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Storia di una persona cattiva

di Kia.

Storia di una persona cattiva.
Non ha senso nascondersi, edulcorare, perché tanto non sapete chi sono, mi giudicherete in ogni caso e io sono qui per questo.
Sono qui per farmi giudicare e condannare, quindi coraggio.
Avete presente le ragazze graziose con le amiche brutte?
È di un rapporto del genere che sto parlando. Di invidia [ma sarà invidia davvero? ] di cattiverie, di giochetti subdoli.
Una è alta, magra e graziosa. Ha parlantina e ci sa fare con le persone, le attira e… piace. Non c’è altro da dire. Piace.
L’altra è bassa, molto grassa, molto insicura. Si sente sempre sola, sempre sbagliata.

Una continua a cercare di mettere i bastoni fra le ruote all’altra, ma poi se ne pente, cerca di rimediare, ma poi ci ricasca. Una è cattiva.
Sono io.
E non sono quella grassa.

Dio, non so perché lo faccio.
Ti giuro, non so perché ti faccio questo. Credimi, me ne pento, ma continuo. Scateni dentro di me un istinto orribile, un mostro, non riesco a controllarlo.

La prima volta che ci siamo conosciute io mi sentivo piuttosto sola, lo sai. Non riuscivo ad abituarmi agli altri. Molto brava a scuola, sveglia, amichevole ma nel profondo, sola. E tu?
Tu eri più sola ancora di me. Ho un vivido ricordo di te allora. Un metro e cinquanta per circa ottanta chili, quei maglioncini scollati portati senza nessuna maglietta e nessun reggiseno, volevi attirare gli sguardi dei maschi, piacere. Avevi insufficienze in quasi tutte le materie. Ti sei attaccata a me in maniera disperata e io te l’ho lasciato fare. Godevo in maniera ancora più disperata della tua ammirazione. Era ancora normale, ti volevo bene davvero.
Poi maddalena della mia classe ha detto quella cosa, ha detto: ” ma è amica tua? Che schifo” e io ho risposto ” no, mi fa solo pena”. È stato l’inizio della mia cattiveria.
Eri amica mia e ti ho rinnegato.
Mi vergognavo a farmi vedere con te ma non riuscivo a fare a meno della tua presenza. Eri sempre accondiscendente, dicevi sempre che avevo ragione. Che cosa malata, sapevo che non eri d’accordo, ma volevo sentirti dire che avevo ragione, che avevo sempre ragione.
È andata sempre peggio. Dopo anni che ci conosciamo, io lo so che mi odi, anche se mi sorridi e fai finta di essere mia amica.
Ti ho ferito in mille maniere, ti ho fatto sentire una fallita.
Anche tu mi hai ferito in molti modi e hai detto a tutti quel segreto che ti ho raccontato.
Beh, a dirla tutta, tu mi hai anche augurato di morire ammazzata, quindi non sei proprio una santa.
Diciamo che a vederla in maniera equa, io ci ho messo il mio buono per stuzzicarti, ma tu hai un carattere tremendo, presuntuoso e permaloso.

Ed è proprio per questo che sono cattiva.
Ti trovo piena di difetti, ma ti sto vicina lo stesso. Purtroppo non è perché li ho accettati. È perché stare vicino a te mi fa sentire… migliore.
Ora che l’ho detto sembra ancora più orribile. Si vede tutta la mia presunzione.
Non sono migliore di te, lo so perfettamente. E con questa lettera che tu non leggerai mai sto ammettendo di non esserlo.
La cosa più insensata è che non ho nulla da dimostrare, non a te. A dirla tutta, non capisco perché io ti debba ostacolare, non ho nessun motivo per invidiarti.
Accidenti, io ho tutto quello che tu desideri, me lo dici sempre. Mi dici sempre di quanto vorresti anche tu essere entrata nella facoltà per cui hai provato, avere un ragazzo, essere magra. So che detesti il fatto che sono più portata di te per il disegno, nonostante non abbia studiato arte, so che hai strappato i disegni che ho lasciato a casa tua.
Li avevo lasciati apposta, mi vergogno a dirlo.
Volevo che vedessi quanto ero brava.
Hai fatto bene a strapparli
perché mi arrabbio quando dici che sono più fortunata di te, perché ti devo sempre far notare quanto i tuoi genitori siano ricchi, del fatto che ti lascino stare a casa senza ne studiare ne lavorare a inseguire lo stupido sogno di diventare disegnatrice per cui tu non sei portata e per cui non ti impegni per nulla, perché mi importa tanto del fatto che tu non noti tutte le possibilità che hai avuto più di me [e hai buttato]?
Oh, credo che questa sia la risposta.

