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Lettera pubblicata il 26 Agosto 2012. L'autore, Lucy16, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Ciao Aguardiente.
Vorrei dirti subito che io non sono affatto convinto che le analogie siano così rare nei comportamenti umani, come qualcuno vorrebbe sostenere. Se così non fosse non ci sarebbero stati casi di condizionamento di intere popolazioni se chi lo ha fatto non avesse toccato dei tasti che danno in tutti la stessa “nota”. Che poi le vicende nate con quei presupposti si sviluppino soggettivamente non sarebbe neppure il caso di sottolinearlo per quanto é evidente. Ma se si tratta di un’illusione sentimentale come quelle di cui parliamo, in cosa si vogliono differenziarne gli esiti? Come dire che in un soggetto l’influenza passa in tre giorni e un altro muore per delle complicazioni, ma è sempre la stessa malattia il problema.
Se ho cercato di capire certi aspetti della psicologia femminile é solo perché mi sono reso conto che NON la conoscevo, ritenendo ingenuamente di conoscerla. Ti giuro che ho “studiato” sull’argomento, tanto da poter prendere una laurea triennale, ma ne sono venuto a capo, oltre ad aver acquisito delle cognizioni sul comportamento umano che mi hanno fatto capire quanto sia limitato il panorama di quello che chiamiamo il NOSTRO libero arbitrio.
Tu hai portato un esempio paradigmatico, quando citi la frustrazione del mancato “riconoscimento”, che fa emergere con cristallina evidenza a chi ha certe cognizioni, di quanto l’istinto “esiga” soddisfazioni quando ti fa “scegliere” un partner in “certi modi”
Un moto “irrazionale” ha comunque una ragione seppure non “leggibile” dalla ragione, che tuttavia cerca di inquadrarlo nella logica amorosa -in questi casi- di cui abbiamo discusso animatamente e per mesi. Che lo si gradisca o meno quella logica é solo “riproduttiva”, anche se non dovesse concretizzarsi mai. L’ape non feconda tutti i fiori sui quali si posa, e non sa neppure di farlo quando lo fa. Ci pensa la Natura come riuscirci, e quali “trucchi” usare per raggiungere lo scopo.
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Quando si perde la testa è perché prevalgono misteriose alchimie che ci stanno dicendo: “tu devi accoppiarti con quel maschio, il perché lo so io, la Natura, che da un miliardo di anni sa come fare per avere il miglior risultato possibile per la riproduzione della VITA sulla Terra. Sei in missione per ME. Esegui gli ordini”.
Una donna ha circa 5/600 possibilità di riprodursi in una vita, poche, quindi estremamente preziose e da “investire bene”. Un maschio miliardi, e se ne strafrega di dissiparle. Non ha niente da perdere, se la femmina è una bella gnocca gli basta. A una donna NON basta, deve sentire “altre” sensazioni, e “sentire” e la radice di “sentimenti”, chiaro no?
Se osserviamo per un momento certi “interessi” ossessivi nei termini appena citati, si può capire perché una femmina non possa trascurare certi “richiami”, che li si volti in amore romantico, in frenesia, in desiderio o in ossessione, la “nota” che è uscita da quel “tasto” è sempre la stessa. Hai voglia a personalizzare le storie, la trama del film è quella, le interpretazioni tutte diverse.
Per farla breve, il rifiuto da parte del “prescelto” per compiere la “missione” è di fatto la castrazione di quel valore personale che si ha come femmina più che come donna. Ed é una frustrazione che attiene al più profondo e identitario istinto, che é quello sessuale. Che per estensione dei suoi effetti é quello del riprodurre sé stessi e i propri genii nel futuro. Spero di essermi spiegato. Significa “sentire” di VALERE O MENO come essere vivente prima che come essere umano.
Un ossessione come la tua, quella di mia moglie e di milioni di altre donne nasce da questo mancato “riconoscimento”, che nessun “ragionamento” non pilotato può cancellare, ma che con l’Amore NON C’ENTRA NIENTE. Anzi è solo innocente egoismo.
Cercare di capire come e perché nasca è impossibile, infatti tu non sai perché Lui ti attrae. Come non lo sapeva lei.
Angela, perché ha in testa più “problemi” di un libro di matematica.
