L’anno scorso si conclude una relazione nella quale avevo investito molto emotivamente. Era partita in sordina, quando l’ho cominciata, perché avevo un altro per la testa e una grandissima paura di soffrire.
Nonostante tutto, lui è riuscito a conquistarmi, salvo spezzarmi il cuore dopo 7 mesi.
Ero distrutta.. poi conosco dopo pochi mesi Aurelio. Mi chiama, mi sta vicino, diventiamo amici, si parla molto, ore e ore al cellulare. Abitiamo lontani, lui sale e scende per una pizza con me, poi comincia a restare in albergo, poi prende casa per stare con me poche ore solo in alcuni giorni, nonostante io gli continuassi a spiegare che il mio coinvolgimento non era pari al suo e non volevo che lui investisse per qualcosa che era in divenire e poteva non nascere del tutto… ma lui, caparbio, decide di restare.
La mia trasparenza nel metterlo sempre al corrente di ciò che provavo e di ciò che non provavo nasceva dal desiderio di fargli scegliere sempre consapevolmente le sue azioni con me.
Abbiamo avuto momenti belli e momenti bruttissimi, ha tradito la mia fiducia con poca chiarezza e tante omissioni più volte, forse per la paura di avere una rete di protezione sulla quale cadere se tra noi fosse finita lo faceva comportare così. Ogni volta che superavamo un momento brutto, io mi legavo un po’ di più, perché per me era un piccolo successo che dichiarava quanto fosse, in fondo, forte il ns rapporto. Ma dalle sue parole capivo che lui era sentimentalmente sempre più avanti di me e non voleva fermarsi ad aspettarmi, ad aspettare che anche il mio sentimento si rafforzasse e prendesse una forma definita. Così ho cominciato a colpevolizzarmi di non essere degna di un tale sentimento forte, che dovevo fare i conti con me stessa e se non c’ero riuscita col suo aiuto, stando insieme, sarei potuta riuscirci distaccandomene un attimo, per separare l’amore dalle abitudini e far emergere i sentimenti dalle necessità, visto che avevo cominciato quella storia quasi per sfuggire a quella precedente e ora, che era passato del tempo, le cose potevano essere cambiate…
Lo faccio una prima volta; lui, nonostante sia contrario ai periodi di pausa (io gli spiego che non intendevo un periodo in cui io faccio i cavoli miei e lui i suoi, ma un momento di solitudine per entrambi), si mostra molto disponibile. Dice che vuole che io sia felice e posso prendermi il tempo che mi serve… che lui mi ama talmente tanto che è disposto a lasciarmi andare se dovesse essere quello che voglio.
Io vado in tilt.. il mio cuore mi dice che non voglio separarmi veramente da Aurelio, mi manca, ho dei forti sentimenti che mi impediscono di dare un inizio ad una nuova vita…
Duro 2 giorni: poi parto io e mi faccio trovare sotto casa sua.
Lui mi accoglie scettico, preoccupato: mi dice che se avevo deciso di prendermi del tempo, dovevo farlo, perché altrimenti lui si sarebbe sentito un eterno precario… io lo capisco.
Torniamo insieme per pochi giorni, ma io non sento più la morsa del suo amore, nonostante lui me lo scriva e ripeta di continuo…
Rientro nel panico e mi prendo, questa volta seriamente, del tempo per pensare bene e far pulito di tutte le mie paure. Lui ripete il suo schema di comportamento precedente: comprensione, incoraggiamento, pazienza… Mi manda qlc messaggio al quale gli rispondo teneramente, ma cerco di riflettere bene perché voglio tornare dal’uomo che dice di amarmi solo se sono certa, perché non voglio ferirlo ancora.
Pochi giorni dopo, visto il suo fatalismo di risposta ai miei sms, lo chiamo per capire.
