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Lettera pubblicata il 3 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Stregatto88.
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Poi vorrei aggiungere una cosa, sul fatto che tu venga accusata (assurdamente, appunto) che fingeresti di non avere rapporti con tua sorella (mentre dietro questa accusa c’è l’altra accusa/imposizione: che tu NON DEVI avere rapporti con tua sorella. Perché? Perché così HANNO DECISO LORO, punto, questa è la sostanza, che non tiene, peraltro, MINIMAMENTE in conto della TUA SOFFERENZA, la mancanza di tua sorella e l’essere preoccupata per lei…). Pensa a questa cosa, ai numerosi tentativi che devi aver fatto: con soggetti come i tuoi genitori, per esempio sul “problema sorella”, le soluzioni sono due, A e B.
A, dici loro la verità. E ti aggrediscono e ti mettono in croce. Continuamente.
B, menti. Ovviamente loro possono capire che tu puoi invece al momento avere rapporti con tua sorella, che stai mentendo ecc. Risultato? Ti aggrediscono e ti mettono in croce. Continuamente. (Menti e inoltre vedi tua sorella: doppio errore tuo, secondo loro, e “dramma” loro, secondo loro).
Dunque, come vedi, con qualcuno, una comunicazione “normale” non è possibile. Si tratta allora solo di difendersi, per quanto si può, da assurde e inutili aggressioni.
Ergo: se menti qualche dubbio almeno lo hanno. E quindi i conflitti, le aggressioni, sono limitate, rispetto a dire loro, spavaldamente: sì, è mia sorella, le voglio bene e io voglio vederla!
Capisci bene che questa, per loro, sarebbe una dichiarazione di guerra, equivalente a dire loro: allora chiudete anche con me.
In un certo senso, forse inconsciamente, è quello che vogliono: perché loro, essendo negativi, cercano solo di perpetuare conflitti e crearne di nuovi.
Tu a questo giochino non devi stare.
E’ per questo che devi MENTIRE, stare CALMA, e inventare persino che l’unica ragione per cui te ne vai è UN IMPEGNO IMPROROGABILE DI LAVORO, e naturalmente lontanissima da tua sorella, che loro ci credano o no.
Mi raccomando, quando sarai lontana, chiamali, fatti sentire presente per sapere – semplicemente – come stanno: tu mica hai litigato con loro… :-))
Auguri Stregatto…
Clarissa, hai perfettamente ragione. Di fatto i miei genitori odiano mia sorella che ha avuto gli stessi problemi miei ma ha reagito più bruscamente. Del resto ognuno è fatto a modo suo…
Come dici tu che io dica che la vedo o che io dica che non la vedo è uguale. Il fatto poi di uscire di casa, io vorrei, ma senza un lavoro fisso non c’è possibilità di mutuo e posso risparmiare quel tanto. E’ un casino e mi chiedo perchè noi giovani non possiamo avere la possibilità di sognare un posto fisso, soprattutto se si vive in un clima come il mio….
Rossana, per fare quello che dici tu dovrei spostarmi in una zona turistica e fare la stagione… Ciò risulta difficile perchè dovrei anche lì pagare l’affitto e non risparmierei niente! Che situazione del cavolo….
Rossana, scusa non ho capito bene @se fossi in Stregatto mi spaventerebbe il suggerimento finale
intendi dire il distacco?
Stregatto: @Siamo d’accordo che niente è dovuto ma è alquanto illogico non trovare alcun appoggio in casa! è da pazzi. Si dice che in famiglia si condivide tutto, il bello e il brutto. Beh da me non si condivide affatto, perchè il bello viene smontato e il brutto non è comodo da ascoltare.
La logica del quel che dovrebbe essere e invece non è spesso purtroppo distoglie dal quel che è. Anche perché genera ancora più frustrazione. In realtà, a diversi livelli, si verifica spesso che nei rapporti famigliari ci siano attriti ed incomprensioni, anche solo per un modo diverso di guardare le cose, per dinamiche che hanno radici antiche e tramandate, per disagi personali che inevitabilmente si riflettono, o anche e persino per il fatto che il concetto di “appoggio” viene interpretato proprio nel modo che risulta invece l’esatto suo contrario.
Ho sofferto molto per il “la logica dovrebbe essere che”.
