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Lettera pubblicata il 5 Giugno 2007. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uomotriste.
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WindGirl, condivido quello che hai detto.
La tua domanda è improbabile da rendere reale, e non riesco neanche ad immaginare in che modo cambierebbero le cose.
ringrazio rambo per la risposta… io credo starei meglio, aspetto a gloria il momento in cui accadrà, ma è una cosa talmente assurda e infantile che mi vergogno quasi a pensarla, forse sarebbe una soluzione momentanea e poi vorrei sempre di più!
per charly:
non mi offendo assolutamente per il tuo intervento, hai la reazione che hanno tutte le persone con cui ho provato a parlare nella vita reale.
però volevo rispondere alle tue domande quasi provocatorie:
1)che senso ha stare con una persona che non soddisfa esattamente il tuo ideale??
risposta: quando conosci un ragazzo non puoi chiedere il curriculum o la cronistoria di tutte le sue relazioni… a volte quando scopri certe cose sei già innamorato perso…e se ti danno fastidio che fai? butti tutto a monte o provi a trovare una soluzione? vuoi cercare la soluzione ma prima devi capire che il tuo è un disturbo ossessivo perchè inizialmente ti senti solo non capito e fuori dal mondo (già per ammettere questo ci vuole tanta forza di volontà) poi per trovare la soluzione non basta un discorsino con uno psicologo, ci vogliono anni e anni perchè devi proprio cambiare una parte della tua personalità. è un processo lungo e doloroso!!
rispondendo personalmente io preferisco patire un po’ ora sperando di poter vivere una vita bellissima col mio uomo quando sarò guarita.
2)tua citazione “si nota la sensazione nei post che ci sia più una voglia di sfogarsi con i propri compagni di sventura che non quella di capire per cercare di risolvere, in qualsiasi modo, (anche il più drastico) queste sofferenze. Sembra quasi che ci si voglia crogiolare in questo risentimento nei confronti del destino che non la voglia di superarlo per stare meglio”
risposta: va bene cercare la soluzione… ma non siamo robot, siamo esseri umani e gli sfoghi servono per chiarire anche a se stessi alcune cose, a volte servono semplicemente per non stressare il partner e parlare con qualcuno che ti capisce ti fa calmare!
le mie risposte sembrano arrabbiate ma non è così!! tranquillissimo!! 🙂
Mi rivolgo a Blu, perché ho un po’ più di “confidenza” e perché è ad un certo punto del percorso, ma naturalmente la mia domanda è aperta a chiunque volesse rispondermi o riflettere a riguardo.
Lo spunto è la situazione di cui parlava Arsen.
Non essendo GR ovviamente può essere di un certo impatto, Arsen, il fatto che tu parli di non riuscire a perdonare un “tradimento retroattivo”. Non sto dicendo che non riesco a capire (ne capisco di più leggendo) la “logica” della gelosia retroattiva. Nella sua logica la cosa è vissuta effettivamente come una sorta di tradimento (immagino potrei togliere: una sorta). Da fuori (ma mi rendo conto che sia facile parlare da fuori) potrei dirti che non sei assolutamente in grado in realtà di indovinare e controllare i pensieri di una terza persona. Intendo dire che pur capendo la logica e il dolore che porta a dire: lui quando la vede penserà questo,
in realtà non sei assolutamente in grado di sapere realmente quei pensieri. Anche perché non è detto che per forza una persona (uomo o donna che sia) abbia per forza un atteggiamento di irrispettoso sbruffonaggio nei confronti di un’avventura sessuale.
Non credo, per quanto non mi sia mai capitato di vivere un’esperienza “clandestina”, come tu le definisci (e se ho capito bene cosa intendi) che per forza il fatto che due persone vivano una relazione meramente sessuale faccia sì che quelle due persone si guardino senza alcun rispetto. Possono aver vissuto la cosa in una dimensione che sfugge a chi non vivrebbe un’avventura meramente meramente sessuale perché non la sente affine a se stesso/a, ma di per sè ciò non significa che la cosa debba essere per forza lercia. Ma in questo senso mi pare che la GR sia molto estrema.
