio di SPINTA MOTIVAZIONALE. Io per esempio non venivo da una famiglia particolarmente penalizzata da un punto di vista economico, anzi. Ma sono dovuta andarmene di casa per impedire ai miei genitori di castrarmi e negativizzarmi del tutto. ragazzi è così. E’ inutile raccontarsela. Che poi nella vita bisogna comunque lottare e perseverare, questo è fuori di dubbio. Ma bisogna capire che non tutti hanno la forza d’ animo sufficiente per contrastare un clima familiare e un destino sfavorevoli. Per riuscirci bisogna essere persone fuori dal comune, diventare autentici figli di buona donna. E’ meglio che vi mettiate in testa che se non siete nati con la camicia non potete giocare SECONDO LE REGOLE, perchè le regole non sono state concepite per quelli come voi ( e come me.. ). ma dovrete invece CAMBIARLE.
“Ho dovuto optare per ricostruirmi ma figlia di madre ipersuperextra “controllora”, un pò dovevo averlo introiettato ma per protezione.”
bianca idem per me! ti capisco BENISSIMO.
“chi si è dovuto rifare da solo debba pagare su tutto e per gli altri sia facile dare suggerimenti”
“non tutti hanno la forza d’ animo sufficiente per contrastare un clima familiare e un destino sfavorevoli”
State scrivendo qualcosa che molti negano eppure rappresentano enormi fardelli per chi li vive personalmente…
Questo, a mio avviso, si scontra con il tanto in auge “volere è potere”. Siamo esseri umani, non supereroi. Ognuno fa quel che può. Essere cresciuti in contesti devastanti per la stima di sé è qualcosa che penalizzerà sempre. Qualcuno durante l’esistenza riesce a trovare una via per riscattarsi, qualcuno riesce a sovvertire totalmente i paradigmi e rinasce, ma questo non vale per tutti, anzi credo per pochi. La maturità e l’età sono soggettive e relative, come lo è la forza di volontà, d’altro canto tutti vorremmo essere felici. La verità è che nascere in una famiglia rispetto ad un’altra, in un Paese o in un altro, in un contesto storico/sociale rispetto ad un altro è questione di fortuna o il suo opposto. Non si tratta di vittimismo, ma della cruda realtà di ogni singolo giorno in cui realizzi quanta fatica in più tu debba fare nella struggente rincorsa di uno straccio di “normalità”. La giustizia non esiste. Chi si trova nella parte svantaggiata capisce davvero di cosa si parla, tutti gli altri si prodigano in suggerimenti da Baci Perugina. Io la penso così.
E’ meglio che vi mettiate in testa che se non siete nati con la camicia non potete giocare SECONDO LE REGOLE, perchè le regole non sono state concepite per quelli come voi ( e come me.. ). ma dovrete invece CAMBIARLE.
@mariagrazia
ciao,
potresti spiegare meglio? non mi sarebbe così chiaro.
cosa vuoi dire esattamente?
sai come’ anch’io avrei perso il famoso treno! anzi,ci sono proprio finito sotto!..sotto a un treno! 🙂
Fabio
ricordi il film “una donna in carriera” ? la protagonista impersonava una semplice segretaria che mira a diventare manager di una grande azienda di New York, e per riuscirci, si finge una professionista che ricopre un ruolo elevato in modo da avere il “passpartout” per poter trattare con importanti uomini d’ affari senza essere discriminata ( o peggio ancora molestata sessualmente ). ecco… più o meno intendo questo con il “cambiare le regole”. chi sta in basso deve usare tattica, audacia e fantasia se vuole sfondare il famoso soffitto di vetro, altrimenti rimarrà sempre dov’è perchè mostrandosi in modo trasparente si porterà sempre dietro il fardello della propria “etichetta” ( quella di persona DESTINATA alla sconfitta ). per esperienza personale, posso dire che se avete qualcosa che VALE VERAMENTE da poter offrire, dovete INTRUFOLARVI nei canali giusti. Lì riuscirete a promuovere le vostre capacità e le vostre idee. Ma per riuscire ad accedere a quei canali, a volte occorre giocare d’ astuzia. Perchè diciamocelo: questa è una GUERRA, e in una guerra è FONDAMENTALE avere una STRATEGIA.
Lasciate inoltre perdere la tiritera del “sono stato tanto sfortunato/a e adesso voglio riscattarmi”: non frega niente a nessuno. pensate piuttosto a progettare qualcosa di cazzuto e poi a proporlo alla gente GIUSTA in modo NON CONFORME.
Anch’ io di “treni” me ne intendo…. ma ora ho capito che quelli che pensavo di aver perso, alla fine erano solo PULMINI. Ciao 🙂
stella
discorso più che giusto e che condivido al 100%. Il “farcela o non farcela” non sempre ( anzi quasi mai ) dipende semplicemente dalle proprie capacità, come invece afferma qualcuno ( tra l’ altro possiamo assistere a numerosi esempi di rampolli che ricoprono ruoli importanti anche se sono dei perfetti idioti, e il motivo di questo lo sappiamo tutti ). Il contesto in cui si nasce e si cresce è FONDAMENTALE.
@ maria grazia
no,non ho visto il film che dici tu,per curiosità sono andato a curiosare su internet e su youtube.
devo dire che a me i film americani non mi sono mai piaciuti perché sono troppo banali,troppo faciloni,troppo poco reali.
nei loro film ce’ stata da sempre solo propaganda ed un vero e proprio lavaggio del cervello! e’ il trionfo del loro modello “culturale”
per farci credere che quello che conta nella vita e’ sempre il successo (materiale s’intende),la carriera,i soldi e il solito tutti contro tutti,e infatti si vedono i risultati.
a me queste cose,questi “valori” non mi interessano minimamente e se dunque quello e’ il treno che ho perso,allora non ho perso proprio niente!
e’ vero il contesto in cui si nasce rimane fondamentale,infatti e’ il contesto ad essere completamente sbagliato
ciao grazie