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Lettera pubblicata il 18 Marzo 2015. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore fabrizio1980.
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Glosstar, c’è sempre una soluzione pronta per giustificare una convinzione per chi VUOLE mantenere i paraocchi.
Più computer più nick dallo stesso soggetto. Se timelencasdivquanti abbinamenti mi sono stati accreditati saresti sorpreso. È una comoda soluzione per impedire di accettare che vi sia una visione dei rapporti diversa dalla propria, e che addirittura sia condivisa ( in parte) da due persone diverse come me e te, che non si conoscono neppure.
Struzzo, testa e sabbia. Basta per far finta di risolvere un problema, per alcuni.
Ciao.
@rossana e golem
Le differenze o similitudini relazionali descritte nel mio ultimo post erano indirizzate a golem (post 14). Quel che desideravo chiarire con te invece era che glosstar e golem sono due persone diverse. Null’altro. Riguardo al virgolettato “…stesse idee riformatrici del femminile, che caratterizzano gli ultra sessantenni…” sottolineo che per l’età senile, mi mancano almeno un altro paio di decadi.
Per spiegare quanto arbitrario sia parlare di “idee riformatrici del femminile” dovrei raccontare il mio vissuto con una anaffettiva, illustrando i dettagli di una storia intensa, difficile, e con punte di sofferenza (la mia) da tagliare l’anima. Ma questo non faro in questa sede.
Chi non e’ mai stato con un anaffettivo, un evitante, non puoi lontanamente capire cosa significhi amare qualcuno che ha il cuore blindato e che NON RIESCE a esprimere i propri sentimenti in alcun modo, ne verbalmente, ne gestualmente.
L’evitante ha BISOGNO DI STABILIRE LA DISTANZA, e attraverso la fuga si difende dall’ansia che le relazioni provocano. La fuga avviene attraverso l’interruzione del rapporto in cerca di “qualcuno migliore” o restando nella relazione in modo discontinuo con fughe e ritorni. Persino quando il rapporto si stabilizza, l’evitante attua comportamenti che ti fanno impazzire e il cui unico inconsapevole scopo è finalizzato al mantenimento della distanza di “sicurezza” da un’intimità percepita come pericolosa.
Tra manifestazioni più frequenti nel mio caso vie erano / e a volte vi sono ancora:
– Le continue critiche al solo scopo di svalutarmi, rendermi poco importante (“l’altro era meglio di te, più amorevole, più generoso”) e da ultimo creare conflitti che indebolissero il rapporto o fornissero pretesti per abbandonarlo (“non siamo fatti per stare insieme, quindi lasciamoci”).
(CONTINUA)
– L’atteggiamento MANIPOLATORIO (altro che riforma del femminile) attraverso il flirt come strategia per non sentirsi legata o di dipendere dall’altro, e come difesa dalla paura dell’abbandono. Da li, l’artificio della competizione tra me e lo zerbino con cui manteneva i contatti…se le andava male con me che le imponevo il suo lato di responsabilità relazionale, avrebbe avuto sempre la porta aperta con l’altro che, per quel che ne so, tutt’oggi come da sempre fa, e’ ancora in standby.
– La passività, il silenzio, la chiusura e l’assenza dalla relazione come difesa dall’ansia che la stessa genera. Lunghe ore passate a dormire oppure di fronte a tv e computer accesi simultaneamente senza in realtà avere interesse ne per l’uno, ne per l’altro.
– La caduta del desiderio sessuale quale risultato di uno scambio affettivo e non come mero scambio di fluidi (Il suo voler separare il sesso dall’amore, alla fine ha impattato anche il mio desiderio…con la mia donna ci scopo e ci faccio l’amore, la sco.... la posso fare con chiunque)
Tutto questo io l’ho appreso in corso d’opera. Lei infatti si presentò in tutt’altra maniera: solare, divertente, aperta, indipendente, intrigante e una bomba atomica dentro al letto. E’ chiaro che tutta questa roba emerse in seguito, quando io innamoratomi, spinsi per una vera e propria intimità che sfociasse in un progetto coppia. Soltanto allora trovai un muro di gomma.
