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Ancora una storia come tante

di paola.p
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 22 Giugno 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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La lettera ha ricevuto finora 26 commenti

Pagine: 1 2 3

  1. 11
    GUIDO -

    ciao paola

    Come è andata il giorno del tuo compleanno? Spero che tu abbia avuto la forza di non rispondere…
    ciao ti abbraccio

  2. 12
    paola.p -

    Ciao Guido,
    mi ha scritto, solo una riga (ma proprio una!) dove mi fa gli auguri e mi abbraccia forte. Non ho fatto che piangere tutto il giorno e oggi non va meglio. Non ho risposto, sono a pezzi. Forse ha contribuito anche un incontro casuale con il fratello. Scambiamo due parole e capisco che non ha detto nulla alla sua famiglia di come si è comportato nei miei confronti (non mi stupisce, se i parenti sapessero cosa ha detto e fatto non reagirebbero molto bene). Decido di non dire nulla, ci sono stati errori da parte di entrambi e non sono arrabbiata. Ed è la verità, non riesco a provare rabbia. Forse perché lo amo ancora. Il fratello comunque inizia: ci manchi, ti stimiamo tantissimo, non pensavamo potesse succedere, sei stata brava a mantenere il controllo altre avrebbero fatto le isteriche, è stato vigliacco, non approviamo il suo comportamento, ha 42 anni e dovrebbe avere la testa sulle spalle ma… devi capire che la ex lo ha segnato.
    Benissimo, adesso sono segnata anch’io.

  3. 13
    GUIDO -

    Sei stata brava a non rispondere. E’ venuta voglia anche a me mille volte durante il no contact. Vedrai che è solo uno stupido messaggio per tenerti agganciata. Non lo sentirai per un bel po’ e ti renderai conto che sono solo sprazzi di ipocrisia per tenerti ancora agganciata a lui ma senza avere un reale interesse..

    ti abbraccio forte

  4. 14
    prof -

    Cara Paola, scusa se riesumo la tua lettera a distanza di giorni, ma sono capitato oggi su questo sito per la prima volta e ho letto la tua storia che… è incredibilmente identica alla mia, sia nei modi che nei tempi! Sette anni, i miei, di relazione profonda con una ragazza, i progetti e i sogni in comune e poi, più o meno da gennaio, facebook e il lavoro, la perenne scusa della stanchezza, la fiducia, da parte mia, che fosse solo lo stress degli impegni e l’attesa di queste vacanze (mancavano 4 giorni) come momento di relax per ristabilire il rapporto.. e adesso eccomi, in un soffio mi è crollato tutto addosso, lei ha chiuso tutto come se fosse nulla, come spegnere una candela.
    Per questo vorrei chiederti, a distanza di poco tempo e non di mesi, come stai e come vivi la quotidianità, perchè immagino che tra molto tempo supererò tutto questo ma quello che non so è come affrontare l’immediato futuro.
    Grazie e un abbraccio

