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Lettera pubblicata il 3 Novembre 2005. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore carlo madaro.
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Ho scritto il commento n° 17 e vorrei riproporlo alla lettura. Le ns. vicende sono molto delicate e soltanto parlandone tra di noi (attori principali) potremmo trovare una via d’uscita ed un incoraggiamento a proseguire le ns. battaglie. I punti essenziali ritengo siano i seguenti: non abbandonare il lavoro, non abbandonarsi al pensiero “tanto non riuscirò a farcela contro questi stronzi”, acquisire prove delle azioni mobbizzanti (molto spesso non si avranno testimoni), cercare i contatti con i centri ASL Antimobbing della propria zona(io ho avuto un notevole aiuto), avere a disposizione un avvocato che ne sappia parlare (in ultima analisi), avere una pazienza oltre il limite (è questa la parte più difficile…ma ne và della ns. vita e, quindi, ci si deve riuscire), aspettare …che gli “stronzi” siano in difficoltà per … rivendicare i propri diritti alla dignità della propria persona. Detto questo, in attesa di poterne parlare tra di noi, Vi consiglio di leggere un libro molto interessante e divertente nello stesso tempo (a me ha dato molta carica per continuare la mia battaglia): “il metodo antistronzi” di Robert I. Sutton. Saluti cordiali a tutti…Walter
Come stanno andando le vostre cause sul mobbing? Qualcuno di voi ha un datore di lavoro di Ente pubblico?. Mi interesserebbe saperlo per confrontare con le storture dei Giudici che mi sono capitati.Forse è un problema solo mio.
Per anni ci ho pensato e adesso mi sono resa conto che farei un favore agli avvoltoi che rendono la mia vita invivibile. Mi ha fatto demordere la convinzione che farei un grosso favore a chi sta cercando di nascondere la mia vicenda giudiziaria.Ma non vedo l’ora di non esserci più. Nel frattempo lavoro giorno e notte per riuscire a documentare il tormento persecutorio di una persona potente in termini di conoscenze tanto da influenzare l’esito delle sentenze dei di cui ho terminato di raccogliere, finalmente, la documentazione relativa alle vessazioni subite in dieci anni per imperizia anche dei Giudici mi trovo ancora all’inizio del processo . Ma forse la rabbia è tale da avermi salvato dalla voglia di non esserci più.Al momento.
scusate cari mobbizzati io dovrei fare una tesi su questo argomento e vorrei un amano da voi …. vorrei chiedervi se potreste scrivere le vostre storie in maniera più specifica…naturalmente se mi darete il permesso di pubblicarle sulla mia tesi sarà mantenuta la totale privacy se volete…… cvi ringrazio anticipatamente
“Mobber” è una strategia per celare la stupidità. Tutti scrivono la propria biografia, quindi anch’io.. “La vera storia del re nudo” racconto di direttori stupidi. La storia porta alla luce le nefandezze di vita quotidiana all’interno del posto di lavoro. Tutti indistintamente hanno avuto occasione di conoscere ma nessuno ha mei avuto il coraggio di esporli pubblicamente. Lo spettacolo è assicurato, è online qui: http://www.montemesolaonline.it/Laterizi.htm
Reintegrato nell’Arma dopo sette anni di assenza dal servizio: rindossa oggi la divisa
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quarta), ha pubblicato, in data odierna, il ricorso proposto dal vicebrigadiere Tramontano Onofrio, rappresentato e difeso dagli Avv.ti Liliana Farronato e Stefano Mosillo, contro le sentenza del TAR Lazio che nel 2007 lo collocava in congedo con effetto immediato con la motivazione di aver superato il periodo di 730 giorni di malattia non dipendente da causa di servizio. La vicenda che vede protagonista il suddetto sottufficiale, ebbe inizio nel 2003, quando, in seguito a un malore verificatosi durante il servizio, il vicebrigadiere Onofrio Tramontano rifiutò in un primo momento di essere sottoposto all’obbligatoria visita psichiatrica del CMO di Roma.
Per una corretta informazione, giova rammentare che il Tramontano era impegnato in una operazione sotto copertura per indagine di droga. Tuttavia, senza effettuare alcuna diagnosi, nel maggio del successivo anno, la CMO di Roma considerò Onofrio Tramontano temporaneamente inidoneo al servizio militare sino a quando non si fosse sottoposto ad accertamenti. Intanto, superato il limite massimo di 45 giorni di malattia, il vicebrigadiere venne collocato in aspettativa dall’amministrazione per motivi sanitari, con conseguente intervento del TAR. Nonostante la successiva sottoposizione a visita medica presso la CMO che certificava l’idoneità alla ripresa del servizio e a un’ulteriore attestazione medica rilasciata da una struttura pubblica, il TAR dichiarò improcedibile la domanda di annullamento richiesta dallo stesso interessato e rigettò la connessa domanda di risarcimento a motivo della mancata tempestiva impugnazione dei verbali e delle comunicazioni precedenti, considerati atti autonomamente lesivi. Dopo sette lunghi anni di attesa e speranza, la sentenza del Consiglio di Stato ha oggi accolto l’appello presentato dal vicebrigadiere avverso la sentenza TAR Lazio del 2006, stabilendone l’immediato reintegro nell’Arma dei Carabinieri. I due legali difensori hanno fatto valere i diritti del loro cliente insistendo infatti sull’ingiustizia subita nel considerare l’arco temporale intercorso tra il verbale di mancata sottoposizione a visita e la ripresa del servizio, quale assenza per malattia. Carabinieri d’Italia Magazine è stata l’unica testata giornalistica a seguire il caso e la prima a
dare la notizia alla stampa. In esclusiva nel prossimo numero del periodico Carabinieri d’Italia Magazine, sarà pubblicata l’intera intervista.
FONTE: Catia Rizzo da “Carabinieri d’Italia Magazine”