Lo sai che ti ho sempre detto la verità? È uno sgarbo terribile fatto a te. La prima cosa che mi hai detto è che non volevi sentirti dire tutta la verità. Che a te piaceva che ti dicessero le cose in maniera cauta o che non te le dicessero affatto. E io invece utilizzo sempre la vecchia scusa della persona schietta e ti dico tutto. E ti vedo sgonfiarti, abbatterti, soffrire. Mi odio. Cerco di rimediare, di farti contenta, ti presento ragazzi, ti chiamo con le mie amiche, ti faccio un complimento.
Senza guardarti mai in faccia.
Perché.
Perché.
Tante volte mi sono detta basta, mi sono detta di smetterla, che era un rapporto malato, insano. Di esserti amica e basta.
Ma tu sei sempre così accondiscendente, cambi sempre opinione a seconda della compagnia, ti contraddici e io ti faccio sempre quelle domande cattive. La verità è che sei un tipo di persona che non mi piace, ma allora perché devo continuare a stuzzicarti, se non mi piaci, perché non ti sto lontana.

Oggi sono stata carina con te.

Ho evitato di dire quello che pensavo veramente di quel fumetto che hai fatto. Orrendo. Mancavano pezzi alle persone e un sacco di errori di grammatica nei balloon. Non l’ho detto. Buona azione? Ma se penso cattiverie e mi sento superiore, che buona azione può essere?
Però se ti avessi detto la verità, tu avresti pianto.

Questa è la storia di una ragazza cattiva, che dice e fa cose cattive per poi odiarsi e cercare di rimediare.
Ora ho smesso di farti o dirti cose cattive, amica o nemica che tu sia, ti faccio solo cose gentili. Ma continuo a pensare cose orribili e a desiderare i tuoi fallimenti e a gioirne segretamente.
non sapete chi io sia, dove vivo, dove abito, chi sia la mia amica, sapete solo quello che io vi ho detto. Vi giuro che è la verità, nessuna scusa, è quello che faccio, penso e dico.
E ora ditemi che non sono orribile, se ne avete il coraggio.

Lettera pubblicata il 17 Dicembre 2012. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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La lettera ha ricevuto finora 35 commenti

Pagine: 1 2 3 4

  1. 1
    SAM -

    Sei orribile…si, però trovo una logica.

  2. 2
    Valinda -

    Cara Kia,
    leggo questa lettera per caso in un momento particolare della mia vita in cui questa tua lettera capita proprio a pennello..sarà il destino? 🙂
    Innanzitutto complimenti perché scrivi veramente bene e questo denota senza dubbio un’intelligenza fuori dal comune.
    TU NON SEI UNA PERSONA CATTIVA, tutt’altro. Sei semplicemente te stessa e sei umana, tutto qui. Essere alta, magra e brava a scuola non è una colpa, non è un delitto, non fai del male a nessuno. Sei semplicemente fatta così e anzi sono doni e qualità preziose di cui dovresti essere orgogliosa e felice. Perché ti senti in colpa per questo? Perché vuoi farti del male coltivando questo rapporto malato e insano..? Su questo punto hai pienamente ragione e denoti una profonda e lucida analisi interiore che magari avesse tanta altra gente, quella cattiva ma cattiva veramente.

    Il rapporto tra donne e tra amiche è sempre un po’ complicato per la solita storia della competizione, invidia, uomini e simili…ma questo succede a tutte credimi. Però se tu sei intelligente, brava e sai disegnare qual è il problema? Riflettici…se questo rappresenta un disagio per le altre non pensi che sia un problema LORO e non tuo? Sono loro che magari si sentono inferiori a te e ti invidiano? Tu certo hai creato un rapporto non sano di co-dipendenza affettiva e lo ammetti chiaramente, riconoscerlo è già la soluzione al problema.

    Questa tua amica non la vedo come una vittima, anzi. Magari anche lei ha sfruttato un po’ del tuo splendore per vivere di luce riflessa e sfruttarti per i suoi scopi. Te lo dico perché ai tempi della scuola ci sono passata anch’io in un rapporto non proprio identico ma simile…e solo dopo tanti anni mi sono accorta di quanto male mi aveva fatto questa presunta amica..che mi ha sempre usato per copiare i compiti, facendomi fare sempre da parafulmine per passare poi sempre lei da quella più debole e indifesa…cosa fintissima e vigliacca. Visto che poi all’occorrenza, le bastava sapere che mi piaceva un ragazzo per fare di tutto per soffiarmelo o sparlare di me, offendermi e quant’altro con la scusa che lei era fatta così. E io ci stavo pure male, perché mi sentivo IO quella sbagliata ovviamente. Ma che colpa avevo se a scuola andavo meglio di lei? Se scrivevo i temi meglio di lei e avevo una vita sociale, una famiglie e degli amici che evidentemente lei vedeva migliori dei suoi? (non che sia chissà chi io anzi sono una persona comune e normalissima..) Addirittura questa “amica” faceva pesanti apprezzamenti sui miei ragazzi e chissà magari se avesse avuto l’opportunità c’avrebbe pure provato.

