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Lettera pubblicata il 8 Gennaio 2009. L'autore, darklion, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ciao, ma hai considerato l’ eventualita’ che lei tornasse come potrebbe essere la tua storia? fatta solo di tradimenti e bugie… sii contento che sia finita, credimi, magari oggi non sei ludico per comprenderlo, ma troverai una ragazza con la quale potrai avere un rapporto maturo, e ricorderai questo come una grande esperienza che ti ha maturato.. devi sempre puntare in alto, vedo che sei consapevole del fatto che lei non sia un’ ideale di donna!
non pensaare di doverti scusare con lei, ormai fa parte del passato, in fondo le tue scuse sarebero solo un uteriore tentitivo di avere un contatto con lei. l’ amore non puo’ essere fatto di tutto quello che hai raccontato tu. io al posto tuo mi sentirei finalmente livero da questa tortura. un ulteriore consiglio che ti voglio dare è quello di non rendere questa sorta di ossessione una vera e propria malattia, ti stai convingendo un po’ troppo.. non devi fare la parte del dedole ma prendere la tua vita nelle manii,,, ma ke exotan e psicologii.. occupa le tue giornate e reagisci, ci saranno un giorno cose piu’ grandi che dovrai affrontare! mi raccomandoooo!
Ne ho letti tanti, ma tu …. Fai il figo quando lei è una ragazzina, e poi te ne innamori sul serio? Ora il tuo fine in realtà lo capisco: è vero che due persone con le loro esperienze alle spalle, mature, navigate, se si mettono insieme sanno insieme sul serio. Ma ci vuole la materia di base giusta, e tu non ce l’avevi. E’ la persona che fa il contesto, non è il contesto che fa la persona. E’ la persona che in un certo contesto è giusta o è sbagliata. Tu hai fato come “una poltrona per due” ma ti è andata male. La tua “ragazza” è cresciuta, solo che adesso sta con un altro. L’hai fatta uscire dal guscio e non devi aspettarti riconoscenza per questo. Perché è cresciuta ma non ti ringrazierà per questo, non può farlo. L crescita è dolorosa, sempre. Forse un giorno quando avrà metabolizzato il tutto potrebbe tornare con te. Ma la vedo dura, molto dura..
by psYco
Concordo con Gatto, e penso che uscire – ma davvero – dalle dinamiche di questo tipo sia già una cosa grossa che devi affrontare. Eccome.
Mi sono già espressa a tale proposito, dunque non insisto.
Penso ovviamente che ciascuno può pensarla come vuole, ma personalmente quando sento che una persona che ha avuto problemi di dinamiche violente si è reso conto di avere questi problemi e intende affrontarli SERIAMENTE da uno psicologo io mi sento sollevata all’idea che ci sarà un po’ di meno violenza al mondo.
Perché è il minimizzare questo genere di problemi e di dinamiche che fa male non solo a chi potrebbe subirle, in futuro, ma anche a chi le agisce.
Più che le colpevolizzazioni e i sensi di colpa, che non risolvono, serve una reale e lucida consapevolezza, che si conquista anche attraverso un serio lavoro su se stessi.
D, non ti sto giudicando, sinceramente apprezzo che tu ti sia reso conto di avere un problema e che pensi di andare a fondo, per, come dice Gatto, fare un regalo a te e a chi interagisce con te.
E mi vengono i brividi quando, di fronte ad un passo così importante come la presa di coscienza di avere bisogno di aiuto, per risolvere davvero il problema (ed essere una persona alla guida della propria vita in modo sano), qualcuno minimizza.
Per problematiche come queste è difficile fare prevenzione, ma grazie al cielo esistono delle cure.
spero che tu voglia intraprendere questo viaggio dentro di te, per regalare a te e a chi avrai accanto un futuro sereno e migliore.
Daklion, ma cosa ti è saltato in testa di mettere quelle assurde regole al vostro rapporto?
Certo che le croci si fanno con due pali ma è anche certo che quello più grande ce lo hai messo tu.
Inoltre non la descrivi con molta stima, non credo che tu la ami ma solo che vuoi metterti la coscienza in pace perchè ti sembra magari di averla “traviata”.