Voglio capire se il suo è un atteggiamento di paura di essere ferito ancora o di autentico disinteresse, e lui mi dice che per lui io ho già deciso e che non fa altro che venirmi dietro. Gli ribatto che un uomo innamorato non reagisce così, ma si stringe alle possibilità di miglioramento del rapporto e i miei amorevoli messaggi, il mio star male senza lui, il mio non aver chiuso definitivamente la storia erano segnali più che positivi, ma lui è imperturbabile.
E mi dice che in questa settimana di distacco è tornato a vivere, che io non gli ho dato niente, nessun momento bello che lui ricordi, che gli ho ammazzato l’interesse, che quando lui mi parlava di figli e di famiglia lo diceva così, ma in realtà secondo lui sono sempre stata da psichiatra.
Che l’ho sempre mortificato, che altre persone, anche se mentivano, sapevano farlo sentire meglio, e che dall’inizio del nostro rapporto (vi ricordo: voluto principalmente da lui!! ) lui non ha fatto altro che tradirmi. E il bello è che mi addossa la colpa di questo!
Mi sono lasciata umiliare i sentimenti, la dignità, mentre ascoltavo, per poter capire chi avevo avuto accanto per 9 mesi… gli chiedevo perché era rimasto con me se io dall’inizio ero sempre stata trasparente e chiara, perché anziché tradirmi e poi riempirmi di “ti amo”, non mi aveva detto che non si sentiva di cominciare una storia con quelle caratteristiche… e lui mi rispondeva che lo aveva fatto perché credeva che le cose potessero cambiare, ma ora aveva capito che senza di me era rinato e che mi meritavo tutta quella sofferenza e tutte le sue parole cattive e le cattiverie che mi aveva fatto, perché non avevo saputo scegliere.
Mi è scoppiata una bomba in mano e non ero preparata.
Mentre lui ha sempre saputo dove metteva i piedi, io mi sono ritrovata a capire la realtà delle cose solo ieri, perché credevo di essere quella che dava meno, ed invece ero quella che dava di più, in termini di correttezza, rispetto dei sentimenti e della dignità, e di amore.
Credete che si possa definire amore un sentimento che, ignavamente, per non scegliere, tradisce nel mentre che vede come si mettono le cose? O è amore quel sentimento che ti mette in guardia, ti offre l’opportunità di scegliere e ti fa scegliere liberamente, ma nel frattempo, nel suo poco, resta fedele e caparbiamente cerca di perfezionarsi senza lasciarsi distrarre da altro?
Sono persa…
Il suo ultimo sms? “Finalmente ti ho ferita, come tu lo hai fatto per tutto questo tempo”…
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Categorie: - Amore e relazioni
Cara Alice, sono nella tua stessa situazione, ma dalla parte (diciamo così, nel ruolo delle parti) di Aurelio.
Il mio compagno è andato in crisi, come hai fatto tu, ci siamo staccati. se hai voglia puoi leggere la mia lettera che si intitola una storia tra le tante.
Non sei stupida, non permettere mai a nessuno di dubitarne. E scappa il più possibile lontano (non fisicamente ovviamente, ma col cuore) da questo personaggio instabile.
Anche a me ha ferito sapere che il mio uomo aveva dei dubbi. Sono passate due settimane e ho riiniziato la mia vita senza di lui. Il mio amore è intenso come prima, lui lo sa, soffro immensamente. Ma l’amore non si accontenta. Non mi permetterei mai di rinfacciargli nulla perché, come del resto tu, lui con me è stato corretto fino alla fine. Molto più facile sarebbe stato restare con me facendo un po’ il comodo suo (non sono una che controlla mail o messaggi, ci vedevamo solo nei week-end, avere una doppia vita non sarebbe stato complicato). Ma perché poi? Molto più coraggioso è andare, o lasciare andare.
Sii contenta di aver perso un personaggio così, uno che manda certi sms non deve far altro che far pace con sè.
Vai avanti Alice sempre con la testa alta, tu non hai nulla da rimproverarti.
Un sorriso.
