Egr. Sig. Presidente,
Mi permetto di rubarLe del tempo per metterLa al corrente di una situazione divenuta insostenibile.
Le scrive un dottore biologo abilitato, iscritta al 3° anno presso la Scuola di Specializzazione in Patologia Clinica dell’Università degli Studi di Catania.
Per conseguire la laurea ho sostenuto, insieme alla mia famiglia, sacrifici immani, col passare degli anni sempre più pesanti economicamente.
Mio padre, prima lavoro precario e ora pensionato, ha voluto tenacemente che io e mia sorella non mollassimo gli studi, nonostante sapesse che la vita per figlie di un “non professionista”non sarebbe stata facile. Non voleva però che lo stato di onesta precarietà che aveva vissuto lui, fosse la regola anche per noi. Al momento, sia io che mia sorella, ci siamo laureate con sacrifici, facendo qualche lavoro stagionale, anche quello che oggi è definito “ausiliario del traffico”; naturalmente nessuno in questo clima finanziario assume biologi con la semplice laurea quinquennale, se non per sfruttamento occasionale come mi è recentemente capitato, così abbiamo optato per l’ingresso, dopo difficilissimo esame, presso le rispettive Scuole di Specializzazione, contando su eventuali lavori, anche p/t, a tempo determinato, anche da segretarie o da semplici impiegate (non ci sarebbe importato SE CI FOSSE STATO) , giusto per sostentarci e pagare le tasse per i successivi 5 anni, tasse sempre più ingenti di anno in anno.
Il nostro problema inizia proprio da ciò: entrambe graviamo sulla pensione (€750/mese circa) di nostro padre, siamo in 4 in famiglia, mia madre casalinga, tasse e bollette da pagare, alimentazione e vestiario a parte, io e mia sorella iscritte a Scuola di Specializzazione con problemi che molti non solo non capiscono, ma nemmeno riescono ad immaginare. Per anni siamo cresciute senza uscire alla sera, ma non ci è importato perché avevamo un progetto da ultimare e ora che siamo quasi alla fine ci viene chiesto di mollare tutto perché non abbiamo i mezzi, non dico per poter prendere casa a Catania (essendo fuori sede) , ma nemmeno per poter viaggiare in treno ogni giorno, non ci stiamo più.
Noi biologi siamo LA diagnosi: un medico senza le nostre analisi specialistiche potrebbe anche chiudere studio o far male alla gente in sala operatoria. La Scuola di Specializzazione per i medici è pagata, mentre noi biologi, pur avendo gli stessi doveri, non solo non abbiamo gli stessi diritti, ma nemmeno i soldi per tirare avanti. Perché? In fondo non siamo nemmeno il 10% rispetto a loro. Per tamponare in attesa di qualche legge nazionale abbiamo provato anche a chiedere un aiuto presso la Regione Sicilia, ma non essendo appalti su cui investire nessuno ci ha ascoltato, né risposto, nonostante il problema deglii Specializzandi non medici si trovasse al 1°punto all’ordine del giorno della Commissione tenutasi il 23 marzo 2010 presso la stessa Regione.
Prima dell’approvazione della Finanziaria regionale han reperito circa 400milioni di euro per i contratti di formazione degli specializzandi medici e non ne han trovato 5 milioni per noi specializzandi biologi. Mi chiedo: dopo decenni di studi, è giusto che chi non ha i mezzi non possa finirli per crearsi un domani? È corretto che gente ignorante o con precedenti penali o solo con conoscenze delle persone giuste ci superi nella ricerca di un lavoro? La nostra Costituzione attesta che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che la Legge è uguale per tutti, ma sin dai primi anni di Università mi è stato propinato esattamente l’opposto.
“Qualcuno”ha paragonato gente della mia età, che vive a spese dei genitori, alla figura di bamboccione. Questo”qualcuno” si è chiesto se per tutti si potesse utilizzare quel termine? Al nord non so, ma qui in Sicilia, chi è costretto a vivere ancora in casa lo fa per evitare di uscire in strada a fare il barbone o il delinquente, quindi la parola bamboccione suona come un’offesa.