Non preoccuparti, dalle tue stesse parole deduco che ci abbia messo del suo.
Se poi questo non basta e continui a sentire l’esigenza di esprimerle qualcosa valuta: sta già con un altro?
Se la risposta è si lascia perdere.
Grazie a tutti per i nuovi commenti.
In effetti, questa cosa sta diventando un’ossessione, una malattia. Provo a occupare le mie giornate, ma il pensiero è fisso lì continuamente e continuo a starci veramente molto male.
Sono andato da uno psicologo, ma non è stato di grande aiuto: sostiene che non ho problemi nella personalità e che, anzi, evidentemente a lei piaceva il ruolo di vittima. Mah, mi ha lasciato molto perplesso e non mi ha detto niente di particolarmente significativo. E sì che pare sia uno molto bravo…
Ho valutato anche l’ipotesi di tornare insieme e una parte di me comprende benissimo che potrebbe essere un disastro peggio di prima, proprio perchè mancano basi solide e il male fatto è stato tanto.
Un’altra parte, però, è consapevole del fatto che tutta questa mia sofferenza è servita a farmi capire tante cose. Non dico che in così poco tempo una persona cambia radicalmente, ma di sicuro, memore di questo dolore, difficilmente ricadrebbe negli stessi errori. Parlo per me, ovviamente, e non ho idea di quale sia la situazione dall’altra parte.
Scriverle… l’ho fatto, nonostante sia con un altro.
Penso di aver scritto una bella lettera, nella quale non chiedo nulla, ma analizzo semplicemente tutto quanto successo e chiedo scusa per i miei sbagli, senza giudicare lei.
Forse vorrei solo un chiarimento sereno, forse, come dite, si tratta di pulirsi la coscienza, o forse mi sono reso conto di aver perso qualcosa a cui tenevo davvero.
Credo che niente accada per caso e tutto questo, di sicuro, mi sta insegnando tantissimo.
Poi, quel che sarà, sarà.
Ulterori considerazioni per quanto hai scritto:
1)Su quanto ti ha detto lo psicologo ed il fatto che tu non ti ci trovi d’accordo, sappi che il miglior psicologo che potrai mai torvare sei solo tu e non me ne vogliano coloro che lo fanno di mestiere.
2)Sul fatto che tu vorresti chiarire/scusarti la verità è che ancora, a livello di subconscio, la ami e cerchi di riuscire ad influenzare per farla tornare da te. E’ inutile negarlo.
A questo punto devi deciderti ad essere coerente, se dici di sapere che è finita metti la parola fine, non c’è nulla da chiarire, da rivedere, da discutere. E’ finita e basta.
Ovviamente, tra il dire e fare c’è il mare, ma se non “lavori” su te stesso nell’ottica di tendere a separare la tua vita da lei (o il suo ossessionante ricordo), non te ne esci.
Le cose si vedono con maggiore critica ed oggettività sempre dopo, quando è passata la tempesta, un giorno capirai meglio le mie parole e visti i risultati/considerazioni che raggiungerai ti renderai conto che se li avessi fatti tuoi prima avresti offerto meno.
A te la scelta.
Ciao
Non giudicherò nè te nè lei. Farò un’altra cosa. Esaminerò imparzialmente la faccenda. La storia che hai iniziato quattro anni fa con questa ragazza, è una storia che a priori si basava su concezioni malate, poco sane, totalmente incoerenti e prive di logica. Da una base del genere, non può che progredire una storia fatta di ipocrisia, tradimenti, litigi, insensatezze, perversioni mentali, e quant’altro. Ora tu stai male, e sicuramente anche lei. Ma la colpa è vostra. Vostra, per come avete all’inizio impostato la relazione. Lasciati dire che avete due caratteri molto bizzarri, dove sicuramente l’egoismo regna sovrano, da parte di ambedue. Quando c’è molto egoismo e incoerenza, non può che esserci una storia sentimentale malata. Il consiglio che io ti dò è di dimenticarti di lei totalmente. La storia deve finire, punto e basta. Orai hai 30 anni, è “dovresti” essere maturo abbastanza da capire come ci si comporta. Cerca di imparare da questi errori, fanne tesoro, e comportati normalmente quando inizierai la tua prossima relazione con una futura ragazza.