Combattevo non solo con la frustrazione del quel che era, e del fatto di trovare il modo di stare in equilibrio anche con i sensi di colpa o con il naturale desiderio di opposizione che può nascere nel momento in cui ti vengono imposte le cose (di fatto ci si castra da soli nel momento in cui non si riesce a sentire veramente il “cosa è meglio per me”) ma anche con il dolore del “non dovrebbe essere così”.
In realtà attiviamo le nostre risorse nel momento in cui affrontiamo ciò che è, anche se il confronto con ciò che dovrebbe essere ci genera dolore.
Io posso dirti che con i miei c’è stato un salto di comprensione e di venirsi incontro e di appoggio proprio nel momento in cui basandomi sul quel che è, e non potendone più, istintivamente più che razionalmente, mi sono allontanata.
Io non ne potevo più di diverse cose, ero in una situazione meno grave riguardo i genitori in sè (non comunque semplice, credimi) ma globalmente più grave, da ogni punto di vista (veramente ogni, inclusi soldi, vita privata, salute, mia ansia e stanchezza, un disastro). avevo intorno persone che anche in buona fede mi generavano però confusione, ansia, frustrazione… in buona fede intendo che seguendo i loro schemi e le loro modalità mi caricavano, ecco perché ti dico che non sempre chi ti fa male pensa che non sta facendo invece il tuo bene. Basta essere quel tanto solipsisti che basta.
un giorno non ho potuto che allontanarmi, da tutto. E non ci ho pensato, l’ho fatto. Con una soluzione solo provvisoria, quattro cents in tasca, il cuore che andava come un tamburo, una depressione post stress e molestie morali, sapendo che la mia famiglia avrebbe letto la cosa in maniera negativa (non vivevo già con loro, ma sarebbe un casino spiegarti il tutto). Non ho pensato: uè che figo, la mia vita ora sarà splendente.
Non ho pensato: ora do loro un segnale.
Non ho pensato: dopo tutto si rivolverà.
Ho pensato: o mi sposto da tutto o crepo. Anzi, ho sentito.
E ti assicuro che era vero.
Ho passato mesi a sapere che era la cosa giusta, e al contempo a soffrire come un cane che ulula alla luna. Perché pensavo che mai più mi sarei seduta con i miei allo stesso tavolo. Quando mi sono seduta allo stesso tavolo non mi guardavano in faccia. LORO erano incazzati con me. LORO. quando io avevo milioni di ragioni per essere incazzata come un toro. Ma mi ero anche stancata di cercare di spiegare il perché, di cercare un punto di incontro. Li amavo? Sì,ma avevo anche ragione di essere incazzata, delusa da loro, quanto loro potessero esserlo di me, ma anche per delle loro idee su cosa è giusto e sbagliato. Ero devastata da ciò che in teoria dovrebbe essere e non era. Perché da un lato il fatto di starmene a distanza mi era necessario. dall’altro pareva a tutti incredibile, allucinante, pazzesco che i miei non venissero a informarsi di dove stavo, con chi stavo, come stavo. Che facessero gli incazzati invece di dirsi: roger, abbiamo un problema. Forse lei sta cercando di dirci qualcosa. Forse non sta cercando di dirci niente, semplicemente è, però forse anche noi di alcune cose non abbiamo capito un c.....
Non sto dicendo che questa sia la soluzione, e ti racconto la mia esperienza perché è mia, non perché possa essere in qualche modo esemplare. Sto dicendo però che se spesso il compromesso continuo è una perdita di energie devastante anche l’idea che per staccarsi – il giusto – debba essere tutto a posto e sotto controllo con mamma e papà che ti dicono ti auguro tanta fortuna stella mia rischia di essere proprio ciò che rischia di far vivere tutti in una situazione di merda avanti e avanti. Allora il contributo al mantenimento di copione è di tutti. ad un certo punto se qualcuno decide di uscire da uno schema malato forse gli altri vorranno starci lo stesso, perché non possono farci nulla. O forse qualcosa si muoverà anche in loro. Forse. Non è scontato. Prendere atto che non sia scontato è molto doloroso. Prendere atto del fatto che non se ne può proprio più anche, certo.