Un rapporto non ha nessun futuro con le premesse di cui hai parlato. È un insicuto, complessato e pieno fi fobie. Tu gli vuoi bene ma lui non sará mai in grado di ricambiare. È una relazione nevrotica, e come tale non può crescere se non “crescono” i protagonisti.
Mmmm…mi sta venendo il dubbio che anch’io non conosca a fondo la psicologia femminile e che forse dovrei approfondire meglio. Quali letture mi consiglieresti a tal proposito? Non troppo tediose… qualcosa di scorrevole e brillante. Dimmi cosa hai letto per documentarti…Oppure hai usato solo un metodo di indagine empirico? Comunque sono seria, ti sarei grata se potessi suggerirmi qualche libro sull’argomento.
Ammettiamo che tu abbia ragione e che quindi questo genere di illusioni abbiano una radice prettamente sessuale. Prendiamo il caso di Sally. Lei sarebbe stata ingannata dalla Natura che la avrebbe indotta in tentazione a fare sesso col portoghese . In seguito, per giustificare un simile “ignobile” comportamento, lei avrebbe passato i successivi 20 anni a costruirsi delle autogiustificazioni romantiche per coprire questa deviazione dai suoi valori etico-morali fino a quando grazie al tuo intervento avrebbe gradualmente acquisito piena consapevolezza dell’inganno. Occhei …ci può stare. Prendiamo ora il mio caso. Io , più’ 20 anni fa , di fronte alla Natura che mi indicava due possibili maschi con cui riprodurmi ne avrei scelto uno, ma avrei costruito per entrambi una sceneggiatura romantica per conferire all’attrazione fisica un valore di “sentimento”puro. In seguito avrei portato avanti un’ unica relazione durante la quale l’attrazione iniziale si sarebbe realmente trasformata in sentimento. L’ altra relazione mai vissuta sarebbe rimasta accantonata in un angolo della mia mente, rimanendo intatta la convinzione iniziale che anche verso l’Altro si trattasse di vero amore, ma a cui era necessario rinunciare. Sicche’, quando l’avrei rivisto dopo 21 anni, la mia nativa propensione all’ autosuggestione mi avrebbe fatto credere di essere da sempre innamorata di lui , quando in realtà si sarebbe trattato di puro e banale istinto sessuale… Mmm ci può stare come spiegazione scientifica.
L’ unica cosa è’ che non capisco perché cavolo il mio istinto sessuale si sia risvegliato proprio ora. In fondo mi sono già’ riprodotta abbondantemente e non ho assolutamente voglia di riprodurmi ancora. Tra l’altro la Natura dovrebbe sapere che alla soglia deii 40 anni è’ rischioso spingere in questo senso, essendo più’ frequenti gli errori genetici causati dall’ invecchiamento delle cellule.Inoltre non capisco come mai , pur avendo riconosciuto e in parte ridimensionato il condizionamento etico che per anni mi ha influenzata, io mi ostini a costruire fantasie romantiche su questa unica persona concentrando il mio istinto unicamente su di Lui, pur essendo stata castrata da parte sua. Quale sarebbe la soluzione? Suppongo che sia di ammettere che si tratta solo di un istinto irrazionale egoistico e concentrare tutti gli ormoni e le energie mentali su mio marito. Questo però comporta un grande sforzo mentale perche’ in un certo senso implica non solo la repressione di un istinto naturale, ma anche la rinuncia a tutto il gioco di fantasie che ci sta intorno. Inoltre bisognerebbe che mio marito facesse qualcosa per far dimostrarmi che ne vale la pena.
Al momento sono stanca e non riesco a fare questo sforzo, inoltre mi piace fantasticare e voglio continuare a farlo. Infine in alcuni momenti non riesco a reprimere l’istinto. Insomma Lui MI PIACE e mi piace che lui mi piaccia e mi piace pensare che a forza di piacermi alcuni spezzoni del”film” da me costruito possano in parte realizzarsi.
Acqua,
interessante testimonianza, che mette in dubbio il concetto dell’impulso riproduttivo come movente obbligato di una relazione amorosa. benché nel tuo caso l’orologio biologico possa FORSE pressarti per un’ultima possibilità, fuori dal nido.
