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Una storia un po’ complicata, una storia sbagliata

di Errebi

Voglio raccontarvi la mia storia, che penso possa essere considerata una classica storia d’amore da un certo punto di vista, ma con delle sfumature in più. Ho 20 anni e ho conosciuto E. due anni fa. Mio cognato gestisce una comunità per tossicodipendenti e così ho avuto modo di incontrarlo per la prima volta dopo un anno e mezzo che lui era lì. Per me è stato un colpo di fulmine, un ragazzo bellissimo, nei cui occhi ho visto del buono. All’inizio non potevamo vederci molto, poi gli hanno proposto di entrare a far parte degli scout e così abbiamo potuto conoscerci meglio. Pensavo non mi avrebbe mai calcolato. Invece ci siamo messi insieme. E’ stato qualcosa di molto forte, lui aveva il suo percorso da terminare, ma avevo fiducia in lui. Per i primi tempi ci siamo visti solo una volta a settimana, senza nemmeno sentirci per telefono. Durante l’estate ci siamo vissuti al massimo la nostra storia d’amore, lui vedeva le cose con la mia stessa profondità, qualcosa che difficilmente trovo negli altri. Era terribilmente attaccato a me ed io a lui, ci dicevamo che avremmo affrontato tutto insieme, che nulla ci faceva paura. Poi a ottobre è arrivata l’università e lui ha deciso di venire con me a Bologna e iniziare il suo corso di studi per diventare educatore sociale, con un anno di ritardo. Bologna doveva essere un sogno per noi, in cui finalmente potevamo viverci completamente. Io avevo problemi a dirlo ai miei genitori, perchè pensavo non potessero capirmi e quindi mi nascondevo.Da ottobre è iniziato l’inferno.Ha continuato a tornare in comunità per un po’, poi a dicembre gli hanno detto che non potevano fare più nulla per lui,perchè lui stesso non voleva migliorare. Ha iniziato a sentirsi in competizione con me per qualsiasi cosa, dai rapporti di amicizia che io faticavo a costruire (avevo bisogno di qualcuno che mi stesse vicino e le mie amiche erano tutte lontane) e lui non aveva mai avuto con nessuno, a come gestire la casa, all’indipendenza, allo studio. Il fine settimana restavo sola in casa, le mie coinquiline se ne andavano sempre, e chiedevo a lui di stare con me per non restare sola. In quei momenti veniva fuori tutta la sua rabbia, se la prendeva per qualsiasi cosa, mi minacciava di andarsene e lasciarmi. E io cadevo nello sconforto più totale. Magari sbatteva la porta e dopo cinque minuti tornava indietro. Io l’ho riaccolto sempre. Lo amavo e avevo bisogno di lui. Una volta sono fuggita a Firenze dalle mie amiche dopo una delle sue scenate e me lo sono ritrovato alla stazione dopo nemmeno un’ora. Durante la settimana un angelo, un diavolo il fine settimana. A febbraio mi chiede una pausa e io entro in crisi totale. Ritorno a casa mia per due settimane in cui mi chiama ogni giorno. Un giorno lo costringo a parlare. E lui mi dice che non è sicuro più di nulla. Lo costringo a dirmi che non mi ama più e ci lasciamo. Inutile dire che avevo il terrore di tornare a Bologna. Una volta su, dopo nemmeno 4 giorni che ci eravamo detti addio, me lo ritrovo sotto casa che mi vuole parlare. Mi dice che mi ama, che è distrutto, che ha fatto un grande errore. Io gli sbatto in faccia tutto quello che mi ha fatto passare e lui mi supplica di perdonarlo. Gli chiedo del tempo, ma non riesco ad essere abbastanza forte. Gli credo, cerco di perdonarlo e torniamo insieme. Cerco di non dipendere più da lui per nulla, mi creo il mio giro di amici, do i miei esami, mi costruisco una vita a Bologna. Comincio a guardarlo con altri occhi, a notare tutti i suoi difetti caratteriali, ad avere paura di lui e delle sue reazioni. Parliamo di tutto, lui tenta di tranquillizzarmi, ma qualcosa gli rimane dentro. I miei genitori mi stanno accanto, come non pensavo potessero fare. Fino a che un giorno vado a casa della sua famiglia. A casa della madre, separatasi dal padre quando lui aveva 3 anni, con il compagno e i suoi tre fratelli, si parla solo di soldi. In modo sottile, ma continuo. E. nelle due settimane che rimane lì inizia a comprarsi compulsivamente qualsiasi cosa e mi riempie di regali. Fuma 30 sigarette al giorno per calmare l’ansia. Da quando ci siamo rimessi insieme mi nasconde la lista dei suoi amici da facebook, evita di farmi uscire con i suoi amici. Vengo presa da una folle angoscia. Torniamo a Bologna e abbiamo una lite furibonda. Lui mi urla “ma lo vedi da che mondo vengo? io sono materialista! come posso non esserlo? i soldi non mi fanno felice,non sono come i miei, ma mi piace avere cose sempre nuove”. Mi dice che non sa se io sono quello che lui vuole, che di lui non mi va più bene nulla, che non sono più in grado di divertirmi, che sono capace solo di farmi paranoie. Mi dice che sono troppo seria e che invece lui è folle e impulsivo. “Stavolta non sono io che ti ho trattato male”, ribadisce. Non ci lasciamo subito, ma il giorno dopo lo chiamo e gli dico “io non ci riesco, io non ti voglio così”. Mi chiede di restare amici e io rifiuto. Mi dice che è giusto così e che anche lui ci sta male, ma a differenza sua io ho tanti amici su cui contare, mentre lui nessuno. Dopo nemmeno un mese, è già insieme ad un’altra, una ragazza del suo paese apprezzata dai genitori tanto quanto me. Lui si è rifatto una vita e io sto a pezzi. Lui ostenta sicurezza e benessere a Bologna, io no. Io ho paura di incontrarlo per strada, paura che mi ritornino in mente le cose belle, paura che gli altri mi vedano come quella che ha fallito, paura che non riuscirò più ad innamorarmi come quando l’ho incontrato la prima volta. Avevo sognato molto con lui e su di lui, credevo di averlo trovato, invece si è infranto tutto.

