Anche stasera faccio tardi, sono quasi le 23 e non ho ancora finito di lavorare, ma tanto nessuno mi aspetta a casa, come ormai succede da più di un anno ormai. Purtroppo mi sto abituando a questa situazione, la solitudine mi fa meno paura, ormai sto imparando a convivere con lei. E’ la mia convivente !!!!!!! che fortuna che ho.
Comunque va bene così, non è importante avere qualcuno per forza che ti aspetta, forse è il caso di amare se stessi, io non l’ho mai fatto, e tutto prenderà un’altra piega.
Forse…..
Lettera pubblicata il 5 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 50 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore obiuan.
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Categorie: - Me stesso
Come vedi faccio tardi anche io…nessuno mi cerca, aspetta o desidera.
Purtroppo vedo che ne siamo in tanti in questa situazione.
Teniamo duro, impariamo ad amarci ma anche ad amare gli altri, sono sicuro che di riflesso anche gli altri (almeno qualcuno) inizieranno ad amarci.
Buonanotte.
ciao, siamo proprio in tanti a non essere cercati…….. sara’ la crisi. 😉 Finira’ . me lo auguro e lo auguro a tutti.
proviamo consolarci se stessi..nn fa niente..mille volte lo dico anch’io..nn fa niente..pero poi sento il vuoto..la necesita di sentirmi importante per qualcuno..nn solo un gioco..e nn sai che fa piu male..un amore nn corrisposto o la solitudine..tanti sogni che spariscono all’alba..tante lacrime che si asciugano da sole..ma nn fa niete..un poeta diceva:Se rompi dal bosco un ramo/Che importa al bosco di lei?/che importa al mondo intero/se piangono gli occhi miei?..speriamo che domani cambiera tutto..l’unica cosa che nn dobbiamo perdere e la speranza..
Certo Mac, ogni giorno dobbiamo cercare una spiegazione, una scusa, alla nostra situazione. Forse è giusto così. Buona giornata
sono capitata di recente per caso su questo sito e da allora ogni tanto mi collego e leggo qua e là. spunti, frasi, commenti, brevi stralci di vita altrui. e ogni volta resto colpita dalla somiglianza di tante vite sconosciute, diverse eppure simili nel loro ferito modo di sentire. e mi chiedo allora come sia possibile, come sia possibile che esistano così tante esistenze solitarie che non si incrociano? come due persone che piangono per il loro silenzio sulle rive opposte di una stessa spiaggia, così vicine eppure così infinitamente lontane.
e più ci penso e più mi convinco che il “problema” non sono gli altri ma siamo noi stessi. che il mondo in realtà è pieno di persone, persone che forse non sanno avvicinarsi le une alle altre perchè troppo prese dal “piangersi addosso”, dal disperarsi per la propria solitudine, dall’essere così accecati dalle proprie lacrime da non accorgersi che forse basta alzare la testa e guardarsi intorno per scoprire l’altra persona che sull’altra riva piange con tristezza allo stesso modo e per lo stesso motivo.
certo, bisogna essere in due. noi dobbiamo alzare la testa dal nostro petto e guardare in giro ma lo stesso devono fare anche gli altri perchè i nostri sguardi si incontrino. ma come noi arriviamo a questa semplice piccola verità così possono arrivarci anche le altre persone. e come noi, in un attimo di consapevolezza, possono alzare il loro di sguardo e incrociare i nostri occhi. e scoprire che, forse, siamo meno soli di quello che pensiamo. perchè la nostra solitudine prima di tutto nasce da dentro. e forse è figlia più di quanto vorremmo ma non possiamo avere che di una reale mancanza di interazioni.
io non lo so. io non lo so come si fa, da dove si comincia. so solo che bisogna iniziare. non so neppure se è il verso giusto, le cose giuste, i pensieri giusti. ma da qualche parte bisogna pur cominciare no? e se sbaglierò…mi fermerò un momento, farò un profondo respiro e ricomincerò da capo. perchè sbagliare fa parte del gioco. e il soffire anche….ma non penso che ci sia solo quello.
rapida72
Beh, Rapida, allora spero di incrociare il tuo sguardo e leggervi la tua sofferenza simile alla mia.
Ma tu hai quasi 40 anni (se deduco giusto dal tuo nick) ed io 50: per noi è ancora più improbabile uscirne così facilmente …
Certe volte mi chiedo perché non esistano punti di incontro cittadini permanenti dove ritrovarsi tutti insieme, noi esseri soli, e cercare di aiutarci a vicenda. Senza sovrastrutture religiose o scientifiche, né appesantimenti sociologici o altro; semplicemente, un luogo dove conoscere chi davvero può comprendere quello che proviamo e ritrovare il piacere di sentirsi insieme ad altri. Dando sempre il benvenuto a quelli che ci diranno di esserci riusciti, alla fine, a tornare al mondo dei non soli, e come.