A ME il tuo fantasticare appare poco come illusione di concretizzare un rapporto definito, nel senso d’intuire qualità immaginarie gradite per formare un’unione di coppia alternativa. sembra piuttosto un bisogno di verificare la scelta fatta in passato, la necessità psichica di provare un sentimento quasi incondizionato, diverso da quello che ti lega a tuo marito, oppure di trovare un più profondo “riconoscimento” di sé.
le scelte prettamente razionali hanno spesso miglior risultato se i soggetti interessati hanno sperimentato in precedenza quelle molto spontanee. pare che le donne nella ricerca di un partner suddividano inconsciamente i maschi in due tipologie di fondo: la prima, connessa a particolari attrattive (bellezza, furbizia, giocosità, libertà trasgressiva, ecc. …) che intravedono e che vorrebbero riprodurre nei figli; la seconda, invece, caratterizzata da affidabilità, stabilità insita in alcuni temperamenti, bontà, onestà, laboriosità, ecc. …, a garanzia indiretta di uno stile di vita confortevole e rassicurante, per se stesse e per la prole.
generalizzando, nell’immaturità emotiva si tende a scegliere il maschio considerato più affascinante mentre in seguito ci si orienta maggiormente sul maschio che lascia intuire attitudini protettive di buon marito e buon padre. al di là di innati gusti personali, invertire la sequenza, per raziocinio o qualsiasi altra ragione, senza che questa sia basata su un forte coinvolgimento iniziale, spesso comporta in seguito spiacevoli conseguenze, soprattutto per il genere femminile. può subentrare un’impellente necessità di rivedere e di far nuovamente quadrare in una qualche forma i propri bilanci emotivi interiori.
Acquacorrente.
La mia ricerca ha seguito un metodo empirico riferendomi però a testi scientifici, saggi di Storia, Antropologia, Sociologia, Etologia e Religione, ma non trascurando neppure romanzi, uno per tutti Madame Bovarye o “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, di Carver. Ma ti consiglio di leggere subito “Il piacere di soffrire” di Alain de Botton. Ci troverai diversi esempi di situazioni assimilabili alla tua o a quella di Sally.
Ma attenzione, tu non sei nelle condizioni in cui era mia moglie, che ignorava completamente di essere vittima di una sindrome, sei molto più avanti nel momento in cui riconosci che si tratta di una condizione “nevrotica”.
Il fatto che tu riconosca che alla base c’è un’idealizzazione dell’amore, che trae le sue origini dal cocktail di intelligenga, fantasia e cultura, ma che nello stesso tempo non riesci s vincere né a volervi rinunciare, dimostra, a chi ha voglia di capire che noi in fondo siamo macchine biologiche, che quelle pulsioni trascendono la tua volontà. E se non è la tua é quella di “un altro”. Quella della Natura.
L’istinto sessuale che porta alla riproduzione non si estingue quando quest’ultima ci sia stata, perché é un istinto vitale. E quello che ci fa sentire più vivi se solo pensi allo stato di beatitudine che si può raggiungere con esso. Quindi in teoria NON HA ETÀ. Se hai letto la storia di Rosa su questo forum avresti trovato l’ennesimo esempio di ultrasessantenne che é scappato con la ventenne “illudendosi di fermare il tempo.
La tua vicenda è simile a quella di Sally solo per due punti: l’istinto sessuale, (che é il motore di tutto) e l’illusione verso il soggetto maschile, null’altro. Tu sei conscia, lei non lo era per niente. Come dicevo ieri gli sviluppi saranno inevitabilmente differenti, è la genesi che é sempre la stessa.
Io ho la sensazione che questa tua tendenza a fantasticate su “quello che poteva essere” di sarebbe verificato a parti maschili invertite.
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In fondo si tratta pur sempre di una ricerca del miglior compromesso possibile nella ricerca del partner, che corrisponde a quell’egoismo innocente di cui parlavo. Non dobbiamo scandalizzarci di intravedere in certi nostri comportamenti questi aspetti “etologici”, non sono moralizzabili come una certa cultura cerca di fare da duemila anni, perché hanno una ragione naturale che non è né buona né cattiva, “È” e basta. Certo poi si deve fare i conti comunque con quella morale sociale nella quale siamo immersi, ma di uomini e donne che escono pazzi per soggetti con i quali non potrebbero vivere la quotidianità è piena la Storia. È “sesso”, voglia di vivere e di sentirsi vivi, di provare quei piaceri, anche illusori, perché il desiderio sessuale è “L’UNICO” che li può dare, ed é l’unico che fa fare follie in condizioni di “normalità”.