    Io all’epoca stavo in un angolo e non dicevo nulla..perché pensavo che fossimo amiche. E sì anche a me lei forse faceva un po’ pena, ma in senso di compassione…perché aveva perso il babbo, per la scuola non era portata quasi in nessuna materia (dati oggettivi) e la aiutavo e giustificavo in tutto. Però poi sono cresciuta, le nostre strade si sono divise pur restando sempre in contatto…..

  3. 3
    Valinda -

    Ma LEI non era cambiata, anzi forse era peggiorata. E con la scusa che eravamo state compagne di banco e amiche si permetteva giudizi pesanti non richiesti, veleni, frecciatine, comportamenti molesti. Cosa che io non avevo mai fatto con lei, anzi cercavo sempre di essere gentile e carina proprio come stai facendo tu. Ma lei continuava ad essere sempre più fastidiosa e pesante, mi metteva sempre più a disagio…criticando in modo cafone con la scusa di scherzare ogni mia cosa, ragazzo ecc..

    Così mi sono chiesta: ma è questa l’amicizia? Un’amica si comporta così? La risposta ovviamente è NO. E allora ho aperto finalmente gli occhi, ho ricostruito tutti i tasselli e ho capito. Non so se lei mi abbia invidiata io non credo di avere doti particolari o di essere chissà chi per suscitare questo sentimento…però so che quel rapporto mi faceva stare male, mi creava malessere e non benessere. E non credo che questo faccia parte dell’amicizia giusto? Così ho detto basta, non ho più sprecato ulteriori energie in questo rapporto ormai logoro e ho tagliato tutti i ponti con lei…e lei con me. Non l’ho più cercata e lei ha fatto altrettanto. Ho anche vissuto bei momenti con lei e non rinnego nulla, non credo sia una cattiva persona in fondo.

    Ma sono felice della mia scelta e lei non mi manca affatto. Allontanarla dalla mia vita è stata una liberazione. Non le porto rancore e le auguro ogni bene ci mancherebbe, ma non la voglio nella mia vita. Perché nell’amicizia io cerco risate, benessere, sorrisi e spensieratezza. Se ci sono momenti difficili si affrontano insieme certo, ma dev’essere un dare e un ricevere..senza rinfacciare e senza veleni. Ma se in un’amicizia è sempre tutto difficile ed estenuante allora forse non si tratta di amicizia non credi?

    E allora è meglio andare oltre. Perché vuoi farti del male in questo rapporto? Meglio coltivarne di nuovi e più gratificanti non credi? Sono sicura che se ti guardi intorno non sei sola e se anche così fosse le cose possono sempre cambiare in meglio…e puoi sempre disegnare se sei brava e ti piace così tanto, almeno è un’azione che ti gratifica no? 🙂

    Dammi retta, la vita è troppo breve per sprecare energie con persone che non lo meritano…cerca di volerti più bene e tutto andrà meglio credimi!

    In bocca al lupo per tutto 🙂

  4. 4
    kiky9326 -

    Parlando per esperienza, mi sembra che questo rispecchi lo stereotipo di molte amicizie di oggi: tutti carini davanti e appena uno volta le spalle, ecco la coltellata. La nascita di queste amicizie non è casuale, nascono solo per la possibilità di sfruttare una persona. Tu ti senti superiore (lei è grassa e tu magra), quindi ne approfitti per sentirti meglio. Avevo un’amica a cui tenevo veramente, dopo 3 anni di amicizia (in cui io le ho dato tanto, sia dal punto di vista affettivo che da quello economico) invidiosa di una mia possibilità di avere un ragazzo, mi dice e mi fa cose orribili, solo dopo questo ho capito che lei mi era “amica” esattamente per il tuo stesso motivo. Personalmente le persone che non piacciono le evito, non faccio finta di volergli bene, non voglio ne il loro successo ne l’insuccesso, semplicemente non mi interessa, io mi impegno nell’amare chi mi vuole davvero bene. Inoltre non ho bisogno dell’insuccesso degli altri per sentirmi superiore.