Ieri un mio amico, fidanzato con un uomo da 10 anni, mi ha detto che la mamma di lui finalmente ha accettato l’idea che stanno insieme. Loro due sono una bella coppia, solida. La loro storia funziona. Per 10 anni sicuramente hanno patito lo stress di questa situazione. Hanno dovuto fare dei giochi di equilibri, però hanno anche portato avanti il fatto che non potevano certo negare a se stessi nè di essere gay nè di voler stare insieme. Hanno difeso il loro spazio, il loro sentire, combattendo anche la frustrazione/dolore che dà il distacco dalla volontà di chi ti ama, ti ama come sa, ti ama male, ti fa venire pure il dubbio che non ti ami. Non c’era certezza che le cose sarebbero cambiate. E dubito che adesso la mamma sarà contentona ye ye. Ma anche lei ha dovuto valutare il quel che è loro, fare la sua parte. Tu sai per te, Stregatto, ovviamente. Non può dirti qualcun altro quando e come e se. Comprendo le tue paure. Un abbraccio.
Grazie Luna, cercavo appunto un confronto con chi avesse avuto situazioni simili non all’interno della mia famiglia.
Io sembro la pazza, quella ribelle, quella controcorrente. Gli altri? tutti bravi, figli modello. Già, una si faceva un professore alle superiori, quell’altro si fa di canne, un altro è mezzo alcolizzato e un altra ancora ha avuto un figlio a 20 anni. Giusto o sbagliato non sta a me dirlo ma sentire che questi sono migliori di una che si è sempre fatta il c..o studiando e lavorando senza fare cazzate di questo tipo mi fa veramente incazzare. Idem mia sorella. Povera, lei ha avuto una vita veramente difficile con i miei. L’ottusità regna sovrana a casa mia.
Si dicono cose sbagliate solo per ferire. E se uno sta male c’è sempre un altro che piange al posto suo, si dispera e fa la vittima per lasciare intendere che lui sta peggio.
Pochi giorni fa litigando su banali questioni qualcuno si è messo a sputare sentenze: “eh, tu non esci mai perchè qui nessuno ti calcola, non hai amici…” Questo non è vero. Gli amici ce li ho ma si sono scocciati di venirmi a prendere ogni santa volta e poi riportarmi a casa solo perchè non posso mai usare la sua dannata macchina. Non ha minimamente senso! A questo ho risposto che se non esco è perchè vorrei evitare capitassero spiacevoli situazioni come in passato. Ovviamente bella scenata con lacrimoni.
Dico io, ma con tutto quello che guardano Chi l’ha visto e i tg ma non hanno proprio capito una mazza??? A me anni fa un tipo ha messo le mani addosso in macchina, svoltando in una stradina buia. Sono scappata in mezzo ai campi e ho chiamato un taxi. Tutto perchè non si deve usare la sua macchina. Bene. Peccato che si trattava di un amico che conoscevo da 10 anni e non aveva bevuto. Io poi non bevo mai. Mai una multa o un incidente. Direi che si può stare più che tranquilli.
Dopo aver detto questo ovviamente arriva da me mia madre con la coda tra le gambe e comincia a dire che avrei dovuto parlarne con lei. Cooosa? Con una con cui non ho mai condiviso niente devo parlare? Con chi mi ha ostacolata in qualsiasi storia semi seria o seria con un ragazzo? Con chi mi ha portata all’esasperazione facendomi mollare il mio ex? Come no, mi viene così spontaneo.
‘Non hai mai niente da dire’ ‘il nostro rapporto da madre a figlia non esiste più da oggi’. Il rapporto non c’è mai stato perchè non è mai stato fatto niente per coltivarlo.
Racconto questa per far capire con che persona ho a che fare quotidianamente. Mia sorella a 31 è stata bloccata in corridoio da mia madre che le disse “cosa credi, che io e tuo padre siamo stupidi? sappiamo che con quello (rif. al suo ragazzo del tempo) non giochi a carte. Ci vai a letto, eh?”
31 anni. E’ scandaloso. Io me ne voglio andare a gambe levate. Io non sarò mai come lei. Io ne ho passate un po’ di tutti i colori e non ho avuto un cammino facile. Posso essere immatura finchè volete ma so cosa voglio dalla vita e so come dev’esse
scusate lo sfogo, ma a volte ne ho piene le tasche di questa bagarre che continua da anni… Non se ne può più. Ci si lamenta del rapporto inesistente e poi non si fa nulla per pensare a come ci si è comportati per ostacolarlo in ogni modo.