  5. 15
    paola.p -

    Caro Prof,
    voglio iniziare dicendoti che ti sono vicino. All’inizio tutto è difficilissimo, anche il solo respirare. Ti racconto come ho gestito i primi giorni. Sono stata lasciata un sabato sera e in quel momento per me il mondo non esisteva più, non esistevo più io. Ho chiamato due amiche, sono venute da me e ho raccontato loro tutto, ho ascoltato le loro parole ma cadevano nel vuoto. Avevo le forze solo per piangere, non esisteva consolazione, tuttavia mi rendevo conto che non potevo lasciarmi andare. Così il lunedì successivo dopo notti insonni ed essermi sciolta in lacrime sono andata al lavoro. Non volevo e non potevo restare a casa, a pensare, a cercare risposte in attesa che il telefono squillasse. Non ho preso neanche un giorno di ferie, ovviamente non ho reso al 100% ma mi ha aiutato tantissimo. Fin da subito ho capito che tornare a casa era una sofferenza senza fine, troppo tempo per pensare e la notte non andava certo meglio. Lo sognavo anche più volte nell’arco di una sola notte. Da lì la decisione di cercare nuovi stimoli… Mi sono iscritta in palestra (io che odio le palestre!) con l’intenzione di distrarmi e conoscere altre persone. È incredibile come l’esercizio fisico ti aiuti a non pensare e in alcuni momenti ti permetta di chiarire certi aspetti della tua relazione. Esco a fare passeggiate anche da sola (i miei amici sono tutti sposati e con figli piccoli quindi hanno poco tempo). Non è facile, mi sono costringo ogni giorno a fare tutto questo, mi sono costretta anche a non trascurare la mia persona. Ovviamente capita che un gesto, una parola, o solo una canzone mi riportino alla mente ricordi facendomi cadere nello sconforto, nella malinconia. Quando succede prendo il telefono e chiamo le mie amiche. Ognuno di noi affronta e cerca di superare il dolore in modi diversi. Dobbiamo metabolizzare ciò che ci è successo, saper accettare il dolore e superarlo. Nel mio piccolo posso consigliarti di andare al lavoro, metti in una scatola tutto ciò che ti ricorda la tua lei e nascondila nel tuo ripostiglio, scegli un amico (meglio se più di uno così si danno il cambio!) per parlare. Parlagli di tutto ciò che ti passa per la testa, dubbi, ansie, paure ti sarà vicino e ti aiuterà a superare questo momento. Chiamalo anche solo per un saluto quando malinconia e sconforto ti verranno a trovare, sapere che lui è lì ti aiuterà come non mai. Esci anche da solo, iscriviti in palestra o vai in un parco a correre. Ma soprattutto segui la regola d’oro… no contact. Sarà dura ma è l’unico modo per “disintossicarsi”. Sembra impossibile ma ogni giorno andrà sempre meglio. Io non sto ancora bene, il mio pensiero è sempre rivolto a lui ma riesco a vivere quasi decentemente. La tortura scatta nel fine settimana ma alla fine si sopravvive. Scusa se mi sono dilungata tanto, spero di esserti stata utile. Se in futuro avrai bisogno di sfogarti ci sarò.
    Un abbraccio forte

  6. 16
    prof -

    Cara Paola, non sai quanto ti ringrazio per la tua risposta! Le tue parole riescono a darmi conforto più di tutte le altre, forse perchè sento la tua vicenda assai simile alla mia.
    Seguirò il tuo consiglio e mi iscriverò in palestra (per inciso, anche io odio le palestre!), e credo che andrò a fare una gita all’estero perchè l’azienda non vorrà certo pagarmi le ore lavorative.
    Sono solo al terzo giorno dalla sua dipartita, non avrei mai pensato che potessi stare tanto male per la fine di un amore. Vorrei un motivo per odiarla, per convincermi che è tutto finito, eppure devo confessarti che, nonostante tutto, in fondo in fondo spero ancora che mi chiami e che mi dica che era confusa, che ha avuto un momento di crisi e che vuole riprovarci. So che sbaglio, eppure non riesco a liberarmi di questo sentimento. Forse perchè non mi capacito di come lei abbia potuto chiudere una storia bella come la nostra e chiudersi in se stessa così, senza nemmeno provare a parlare, a capire i problemi, adducendo sempre scuse.
    Perdonami se ti assillo con i miei problemi e grazie ancora per la risposta.
    Un abbraccio