E’ impresa ciclopica amare un’anaffettiva che chiaramente non sa di esserlo, e che considera debolezza da esseri inferiori il normale scambio affettivo quando in realtà la bisognosa e’ proprio lei che infatti meticolosamente, da sempre cerca amore in persone amorevoli. L’anaffettivo infatti, mai potrebbe accoppiarsi con uno come lei, da cui non potrebbe prendere nulla.
(CONTINUA)
L’anaffettivita deriva dal disagio dato dall’attaccamento evitante. L’evitante non e’ consapevole delle paure inconsce che la spingono persino a dubitare del suo coinvolgimento quando la relazione inizia a diventare importante. Sente il disagio e prova un senso di soffocamento. Vive un profondo conflitto tra la paura dell’abbandono e quella di esser fagocitata da una relazione che limiterà la sua autonomia.
Questo conflitto interiore le impedisce di lasciarsi andare al sentimento e l’apparente ostentata sicurezza nasconde in realta una fragilità interiore e una sensibilità profonda che le fa percepire in modo amplificato qualsiasi segno di disinteresse e chiusura, anche minimo, da parte dell’altro. Vive quindi nella consapevolezza che la relazione finirà e si aspetta l’abbandono o il tradimento. Per contro controlla la paura di essere lasciata, provocando l’abbandono tanto temuto e lasciando il partner prima che lo faccia lui. In alternativa, molla la relazione quando diventa importante nell’inconscia convinzione che tanto finirà, quindi meglio soffrire poco subito, che troppo in seguito.
(CONTINUA)
Più la relazione è coinvolgente più queste emozioni diventano ingestibili. Per questo l‘evitante preferisce relazioni non intense fatte di amori virtuali o immaginari, o storie clandestine che non richiedono una vera vicinanza e condivisione. Quando invece il partner è vicino, innamorato e disponibile l’evitante si sente soffocare dalla paura di essere invasa dall’altro, di perdere la propria autonomia restando quindi imprigionata nella relazione.
In sintesi, l’evitante sente che investire in un rapporto è pericoloso in quanto significa rinunciare a una parte di se per qualcosa che potrebbe andar male o che mai sarà bella come se la immagina.
Questo e’ quel che sto vivendo con questa donna, che soltanto da un anno ha preso coscienza del suo disagio, e di quanto sia debilitante aver blindato le proprie emozioni. E’ vero, in questo modo si protegge dalla sofferenza, ma al contempo chiude alla gioia, alla felicità e persino all’amore.
Il mio viaggio continua…
http://it.wikipedia.org/wiki/Anaffettività
(CONTINUA)
Glosstar, ti sto seguendo con interesse, e già solo il fatto che la tua AZIONE stia producendo una reazione di consapevolezza in lei, e’ il primo segno di quell’amore come l’ho inteso io nei confronti della mia di lei. Ma devo riconoscere che la mia vicenda appare una bazzecola confronto a quello che sto leggendo della tua. Continua. Sempre che non ti critichino per aver violato la “libertà di espressione” della donna.
Ciao
Glosstar, ho letto con molto interesse quello che hai scritto e mi pare di aver capito (ho bevuto qualcosa quindi potrei aver capito male) che tu assieme a questa donna ci stai ancora.
La domanda che mi pongo, scusa la pragmaticità, è: ma ne vale la pena?
Tutte le donne si pongono in un modo prima della relazione per poi scoprirsi totalmente differenti nel durante.
Ma un fidanzato è un fidanzato non uno psicologo e uno psicoanalista. E poi, sei sicuro che sia inaffettiva o semplicemente non sei il massimo per lei?
Può darsi si comporti così perchè non le piaci abbastanza. E se tendenzialmente è una stronza, perchè ci stai ancora assieme? Si forse sei innamorato ma questo può giustificare un rapporto malsano nel quale non si riesce a trovare la quadra?
Ti parlo a ragion veduta perchè da poco più di un mese si è interrotto il mio rapporto con un’altra anaffettiva che per sensi di colpa (almeno così diceva) aveva sempre la testa su un ex.
