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Lettera pubblicata il 3 Agosto 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Stregatto88.
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(segue post 30) dimenticavo: sbottare qualche volta, sui temi giusti e con le parole appropriate, potrebbe essere anche salutare per migliorare, reimpostandoli, gli equilibri nei vostri rapporti.
Ciao Stregatto, premetto che non ho letto altri tuoi post, anche se credo che ci siamo incontrate in uno scambio di commenti su un altro argomento. Lascio qui qualche riflessione, fermo restando che la tua vita la sai tu, quindi appunto sono solo riflessioni e non ti sto giudicando.
Io non ho notato sinceramente l’effetto passerella. La scelta di uno scambio nel forum o privato mi sembra assolutamente personale.
Penso che nel momento in cui una persona fa il punto della situazione per raccontare chi è possa anche dire ciò che secondo lui o lei nella sua vita va o non va, in cosa si sente realizzato e in cosa no.
Peraltro (e ciò lo dico in generale) quando una persona è molto abituata ad essere criticata e giudicata dagli affetti più prossimi (ovvero quelli da cui tutti desideremmo essere più confermati, perché è umano, anche se poi andando avanti nella vita possiamo rapportarci anche con maggiore serenità rispetto al fatto che non ci possano confermare, per carattere, indole, schemi diversi, o anche una questione culturale… ove non intendo un’ignoranza culturale, ma una propria visione di ciò che è giusto o sbagliato, e la proiezione delle proprie ansia e dei propri desideri ecc) può capitare che anche inconsciamente tenda a dover dirsi più di altri: questo nella mia vita va, questo mi riesce, in questo mi realizzo, e anche, sì, in questo sono brava/o.
E che spieghi che il suo lavoro funziona magari anche perché, poiché fa un mestiere insolito, artistico, si sente tormentato da anni con una sorta di schema per cui esistono i veri lavori e quelli “finti”, quelli in cui si suda sul serio e quelli in cui si gioca. Da quello che racconti pare, purtroppo, che tu abbia sempre dovuto mantenere in famiglia una posizione di difesa, rispetto al controllo, al ricatto morale, e altre dinamiche. Non dico ciò giudicando i tuoi genitori. Le loro strategie servono a loro per restare in equilibrio, il problema è che qui stiamo parlando del tuo.
Anche le resistenza che possiamo avere rispetto ai consigli o la nostra sensazione che i consigli che pure cerchiamo ci invadano non credo siano solo dettati dal fatto di non voler ascoltare o che si tratti di immaturità, non sempre e non per forza. Le resistenze che possiamo avere, anche che ci portano a dire: “non posso fare che così, voi non capite” sono più complesse. E’ vero che una maggiore indipendenza ci rende liberi e ci permette di conoscere meglio le nostre risorse, e anche magari di uscire da un copione che consideriamo senza scampo… tuttavia il fatto di restare nello schema cercando una soluzione al suo interno senza permettersi realmente di staccarsene di più ha spesso dei costi altissimi, deriva anche da sensi di colpa, dalla paura di ferire più che di emanciparsi e altro, quindi dire a qualcuno che non si emancipa maggiormente per mera comodità non porta molto lontano. fermo restando che concordo con la tua strizzacervelli, fermo restando che comprendo che lo stacco ti spaventi perchè il distacco
la libertà, l’autodeterminazione e l’indipendenza, l’uscire dagli schemi dei tuoi genitori, ti sono sempre, mi pare, fatti passati attraverso il filtro del ricatto morale, della conseguenza catastrofica, sia a livello materiale che emotivo. Ed è soprattutto quello emotivo che genere ansia, più di quello materiale. Peraltro per chi in qualche modo (e non sto dicendo che sia il tuo caso, te lo pongo solo come riflessione generale) si è sempre ritrovato anche in una posizione di risolutore dei conflitti (spetta a me trovare un modo per mantenere l’equilibrio generale, spetta a me capire, spetta a me non esagerare nel ecc) ciò può avere una forte valenza anche nello scegliere.
Mi ripeto, Stregatto, io non conosco te, i tuoi genitori, la tua vita, mi permetto di fare alcune riflessioni dicendo delle impressioni sperando possano esserti utili. Se non hanno nulla a che vedere con te buttale via e bon.
