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Lettera pubblicata il 5 Giugno 2007. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uomotriste.
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Cara Luna,il tuo intento “moderatore” è apprezzabile, e condivido che non debbano esserci differenze tra sciacalli e sciacalle, che agiscono conseguentemente su entrambi i sessi, ma non nella stessa proporzione, mi consentirai. Infatti si sente parlare poco del…crocerossino. L’accettazione, con le relative conseguenze di strazi, incomprensioni e sofferenze, mi sembra più appannaggio del sesso femminile. Senza voler cercare statistiche, basta vedere la bibliogarfia sull’argomento che tratta principalmente se non esclusivamente casi al femminile. Esemplare è il libro che abbiamo già citato “Donne che mano troppo”. C’è qualcosa, in quel “gettarsi” nelle braccia del carnefice che sembra riguardare più l’altra “metà del cielo” e quali ne siano le cause è qualcosa che non si comprende mai appieno, ma è certo che “lo st…zo” ha qualcosa in più che attrae. La mia compagna ( e chissà quante altre come lei) si sarà interrogata mille volte sul perchè sentisse “quella attrazione magnetica” che non si spegneva, nonostante le ripetute dimostrazioni di egoismo e menefreghismo del suo “obiettivo” amoroso. Che si trattasse di una sfida, attraverso la quale dimostrare a se stessa un “valore di mercato” come donna, o addirittura una “necessità” di sofferenza,( che esiste, per quanto assurda sembri) non credo che lo scoprirò mai; sia per la mancanza di mezzi culturali adeguati che forse per la presenza, in quei sentimenti, del famoso cocktail di pulsioni che spaziano dall’istinto puro sino alle immagini che ogni ragazza si fa di un ideale maschile, sulla base della propria educazione ed esempi ricevuti dell’immagine maschile. Citavo tempo fa una frase di Freud,non uno qualunque, che si rassegnava a non aver capito, dopo oltre trentanni di studi della psiche femminile,cosa veramente volesse una donna.
L’innamoramento verso uno “sciacallo” provoca innanzitutto una caduta della propria autostima, provocando “sensi di colpa”, come a tutti i soggetti che non si sentono accettati da chi “dovrebbe ” amarli. Tipico è il caso dei bambini trascurati,che, seppure non necessariamente maltrattati fisicamente dai genitori, si sentono sempre colpevoli delle cose che non vanno in famiglia, ma cercano continuamente un riconoscimento, anche modesto, dal genitore. Si “accontentano” perchè ne dipendono sia fisicamente che psicologicamente. Lo stesso accade in certe relazioni “amorose”, dove il ricatto è più palese, ma le conseguenze le stesse: “sono schiavo di questo sentimento, non riesco a fare a meno di te e mi accontento”.
Non dimenticherò una dichiarazione della mia lei, che si accorgeva di provare “meno attrazione” verso lo sciacallo quando questo le dimostrava un pò di interesse in più, cercandola, quando lei non si faceva sentire da un pò; quasi come se lui perdesse “prestigio”. Preferiva la “subordinazione”, l’ansia dell’attesa, l’incertezza: quello era il suo vero ruolo. C’è chi “vuole un padrone”,forse per via di quella fuga dalla libertà di cui accennavo. Che dire? >>
Io temo di dover ammettere che, per quanto nevrotica e paradossale, relazioni come quelle che ho descritto,soprattutto per la figura che io identifico come “vittima”, sono comunque “storie d’amore”, e quindi “indimenticabili”, soprattutto se poi è la prima. La componente sado-masochistica insita nella relazione, rende la vicenda molto simile a quanto possiamo riscontrare nell’ ampia casistica della produzione artistica che spazia dalla tragedia greca sino all’opera lirica, per quella più colta, e, attraverso la letteratura, sino alla filmografia, per finire con le canzonette e i romanzi cosidetti “rosa”. Non troviamo, in questo exursus un solo esempio di relazioni “normali” se ci pensiamo bene. L’eroina tragica, che va da Penelope, la paziente moglie di Ulisse, ad Anna Karenina, madame Buttefly,sino alla Traviata,per fare un esempio,personaggi che non vivono storie precisamente “normali” in cui la componente della sofferenza e della “tragicità” le rende epiche,e guarda caso le protagoniste sono sempre donne, donne che “soffrono per amore, con o senza epilogo cruento.
Insomma,le storie normali, quelle non interessano nessuno. quelle servono per “sposarsi” e fare la vita banale e noiosa di tutti i giorni. Capisci ora perchè la mia lei non dimenticherà mai il suo “sciacallo”? Purtroppo lei si sentiva e “voleva” vivere un amore come la Karenina, o madame Butterfly in quella storia, ma ha dovuto accontentarsi di un cialtrone portoghese per viverla, che con Pinkerton noi maschiacci veri diremmo: “non assomigliava neanche nel pis…re”. E’ quella la vera tragedia.
Ora devo “volare”, ci risentiamo.Grazie per i tuoi interventi
Ciao a te e a tutti. Blu
Un abbraccio a tutti
BLU, il discorso sulla letteratura di genere e i modelli culturali sarebbe lunghissimo. E hai citato, in realtà, anche cose come il ‘rosa’ che propone in realtà dai suoi albori (ha avuto in seguito sviluppi e ramificazioni) un modello e un’impostazione diversa da quella da te citata. Anzi, pure opposta. Di uomini che pure si accoppano per donne sciacalle la letteratura non difetta. – la sindrome da crocerossino, come tu la chiami, esiste. E ne trovi ampi esempi anche in questo forum. – ‘donne che amano troppo’ e ‘lettere di donne che amano troppo’ son libri che mettono in luce in particolare il problema della dipendenza affettiva, della co-dipendenza, del perché una persona, anche per il suo vissuto possa ‘auto-ingannarsi’ e compiere certe scelte e agire certe modalità. Ma, mi ripeto, secondo me, se sei interessato all’argomento, anche in modo più generale, potrebbe esserti utile leggere ‘molestie morali’ o testi come ‘la manipolazione affettiva – quando l’amore diventa una trappola’ di isabelle nazare-aga. Perchè ‘insisto’? Leggendoli forse ti risulterebbe più chiaro. Anche perché non è necessario amare, di base, troppo, o ‘non sapere cosa c’è in giro’ per finire in una trappola. Per quanto, usciti dalla trappola (assai complessa) si diventi in grado di annusarne una a sei km.
ma se è vero che esistono persone che di base, per dei loro irrisolti, vanno proprio inconsapevolmente a cercarsi determinate situazioni, e anche in modo seriale, perché credono che amare troppo sia amare e anche il solo modo di tentare disperatamente di farsi amare, accogliere, confermare, se è vero che ogni rapporto scatena la “reazione chimica” tra i reagenti di due individui ed è un passo a deux, se è vero che ciascuno di noi può avere i suoi nodi da sciogliere e trovarseli di fronte tanto più quando si trova in una determinata situazione, e se è vero che una persona nella vita può ritrovarsi a leggere la norwood e ritrovarsi o anche in ‘la principessa che credeva nelle favole di m. Grad -se non erro- io ‘insisto’ perché trovo fondamentale avere, se interessati, una visione più completa dei meccanismi della trappola. Non basata solo su un auto-inganno. Ma anche su una confusione indotta e su una reazione. La tua compagna, mi dici, ha cominciato la sua educazione sentimentale da una trappola anche perché era una donna incastrata nei suoi auto-inganni di chi pensa che amare troppo sia la sola via percorribile. E poi ha sciolto anche l’autoinganno. Io però non lo ero. Non ero una donna che ama troppo. E MAI sottolineo MAI ho pensato che il mio compagno fosse PIU’ attraente quando era più stronzo o irraggiungibile. E’ chiaro che le sue modalità mi hanno fortemente destabilizzata, intrappolandomi. E che se io avessi avuto una serie di chiavi di lettura che oggi ho non sarebbe successo. Ma se non le avevo era anche e proprio perché non immaginavo neppure che certe dinamiche contorte e distorte esistessero. E quando nella vita mi era capitato di incontrarle (ad esempio nel caso di una ex “suocera” super molestatrice morale, per gelosia nei miei cfr) a istinto avevo percepito e a istinto mi ero difesa nel modo adeguato ma un nome alla cosa non sapevo darlo (avevo 18anni@. E” chiaro che le dinamiche del mio ex hanno trovato terreno fertile nella mia sensibilità, empatia e in certe mie cose che dovevo osservare. Ma nel modo più assoluto non ero sadomasochista, non cercavo relazioni burrascose e, per quanto io abbia una propensione per ‘il sociale” e di protezione istintiva per i più deboli ciò non è mai stato in chiave dipendente
blu, ovviamente non discuto l’esperienza personale della tua compagna, il suo, vostro percorso, le risposte specifiche che si è, vi siete, ti sei dato. Tra l’altro stimo il fatto che tu, oltre ad aver cercato delle ‘chiavi’ per il tuo disagio le abbia cercate anche per il suo. Lo vedo intelligente, sensibile, costruttivo. Ci vedo un lavoro di squadra e di crescita, tra voi, individuale e comune, e il vero amore è anche questo. Se specifico una serie di cose, e mi scuso se siamo usciti dall’argomento centrale (ma in realtà parlare di gr significa, mi pare, affrontare anche argomenti come la nostra e altrui idea di amore e relazioni, aspettative emotive, esperienze passate rilette e esperienze presenti, e comunque ciascun individuo non è solo un gr, ma vive in un più ampio contesto anche emotivo) è perché, portando la tua/sua esperienza hai fatto anche delle osservazioni su un tema complesso e più ampio. Per tua sfortuna :p è un argomento di cui mi ‘occupo’, uscendo dal personale, da diversi anni. Ciò non significa ovviamente che io sia ‘sapientina’ a riguardo. Ma intendo dire che veramente, tra forum, realtà, testimonianze (di uomini e donne), esperienze condivise, studio, e anche in connessione con altri argomenti quali la dipendenza, i modelli culturali o stereotipati in senso più ampio etc, e pure in chiave interdisciplinare son anni che “ci bazzico”. Non voglio dire ‘so’, voglio dire ‘mi interesso’.
per LUNA: sì,anche il mio ragazzo ha delle insicurezze che in passato non ha mai avuto, con me gli sono saltate fuori!
per BLU: quando hai citato quella serie di libri mi hai dato il “la” per costruirmi in testa un’altra spiegazione della mia GR. Le donne (parlo in generale e per stereotipi) hanno questo mito dell’uomo che le fa soffrire e inspiegabilmente ne sono attratte, quasi tutte le ragazze che conosco hanno letto quei libri e incosciamente sono affascinate da quel tipo di relazione… gli uomini in genere fantasticano invece su altro, principalmente sul sesso, quelli che conosco io sono attratti dalla pornografia e dalle donne che hanno un corpo e una sessualità volgare e esplicita. anche i miei familiari sono così, e fin da piccola sono stata mitragliata da discorsi inconsciamente maschilisti. Blu non si sente l’ “uomo che non deve chiedere mai” quindi pensa che la sua donna non possa vederlo attraente. Wind non si sente la porno star quindi non si sente attraente per il suo uomo. è un discorso fine a sè stesso ma mi sento molto vicina alla tua mentalità da questo punto di vista!!
altro discorso: immaginavo che ti saresti sentito vicino al mio ragazzo per il fatto di “temere” gli sciacalli che ci sono a giro, ma una cosa è dispiacersi per il passato, un’altra è pensare che io ora sia così immatura e ingenua da cadere tra le braccia di uno sciacallo. stesso discorso vale per la tua donna…hai detto tu stesso che ora lei riconoscerebbe lontano un miglio che quello scemo è solo uno scemo!! quella del mio ragazzo non è GR è paura del presente!
per VALE: la maggior parte delle nostre insicurezze è solo frutto della nostra mente che si fa condizionare dalle situazioni, tu come tutti noi sarai stata influenzata troppo da alcune situazioni fin da piccola… ma perchè ti definisci asessuale? perchè se non provi attrazione per gli uomini vuoi trovare un ragazzo?? è questo che non capisco…
Cara Luna, non sai quanto invece apprezzi le puntualizzazioni che gentilmente mi comunichi. Ho chiesto più volte il parere delle donne su questo forum,donne che nella maggior parte dei casi erano i capri espiatori della sindrome che titola questo forum. Inoltre non considero affatto una sfortuna il fatto che tu bazzichi da anni gli aspetti diciamo, “periferici” delle relazioni sentimentali, anzi: è un benefit.
Dico questo perchè non avendo mai sofferto prima d’ora di questa sindrome mi sono interrogato a lungo sull’argomento, e, dopo aver affrontato ME stesso, con i risultati che avrai letto, ho tentato di capire perchè una donna come quella che amo e stimo da 24 anni abbia potuto viver una storia così assurda per la sua dignità. Perchè nella vita di tutti i giorni, nonostante la giovane età, riuscisse a muoversi con equilibrio e difendersi dai molestatori classici, ma cambiasse identità di fronte a quell’individuo. Perchè, soprattutto, frequentando anche altri giovani uomini che le dimostravano affetto e rispetto, alla fine non li trovasse interessanti, (sembra proprio per quelle caratteristiche) e finisse poi per tornare dallo “sciacallo”, che, di fronte a quella palese dimostrazione che gli veniva fornita del “potere” che lei in questo modo le riconosceva, aumentava la dose di egoismo e di “abuso” nei suoi confronti a livelli incredibili che lei “accettava”! Non so se si possa parlare di masochismo da parte di lei, ma non trovo una definizione migliore.
In questo senso capisco perchè non volle parlami di quel suo rapporto nei termini che poi ho conosciuto; ma che ripeto, seppur superato, non sembra essere stato da lei “ridimensionato”: nè la storia, nè l’uomo. E’ come se quell’individuo avesse comunque “soddisfatto” un desiderio inconscio che “doveva” essere vissuto solo in quel modo e con quel tipo di personaggio. E’ un mistero.
Certo la letteratura rosa nasce con presupposti diversi,lo capisco, ma
la finalità è sempre quella di avere storie d’amore “emozionanti”; come poi queste vengano coniugate dai singoli protagonisti, nella vita, ovviamente è soggettivo, ma il fondamento è sempre il bisogno di “emozione”, di quell’adrenalina che molti maschi cercano nel “pericolo” (io quando volo la cerco) e molte donne “anche” nell’amore. La coniugazione di queste “necessità” passa, altrettanto ovviamente, attraverso il filtro del proprio vissuto precedente e dei vari imprinting soggettivi, di cui abbiamo accennato, ma purtroppo la vita coniugale raramente offre queste possibilità.
Sono convinto che la mia lei mi ami senza incertezze, ma, a parte il mio tradimento, di cui ho dato le ragioni, non credo di averle mai potuto offrire “quelle” emozioni, ecco perchè, a mio parere, non riterrà mai realmente che “quello” sia stato un amore sprecato,e mi permetto di aggiungere,non solo per ragioni “narcisistiche” come indicavi tu.
Era un amore “trasgressivo”, e come tale forse portatore di una forma di “perversa libertà” dai clichè imposti da una >>>
<<< educazione tradizionalista e sessuofobica, come quella che la mia lei ha avuto, quasi una forma di " liberazione" dai tabù subiti, chi lo sa; oppure era… quella semplice, animale "reazione chimica" di cui ho già accennato, per cui sto cercando giustificazioni psicologiche che non esistono nella realtà.
La considerazione freudiana di cui accennavo nel mio precedente post rimane: "cosa vuole veramente una donna?"
Luna, ti ringrazio per la bibliografia che hai citato e che in parte non conoscevo. La procurerò presto, e mi fa piacere che, pur amplissimo nei suoi possibili sviluppi, tu abbia posto l'accento di come la GR sia legata ai tanti aspetti dell'eros femminile, così poco conosciuto
da parte di noi maschi.
Per concludere ti sembrerò forse maschilista e iperbolico, ma nella ricerca che sto conducendo per comprendere meglio l'animo della donna che amo, mi sto rendendo conto che non ci sono Universi o profondità marine così inesplorabili come il cuore di una donna.
E forse è un bene, perchè è questo mistero che vi rende così maledettamente affascinanti. O forse siamo noi uomini, innamorati, i veri masochisti
Un salutone.
A presto, Blu
WIND, mah… Io non mi riconosco nell’attrazione verso chi dà sofferenza e tormento. Ovvio che non sarà così facile dire ‘oui, c’est moi!’ :p ma anche durante le peggiori burrasche, nel periodo in cui avevo la mia strizzacervelli, questo aspetto non è mai emerso. E gliel’ho pure chiesto, per quanto sentissi che non era così. Perché mi conosco, ma anche perché nelle mie relazioni precedenti le sensazioni di malessere certamente non erano state un collante, semmai uno scollante! Per quanto io abbia sempre cercato di affrontare i problemi e risolverli, se tengo a qualcuno o qualcosa, ad un progetto o un’idea (non sono una fuggitiva, anche la vita mi ha insegnato a distinguere meglio ‘le cause perse’) e non ho mai avuto il concetto che una relazione serena sia ‘una palla’ e per forza poco stimolante o noiosa o poco passionale. La passione e l’attrazione non fanno rima con casini. E un uomo non è meno stimolante perché sorride e sa cosa vuole dalla vita. Il mio primo amore, asessuale, come direbbe Vale, in giovanissima età (e che per inciso non rimpiango, non idealizzo, riconoscendo sia le qualità che i difetti che MI ha personalmente manifestato e nella vita in genere) aveva una malattia sin da quando era piccolo, casini in famiglia ed è stato pure un po’ teppista. Sarebbe facile dire AAAH, VEDI? E invece NO.
la sindrome da crocerossina non solo non c’entrava un tubo ma non l’ho mai manifestata. Perché io non ho mai ‘dato peso’ alla sua malattia. So che lui ha amato anche questo. Non è che non mi preoccupassi e anzi, anni dopo, ho compreso di più quanto temessi che davvero potesse morire giovane (è sposato e ha un figlio 🙂 ) anche perché lui esorcizzava la sua malattia e la paura con grande ironia. Ma MAI l’ha usata come un ricatto, mai si è posto nella posizione del più debole e mai, per quanto la sua malattia facesse anche parte della nostra quotidianità, io l’ho identificato con essa o ho pensato ‘io ti salverò’. I suoi problemi lo avevano reso più intelligente e sensibile per la sua età. Avevamo 17 anni e parlavamo di tutto. Quando dico che era più intelligente e sensibile c’è chi mi dice “sei fuori?” perché ha fatto anche scelte opinabili nella vita. Ma a ME ha regalato il suo lato migliore. E il nostro è stato un amore senza sesso per l’età ma non privo di passione. Perché la passione e l’attrazione non stanno solo nel sesso, wind. Una persona, donna o uomo che sia, non esprime passionalità facendo o solo facendo ‘numeri da circo’. Forse per un gr leggere ciò che dico del mio ‘primo amore’ è “rivoltante” ma come ho detto per me non è un confronto o un rimpianto. Peraltro il nostro ‘primo amore’ non è legato alla cronologia. Ognuno sa chi è il suo grande vero amore, primo nel senso di ‘al primo posto’, che è la cosa più importante.