Come Socrate bevve la cicuta con la pietà del giusto e la calma del sapiente, anch’io sono costretto ad ingoiare un boccone amaro. In tempi in cui, da Churchill a Cristoforo Colombo, le icone della storia vengono travolte dall’ondata delle proteste antirazziste in giro per il mondo, in Italia non risparmiano personaggi come Indro Montanelli. A Milano, la sua statua, all’interno dei giardini di Via Palestro, è stata imbrattata con vernice rossa e insulti. Le scritte: “razzista, stupratore” sono ignobili e oltraggiose. Questo gesto di grave vilipendio-codardia ha suscitato in molti un’istintiva repulsione che nasce da un misto di rabbia e di dispiacere. Vorrei ricordare che Montanelli è stato uno dei più grandi giornalisti del ‘900. Personalmente lo reputo un mostro sacro della carta stampata, nonché il mio idolo. Una volta l’immenso Montanelli , rispondendo ad un lettore nelle “stanze” del “Corriere della Sera”, ebbe a dire: “ Sono circa settant’anni che scrivo e dispenso consigli, ma sono convinto che dopo la mia morte nessuno si ricorderà di me”. Mai, però, avrebbe immaginato che qualcuno potesse addirittura vandalizzare la sua immagine. La cancellazione della memoria del passato costituisce un vero pericolo. Si annullano periodi di civiltà, di cultura, di libertà e di democrazia. Le statue sono dei libri di storia. E lo stesso Montanelli diceva: ” Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente”.
Ringrazio vivamente della cortese accoglienza e porgo molti cari saluti.
Franco Petraglia – Cervinara (Avellino)
Se il razzismo è una brutta cosa, lo è anche scrivere in pubblico cose oltraggiose e imbrattare i monumenti. I responsabili hanno ampiamente dimostrato di avere segatura al posto del cervello. Peccato che la giustizia qui in Italia è una cosa vergognosa e sappiamo benissimo a chi è in mano.
Che Montanelli sia stato un importante figura di riferimento per il giornalismo e la cultura in Italia è fuori discussione, tanto che il suo dovere di cronaca lo portò a rischiare la propria vita con l’agguato a mano armata delle br.
Tuttavia quell’anedotto raccontato nel 1969 sulla “sposa-bambina”che gli portava la ‘biancheria pulita’getta più di un ombra sulla sua reputazione mitigato solo dal fatto che in quei tempi non era ancora matura una precisa idea di salvaguardia dei diritti dei minori e nel luogo dove fu commesso(Etiopia)era pratica”normale”e”legiferata”.
Il vandalismo alla statua rimane un gesto SCHIFOSO oltre che Vigliacco perché compiuto con notevole ritardo rispetto ai fatti citati da Montanelli stesso e solo sull’onda degli episodi di violenza avvenuti a Minneapolis ultimamente.
Infatti è stupido imbrattare le statue, ancora più stupido trasformare in eroi uomini che molto spesso erano tutt’altro che integerrimi. Ma si sa, il popolo ha bisogno di demonizzare o mitizzare.
Le dichiarazioni di Montanelli al tempo del fascismo sulla popolazione eritrea erano imbarazzanti, ancor più la forma di pedofilia legalizzata perché “lí le donne sviluppano prima”.
Bravo giornalista, ma sul resto meglio stendere un velo pietoso.
Suzanne,
ultimamente sono sempre più interessata agli aspetti privati dei grandi uomini e delle grandi donne.
Curioso notare che persino gli esemplari socialmente più brillanti hanno spesso ingombranti scheletri negli armadi per quanto riguarda l’essenza più completa del loro essere umani.
lì, lontano dai riflettori, purtroppo, si è e si resta animali. ed è un bene che si cominci a dare attenzione all’insieme e non soltanto alla parte più eclatante o più positiva che meglio li caratterizza.
un caro saluto.
Ogni avvenimento va misurato col metro del suo tempo, non con quello di oggi.
E’stato un ottimo giornalista, che ha detto quello che pensava anche contro il mainstream
e questo è già un merito.
Sul discorso statue condanno ogni tentativo
di negare la storia, quindi abbattere o
spostare statue, tipo quanto accaduto negli usa.
La storia non si cancella, ma forse qualcuno ne ha
paura, anche se questi imbrattamenti sono stati
fatti soprattutto per ignoranza e inciviltà,
ammantandoli di motivi ideologici.
Detto questo bene ricordare il passato,
ma la storia va avanti e non si ferma davanti a un portone.
“lì, lontano dai riflettori, purtroppo, si è e si resta animali. ed è un bene che si cominci a dare attenzione all’insieme e non soltanto alla parte più eclatante o più positiva che meglio li caratterizza.”
Concordo pienamente. E non solo per quanto riguarda i “grandi” personaggi.
La storia va ricordata anche in ciò che fa meno comodo; molto spesso si tende a ripulire completamente la reputazione di questo o quel personaggio facendolo diventare un idolo. Anche all’epoca schiavizzare una bambina di dodici anni e utilizzarla per scopi sessuali era moralmente e legalmente condannabile, ma non se la bambina era nera e definibile “docile animaletto”. Non si può giustificare tutto con la scusa che erano “altri tempi”, troppo comodo. Poi, da altri punti di vista più professionali invece sicuramente più apprezzabile.
Suzanne, senza ironia: tu mi incuriosisci. Possiamo avere uno scambio intellettuale in separata sede?
“Il traffico di minorenni si verifica in tutto il mondo, ma è particolarmente diffuso in India”
e …siamo nel 2020.
Quindi legato alla cultura di quel paese.
Perfino nella causa dei santi ci sono episodi
non proprio santi…, che vengono sviscerati,
ma se prevalgono le “virtù eroiche”, la proclamazione
avviene comunque.
San Paolo ad esempio, prima della conversione
ha fatto massacrare dei cristiani.
In tutti gli eroi, volendo si troverebbe qualcosa
che non va.
Ma le statue hanno la loro bellezza.
Alisee, legato alla cultura di quel paese dici? Sai cos’è il madamato? Sicuramente non usanza e consuetudine del luogo, informati. Le statue sono simboli della grandezza di un uomo, che non devono cancellare le bassezze compiute. Personalmente statue non ne farei proprio a nessuno, ma ovviamente il problema non è un pezzo di materia lavorata, ma la “lavorazione” e distorsione del passato, sempre di moda.
JimCourier, puoi scrivere tranquillamente qui.