Tu parli di una parte della tua vita in cui ti senti bene, realizzata, più libera, se ho capito bene, poi parli della tua vita a casa che è di tutt’altra specie. e’ vero che noi siamo fatti di tante parti e possiamo usare diversi registri a seconda delle situazioni, tuttavia è difficile essere se stessi in modo part-time. E la nostra vita è fatta comunque di vasi comunicanti. Se il nostro lavoro va bene può darci energia per resistere nel privato che è duro, il nostro privato che è duro può comunque toglierci energie e lucidità nel nostro lavoro. Cioè, anche se facciamo 1000 magari faremmo 12000 se fossimo in generali più sereni. E anche nella nostra vita sentimentale non viaggiamo a compartimenti stagni rispetto al nostro più generale sentire. Quando dico 12000 non intendo produttività, intendo altro. nè parlo di una perfezione generale. Ma intendo dire che comunque Stregatto è Stregatto, e che anche se è molto brava a barcamenarsi per tenere in equilibrio tutto ciò le costa molta fatica, tanto più se ha scelto un compromesso di una vita divisa in due. Un compromesso che, se è così, e se lo hai scelto per mantenere un equilibrio, ovviamente ha un senso. Tuttavia forse (non mi permetto di intromettermi nel tuo percorso con la strizzacervelli, ripeto è solo un’ipotesi, una riflessione) quello che la tua striz cerca di dirti è che non potrà funzionare all’infinito. Ma non perché esploderanno gli altri, ma perché esploderà la tua voglia di una vita e identità (che certo è un concetto ampio, ma c’è una naturalezza nel sentirsi fatti di tanti lati, o una sofferenza nel sentirsi castrati) unica e completa, e non part-time. Così come va ora non ti dai forse la possibilità di realizzarti completamente in quello che vorresti, anche inconsciamente potrebbe darsi, perché farlo per i tuoi corrisponderebbe ad un abbandono? Ma tu sai che non li abbandoneresti mai, anche se andassi a vivere in australia. anche se comprendo il tuo timore di perderli se esci dallo schema e dal compromesso, che però, mi sa, non fa bene a nessuno. Ciao!
Luna,
ho molto apprezzato la tua analisi. se fossi in Stregatto mi spaventerebbe il suggerimento finale, anche se mi sa che sia quello più azzeccato, quasi la strada obbligata, da attuarsi nel modo meno doloroso possibile.
Ciao Rossana, sono sempre molto felice di risponderti! Mi piace questo confronto! =)
Allora, un conto è la paura che un figlio voli troppo in alto, un altro ostacolare il suo cammino per futili motivi e con mediocri mezzi. Loro all’inizio appoggiavano il mio lavoro, mentre ora…Non c’è possibilità di un confronto e se anche ho delle sconfitte e ne parlo (come si dovrebbe fare in famiglia) ricevo in risposta nessun conforto e il solito leitmotiv ‘ma io da giovane alla tua età ero… e facevo…’
Questo è impedire che uno possa vivere la sua vita. Tutto per un sistema proibizionista e moralista. Il confronto non c’è su niente, non solo sul lavoro. E poi si lamentano che parlo solamente di cose futili. -.-‘
Da parte di mia madre non c’è mai stato un discorso come il tuo che ammetti di aver raffreddato gli entusiasmi di tuo figlio per paura. Da me c’è solo presunzione di sapere cosa è meglio per me (neanche avessero una sfera per le previsioni del futuro). Davvero, Rossana, per come sono fatta è impossibile resistere alle provocazioni di chi non sa niente e crede di sapere tutto.
Io non so tutto, cerco di essere nel mio una persona umile anche sul posto di lavoro, per quello che riesco, ovviamente. Si ha da imparare da tutti e sempre. Ho girato tutt’Italia e l’Europa tenendolo ben presente, ma detesto chi mi mette i piedi in testa e parla di come va fatto il mio lavoro pur non avendo mai provato. Non ha minimamente senso! e fa infuriare le persone!
Quel che non ho ancora detto è che alcuni amici che sento regolarmente notano i miei cambiamenti quando sono a casa. Dicono che mi sentono perennemente nervosa, pessimista, sul negativo andante. E credo che sia merito di tutta la ‘positività’ che trasmette mia madre.
Luna, ciao! è un piacere parlare con te. Ho letto i tuoi post e mi sono piaciuti tantissimo. Grazie per essere intervenuta.
Hai ragione, la mia posizione è quella di difesa. Difesa del mio lavoro e della fatica che faccio! Come dici tu siamo nella vecchia concezione di lavoro=fatica. Io non produco niente di concreto, dunque il mio non è lavoro (ma hobby) e di conseguenza non faccio alcuna fatica (magari!).
La scelta di parlare qui di questi problemi è oltre che uno sfogo (non me ne vogliate, per favore!)un modo per cercare altre idee per risolvere la situazione!