  7. 17
    paola.p -

    Caro Prof,
    è difficile, ti capisco. Anch’io in certi momenti della giornata sogno di ricevere una sua telefonata dove mi chiede un incontro e mi confessa che ha capito di amarmi ancora. Credo sia perfettamente normale, abbiamo amato con tutto il cuore e abbiamo dato una parte di noi stessi alla persona che ci stava accanto. Per quanto mi riguarda so che non accadrà mai ma se dovesse succedere non so se accetterei di riprendere la relazione. Dovrei pensarci molto bene. Non fraintendermi, io lo amo ancora immensamente tuttavia non posso permettergli di farmi ancora del male. La persona che torna da me è la stessa che ha visto ciò che sono e guardandomi negli occhi ha avuto il coraggio di lasciarmi per andare a cercare fortuna altrove. È la stessa persona che ha deciso nonostante la nostra fosse una storia importante di lasciare che tutto andasse a rotoli senza cercare di salvare il nostro rapporto (non gli passava neanche per l’anticamera del cervello visto che non voleva salvare nulla!). È la stessa persona che per mesi ha mentito facendomi vivere in una bugia e quindi ha tradito la mia fiducia. Potrei fidarmi ancora di Lui? Inoltre avrei anche il dubbio che il suo ritorno sia dovuto al fatto che si senta solo. Nonostante tutto, come te non riesco ad odialo e non riesco neanche ad essere arrabbiata. Tutti (compresi i suoi parenti) mi dicono che devo essere arrabbiata perché il suo comportamento è stato inaccettabile. Eppure non ci riesco, forse perché lo conoscevo bene, avevo deciso di accettare ogni particolare, anche negativo, del suo carattere.
    Anch’io fino a qualche giorno fa stavo progettando di andare all’estero (volevo dimostrare a me stessa e a Lui che riesco a mandare avanti la mia vita anche in sua assenza) ma non credo di essere pronta. Per motivi personali mi sono dovuta spostare dalla mia città. Ora sono a Milano, in un albergo tristissimo, in una camera buia con un lettino da bimba di 5 anni. Non faccio che piangere e pensare a tutti i nostri viaggi. In aereo accanto a me si è seduta anche una famigliola felice! Pugnalate su pugnalate. Per quello che sto vivendo oggi ti consiglio di non viaggiare solo ma con un amico! Come vorrei avere qualcuno qui con me!
    Un abbraccio

    P.S. Non mi assilli… Non sai quanto mi abbia aiutato oggi leggere il tuo post.

  8. 18
    prof -

    Cara Paola, non dire a me quanto facciano sentire soli Milano e gli alberghi, visto che per coincidenza proprio quelli sono la mia vita e il mio lavoro! Non sai quanto ti sono vicino, seppure virtualmente!
    Purtroppo i miei amici sono impegnati o lontani o entrambe le cose (hai presente i giovani che fuggono dall’Italia perchè questa non offre opportunità?) e quelli che frequentavo qui erano più che altro amici/che di lei.. Ora vorrei cercare di abituarmi a fare da solo tutte quelle cose che prima facevamo in due, come il cinema, i concerti, l’arredo della casa e anche i viaggi, perchè l’idea di dover attendere che qualcuno sia disponibile per me mi fa aumentare quel senso di angoscia che già provo. Effettivamente andando in giro si riceve un gran numero di pugnalate, dalla visione di coppie felici che immaginano il futuro a quelle già con un bambino (noi ne parlavamo spesso prima del suo allontanamento), però ho molta paura di chiudermi nella routine deprimente lavoro-casa-commissioni…
    Tornando al rapporto naufragato, vorrei farti una domanda: hai mai pensato che lui avesse un problema, un disagio interiore? Che facebook fosse diventato un comodo rifugio mentale e avesse, pertanto, sviluppato anche una vera e propria dipendenza? Questo è ciò che io credo di lei, la conoscevo troppo bene e non avrei mai potuto ritenere che potesse fare quello che ha fatto, anche se l’amore fosse venuto meno.. Insomma, non voglio giustificarli perchè comunque ci hanno preso in giro, illuso e fatto soffrire per molto tempo, ma ho come l’impressione di aver avuto a che fare con due persone troppo diverse per poter credere a un normale cambiamento.
    Sentiti liberissima di non rispondere a quest’ultima parte perchè so bene quanto sia dolorosa, è che io ho il brutto vizio di voler capire a fondo le cose, anche quelle più brutte, anche quelle in cui probabilmente non c’è nulla da capire e bisogna solo rassegnarsi..
    Un abbraccio forte

    PS: se ti senti sola e hai bisogno di parlare, magari anche di altro (io ne ho tanto bisogno!), ti lascio il mio indirizzo email. Dimmi tu se vuoi, altrimenti possiamo continuare qui, non vorrei sembrare invadente