Luna come dici tu il problema non è essere decisi, ma che rimani purtuttavia condizionato da quel modo di pensare, agire e giudicare. Ti riempiono di sensi di colpa, fanno il teatrino degli infilzati quando torni a casa. Sperano di farti male e di controllarti. No, non è controllo. E’ solo un modo per manipolare le idee e non funziona sempre e su tutti.
Grazie ancora Luna, farò tesoro dei tuoi consigli. Ps. La tua esperienza è abbastanza simile alla mia!
Luna,
sì, intendevo il distacco (inevitabile) in modo violento. so che hai ragione su tutta la linea ma temo il fatto che percepisco Stregatto ancora troppo legata emotivamente (ma posso anche sbagliare), in quanto troppo reattiva.
che debba lasciarsi alle spalle questi genitori che non capiscono i mutamenti generazionali è innegabile (fra l’altro, tutti i figli dovrebbero farlo, a maggior ragione quelli che sono in sintonia con la famiglia). preferirei, per lei, che questo avvenisse in modo graduale, acquistando prima, passo a passo, la sua autonomia economica, per non fare un salto nel buio non soltanto nel recidere di netto il sentimento che prova.
so, per esperienza, che certi distacchi avvengono proprio come hai descritto: “Ho pensato: o mi sposto da tutto o crepo. Anzi, ho sentito.”. tuttavia, vorrei che lei potesse contare almeno su una minima sicurezza a livello economico.
proprio la mancanza di questa mi ha indotta a suggerirle di trovare ancora dei compromessi per il tempo necessario a raggiungerla.
poi, lei sola sa come si sente, cosa può fare per migliorare la situazione sotto tutti i punti di vista e come riesce a giostrarsi nei suoi equilibri. sono sicura che la tua esperienza diretta e il confronto con te le potranno essere molto utili.
cara Rossana, ciò che dice mia sorella é esattamente quello che dici tu. Lei é stata quella del salto nel buio. Ha passato i suoi anni migliori a portare pizze per guadagnare da vivere e pagarsi in parte gli studi.
Lei mi sconsiglia di ripetere la sua esperienza e mi esorta a sopportare finché mi é possibile. Certo é dura.
E il limite maggiore é quello economico.
Mi scuso per la reattività, giorno dopo giorno il vaso si riempie, finché nn straripa. A quel punto é impossibile contenere tutto a magguor ragione se si é in anonimato in un forum comprensivo e d’aiuto. Grazie anche a te, cara rossana, per l’aiuto che mi dai!
ROSSANA: capisco quello che vuoi dire, le tue perplessità. Il fatto è che potremmo metterla così: un file per volta.
E il fatto che non possiamo controllare i pensieri e le reazioni degli altri. Intendo dire che è ovvio che in una situazione con queste dinamiche e molto tesa, vista anche l’esperienza di sua sorella, pare scontato l’assioma: se mi sposto, se penso a me, inevitabilmente taglierò i ponti. Loro reagiranno in un certo modo perchè io sarò la traditrice numero due. Tuttavia il fatto di considerare ogni personale dichiarazione di indipendenza interiore, prima che esteriore, un attacco, un tradimento, una volontà di mettere disordine in un ordine costituito e non per ciò che è, cioè una semplice manifestazione di se stessi, che potrebbe equilibrarsi in maniera più armonica anche in una dinamica di gruppo famigliare, è un problema loro, non di sua sorella o stregatto. Può darsi, non è scontato, che loro reagiscano così. Poiché noi basiamo le nostre considerazioni sull’esperienza, l’esperienza dice a Stregatto che difficilmente i suoi potranno capire o reagire in modo assertivo. Cio è più realistico che pensare al Mulino Bianco. Tuttavia Stregatto continua a non centrarsi su se stessa (in modo costruttivo) perchè appunto è sempre in atteggiamento reattivo-difensivo-oppositivo ecc.In sintesi vive in ansia generalizzata. Cercando di far quadrare il cerchio ogni mattina, saltando come un canguro, non riesce a dirsi veramente: quali sono i passi che posso fare veramente per me? di fatto si autolimita in continuazione. Può darsi che i suoi reagiscano secondo il loro copione (in quel caso faranno una scelta, a loro volta. non è che loro sono esonerati dal fare scelte, solo perché hanno un certo