Come dici tu l’emancipazione ancora incompleta della sottoscritta non è dovuta alla comodità del guscio domestico (che per me è estrema scomodità) ma ai continui ricatti morali e materiali a cui giornalmente vengo sottoposta. Se me ne andassi nelle zona di mia sorella la porta sarebbe sbattuta in faccia automaticamente. Vorrei evitare rotture drastiche.
Giustamente il compromesso dell’equilibrio è destinato a durare per poco ancora. Troppo spesso sbotto, o mi innervosisco o litigo. Perchè il mio livello di sopportazione è giunto al punto critico. Una madre impicciona, egocentrica, capricciosa, ricattatrice e demolitrice non è decisamente quel che ci vuole.
Siamo d’accordo che niente è dovuto ma è alquanto illogico non trovare alcun appoggio in casa! è da pazzi. Si dice che in famiglia si condivide tutto, il bello e il brutto. Beh da me non si condivide affatto, perchè il bello viene smontato e il brutto non è comodo da ascoltare.
Mia madre e mio padre vivono nella favola di Alice nel Paese delle Meraviglie. Non sanno cosa c’è fuori eppure dicono che il problema sono io! Eh si. Sicuramente. Perchè una che piange tutto il giorno no che non ha problemi!
In definitiva quando dici che spendo energie per mantenere l’equilibrio hai ragione. A volte sono così stanca di fingere di essere un’altra persona che non ne posso più.
L’estate poi è il momento peggiore. =/
Comunque Luna mi ha fatto piacere leggerti e ti ringrazio di cuore per il tempo che mi hai dedicato con la tua risposta!
Ciao Stregatto…Io posso darti solo il mio modesto parere sulla base – purtroppo – anche della mia esperienza, per certi versi simile alla tua…E comprendo anche, perfettamente, che tu non voglia una rottura netta con i tuoi. Ma il sistema c’è, nei limiti perlomeno della TUA PARTE (e dopo te lo dico). Prima vorrei dirti che la tua psicologa, e mi dispiace, ma penso che abbia ragione. Stregatto: per la mia esperienza non si può “curare” un’altra persona… Puoi solo cercare di stare bene tu, e in caso mantenere il più possibile un buon rapporto: visitare i genitori, buttarti alle spalle le critiche (peraltro insensate e fondate in prevalenza su problemi psicologici dell’altro, su vario tipo di violenza e ricatti…). Qualcuno qui ha parlato, anche giustamente, di buttare giù BARRIERE. Ma vedi, se tu le butti giù e l’altro le crea continuamente, puoi farci veramente qualcosa? Puoi ottenere una vera comunicazione? Ecco che si rimane fregati… I rapporti diventano continui litigi, conflitti sempre uguali… No, Stregatto, così non si può andare avanti. Vengo allora alle soluzioni CONCRETE, quelle sole contano, i fatti, dopo le analisi… Le soluzioni, nel tuo caso (ma parlo anche per me), sono avere una tua vita, purtroppo lontana dai tuoi genitori. Dalla loro, purtroppo, negativa influenza. Il tuo problema, Stregatto, è solo il lavoro, la tua indipendenza, e il dover stare, periodicamente, sotto ricatto…Allora, secondo me, la soluzione è: avere un lavoro per tutto l’anno, sostituire in caso il lavoro che vuoi, quando non lo hai, con un altro lavoro per l’estate. Dai tuoi genitori devi andare solo per vacanza… Per andare a trovare loro, e non per non sapere come passare il tempo, litigando su se fai tardi la sera o no. Vai per un poco, stai con loro, fai quello che loro desiderano (non conosco le loro abitudini, ma una vaga idea la posso avere) e RIPARTI. Non dire loro che vai da tua sorella. Se necessario MENTI. Di’ che sei costretta ad andare, per LAVORO e basta. E quando te ne vai, vai tranquilla, senza litigi, A CAUSA DEL LAVORO. Se loro sono arrabbiati, comportati normalmente. Se loro cercano lo scontro, tu non lo fare: stai semplicemente andando via per lavoro… Telefona loro, come nulla fosse, quando sei lontana, per sapere come stanno. E se tua madre piange… Francamente, è ovvio, è un problema suo…In questa famiglia mi pare evidente che ci siano dei problemi, e da parte dei genitori, per i figli in conseguenza: due figlie che hanno problemi con i genitori non sono un caso.