mi aggiungo alle considerazioni degli altri, in particolare a quelle di luna.
io credo, darklion, che tu adesso non debba aspettarti nulla da lei nemmeno se le hai scritto una lettera importante, in cui ti scusi ed analizzi l’accaduto.
neanche a te, in fondo, importava in passato analizzare il vostro rapporto, per cui puoi capirla se ora non sente l’esigenza di operare in questo senso.
tu hai 30 anni, lei 26. Se x te è arrivato solo ora il giorno in cui ti sei sentito pronto e quasi costretto a farlo,probabilmente lei non sente ancora questa necessità ed è mentalmente nella tua stessa situazione di qualche tempo fa.
da quel che racconti sembra proprio che tu sia riuscito a trasformare lei in te, forse a causa del tuo esempio poco ammirevole di “mal amore”.
se lei ora è te, credo che nessuno meglio di te possa sapere cosa può aver provato leggendo la lettera. cosa avresti provato tu se questa stessa lettera te l’avesse scritta lei anni fa quando si disperava per te che andavi con le altre? stizza, credo. in effetti è la stizza il sentimento di cui parli quando scrivi:
“Mi permettevo spesso di trattarla male, anche di fronte ad altre persone, perchè aveva atteggiamenti che poco mi piacevano e perchè, in un certo senso, volevo una reazione da parte sua. Volevo che tirasse fuori le unghie, probabilmente, ma in un modo “sano”.
Così come il suo continuo “esserci”, “cercarti”, “amarti comunque e ad ogni costo” quasi t’infastidiva, secondo me anche lei ora è infastidita da quest’improvviso ammorbidimento che porta te, quello che un tempo era forte nel rapporto ad implorarla, proprio lei che ha preso mille calci ed è stata spesso calpestata.
Non ti dimenticare che se ti ha tanto amato mentre ti comportavi male con lei, probabilmente, come ti ha detto anche lo psicologo da cui sei andato, è perché in questo vostro rapporto morboso c’era qualcosa che piaceva anche a lei, così però com’è vero che,se ti piace il ruolo di carnefice,di vittime è pieno il mondo e tornerai ad applicare questo schema se non scopri le cause che ti spingono a desiderare questo ruolo.
nel momento in cui avete ribaltato le regole e tu hai smesso di recitare la parte del lupo cattivo per desiderare la storia normale a lei non sei piaciuto più. in fondo non eri più tu, così come a te non stava più bene lei nei panni di traditrice.
i ruoli di vittima e carnefice si erano invertiti e nessuno dei due era più nel suo ruolo abituale.
tu volevi che lei continuasse ad essere vittima e lei ha avuto voglia di diventare carnefice.
c’era da aspettarselo.
era una storia destinata a finire ed in ogni caso in malo modo, per cui io fossi in te ringrazierei di essermi liberato di un rapporto tanto malato e farei di tutto per non bissare certi schemi nei tuoi rapporti futuri.
putroppo certi errori, seppur minimizzati ed in altre forme, tornano ad essere ripetuti perché evidentemente dentro di noi queste pulsioni ci appagano.
io tenterei un altro psicologo…
Ciao, grazie ancora per i commenti, tutti molto utili e intelligenti.
Molti mi hanno giustamente bastonato, ma mi fa piacere vedere che alcuni di voi hanno capito il mio disagio reale: non sono una persona cattiva, assolutamente, e tutto ciò che è accaduto mi ha sconvolto alla radice.
@Gaetano: mi dici di decidere… in questi 4 mesi il mio impulso era fare di tutto per riconquistarla, ma mi sono fermato, perchè volevo capire se era solo orgoglio e possesso, come credevo. A distanza di questo tempo, però, vedo che il dolore non si placa, e dunque ho deciso di scrivere la lettera che le ho inviato. Nonostante i fatti parlino chiaro, credo che solo una sua eventuale risposta o non risposta possa dirmi se è realmente finita (come, purtroppo, credo).