  5. 5
    Nothing Else Matters -

    Ti sei mai chiesta cosa faresti tu al posto della tua “amica”? Seriamente?
    Avresti le condizioni favorevoli per essere una persona bella e soddisfatta, invece leggerti è desolante. Vi state reciprocamente usando. Con una differenza, non insignificante: potrai nasconderti dietro a tutti gli alibi che vuoi, ma se sei veramente capace di essere schietta con te stessa quanto lo sei con gli altri, ti apparirà lampante quanto differenti siano i vostri bisogni. Lei si aggrappa a te per solitudine, con l’illusione che la tua vicinanza le riempia un vuoto. Tu lo fai per puro egocentrismo, arrivismo, presunzione. Mi dispiace, il meccanismo è lo stesso, ma umanamente stiamo parlando di due stati d’animo che trovo differenti, da una parte vedo un insondabile vuoto affettivo, che fa dispiacere, che fa immedesimarsi, dall’altro a mio avviso la sterilità. Ora ti scrivo quello che a te sembrerà anche assurdo ma a me più ci penso più sembra realistico: se lei un giorno trovasse qualcuno che la sappia apprezzare realmente per quello che è, avrà l’opportunità di “redimersi con se stessa” delle bassezze di oggi causate da quella che mi sembra a tutti gli effetti una situazione di permanente frustrazione, insoddisfazione. Per te, che ti credi superiore, le cose saranno più complicate: hai più di lei, eppure sei infelice. Se lei raggiungesse un frammento di quello che hai tu, probabilmente si sentirebbe al settimo cielo, tu risulti inappagata se arrivi a giocare con la persona più debole che hai attorno a te. Ti stai dando la zappa sui piedi da sola.
    “E ora ditemi che non sono orribile, se ne avete il coraggio.”: cos’è questa, una sfida? una provocazione? nessuno deve dirti se sei cattiva o meno, la tua coscienza parla da sola.

  6. 6
    katy -

    Abbi pazienza, ma non posso farne a meno.

    SEI DAVVERO DISGUSTOSA.

    Son quasi contenta, leggendo questa specie di letterina untuosa, di non aver mai avuto amiche.

    Bleah

  7. 7
    eros -

    eeeee cattiva mò… sono cattivi gli assassini, i violenti, i ladri…tu sei solo un po’ sfigatella dai

  8. 8
    T.D._ -

    100% d’accordo con Katy.

  9. 9
    colam's -

    Non sei un mostro, o perlomeno non più di tantissimi altri. Anche io ho dentro di me un lato cattivo e oscuro, solo che non ho il tuo coraggio di esporlo come hai fatto.
    Devo anche dire che il mio lato cattivo lo soffoco e lo controllo per quanto possibile. Al posto tuo per esempio questo rapporto malsano lo avrei gia’ troncato, il male ti logora anche a te.
    Fai pulizia nella tua vita, taglia di netto le cose malsane, e’ meglio soli che invischiati in rapporti strani.

  10. 10
    LUNA -

    …se questa lettera è vera la sensazione che mi dà, più di tutte, è: stanchezza.

    mi sembra tutto molto faticoso. Una continua competizione, e dipendenza, indipendentemente se il concetto parta da io sono più magra o io sono più grassa, io sono più brava o io sono meno brava…

    non so se avete altre amiche, non dici se ti rapporti con le altre persone comunque in termini di competizione.

    Tutti noi abbiamo lati oscuri, è vero, ma più che chi sia cattivo e chi sia buono noto lo spreco enorme di energie. La vita, più che conquistare il premio cuore d’oro o il bollino di cattivi soggetti è stare in equilibrio. Ognuno a suo modo, anche attraverso le etichette che ci diamo o evitiamo.
    Però concordo con Kiki. Tutti noi magari con l’andare del tempo possiamo tagliare dei rami “secchi” o renderci conto che delle amicizie o conoscenze e rapporti in genere si regolano e dipanano su dinamiche che ci lasciano più insoddisfatti che soddisfatti, ci comunicano più disarmonia che armonia ecc, per quanto se ce li siamo scelti, o tenuti, una ragione c’è (e ognuno sa la sua o le sue). Però effettivamente se una persona non mi piace la penso come Kiki, e con le persone che considero amiche ho certamente più affinità che non.
    E per quanto ci siano delle dinamiche che sono molto umane e su piccola scala possono comunque emergere, anche inconsciamente, o contingentemente, devo dire che non vivere i rapporti in modo competitivo è molto più piacevole e rilassante.
    Anche se io e le mie amiche non abbiamo la stessa taglia, la stessa altezza, gli stessi identici talenti, e neanche le stesse biografie. Questo rapporto che hai e avete lo descrivi in un modo che appare così faticoso da sembrare un secondo lavoro. Anzi, forse è meglio lavorare se il tempo libero e degli affetti è così

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