Se possibile vai pure vicina a tua sorella, è bene coltivare il rapporto con lei, e non perdere anche lei… Basta non dirlo ai tuoi genitori. Di’ sempre che vai per lavoro, che la sorella non la vedi e non la senti (se così loro, nella loro estrema problematicità, desiderano…),e piuttosto organizzatevi voi due a sostenervi a vicenda, anche nei periodi in cui non hai lavoro tu. Si adatteranno alla situazione. DOVRANNO. Dipenderà anche da te, per la tua parte.
clarissa, io sto già facendo un po’ di quel che dici. Mento sempre sui rapporti che ho con mia sorella. E vego accusata di falsità e altre cose.
Davvero nn capisco il motivo di tanto astio. Nn ha senso. E come dici tu dovrebbero chiedersi cosa c’é che nn va se in due abbiamo problemi! Grazir clarissa, cercherò di cambiare lavoro sennò come dici tu esploderò a breve!
Stregatto,
se ho capito bene (altrimenti contraddicimi pure), al momento non puoi contare su una tua indipendenza economica, pur avendo un lavoro che ti piace molto. e non è che con i tempi che corrono sia facile trovarne altri più sicuri o più remunerativi…
se vuoi mettere da parte il denaro per comprarti un piccolo appartamento tutto tuo (per non sprecare risorse in affitti, nemmeno condivisi), non ti resta che barcamenarti meglio che puoi nella relazione con i tuoi (che pure affermi di amare), fermo restando che un distacco da loro (più “morbido” possibile) sia nella logica evoluzione della vita di una giovane donna, soprattutto se angariata e incompresa in casa.
se vogliamo essere concreti, forse al momento qualche lavoretto estivo, che riduca la tua permanenza in casa e ti consenta di raggiungere prima il tuo obiettivo di autonomia, resta il compromesso più semplice per superare questa stagione.
il resto avverrà con tempi e modi non facili da identificare a tavolino… quanto al motivo di astio dei tuoi, se non è dovuto a una loro chiusura al mondo esteriore, facilitata dall’ambiente ristretto in cui vivono, questo dovrebbe essere da te analizzato a fondo, perchè è sempre utile capire, pur essendo consapevole che difficilmente, a questa loro età, i loro punti di vista potrebbero cambiare…
Ciao Stregatto. Oh, io lo immagino che tu stia facendo già (e che tu lo stia facendo da chissà quanto tempo) quello che dicevo… Non staresti così, cercando una mediazione, un dialogo, con chi è rigido e ti aggredisce e ti dimostra continuamente sfiducia (nemmeno a una ragazzina di quindici anni, un genitore SANO, io ritengo, dovrebbe guardare dentro la borsetta: un genitore dovrebbe insegnare la buona educazione, essendo lui estesso educato… Ritengo, e insieme fondare i rapporti sulla FIDUCIA, e principalmente poi con i figli… A partire da quando sono piccoli…) e avresti rotto come tua sorella, che probabilmente era più grande e non sapeva che altro fare. Tu invece hai il suo esempio e vuoi evitare gli stessi “errori”. Infatti non devi rompere con loro, devi solo andartene PER LAVORO, perché hai un impegno e non puoi non mantenerlo… Non possono dirti niente così. Diranno lo stesso, ma se tu vai senza litigi non potranno chiuderti la porta definitivamente… E se lo faranno sarà una scelta tutta loro, non potrai farci niente. Spero che potrai almeno mantenere e continuare a mantenere un rapporto importante con tua sorella. Penso – immagino – che lei abbia sofferto molto e soffra ancora. Restate unite, almeno voi due. Vi sono mancati, purtoppo, dei genitori equilibrati… Non credere: è cosa abbastanza diffusa… Non perdere tempo ed energie preziosissime, a chiederti perché loro non si fanno domande… Hanno dei problemi e tu non puoi aiutarli. Non ora, almeno. Hai bisogno tu. Di pensare alla tua vita in maniera positiva. Di evitare scontri continui dovuti a loro comportamenti irrazionali, assurdi, che non ti portano a niente: solo a farti male.
Sei una ragazza in gamba, Stregatto. Hai bisogno di ritrovare la fiducia: e non la troverai lì, ma dove avrai qualcuno ti dimostri che ti stima e che ti ama veramente.
Quando sarai più forte, più sicura, allora, forse potrai fare qualcosa per i tuoi genitori. Li vedrai per quello che sono; li accetterai per quello che sono, probabilmente provando solo bene per loro, compassione per i loro umani limiti e i problemi irrisolti… E anche avendo la consapevolezza che non cambieranno mai… Tuttavia sarai serena: se avrai costruito la tua vita non potranno distruggertela.