Tu a 40 anni sei nel momento più torrido della tua sessualità, e per quanto riguarda le mie esperienze, i 40/50 li ritengo l’età eroticamente più completa. Ma se non si è potuto creare un rapporto di complicità col partner, che abbia spostato l’intesa in ambito intellettuale, i desideri di un certo “sessamore” restano in “circolo”, con le conseguenze che vediamo spesso, coniugate nei mille modi che conosciamo, ma tutti figli della stessa Mamma Natura.
L’amore UMANO é un prodotto della mente, quindi dell’intelligenza e della volontà, e si serve del sesso come ulteriore mezzo di “comunicazione” di un sentimento cresciuto dentro quell’intesa intellettuale. Ma se questa non si ha, è inevitabile prima o poi orientarsi “altrove”, facendosi indirizzare proprio da quell’attrazione sessuale alimentata dalla fantasia.
Dalla fantasia perché siamo umani e “creiamo” situazioni mentali “ideali”. Non lo fossimo basterebbero gli ormoni, e i tuoi sono belli in gran forma a 40 anni. E la fantasia ancora di più a quanto pare. Vedi tu.
A presto “Deuteria”
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Mi piacerebbe sapere in quale modo la testimonianza di Acqua “mette in dubbio l’impulso riproduttivo come movente di una relazione amorosa”. Acqua ha detto che si sorprende che a 40 anni possa accadere di avere certe “pulsioni”, ma non esclude un bel niente, e nel mio post successivo spiego che a quell’età l’impulso riproduttivo non è estinto, e continuerà a manifestarsi come ricerca di quel recondito aspetto in diversi modi. Con l’amore coniugale se c’é, o con la ricerca di un’alternativa come nel caso di Acqua.
L’esempio dell’ape del post di ieri sembrava chiaro. È inutile gridare Eureka quindi. Acqua non ha confermato per niente quell’affermazione a chi SA leggere quello che c’è scritto.
È ancora in cerca di una risposta a certi suoi dubbi. Per quello ha cercato di dialogare col sottoscritto, che forse le ha dato qualche ragione in più di altri, se ora ci sta discutendo in maniera interessante e intelligente mi pare.
Rossana, il tema della scelta gioca sicuramente un ruolo importante nella creazione delle illusioni in quanto, come già evidenziato in precedenza da Suzanne, costringe a porre un limite all’ infinito. Ovvero: le aspettative ad un certo punto devono convergere nella realtà a causa del bisogno emotivo di soddisfarle. Ma si tratterà di un compromesso.La vita è una sola e la scelta di una strada comporta la rinuncia ad altri percorsi. Mentre si procede può capitare di domandarsi come sarebbe stato imboccare al bivio l’altra direzione. Concordo che, probabilmente, non si tratta di reale desiderio di vivere e concretizzare quello che non si è’ vissuto , ma di un dubbio spontaneo che può’ nascere nel momento in cui un bisogno emotivo o affettivo non è’ adeguatamente soddisfatto. Per quanto riguarda il coinvolgimento iniziale ti assicuro che da parte mia si è’ manifestato per entrambi i ragazzi. Tuttavia probabilmente con il primo è’ subentrata ad un certo punto la ragione e la conseguente analisi razionale costi-benefici , mentre con il secondo il tutto è rimasto fermo al primo stadio, non avendo avuto la possibilità di superare la fase emotiva attraverso la reale conoscenza di questa persona nel tempo.
Golem, ti ringrazio molto per i suggerimenti: nei prossimi giorni mi procurerò un po’ di bibliografia.
Tornando a noi, io, avendo anche una formazione di tipo scientifico, non ho mai messo in dubbio che siamo “macchine biologiche” e che certe pulsioni trascendono la nostra volontà : anzi, questo l’ho sperimentato anch’io direttamente in diverse occasioni. Tuttavia, come già’ sai, io credo che quella che tu chiami “volontà ” o “intelligenza” che spesso contrasta questi istinti e che ci distingue dal mondo animale, abbia avuto origine non per caso ( tentativi della Natura con selezione delle strategie adattative vincenti) , ma per uno scopo ben preciso di cui al momento non ci è’ dato di sapere…