Il GR mi pare che abbia tra le sue angosce anche il fatto di non poter revisionare il passato e di non poter controllare il passato.
Per quanto riguarda il presente è ovvio che anche un operaio (ma anche un ragioniere o un banchiere o un commesso o chiunque) può avere una fantasia sessuale su una donna, e nessuno può controllargli i pensieri. Mi pare di capire, Arsen, che però qui la questione sarebbe: però lei gli ha dato il modo di avere un pensiero che poggia su delle basi realistiche e dei ricordi che non posso controllare.
Questo insomma è fonte di dolore e frustrazione.
Tuttavia la tua donna comunque non c’entra con quello che può farsi un altro, nei suoi pensieri, di un avvenimento. non è solo che non puoi controllarlo tu, ma non può controllarlo nemmeno lei.
ecco perché, in un certo qual modo, lei viene investita anche di una serie di responsabilità che non ha. A parte il fatto che lei all’epoca era responsabile di se stessa, ma comunque può “controllare” come lei all’epoca ha vissuto la cosa, e sentire cosa ne pensa adesso (“passato integrato”… e io da fuori credo senza problemi che lei abbia integrato la cosa come qualcosa che non c’entra nulla con il suo presente e a cui non pensa nemmeno)
ma se comprendo quanto tu stia male per il fatto di non poter controllare tutte le variabili sopracitate (in questo senso hai la mia empatia, cioé, Arsen, per la tua sofferenza e il disagio da te realmente provati) comprendo anche perché lei all’inverso non voglia farti un torto, quanto piuttosto non voglia mettersi nella situazione di “farsi controllare” da un avvenimento successo, probabilmente nel suo passato integrato, come preistorico, e ininfluente rispetto al suo presente.
Non vorrei che tu leggessi la cosa come: una visione superficiale di una avventura clandestina, nel senso per te, penso, più deteriore del termine.
Bensì: tanto quell’avvenimento per te è importante per le ragioni che hai sottolineato, tanto per lei non è importante (sarebbe peggio se per lei lo fosse, non lo è), quindi non vuole che la sua vita sia condizionata da un qualcosa che non giudica importante. Perché dovrei scegliere dove andare, perché dovrei provare fastidio, disagio e angoscia per qualcosa che per me non è importante? perché dovrei temere ciò che una persona che per me non è importante pensa di me?
Arsen, mi ripeto, non sto dicendo che non capisco le logiche della GR, ma sto dicendo che non per forza una persona che sembra non andare incontro a chi ha un’esigenza del tipo che dici tu NON VEDE la tua esigenza, la tua ansia. Forse però, anche inconsciamente, difende se stessa da cadere nell’ansia.
Mi rendo conto che tutto ciò che ho scritto non avrà molto senso per te. Non ha molto senso perché la GR segue altre logiche, di reale disagio e sofferenza, e di queste stiamo parlando.
E, come sottolinea giustamente WIND, di qualunque stato di disagio si stia parlando sentirti incompresi o guardati :O crea un ulteriore disagio.
Quindi, Arsen, hai la mia empatia rispetto allo stato di disagio, che so reale, e comprendo perché tu abbia provato sollievo nel sentirti appoggiato e compreso.
Vengo ora però, scusate se mi sono dilungata (cercavo di essere chiara nell’esprimere il mio pensiero, per non ferire la sensibilità di alcuno), alla mia domanda a BLU:
nel caso di altri disturbi ossessivi/compulsivi o anche del panico, che produce reazioni quali la dipendenza e l’evitamento, la comprensione del partner gioca sicuramente un ruolo importantissimo, giacché la sofferenza è reale. Tuttavia se chi prova lo stato di disagio viene continuamente assecondato dal partner ciò non fa sì che il disturbo venga mantenuto e anzi peggiori invece di essere affrontato? In realtà il GR sarebbe molto più sereno se riuscisse a non temere una serie di situazioni, mentre chiede al partner di rinchiudersi con lui (o lei) in un castello pieno di fantasmi.