Sento ogni giorno che le fazioni politiche si azzannano sugli argomenti di gossip, ma non le ho ancora viste azzannarsi per battersi circa il tener aperta un’industria o per far riaprire in concorsi in Sanità Pubblica: uno Stato sano è economicamente più redditizio di uno Stato che invecchia povero e malato, mi compiaccio degli economisti italiani. Se si toglie denaro e salute agli strati più bassi e numerosi della popolazione italiana si rischia di far chiudere via via imprese più importanti di quella sotto casa. Anche i “signori” della nostra economia, con la situazione attuale, non venderanno più in Italia. Allo stato attuale anche gli Extracomunitari, con tutto il rispetto per loro, han più diritti di noi circa il lavoro, circa la spesa sanitaria, circa il riconoscimento degli studi e il loro svolgimento.
Per quanto concerne il nostro problema, Le chiedo, Signor Presidente, di intercedere a nostro favore. Discuta della questione di noi Specializzandi non medici immatricolati prima del 2008/09 in corso, presso maggioranza ed opposizione, non importa chi risolverà il problema, ma che lo facciano ed in fretta. Qua la situazione è grave e diverremo sempre di più a ribellarci a questo stato di sopravvivenza (non di vita) .
Io personalmente utilizzerò tutti i mezzi legali per farlo. Fino ad ora mi ha dato voce solo un quotidiano nazionale, gli altri nazionali e i giornali locali finora non mi han dato ascolto, così ho pensato di importunarLa e di mettere al corrente di questo problema le forze politiche, alcune istituzioni e i media nazionali.
Magari si chiederà perché questi problemi per le Scuola di Specializzazione stanno venendo fuori tutti adesso; sinceramente posso azzardare solo qualche ipotesi: forse perché prima le Scuole di Specializzazione per non medici erano caste chiuse e quindi non esistevano problemi economici e quei pochi studenti non benestanti si poggiavano sulla certezza di borse di formazione di cui prima le case farmaceutiche erano prodighe. Non so, forse perché scarseggia il lavoro, forse perché non si vede oltre il domani. So solo che ieri, dopo aver pagato le tasse universitarie di fine mese, per poter fare l’abbonamento al treno per me e mia sorella ho investito i pochi risparmi. Il mese prossimo si vedrà.
La prego faccia vincere l’onestà, prenda a cuore la nostra causa!
RingraziandoLa per l’attenzione prestatami e auspicandomi un suo veloce intervento di polso, Le porgo
Distinti Saluti.
“E’ corretto che gente ignorante o con precedenti penali o solo con conoscenze delle
persone giuste ci superi nella ricerca di un lavoro?”
Con la tua laurea in biologia e la specializzazione che stai conseguneto, se ne hai la
possibilita’ emigra all’estero. Ci sono paesi europei e extraeuropei pronti ad assisterti nel
completamento della specializzazione e a offrirti successive e gratificanti proposte di
lavoro.
Se resti in Sicilia rischi la precarieta’ di trovarti tutta la vita a carico della pensione di tuo
padre. Il Bel Paese non merita il talento di chi e’ umile e capace.
Fuggi a gambe levate.
G.
Non sempre emigrare all’estero è la soluzione migliore, io l’ho fatto,
ma nessuna nazione straniera si carica i costi di formazione di un
cittadino di altro paese… prima si pensa ai propri connazzionali poi
se avanza qualcosa viene redistribuito! Io sono appena rientrato dagli
USA per problemi economici, non potevo più neanche “sopravvivere”
senza contratto formazione lavoro di cui beneficiano i colleghi
medici!
Carissima specializzanda patologaanche anche l’Italia del Nord è nella
stessa condizione critica e drammatica per quanto riguarda gli
specializzzandi non medici area servizi sanitari!
Pongo una domanda: ma se durante l’incarico di formazione con
obiettivo di fornire il quadro clinico laboratoristico al medico
sbagliamo perchè quel giorno non avevamo soldi per recarci a lezione
coi mezzi pubblici e qualcuno muore allora qualcuno si renderà
veramnte conto della nostra condizione e in che situazione di estrema
difficoltà viviamo?
Grazie per l’attenzione!
RF
E’ quello che immaginavo…la favola dell’emigrazione all’estero viene usata per distogliere l’attenzione da un problema reale. Se ci fate caso, ogni volta che si prende l’argomento “scienza” e lo si vuole chiudere si racconta la storiella dell’andar via dall’Italia.
Dobbiamo far capire ai nostri governatori che noi esigiamo la formazione retribuita e la sicurezza di un lavoro e la vogliamo qui in Italia. Non è possibile che si vada avanti così.
Tante notizie ci giungono i ritardo o non arrivano: abbiamo internet, usiamolo per comunicare e informarci, ralizzare qualcosa di legale e costruttivo. Se anche voi del Nord Italia avete idee, fateci sapere: la class action nazionale spero sia iniziata dopo tanti mesi e tanti soldi spesi. E sappiamo che sarà lunga.
Cara Laura,
Abbiamo molte idee al Nord in merito alla questione e le stiamo
sviluppando mediante approcci con le Istituzioni Competenti.
E’ difficile entrare in contatto tramite questo blog, mi piacerebbe
potessimo scambiare due chiacchiere in privato! Come facciamo? se
scrivo la mia e-mail poi tutti sapranno chi sono… Suggerisco di
ritrovarci sul gruppo facebook “Biologi e “Non Medici Sanitari”
Specializzandi: Legge per i contratti”
LINK:
http://www.facebook.com/group.php?gid=56480732116&ref=ts
Ciao!
RF
Ciao Laura, non esiste una “fiaba da paese straniero”, ma all’estero esistono opportunità che il Bel Paese non offre ai propri figli.
Ti sto scrivendo dagli Stati Uniti ove risiedo e ove anni fa mi laureai. È vero che da residente potei godere di Finacial Aid (mutuo scolastico decennale a basso tasso di interesse) ai cui gli studenti stranieri non hanno accesso. Posso tuttavia affermare che le scolarships (borse di studio) disponibili sono infinite e vengono assegnate un po’ a chiunque (stranieri inclusi) con criteri che spaziano dal merito accademico alla mera appartenenza ad una particolare etnia o nazionalità. E so di gente che si è pagata interi corsi di studio con questo sistema.
A questo si aggiunge l’impagabile possibilità di effettuare ricerca retribuita nel proprio settore di specializzazione, opportunità questa a dir poco impossibile in Italia. Certamente si fa fatica a lavorare e studiare, ma questa è una cosa che qui fanno tutti a cominciare dalla scuola media.
Ho conosciuto numerosi studenti stranieri che dopo essersi laureati nei paesi d’origine, si stavano specializzando nel conseguimento di Master o un PHD seguendo le modalità sopradescritte. Tra questi un italiano che al conseguimento del suo PHD in Electrical and Computer Engineering alla mia domanda su cosa avrebbe fatto ora rispose, “Vorrei tornare per poter contribuire con quello che ho imparato. Purtroppo l’Italia fa di tutto per mandarti via…”
Seppi che ricevette immediatamente un’eccellente offerta di lavoro e quindi non tornò. Lo fece soltanto qualche anno più tardi, quando nonostante il suo impressionante curriculum, ottenne la cattedra di professore associato in un’università della sua regione. Soltanto recentemente ho saputo che frustrato dal sistema universitario italiano, è tornato qui accettando l’offerta di un’azienda statunitense impensabile in Italia.
CONTINUA
Sono d’accordo che la soluzione non è fuggire i problemi ma affrontarli cambiando i parametri a casa. Purtroppo però l’Italia è il paese dove è l’immagine a prevalere sulla sostanza. È il paese delle veline e dei calciatori, e non degli scienziati. E l’unico futuro per un paese che maltratta la scuola e taglia i fondi per la ricerca, è l’inevitabile implosione, perché se non investi in tecnologie, ti ritrovi ad acquistarle da chi le produce. Questo è infatti ciò che fanno i paesi sottosviluppati ai quali l’Italia sta sempre più vergognosamente assomigliando.