Mah, la solitudine mi sta facendo farneticare …
E’ che la speranza non mi basta più, vorrei trovare qualche soluzione più concreta …
R
Rapida, spesso ho provato a ragionare come te, io ho 47 anni, un matrimonio finito ed una successiva presa in giro di quasi 3 anni. sono molto critico con me stesso, mi piango addosso da un anno eppure in questo anno ho conosciuto più persone dell’altro sesso, di età lontane e vicine, ma sono ancora qui a scrivere. Se clicchi sul mio nik leggerai le mie farneticazioni da ottobre ad oggi. Roberto, la penso come te, nic, anche io ho le stesse speranze, come mac. Rapida, spero tu abbia ragione, ma come dice roberto, gli occhi si devono incontrare, gli occhi fanno quello che possono….. io sono stanco di sperare, ma ho ancora voglia di credere, anche se il mio passato mi ha donato splendide menzogne e crudeli verità. Non può piovere per sempre amici miei. Vi abbraccio
io ho una domanda da fare, forse una domanda fastidosa ma onesta: ma tutte queste persone sole vogliono davvero un incontro con l’altro, un incontro onesto, sincero, da pari a pari, una condivisione di idee, pensieri, sentimenti, emozioni, progetti, speranze, cose da fare assieme o vogliono piuttosto un’ancora di salvezza, un salvagente al mare immenso della solitudine in cui nuotano? una riva di approdo per appoggiarsi finalmente e tirare il fiato? le persone non sono questo, gli altri non sono questo! gli altri sono come noi, gli altri SIAMO noi. io sono l’altro per te, tu lo sei per me.
e se io mi sento così forse allora anche l’altro si sente allo stesso modo. e se io cerco un salvagente forse allora anche l’altro sta cercando la stessa cosa. ma che incontro ci può essere allora? fra due persone stremate che cercano sostegno l’una dall’altra? sostegno che non sono in grado di dare perchè chiedono reciprocamente.
incontrarsi è un dono; incontrarsi è dare e ricevere. e incontrarsi, oggi almeno credo, non è facile. e non è scontato. però può succedere. ma certamente non succederà se prima io dentro di me non faccio spazio, vuoto, silenzio, pulizia. pulizia da tutto il ciarpame, gli appesantimenti, le zavorre che mi sono portato fino qua.
certo, non è facile. ma come posso io accogliere l’altro se non so accogliere prima me stesso? come posso dare se prima di tutto sto chiedendo? chiedo una relazione vera, paritaria o cerco solo qualcuno che mi dia un sostegno e cancelli con la sua presenza tutto il mio dolore? perchè sapete….la vita va avanti nel bene e nel male. e può succedere che la persona che vi ha salvato al vita per mille motivi dall’oggi al domani non ci sia più. e allora cosa fate? ritornate nel baratro in attesa del prossimo angelo? o decidete di vivere comunque? sulle vostre di gambe? gustando con dolore ma consapevolezza tutto il male che vi appartiene, che appartiene solo a voi perchè è la vostra di vita, ma anche tutta la gioia che in qualche modo c’è? è impossibile che non cene sia….nessuna cosa esiste senza il suo contrario. quindi, forse, basta solo guardarsi intorno un po’….
così, riflessioni mattutine.
ciao a tutti e…non vogliatemene se scuoto un po’…non c’è giudizio alcuno, solo spunti.
Rapida,
visto che sembri destreggiarti molto bene, dove consiglieresti di cercare un partner, ammesso che si sia già concluso quanto da te giustamente suggerito con la frase che di seguito riporto?
“ma certamente non succederà se prima io dentro di me non faccio spazio, vuoto, silenzio, pulizia. pulizia da tutto il ciarpame, gli appesantimenti, le zavorre che mi sono portato fino qua.”
Rapida, io spero tanto che tu creda fermamnte in quello che dici e che la tua vita vada a gonfie vele. Io so nuotare, perdonami, non cerco un salvagente, non ne ho bisogno. Io ho cercato di costruire con mia moglie e poi con l’altra persona. Di mezzo ci sono stati tradimenti ed altro, che sintetizzo in disonestà. Io ho voglia di costruire, ho voglia di sognare insieme a qualcuno, ho voglia di vivere. Va bene così, è utile il giudizio di tutti, se no non metterei qui le mie solitudini. Un abbraccio a tutti