Quindi quando una persona che ama un GR rifiuta di chiudersi in un castello di evitamento e di fantasmi fa davvero un torto ad una persona sofferente di GR o lo/la invita a intraprendere un percorso di cura? che ne pensi, BLU? Alla fine non si dovrebbe tendere ad una maggiore libertà da quei fantasmi oltre che gestione?
Buongiorno a tutti, mentre mi piace constatare come, con l’arrivo di Charly, il forum sia frequentato ormai da una completa composizione di caratteri umani: i tanti GR al maschile,le rare GR al femminile,le vittime dei GR (quasi tutte donne) lo studioso di fenomenologie della psiche e infine la fondamentale figura moderatrice di Tolteca.In questo senso i dibattiti che ne derivano oltre ad essere estremamente interessanti hanno preso uno spessore di notevole serietà,e di questo mi compiaccio, dato il peso che questa sindrome ha sulle nostre ed altrui vite.
Cara Luna, io sono lusingato dalla implicita autorevolezza che mi dimostri chiedendo un mio parere, che volentieri esprimerò. Tuttavia è necessario che dichiari, ancora una volta, che parlerò a titolo esclusivamente personale della mia vicenda e della sua evoluzione, che puoi intuire se hai letto i miei post dall’inizio.
Io oggi mi sento veramente di essere uscito dalle “sabbie mobili” della GR. Ogni giorno che passa sento una sicurezza dei miei mezzi che mi fa vedere quel lungo e tormentato periodo di sofferenza con un occhio critico che prima non possedevo al riguardo, e vedo, guardandomi indietro, “un uomo che non c’è più”.
Eppure quell’uomo di prima aveva tante cose di cui essere soddisfatto di sè, anche dal punto di vista del richiamo nei confronti dell’altro sesso. Perchè dico questo, perchè puoi avere tutte le sicurezze del mondo essere un “Rambo” sia il nostro che quello cinematografico (io piloto aerei, tra le altre cose)eppure c’è un momento in cui queste sicurezze non ti sevono a niente: quando ti accorgi,(o pensi) di non essere il top per la donna che ami. In quel momento ti crolla tutto il “castello” e ti ritrovi a dover rivederti d’accapo,con debolezze che ignoravi.
Ti trovi ad un bivio e io, come altri, ho imboccato il sentiero della GR, come difesa, come mancanza di coraggio nel voler affrontare un problema che mi vedeva comunque protagonista (non si fa mai da soli la guerra) ma che non volevo riconoscere, trincerandomi dietro il risentimento dell’uomo offeso nel suo onore e virilità.
Ho martoriato la donna che ha speso una vita per me, rinfacciandole presunti favori nei confronti del suo primo amore, che lei aveva mitizzato più di quanto meritasse. Un idiota, che la vita successivamente ha “laureato” come tale, e che, a riprova del suo disvalore, non ha saputo (e per fortuna mia)capire con chi avesse a che fare.
Ho dovuto fare questa premessa per sottolineare che, mentre la mia lei si sorbiva le accuse che le infliggevo, su una storia morta e sepolta, aveva anche la forza di tollerare le mie paranoie “indirizzandomi” verso quell’altro “sentiero” che mi ha portato, e continua a farlo, verso la remissione da uno stato psicologico (e lo dico apertamente) PATOLOGICO.
Questo è il passo fondamentale (parlo per me, ripeto) comprendere che la GR è una PSICOSI. Se non si accettano questi temini ritengo che non se ne potrà mai uscire, e mi assumo la responsabilità di ciò che dico
L’aver accettato questa condizione mi ha spostato su questo nuovo sentiero di cui parlavo, e quindi mi sono disposto ad accettare il breve aiuto psicologico di alcuni specialisti, ma soprattutto l’aiuto e il dialogo con la mia compagna.
Abbiamo scoperto quanti equivoci ci avevano portati a “fraintendere” tanto comportamenti, soprattutto intimi, che ci hanno dato una visione sbagliata, sotto alcuni aspetti, l’uno dell’altra.
Sono stati quasi subito superati questi ostacoli, con grande gioia da entrambe le parti, e da lì è cominciata la mia risalita dal pozzo della GR.