@Alone1982: è vero, abbiamo sicuramente due caratteri molto strani, ma onestamente dubito che lei stia male. Anzi, da quel poco che ho capito, credo stia bene e si stia, giustamente, rifacendo una vita. So che la storia doveva finire, me lo dite tutti e me lo dicono tutti quelli che mi conoscono, ma è molto difficile da accettare.
@B80: concordo in buona parte sul tuo punto di vista. In effetti, non appena io ho cominciato il fare il bravo, lei è fuggita. Forse è proprio vero che le piaceva il ruolo di vittima. Nella mia lettera, comunque, io non mi prostro e non supplico: analizzo razionalmente quanto accaduto, chiedo scusa per i miei errori ed esprimo, senza essere patetico, i miei sentimenti. Non mi sono trasformato in agnellino, ma, credo, in persona “umana”, tutto qui. Comunque volevo anche precisare che se lei mi avesse scritto una lettera del genere, non avrei provato stizza: su quella parte ti sbagli. Forse non avrebbe cambiato il mio atteggiamento, ma di sicuro mi avrebbe fatto piacere.
Comunque, dubito fortemente che riceverò una risposta da lei. Le cose hanno preso una piega, pare, definitiva, ma a volte è anche bello sognare un po’ e credere che, a volte, possa accadere una di quelle cose che si vedono nei film.
Non credo che una lettera, per quanto bella, possa cambiare le cose, ma, forse, farla riflettere e, quantomeno, lasciare in lei un ricordo meno rancoroso di quello che potrebbe avere ora.
Sto cercando di distrarmi e di fare nuove conoscenze, ma ciò non cambia affatto i miei pensieri, per il momento.
Forse ci vorrà ancora del tempo.
Grazie a tutti.
Concordo con chi ti ha detto: proverei un altro psicologo.
Non hai specificato quanto è durata la tua terapia, ma comunque anche a me suona strano quello che racconti. Perché è strano che uno psicologo, nel momento in cui si trova davanti un paziente, faccia riferimento alle dinamiche di un’altra persona. O meglio, è naturale che possa farlo, nel senso di un’analisi più ampia, ma ciò che conta non sono le dinamiche degli altri, i fatti stessi, ma la percezione della realtà e di quei fatti da parte del paziente, per quanto ne so.
Lo psicologo non lavora sulla colpa o lo scarico di colpe, ma sul senso di responsabilità e scelta che ciascuno di noi ha.
Colpa e responsabilità sono due concetti diversi.
Molto diversi.
Tu puoi aver trovato la più grande vittima del mondo, ma rimane il fatto che sei responsabile anche tu, da parte tua, di dinamiche di relazione.
Perché ciascuno posto di fronte a una persona può reagire in modo diverso.
dunque non conta (solo) chi è lei, ma per te stesso conta chi sei tu.
Al di là del giudizio, ma come consapevolezza.
Se per esempio incontriamo dei manipolatori è chiaro che abbiamo incontrato dei manipolatori, e non è una colpa il fatto di esserci cascati. Ma poiché non possiamo cambiare la testa ai manipolatori, o il loro modo di cercare di manipolare il prossimo, possiamo intervenire sulla nostra tendenza a farci manipolare, o capire comunque perché una manipolazione si verifica, da parte del manipolato e del manipolatore. E’ questo che rompe lo schema, non le etichette di manipolatore e manipolato, o di vittima e carnefice.
Non so se riesco a spiegarmi bene, ma il concetto è:
Il lavoro non è sugli altri, è su chi si trova “sul lettino”.
Poiché tu sei andato, a quanto dici, ad esprimere il disagio che ci racconti, dico dunque che mi sembra strano che uno psicologo ti abbia detto: “la tua ex ha dei problemi, tu no”.
Il fatto stesso che tu stia male, che tu senta ed esprima un malessere, intendo dire, è il centro della terapia. Non ho mai sentito di uno psicologo che di fronte ad un paziente che va da lui per dire: