Souvenir per poveri
Guerra in Ucraina.
Lancio uno sguardo disincantato alle immagini di una guerra spaventosa e mi chiedo se questo film dell’orrore non ci abbia cambiato trasformandoci in persone in grado di rimanere indifferenti davanti alla violenza al suo grado piu’ alto.
Mi e’ difficile trovare ragioni che spieghino quanto avviene sotto ai nostri occhi, nei cortili delle nostre case:
dalle finestre, ammucchiati sui balconi, ce ne stiamo, impietriti da sentimenti contrastanti.
Ho dato così uno sguardo alla parte oscura della mente degli uomini ma ho dovuto scappare.
E’ il tempo dell’odio, delle parole mute.
Faccio un ragionamento.
Viviamo accanto alla tragedia ma la ignoriamo, Noi gente per bene, noi politici dirigenti operai studenti anziani giovani adulti.
Siamo la società dell’inganno, delle parole invadenti, la democrazia tradita, le regole gettate al vento.
Un maledetto giorno ci siamo alzati e abbiamo scoperto che era cambiato tutto, il mondo si era rovesciato, come un libro di storia sfogliato a partire dall’ ultima pagina.
A pochi chilometri da noi in Ucraina c’era tutto l’odio del mondo e noi non ce ne siamo accorti, non eravamo preparati.
D’un tratto era normale vedere eserciti che si scontrano e sentir parlare d’armi e strategie.
Soldati russi che non sapevano neppure dove stavano andando, in testa un solo ordine, ammazzare tutti.
Questo il compito per cui erano stati presi oltre gli Urali così lontano da sembrare Marte.
Chilometri e nebbia e gente che cresce vive e pensa, non ama l’occidente oppure lo odia.
Altro che mondo globalizzato.
Ora ritorno alle prime.
immagini di guerra: soldati che entrano nelle case e rubano la lavatrice come se fosse un souvenir ma è un trofeo per poveri.
C”era un soldato la cui moglie raccomandava di violentare molte donne nemiche.
Da un vocale si capisce tutta la rabbia dei soldati dell’ esercito aggressore mentre sale la paura della sconfitta e si prende coscienza forse di quanto fatto nei villaggi e le torture ai bambini e vecchi, violentati e
seppelliti tutti insieme, offesi anche da morti.
Gian Luigi Monari
Genova
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Categorie: - Riflessioni
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“D’un tratto era normale vedere eserciti che si scontrano e sentir parlare d’armi e strategie”… In realtà è una situazione che va avanti da 8 anni…