Era così anaffettiva che, nonostante le ho dato tutto, non sono stato degno di alcun riconoscimento. Però ti dico la verità, ci ho provato a farla ragionare per 5 o 6 mesi, dopo di che l’ho tenuta solo per uno scopo e ti lascio immaginare quale. Allo scoccare dell’anno ho cominciato a chiedermi se veramente era quello che volessi o se fosse stato meglio resettare tutto, tornare in solitudine e cercare una donna più o meno normale. Nel mentre mi tormentavo con questo pensiero lei mi ha preceduto e ha interrotto il rapporto. Ovviamente non ho fatto scenate o altro, praticamnente mi ha risolto un problema. Le ho solo detto di sparire e di non contattarmi più.
Ogni tanto però questa si fa sentire con sms di temi più disparati dei quali, sinceramente, me ne frega poco. Il succo della questione era che probabilmente si.. è anaffettiva ma probabilmente anche non le andavo a genio io no?
Dunque.. perchè non la mandi a quel paese? Sai com’è, con le donne la psicologia secondo me non serve.. è tutta una questinoe di ON / OFF – Acceso / Spento – SI / NO.
Perhè con chi vogliono loro, danno di tutto anche se poi ricevono schiaffoni e calci (metaforici e non). Mentre a chi da loro tutto ma per qualche motivo non sono convinte abbastanza… consegnano solo disinteresse e disprezzo.
Se ami una persona puoi ferirla una volta ma alla seconda non e amore…. Penso che te lo mettiti di stare male ora, cmq se la ami da morire lei ha solo paura di soffrire ancora l, stupiscila, fai una pazzia per lei, cantala una canzone, fai qualcosa di pazzo davvero, vedrà che capira, ma fallo solo se la ami altrimenti saresti un vigliacco
Ets, scusa se mi intrometto, ma le sensazioni legate all’amore di una donna, per quello che ho potuto constatare nella mia vicenda che ha alcuni contorni simili a quella di Glosstar e in parte anche a quelli descritti da te, non sono “lineari” come quelle maschili, e non sto dando un giudizio di merito, ma solo dicendo che noi siamo più “elementari”. La psiche femminile in ambito amoroso, riesce a produrre diverse istanze sentimentali contemporaneamente, che non necessariamente possono essere contenute in un uomo solo. Anche la mia ha vissuto per anni con in testa un idiota che non l’ha mai voluta, umiliandola continuamente. Eppure con me è stata una buona compagna, madre e moglie. Non amante però, per le cause che ho accennato, anche se ora lo è, ma solo grazie al fatto che ha ridimensionato la figura che la sua fantasia aveva mitizzato, attraverso un “lavoro”, anche faticoso, che ci ha fatto sfiorare la separazione, ma che abbiamo fatto insieme, durato quasi tre anni. Oggi però è un’altra donna, più sicura di sè e appagata, quanto lo sono io, tanto che posso dire che oltre alla parte erotica acquisita con la “disintossicazione”, siamo diventati anche i migliori amici l’uno dell’altra. Che si può volere di più?
A volte può essere necessario fare anche da psicanalista alla donna che si ama, perchè no, ma solo se si intravede che dietro quei “complessi” c’è la persona di cui ci siamo innamorati. E ti dirò che non c’è psicanalista che possa sostituire la persona che ci vuole bene per uscire da certi retaggi che limitano la comunicazione “matura”, che è il minimo necessario per far crescere la coppia.
Spesso ho detto che non servono i professionisti dell’anima per guarire da certi “blocchi”, quando basterebbe un vero amico che ci ascolti, non per soldi, ma perchè ci tiene a noi.
Ciao fabrizio1980, come stai? Sei riuscito o stai riuscendo a proseguire per conto tuo senza sentirla?
Non sono del tutto dello stesso punto di vista di Giuseppe, dopo una storia lunga e tormentata non sono le serenate o le pazzie a sbloccare le situazioni, ma forse lunghe riflessioni autonome e non.
Batti un colpo se ci sei!