Oggi conosco “una donna” ancora più attraente, sexy e affascinante di quanto i miei limiti precedenti mi consentissero di vedere. Oggi il mio rapporto con lei è così più completo,intimo e complice che, nonostante la mia esperienza e maturità non conoscevo, potesse esistere. E’stato come passare da un film in bianco e nero ad uno a colori.
Entro nel merito della tua domanda dicendoti che, nel mio caso,è stato fondamentale che lei NON disconoscesse le sue storie precedenti, di qualunque natura esse siano state perchè le sono servite per diventare quella che è, anche, certo, grazie al mio pur relativamente limitato amore. Ma sempre di amore si tratta.
Sì perchè il segreto sta tutto lì, in quella parolina che tanti di noi, ed io per primo, interpretiamo in mille modi, fintanto che non lo sentiamo con la differenza e l’intensita che ora io percepisco rispetto al “prima”.
In questo senso capisco e mi compiaccio che Charly abbia voluto sottolineare la differenza tra innamoramento e amore, perchè io credo che sia sostanziale per la risoluzione della GR, almeno lo è nel mio caso.
l’innamoramento, a mio parere è quasi uno stato parapatologico (scusa l’ardito neologismo) nel quale si VUOLE tutto dell’oggetto della nostra passione, quasi egoisticamente, e non lo si vuole dividere con nessuno,passato compreso, come nel nostro caso di GR. L’AMORE è il passo successivo, dove si accetta quell’oggetto con TUTTE le sue caratteristiche, passate presenti e future, amandolo, paradossalmente, anche nel caso lui non ricambiasse.
Forse è difficile da spiegare, ma io sento dentro me questa nuova sensazione,e mi appaga, mi sento bene quando posso “dare” alla mia compagna e ora il suo passato mi lascia indifferente da “quel” punto di vista, perchè SO che non ha mai avuto quello chi io ora le sto dando, e neppure mi interessa più se ha speso spasimi d’amore (ancorchè giovanili e immaturi, quindi) verso altri. Non sono più in competizione con nessuno sotto quell’aspetto, mi sento “a posto” con me stesso con questo nuovo sentimento che ho scoperto, GRAZIE A LEI e al suo di amore,conosciuto anche grazie a quegli “errori”.
Lei, che ha tenuto duro, non ha ceduto alle mie richieste ossessive e assurde su chi avesse amato più di me, prima di me e sui ridicoli fantasmi che occupavano la mia mente.
Oggi non mi interessa più essere stato il primo per questa mia donna: mi interessa essere l’ultimo.
Un salutone
salve, per me stessa situazione, non cambia, non esiste soluzione, ma solo rassegnazione, mi fa schifo questo mondo…altro che farmaci qui si muore senza essere morti…
BLU, grazie per avermi risposto 🙂 penso che tutti desideriamo un amore incondizionato e chi è più fragile, in un dato momento, tanto più forte sente il concetto di accoglimento o rifiuto. Tuttavia, chi ti ama può entrare con nel castello dei fantasmi per vedere con te che in realtà si tratta solo di una tenda che si muove, di un gioco naturale di luci che in quel momento i tuoi occhi, spaventati, confondono. Ma se qualcuno ti dice no a rinchiudersi con te a tripla mandata nel castello mentre tu (sempre generico) vuoi obbligarlo, per il tuo malessere, a farlo, vedere solo fantasmi, diventare a sua volta ‘un fantasma’
non ti sta dicendo ‘non ti amo’ o ‘non tengo a te’. Sta semmai dicendo ‘ti amo, ma amo anche me stesso. Non voglio ammalarmi con te, vorrei che fossimo sani in due’. Certo esiste la REALE incomprensione. E credo che se qualcuno ti ama considera che hai un problema, si informa, ma se segue i tuoi fantasmi i tuoi fantasmi diventeranno anche la sua vita, oltre a crescere in te. Il problema di certe forme di disagio psicologico è spesso, oltre alla forte sofferenza, terribile, anche un inconscio egoismo. Un tentativo di difesa angosciante e incessante di una propria identità attraverso meccanismi sbagliati e controproducenti. Mentre si crede di proteggere un proprio equilibrio lo si mina costantemente. E si mina quello altrui. Mentre si parla di rispetto verso sè, mancato o che si esige, è inconsapevolmente all’altro che si manca di rispetto, perché l’ossessione esige di penetrare strati troppo profondi dell’altrui identità, percezione di sè. Io sto male e son più fragile quindi tu DEVI diventa un inconscio ricatto, che però stringe le catene del gr stesso. Un piano di parità aiuta anche il gr, ma il gr che si sente in difesa, attakkato, in debito di mancanze e in credito di sgarri ha difficoltà a vederlo. Ma io credo che esistano i gr e i co-gr, come i co-alcolisti. Blu, dicendo dei colori hai reso benissimo. – WIND, e se il punto fosse anche riconoscere da parte tua una tua parte… Wild? Senza rimpiangerla e insieme rifiutarla? Perchè a te ‘è toccato’ il romantico e a loro il cavallo da monta? Perché non vedi TE come chi può, amandoti lui, godere di entrambi gli aspetti?