Lettera pubblicata il 4 Luglio 2012. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni

La lettera ha ricevuto finora 3 commenti

  1. 1
    Musique -

    Cara Errebi, la tua storia non è molto distante dalla mia..a quanto ho letto. (“Lasciarsi dopo 5 anni: ora solo un’ossessione”)
    Anche il mio (ormai ex) ogni tot tempo entrava in crisi, pieno di dubbi…diceva di non sapere quello che voleva, che ci eravamo conosciuti troppo presto, che non sapeva se quella era la vita che voleva. Mi lasciava, o mi chiedeva una pausa…e dopo poco tornava con la coda fra le gambe. Anche io, come te, l’ho ripreso con me (e più volte se vogliamo essere sinceri)..anche se a differenza tua alla fine non ho avuto il tuo stesso coraggio di dirgli “Non ce la faccio..”. Ci siamo lasciati (per lui di comune accordo…. per me, no..non volevo farlgi vedere che ci stavo male e diciamo che ho “accettato” la cosa nel momento della separazione).
    Ora è passato un mese e ho più di un sospetto che abbia un’altra, e sto da cani..esattamente come te.
    Però ti chiedo una cosa. Se anche questa LEI non ci fosse, e addirittura lui tornasse indietro.. te saresti disposta a riprendertelo ancora una volta? È una delle mie più grandi paure..paura di ricaderci, ma è una cosa su cui secondo me dovresti riflettere ogni giorno. Sai bene come me che le crisi che ha avuto si ripeterebbero… è facile dire “stavolta è diverso…sono cambiato”. Troppe volte me lo sono sentita dire..

    A parer mio questi sono ragazzi instabili. Che fuori espongono quest’aria da duri (guarda come ti trattava i weekend) e che poi piangono come cagnolini quando si accorgono che l’ “appoggio” che avevano…gli è venuto a mancare. Perchè questo siamo state per loro…un “appoggio”. Tant’è che mi pare non ci abbiano messo molto a consolarsi..
    Sono ragazzi insicuri, che hanno paura di stare soli, questa è la verità. Persone che non amano se stesse abbastanza, tanto da andare a ricercare attenzione negli altri.
    Ma noi vogliamo degli uomini così? Non pensi di meritare di meglio? Un uomo che possa prenderti cura di te, convinto veramente di ciò che prova, un uomo MATURO? Io credo di sì..

  2. 2
    Errebi -

    Grazie per la tua risposta Musique, anche se non augurerei questo a nessuno, è bello non sentirsi soli. Ti rispondo subito a quello che mi hai chiesto: quando ci siamo rimessi insieme, gli ho chiesto di non tornare se ci fossimo lasciati di nuovo. E credo che non lo farà, perchè ha già tappato il buco che ha dentro con un’altra. Parlavo ieri sera con una mia amica e lei mi diceva che in realtà mi sento così, a suo parere, perchè lui ha fatto un bel pacco con tutte le colpe, tutte le cose brutte, tutte le offese e me lo ha scaricato in testa, lavandosene le mani. Per questo ora lui è tranquillo (e felice?) e io ora no. E’ come se mettendosi insieme a quest’altra ragazza e spiattellandolo su fb con un’indelicatezza formidabile avesse voluto rimarcare che io ero quella inadatta e non lui. E’ questo che mi fa rabbia: che lui possa essere felice, che lui possa amare di nuovo, mentre io debba soffrire. Io mi auguro che questa ragazza si renda presto conto di quello che lui è. Abbinamenti diversi rendono le persone migliori forse, ma se uno è marcio dentro nessun cambiamento verrà. Io mi rammarico solo del fatto che lui non mi abbia fatto vedere subito quello che è realmente, forse perchè nemmeno lui lo sa, perchè se solo lo avessi saputo, non lo avrei guardato nemmeno in faccia. Non credo che tornerà mai più, la cosa che odia di più è sentirsi dire la verità e io senza dire la verità non so vivere.

  3. 3
    animafragile83 -

    Mammamia e’ la mia storia e credo che anche il.mio abbia un’altra sto male forse perche so che stavolta nn torna davvero

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