Un giorno un tizio mi raccontò una storia sui piccioni che mi affascinò notevolmente ( anche se non lo diedi a vedere). Questi animali, generalmente disprezzati dagli esseri umani ( in base a parametri assai bizzarri), pare abbiano una forte propensione alla monogamia: insomma, si scelgono per la vita. Studi piuttosto crudeli hanno dimostrato come un esemplare della coppia, allontanato anche di migliaia di chilometri, riesca dopo diverse peripezie a ritrovare la via di casa e il proprio nido. Hanno inoltre osservato dei veri e propri rituali di riavvicinamento, con voli in cui sfiorarsi e subito allontanarsi, seguiti da lunghi momenti dedicati alle effusioni, simili ai nostri baci. Altro esempio di istinto conservativo, alla stregua di quello in cui maschi di altre specie tentano di inseminare quante più femmine possibili per la perpetuazione della specie. Così, mi domando se la naturalità dell’essere umano non consti proprio nel cercare e mantenere un unico compagno/a di vita, mentre proprio il condizionamento culturale non ci allontani da questa istintiva progettualità. Un modello socio-economico-culturale che ci impone sempre maggior rigore verso noi stessi e verso gli altri, intendendo con questo termine una irrealistica ricerca di perfezione e di continuo miglioramento, perdendo un po’ il senso di questa estenuante ricerca. Mai accontentarsi; scegliere significa rinunciare ad infinite e forse migliori possibilità. E se invece la nostra scelta fosse considerata qualcosa di unico e insostituibile? Un nido confortevole in cui tornare dopo i nostri faticosi viaggi, accolti da rituali amorosi di cui, attimo dopo attimo, impareremo a riconoscere ogni dettaglio.
La mia unica paura è di non ritrovare la via di casa e di smarrirmi in qualche angolo remoto di mondo…
“Here’s a token of my openness
Of my need to not disappear
How I’m feeling, so revealing to me
I found my mind too clear
I just need someone to be there… for me”
Pearl Jam
L’unico motivo per il quale penso si possa provare disprezzo o fastidio verso di loro sono gli sgagazzamenti a tradimento sulla testa o sulla macchina. Non ne vedo altri.
Anche io ho visto un documentario in cui si evidenziava la monogamia dei piccioni. Questa tipologia di legame è presente anche in altre specie animali, mentre molte altre sono promiscue.
Ti sei posta un interrogativo interessante, di non facile risposta. Personalmente credo che in parte dipenda dalla natura di ogni singolo individuo, ci sono persone non portate per una vita monogamica, senza che il partner abbia colpe particolari.
Ci sono anche tanti casi, come dici tu, in cui non ci si “accontenta”, si vorrebbe sempre il massimo dalla compagna o dal compagno, il che porta ad una neanche troppo latente insoddisfazione.
Accade anche perché finita la fase dell’innamoramento si notato meglio i difetti e se da innamorati li si accetta, successivamente possono rivelarsi un ostacolo troppo grande, per cui in un certo senso bisogna vedere di che cosa non ci si accontenti e cosa non si tolleri.
Sono convinto che il cambiare continuamente partner, come spesso accade oggi, porti ad una perdita di sé, perdendo la capacità di provare sentimenti autentici e la capacità di capire di cosa si abbia realmente bisogno.
“Un modello socio-economico-culturale che ci impone sempre maggior rigore verso noi stessi e verso gli altri”
Si, sono d’accordo con te e penso che si stia cominciando a diffondere questa consapevolezza, credo che la gente cominci stufarsi di essere indirizzata in schemi preconfezionati su come vivere l’amore o i traguardi della vita, se fai così sei innamorato, altrimenti non è amore, se lei è una bella donna ok, altrimenti ti sei accontentato, se vivete in simbiosi è amore altrimenti la storia è destinata a finire etc.
Io penso che ogni coppia deve vivere il rapporto come meglio crede e poi solo il tempo deciderà se è amore vero oppure no.
Uguale anche per la ricerca dell’amore, si cerca la perfezione sia fisica che caratteriale, ma molte volte il risultato è la singletudine ad oltranza.
La perfezione non esiste, come la felicità assoluta non esiste, bisogna saper trovare un compromesso, ma nella maggior parte delle volte viene giudicato come un “accontentarsi” che richiama il “fallimento”, cosa che terrorizza tutti.
Credo che sia meglio chiudere occhi e orecchie alle imposizioni socio-culturali e fare un analisi onesta di se stessi, capire bene cosa si cerca dalla vita e prendere la decisione più adatta al nostro carattere.