copione, pure che quelle scelte non riescano ad esularne. Ma non è che loro non abbiano scelto se rifiutare o accogliere le istanze di autodeterminazione di sua sorella). e se così è, per quanto ovviamente non possa essere irrilevante anche dal punto di vista emotivo (soprattutto) che reagiscano in opposizione ecc, comunque Stregatto percepisce che così per lei è impossibile continuare. Il fatto che sua sorella abbia avuto a sua volta certe dinamiche con i suoi genitori da un lato ha creato altri giochi di equilibri globali di cui Stregatto si sente responsabile, credo (è rimasta lei di guardia al fortino?) e di cui si sente faticosamente parte. Al contempo però se fosse figlia unica le sarebbe ancora più difficile forse notare quanto una certa dinamica sia proprio dei suoi genitori e quanto loro si siano ostinati a mantenerla nonostante la reazione della sorella. Di fronte ad un diverso stimolo insomma hanno scelto di non cambiare strategia. D’altra parte però hanno ancora Stregatto, Stregatto su cui investire ancora di più tutto ciò che è possibile per dimostrare che non è loro l’errore, che loro hanno ragione, e che quella della sorella è stata mera insubordinazione. Abbiamo una figlia dissidente, ma l’altra è ancora qua. Questa la raddrizziamo.
Così dimostreremo anche all’altra, oltre che a noi stessi, che noi abbiamo ragione. Ovviamente Stregatto io faccio delle ipotesi, e anche mi scuso perché non posso sapere se le dinamiche sono proprio queste (e non è che i tuoi giocano a Risiko, i tuoi, da come tu racconti, mettono semplicemente in atto un copione che per loro è scontato, pessimo pure che sia. Privano anche loro stessi di una vita più armonica e più aperta, prima che tua sorella e te. Ma come possono dare agli altri quello che non sono capaci di dare a se stessi? Sopratutto se considerano ogni apertura un pericolo). Tu hai detto che non hai bisogno di leggere libri, ciò lo sai tu. Io onestamente credo che ci siano invece dei testi che potrebbero aiutarti, se non li hai già letti. Non ovviamente testi tipo “diventa manager in 4 giorni” o cose del genere, ma dei testi, seri, seppure divulgaltivi, che parlano di certe dinamiche forse, anche se non possono risolverti i tuoi problemi, potrebbero affiancarsi al tuo lavoro personale, anche darti dei punti di vista inediti rispetto al meccanismo. Non sono del tutto convinta che non potrebbero anche dirti cose che non sai, o che non riesci a cogliere essendo così dentro a questa dinamica. Apparenti sfumature anche. Riguardanti il tuo ruolo, non solo il loro.
Rossana, io non stavo dicendo a Stregatto di scappare stile chi l’ha visto senza soldi in tasca. E’ ovvio che le scelte vanno sentite e fatte con logica. ma bisogna riuscire a permettersi quella logica, costruttiva, più ampia, che nelle sue risorse va oltre alle idee fisse e anche autolimitative proprie del copione. Convidido il tuo punto di vista. Stregatto deve fare delle “svolte” per stare meglio, non peggio. Ma non penso sia questione di salti nel buio, quanto di vedere e vedersi. Bisogna stare anche attenti a non restare incastrati in un meccanismo per cui è proprio la situazione a impedire di attivare le risorse di cui si pensa si dovrebbe aver bisogno per spostarsene. Mi spiego?
Si rischia di andare per estremi: se non ho 3000 euro (dico per dire) non mi posso spostare, mi sposterò quando avrò 3000 euro. Nel frattempo però sono in blocco e non mi concedo neanche di trovare delle vie per mettermi sulla strada di averne 1500 e scoprire che non è vero che se mi allontano così morirò o succederà una catastrofe. Il fatto di stare continuamente in opposizione-difesa-tenere sotto controllo una dinamica di controllo ruba tanta energie e lucidità, anche nella persona più lucida ed intelligente. Il punto di svolta quindi è interno, riuscire a cercare soluzioni non più solo dal punto di vista della difesa-opposizione-controllo della situazione. Fossero pure passi minimali, che al momento possono pure passare inosservati, ma, uno vicino all’altro, cambiano la propria parte nel copione. da dentro. ciao 🙂