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Lettera pubblicata il 24 Febbraio 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore reve.
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Il rapporto con la casa, e cosa fare o no, che valore diamo all’ordine o al disordine è una di quelle cose che vengono da lontano, e che spesso racchiudono anche dei “simboli”, per tutti noi. come i concetti: all’uomo spetta, alla donna spetta.
Ci sono persone che se non hanno una casa ordinata come un museo stanno male, altre che se l’hanno ordinata come un museo stanno male.
C’è chi quando è nervoso pulisce e chi quando è nervoso accumula 100 piatti nel lavello. A volte entrambe le cose convivono nella stessa persona. Esistono delle regole, è vero, ma anche varie interpretazioni di quelle regole… ma quando vivi con qualcuno si presenta il problema che a entrambi sia permesso di esprimere la sua personalità e di vivere la casa come un nido, e non come una caserma, ma allo stesso tempo che non ci sia una persona che fa tutto quello che l’altra persona non fa (dando pure per scontato che sia fatta). Io vengo da una famiglia in cui, anche i nonni, gli uomini hanno sempre collaborato. Anche la mia nonna che non lavorava e che si occupava principalmente della casa, aveva accanto un uomo a cui veniva automatico aiutarla ad aparecchiare e sparecchiare, portare via le immondizie se usciva e non lasciare buccia di banana e mutande in giro. Non è questione di perfezione, ma per me è automatico che l’uomo non faccia il “bambino” in quel senso, e che non muoia di fame se deve farsi una pastasciutta. Forse ho pure dei modelli famigliare di uomini parecchio “ordinati” in quel senso, ma devo ammettere che per me è più naturale pensare ad un uomo che collabora piuttosto che a uno che non fa un tubo e dà per scontato che gli corri dietro.
Io sono disordinata, un’accumulatrice di carte sulla scrivania, non ho la fissa delle pulizie, e sono perfettamente d’accordo che se c’è il sole usciamo e se possiamo facciamo dopo, mi piace… l’ordine con allegria. Per gli uomini più ordinati la disordinata sono io. ma ci sono delle cose che non sopporto, e sono quelle che non sopporti tu, mi pare di capire, li considero gesti normali. ho imparato quando ero piccola che la buccia della banana si butta via e che esiste una base per cui le cose funzionano meglio. Ho vissuto per varie ragioni con varie persone, riflettendo anche sul concetto di ordine e disordine e di abitudini. Noti il fondersi con armonia di concetti simili o diversi o no. Non sposarti finché non sei convinta. La convivenza dà anche la possibilità di trovare punti di incontro o anche di ammettere che non ci sono
La leggo solo ora…sento e capisco benissimo quello che racconta. Non si sposi se non è convinta!