Se io preferisco stare con una straniera, oppure con una donnapoco attraente, oppure voglio rimanere vergine fino al matrimonio, ben venga, l’importante è che quando torno dopo un lungo viaggio, ritrovi ad accogliermi un “nido…
Io credo, al contrario, che ogni uomo abbia una coscienza. L’istinto di conservazione mi dice che non posso cominciare un progetto senza che prima si sia relizzato un piano di giustizia. Quando tenti la via della conciliazione te la vivi male. Io, che non sono una giustizialista, preferisco astenermi dal complicarmi l’esistenza… anche perche’ il percorso quotidiano di conversione avviene nonostante noi. Mi piace lasciare ad altri il piacere di sostare nella giustizia che deve venire. Ma questa giustizia non posso portarla io. Nel momento in cui mi metto in gioco, tenendo conto della piccolezza dell’essere umano, non posso credere che un gesto di pace basti a placare i tumulti di una coscienza che in quel momento si risveglia, non prima. Prima quando c’era la rabbia. Le storie finiscono anche per questa ragione. Per il nostro troppo conformismo. E la colpa non sta mai da una parte o dall’altra. Le condizioni le decide la vita? Chi sono io per pretendere che gli altri mi debbano fare posto? Saro’ io a rinunciare. La situazione non sarebbe vivibile? Ma la mia smania di arrivare allo scopo, alla fine, mi fregherebbe comunque. Gli uccelli hanno un istinto che li predispone a farsi il nido… avvertono il pericolo e la stanchezza. Quando perdi la cognizione del dolore rischi di farti male senza accorgertene. Le possibilita’ mancate per me sono tentazioni. Ci sono soddisfazioni e soddisfazioni. Alcune ti esaltano per poi gettarti nello sconforto.
Certo che siete forti. Fare un parallelismo sulla “monogamità” dei piccioni, chè è un evidente “convenienza” di natura etologica, applicandogli i valori di quella umana nel giudicarla, con tutte le loro famose sfumature culturali, morali e conseguenti aberrazioni che questi contengono, è l’ennesima dimostrazione del perchè è impossibile per alcuni staccarsi dal punto di vista antropocentrico, se non addirittura “personale” (come nel caso estremo di Virkus) nel giudicare le situazioni.
Capite perchè poi non si può discutere con certi soggetti?
Però Wakk si distingue sempre per l’originalità delle sue esternazioni. Bisogna riconoscerlo.
Guarda Walk, hai proprio colto nel segno: ” prendere la decisione più adatta al proprio carattere”. Sembra semplice, ma non lo è per niente! A volte ti ritrovi a desiderare ciò che altri hanno deciso sia desiderabile ( la società, la cultura, che poi alla fine sono l’insieme dei tuoi affetti e di tutti gli imput che ricevi, mica poco!) e non te ne rendi nemmeno conto. Un esempio banale : ad una certa età, se sei donna, è normale desiderare avere dei figli o, l’unica alternativa accettabile, risiede nel dedicarsi interamente ad una carriera prestigiosa ( ma che sarà mai questa carriera? Boh!). Oltre a questo, niente altro è auspicabile, altrimenti rappresenti una devianza dalla norma. E allora come si fa a discernere tra desideri autentici o eteroindotti?
PS ma Yog si è reincarnato in Pax?
Mi spiace Golem ma non hai proprio capito il senso di ciò che ho scritto, perché è sempre preminente il tuo bisogno di storpiare il pensiero altrui. Io non ho dato connotazioni morali ad alcunché; tra l’altro tu sei proprio uno di quelli che riduce ogni comportamento umano alla sua radice istintuale, persino i baci; bé, occorrerebbe quantomeno presentare tutte le possibilità presenti in natura per perpetuare la specie e non solo quelle funzionali alla propria teoria.
“prendere la decisione più adatta al proprio carattere”. Non è una ovvietà questa? Infatti Suzy ci ricorda che non è facile, proprio per le maledette aberrazioni di cui, inascoltato, parlo spesso. Cosa presume uno come Wakk di se? Basta leggere le sue banalità.
Che poi, per conoscere il proprio carattere già ci vuole una obiettività che si vede raramente in questi lidi.
Su,
visto che sei dalla parte dei piccioni, quali altri motivi hai trovato per detestarli oltre a quelli citati da me? E con simpatia fra l’altro. Pensa se al posto loro volassero le vacche o peggio i maiali.
Dunque, evito di rispondere alla solita zanzara golem fastidiosa che gira in ogni lettera, invece Suzanne riguardo la tua risposta vorrei portarti un esempio:
Una mia amica non vuole avere figli, l’età non c’entra perchè è ancora giovane, non ne vuole avere perchè dice che non se la sente, fin qui tutto ok, nessuno la obbliga.
Peró capita spesso che su fb scriva dei pensieri sull’argomento, mettendo l’accento sulle critiche che riceve per la sua decisione di non essere mamma.
Da questo si capisce che se decidi di ragionare con la tua testa, poi inevitabilmente verrai etichettata come una “diversa” e questo fa male, da fastidio e ferisce, in fondo siamo animali sociali e ci piace essere apprezzati.
Credo che la formula giusta sia scegliere il meglio per se stessi senza condizionamenti, ma con la consapevolezza che tutto questo richiede un prezzo da pagare.
Un prezzo che corrisponde a sguardi, critiche, frecciatine e pregiudizi.
Più o meno come quelli che dicono che non puoi dare un parere perchè non sei allo stesso livello di cultura 🙂