Charlie Brown,
per quanto possa sembrarti strano, la gelosia retroattiva (talvolta la Sindrome di Rebecca) è molto più diffusa di quanto possa sembrarti.
Chiunque, sostenendo fermamente quanto detto da Tolteca riguardo la correlazione sentimento-gelosia, avrà sempre un po’ di rancore pensando alle precedenti relazioni del proprio partner.
Ovviamente il peso che ciò può avere nella vita di ognuno dipende, come potremo entrambi dedurre dai nostri futuri studi (io sono uno studente di Scienze Infermieristiche), dalle proprie esperienze personali, famigliari, relazionali e sociali.
E’ chiaro che in una relazione che non punta in alto difficilmente si troverà questo problema.
Alla luce di quanto sopra descritto sono sic et simpliciter i motivi per cui i gelosi retroattivi perseverano nel proseguire la relazione con un partner che non soddisfa i propri ideali morali (sono innamorati!!!).
Altresì sarebbe difficile trovare il partner ideale nei tempi odierni.
Se ci pensi, in tempi remoti nessun uomo avrebbe sposato una donna non vergine.
Luna,
il punto dolente è proprio quello di non accettare universalmente le relazioni “meramente sessuali”.
Reiterando quanto detto da WindGirl, è chiaro che chi non accetta questi rapporti universalmente (per morale, etc. – non è il motivo che interessa adesso) mai vorrà e potrà accettarli bonariamente dalla persona che ha al fianco.
Un esempio estremo: tu odi gli assassini, non accetti che si possa uccidere per nessun motivo.
Ti innamori di una persona che in passato ha ucciso per scopi futili.
Ora non lo farà più, magari è una persona diversa adesso, ma tu comunque non riesci a PERDONARLO per ciò che ha fatto quando tu non lo conoscevi neanche.
Ovviamente se questa persona apparisse orgogliosa dei propri atti criminali la mandaresti al diavolo celermente.
Perciò io ho narrato di essere andato in escandescenze quando, mentre mi venivano raccontate certe cose, notavo quasi orgoglio e soddisfazione e nessun segno di pentimento.
Per quanto l’omicidio e le relazioni sessuali clandestine siano di importanza sociale diversi, il meccanismo che genera rancore verso il partner è lo stesso.
Nel profondo però i gelosi retroattivi sanno che il problema è anche il proprio, più che altro perchè ormai è difficile trovare gente che custodisce la propria verginità sino alle nozze, allora capiscono che magari sono loro che devono adattarsi alla società, in quanto è tutta questa che non rispecchia i propri ideali morali.
La cosa che più mi rattrista, come geloso retroattivo e geloso semplice, è che probabilmente se non ci fossimo ancora noi che per qualcuno potremmo sembrare “antichi”, anche se ormai la società è avviata ad alta velocità in un percorso autodistruttivo a senso unico, non ci sarebbe veramente più nessuno che darebbe la giusta importanza al pudore e ai valori che un tempo erano fondamentali.
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