Ameta
Grazie Ameta,
le tue parole, dette da te, che sei nella situazione in cui credevo fosse Aurelio, hanno un peso enorme per me e un significato speciale. Sono balsamo per il cuore, che ora soffre, e sa che soffrirà ancora per uno schiaffo dato a tradimento, senza motivo…
…Perchè ci sono mille modi di dire che non si ama più, che ci si è resi conto di aver fatto un errore…i baci non sono contratti…ma l’odio, e la violenza verbale, che c’erano in ogni sua singola parola, hanno voluto vendicare un fallimento che si è scelto da solo…e che per altro, non era un fallimento affatto…perchè posso dirti, ora, a ragion veduta, che chi ha investito di più emotivamente nella storia sono stata io, che sto ancora qui a parlarne, e non lui, che mente se la spassava con tutte, si nascondeva dietro i miei sentimenti inadeguati, e mi colpevolizzava per quelli…quando avrebbe potuto andar via dal primo giorno che mi ha conosciuto…
So che passerà, sono passate tante delusioni, passerà anche questa e so che guardando indietro mi dirò che sono proprio fortunata ad essermi liberata di una persona che non conosce dialogo e rispetto…
…Ma per ora pago pegno per il mio errore.
Ti abbraccio forte, ti sono vicina. Alice.
Scusami se mi permetto, ma mi sembra che tu debba fare chiarezza un po con te stessa. Inizi la storia con Aurelio subito dopo che ti sei lasciata con un tipo con il quale a tua volta ti eri messa ma avevi in testa un altro, mi sembra di aver capito questo. Tutte 3 storie che mi sembra eri coivolta emotivamante e non solo come frequentazioni. Qua gia hai un elemento che ti puo fare pensare e riflettere. Come mai questi cambi in cosi poco tempo? Sembra il classico chiodo scaccia chiodo, per paura della solitudine, quandoin realta’ e’ proprio in quel momento dove uno ritrova se stesso e la propria integrita! Io partirei con il chiedermi questo e cercare consapevolezza del perche di cio! ciao
Ciao Scalamir, grazie del commento.
In effetti sì, questo comportamento recidivante non è sicuramente un punto a mio favore e sicuramente è un punto sul quale lavorerò per fare luce in me stessa.
Di certo qnd si soffre, si ha la il desiderio fortissimo di far cessare quanto prima il dolore; la prospettiva che ci sia una persona nuova che suscita un tuo interesse e ti distoglie dalle sofferenze, facendoti ridimensionare il problema preesistente e facendoti accarezzare l’idea di una ripresa delle forze, è allettante. Ma il problema che non iresco a spiegarmi è come è possibile che il “chiodo scaccia chiodo”, come dici tu, su di me funzioni alla perfezione, mentre il partner, puntualmente, prima si cimenta in queste crociate, salvo poi lamentarsene e adottare comportamenti vili per gratificare la parte di ego mortificato dalla difficoltà della storia…
Se sono onesta e sincera io, perchè Aurelio non lo è stato allo stesso modo?
E’ questo che fa male, non il fatto che non mi ami più..
Comunque grazie dello spunto di riflessione!
Ti lascio un aforisma di una nota psichiatra italiana che a me ha aiutato tanto e fatto riflettere altrettanto……
Per poter ‘lasciare andare via’ il passato senza perdere l’integrazione di se’, e indispensabile ricordare. E invece quando uno si lascia e perde una persona cara, tutti sono li a dirgli: ”CERCA DI DIMENTICARE”.
Mi sembra che tutti noi adottiamo il secondo metodo per scacciare la sofferenza, ma a lungo a dare nn funziona. Solo interrogandosi su se stessi e andando a cercare ricordi della nostra infanzia possiamo renderci conto e prendere consapevolezza del perche’ certi meccanismi si perpetuano nella nostra vita come un loop, rendendoci la vita amara sempre sulle stesse cose. Ecco ci vuole tanto coraggio e forza per spezzare certe catene che ci portiamo dentro da troppi anni ma e’ l’unica soluzione per poter dire addio a tante comportamenti disfunzionali che portano solo alla sofferenza!