  9. 19
    paola.p -

    Caro Prof,
    anche io mi destreggio tra cinema, passeggiate, palestra e altro in completa solitudine. I miei amici sono sposati con figli o lavorano in altre città. Fino a questo momento mi sembrava tutto sopportabile ma il viaggio… Non sono pronta ad affrontarlo da sola. So cosa vuoi dire quando dici di voler capire a fondo le cose. Io ho analizzato tutti e quattro gli anni! Secondo me è un passo che inevitabilmente facciamo per capire gli errori che sono stati fatti da una parte e dall’altra e finalmente guarire. La mia vita è costellata di domande che non troveranno mai risposta. O meglio, non posso avere una risposta da lui ma dentro di me tutto è chiaro. Conosco benissimo la persona che stava con me quindi non ho difficoltà a capire i motivi dei suoi gesti. Veniamo a facebook, argomento a me molto caro… Non so esattamente quanto la tua lei fosse “ossessionata” da questo social network ma quando dici che può nascondere un disagio interiore hai perfettamente ragione. Nel caso del mio lui era una droga, e disgraziatamente si era sostituito ai rapporti umani. Questo non può che essere il segnale di un disagio (ma era accompagnato anche da altri segnali!). Se puoi vedere i tuoi amici o sentirli al telefono perché comunicare con loro attraverso facebook? Al limite facebook si aggiunge alle telefonate e alle uscite ma non può sostituirle! Posso capire l’utilità se due persone vivono in due continenti diversi, una chiamata ogni tanto si può fare e facebook può essere un ulteriore aiuto per tenersi in contatto. È come se ci fosse stata la paura di confrontarsi “dal vivo” e come dici tu abbiano preferito cercare un rifugio. O forse volevano un rifugio dalla loro vita? Devo pensarci…
    Per me non ci sono problemi, possiamo sentirci anche per email.
    Un abbraccio

  10. 20
    prof -

    Cara Paola, allora se vuoi puoi scrivermi a giodt[chiocciola]katamail.com
    Intanto parto con un lungo sfogo perchè ne ho proprio bisogno. Ti dico solo che la mia lei, anzi la mia ormai ex (dio, che fatica scriverlo!) era tanto ossessionata da facebook che passava lì ogni momento libero a casa: durante i pasti si alzava più volte per andare al computer o mangiava con il cellulare accanto, non finiva di vedere un film o un programma in tv perchè doveva connettersi, trascurava tutto e si sentiva male se il giorno dopo un’uscita o altro non aveva ancora pubblicato le relative foto sul suo profilo.. All’inizio era nato come mezzo per tenere i contatti con amici lontani, io avevo anche la sua password, entravo nel suo account per fare qualche giochino stupido online e non avevo il minimo bisogno di spiare il suo profilo. Poi le cose sono peggiorate, cambiò password e cominciò a chiudersi in camera con il computer; io ero preoccupato ma comunque avevo ancora piena fiducia in lei, credevo davvero che fosse in un periodo di stress e che avesse bisogno, come tutti, dei propri spazi privati anche all’interno della coppia. Ho provato spesso a parlargliene ma lei si irritava e ribatteva che era un modo per rilassarsi perchè era molto stanca per il lavoro (che era anche vero, vista la sua professione), e io finivo per passare immancabilmente come quello opprimente. Mi sento sciocco e impotente per non aver intuito la situazione in tempo, perchè oltretutto lei comunicava molto con le amicizie anche via telefono o vedendole di persona, non ci sarebbe stato davvero il bisogno di tutto questo tempo sul social network.
    Tornando al presente, adesso mi ha mandato un messaggio per sapere se ci sono e come sta il nostro gattino; ieri sera uno con il numero di uno psicologo.. Finora non ho risposto (regola del no contact!) e non capisco cosa voglia: io sto tanto male, è vero, ma in fondo è normale avendo perso, dopo sette anni, la persona che amo; posso comunque affermare di non aver mai avuto comportamenti strani al limite del patologico, di non essere fuggito davanti ai problemi, di non essermi chiuso in una realtà fittizia e di non averle mai mentito (tutte cose che lei ha fatto). Non comprendo: vuol far passare me per quello con dei problemi?
    Grazie ancora per sopportare i miei sfoghi e sentiti libera di fare lo stesso, ho veramente tanto piacere a parlare con una persona in una condizione così simile alla mia.
    Un abbraccio

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