Concludo augurandomi che prima di essere archiviata in qualche cestino ministeriale, la tua lettera venga almeno letta dall’usciere del segretario al sottosegretario di una qualche commissione governativa…perché in fondo questa è la considerazione che il Bel Paese garantisce ai propri figli.
Qui, al contrario, la classe politica risponde direttamente ai propri cittadini, e non è demagogia se nonostante io sia il “signor nessuno”, ho pieno e totale accesso al governatore del mio stato, tramite posta, email, telefono e persino appuntamento personale. Credo quindi di non potere essere smentito se affermo che tu non puoi vantare lo stesso trattamento da parte dei tuoi rappresentanti locali. E non mi riferisco al sindaco, ma a un qualsiasi imbecille di consigliere di zona o di quartiere della tua città.
Ma in fondo, questo è un discorso buono per un’altra puntata.
G.
Non voglio mettermi a far polemica sulla politica italiana, si sa quello che è e conosciamo la leggerezza della molta gente che crede di far strada tra veline e calciatori, ma cè anche tanta gente intelligente e che merita sul serio di vincere nella vita: io voglio solo far conoscere un problema reale come ce ne son mille in Italia e risolverlo. Ripeto, è semplice scappare dai problemi, ma se non si risolvono uno per volta non cambierà mai nulla e spero che in questo troverò diversa gente d’accordo. Vedo che in tanti si stan muovendo per far qualcosa e allora continuiamo finchè non risolveremo tutto. Dobbiamo avere tutta l’opinione pubblica dalla nostra parte. E soprattutto far muovere i politici che troppo spesso voltano il viso altrove per non vedere i problemi.
Anche se il mio tono puo’ essere sembrato polemico, non lo era. La mia era una descrizione
dei fatti.
Sono d’accordo con te, che un mondo migliore si crea cambiando lo status quo che va bene
soltanto agli inetti e ai conservatori di privilegi.
Per questo ti auguro un buona fortuna dal cuore.
G.
Mi dispiace per voi Biologi, ma le scuole di Specializzazione della Facoltà di Medicina comprese quelle laboratoristiche sono per Medici! In tempi di vacche grasse furono aperte anche ai biologi, ma adesso le cose sono cambiate economicamente e culturalmente. La dirigenza di un laboratorio diagnostico la può fare benissimo e con più predisposizione culturale il medico specialista la parte tecnica la possono appunto fare i tecnici!! Credo che ciò sia testimoniato dal fatto che all’estero le scuole di specializzazione mediche non siano aperte ai biologi (che invece possono fare PhD master etc) Il nostro adeguamento salariale ai colleghi europei e’ stato fatto perché le norme europee tutelano appunto i medici! Non capisco perché vi incaponite a voler fare gli pseudo-medici frustrati lavorando nella sanità pubblica quando potreste dedicarvi a ricerca ed a campi pertinenti la vostra laurea! A me dispiace sinceramente per voi ed i vostri problemi ma non sopporto questo vittimismo. Io scegliendo Medicina sapevo a cosa andavo incontro, se avessi scelto Biologia avrei voluto dedicarmi al mio campo e non alla Sanità Pubblica.
Forse sei poco informato, ma la direzione di reparti di patologia clinica e di laboratori privati, prima che i medici si adattassero ad un ruolo che non fosse il loro, era svolto prettamente dal biologo. Che poi le forze politiche e la forza dell’ordine dei medici abbiano fatto in modo di far soccombere in qualche modo poco chiaro l’ordine sei biologi già messo male di suo, e che abbiano creato una figura made in medicina e chirurgia quale il tecnico di laboratorio per far il lavoro sporco del medico, questa è un’altra storia. Il biologo nasce per far analisi cliniche e refertarle, quello di cui parli tu, che non fa il lavoro analitico è il naturalista, che è tutt’altra cosa. Il medico dovrebbe stare in sala operatoria o nei reparti a cercare di interpretare le analisi che il biologo invia e non a girovagare in un ambito di cui sa poco qual’è il laboratorio. Noi biologi alla fine della specializzazione siamo medici specialisti esattamente tal qual voi, quindi ognuno cerchi di stare al proprio posto.