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Lettera pubblicata il 5 Giugno 2007. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore uomotriste.
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a cristina
capisco bene che la gelosia di cui stiamo parlando qui non è riferita al presente, ma al passato…eppure la matrice comune credo sia sempre la stessa: l’insicurezza di sè e la scarsa autostima. Perciò l’altro diventa “oggetto” (elemento proprio della gelosia, di qualsiasi tipo) e non è riconosciuto come persona: perchè servirebbe a colmare un vuoto, che si avverte dentro di sè ma che non si riesce a guardare. Solo a partire dal riconoscimento di quest’ultimo, ci si può finalmente aprire all’Altro e cominciare una relazione nel senso che è proprio a questo termine: con fiducia, amore e stima.
Tutto quello che precede questo momento o si mostra come contrario allo stato di cose che ho appena descritto, credo possa essere qualificato solo come possesso…
a giovanni
mi spiace molto aver riaperto vecchie ferite e certo il mio intento non era puntare il dito su tue presunte colpe, ma semplicemente sostenere che esprimere il proprio malessere in un rapporto, piuttosto che covarlo dentro, è sempre meglio e non potrà mai condurre a conseguenze negative innanzitutto perchè è liberatorio per sè e poi perchè offre all’altro/a di esercitare la possibilità di Capirci, che troppo spesso non gli/le concediamo perchè abbiamo paura che non ne sia capace…
Ciao Sara,
devo dire che il tuo punto di vista è interessante, sul serio.
Al di là di insicurezze, o vuoti, credi davvero che per un uomo che ama una donna sia così assurdo non digerire il fatto che abbia avuto rapporti precedenti tipo “una botta e via” ?
Non mi riferisco ad un rapporto tipico, ma mordi e fuggi.
Questo ovviamente per un uomo, tipo io, che a 45 anni ha dato molto per la sua compagna-moglie e la sua famiglia con bambini.
E’ trovi strano che possa darmi fastidio (per non dire parolaccie) sapere dopo oltre 24 anni che c’e’ stato un rapporto “botta e via” dopo che mi era stato assicurato il contrario, e io ci avevo creduto ?
Davvero, vorrei il tuo punto di vista.
A presto
PS AUGURI A TUTTI
Caro Naruto, capisco il tuo punto di vista, ma ammetto di trovare anch’io un pò di difficoltà ad assumerlo: è plausibile che quanto descrivi possa dare fastidio, in virtù del fatto che, per “colpa” di questo rapporto “mordi e fuggi” (avvenuto prima che voi vi conosceste, se non ho capito male), tua moglie non è più solo “tua”…ma da questa considerazione sorgono alcune domande: è giusto dire, pensare o sentire che una Persona ci “appartenga” come se fosse una proprietà?
Lei in quel momento ha fatto una scelta, concedendosi a questo rapporto che, accaduto prima dell’incontro con te, è chiaro che non sia stato realizzato con l’intenzione di farti un torto: quindi cosa imputarle? Perchè colpevolizzarla, come se avesse sbagliato DIRETTAMENTE nei tuoi confronti?
Anche il mio ragazzo si è concesso, prima di conoscermi, a rapporti “mordi e fuggi”, ma io non sento di dovergli imputare nulla: in quel momento non mi conosceva ancora, cioè nella sua vita non era proprio previsto che “esistessi”. Io sono entrata dopo ed è da quel momento che la NOSTRA storia ha cominciato a scriversi, non prima.
Tu forse replicherai: “Io non l’ho fatto”…ma non credo che qualcuno possa avertelo impedito se non una tua personale scelta, rispettabile almeno quanto quella di tua moglie all’epoca. Non si tratta solo di valori, non di quelli “assoluti”: credo che i valori siano delle regole che ognuno si dà (e non solo quelle che vengono dettate dalla maggioranza e a cui, proprio per la “sicurezza del far bene” che quest’ultima ci garantisce, placidamente ci si “accoda”) e ha il coraggio di portare avanti con coerenza, ovviamente sempre nel pieno rispetto delle libertà altrui…perciò riguardo a questo mi chiedo: in che modo un rapporto passato e fugace del mio ragazzo può ledere qualche mio “diritto”? E avere un partner “illibato” può rientrare tra i diritti?
(ti chiedo scusa sin d’ora per l’asprezza del mio tono ma, come forse ho già detto, questo è un problema che mi riguarda molto da vicino)
Ciao Sara, grazie x la tua risposta.
Non devi scusarti, per niente, anzi accetto molto il tuo punto di vista.
Per quanto mi riguarda riguardo a questa cosa della botta e via (ti confermo che è avvenuta circa 1 mese prima di conoscerci), due sono i punti che mi fanno più male :
1) Che si sia concessa ad un cretino che, fra l’altro, aveva già un’altra, e nonostante che lui gli avesse fatto presente che non c’era la possibilità di una storia a seguire.
Qui, hai ragione, entra in gioco una maschile forma di possesso ma, a mio punto di vista, legittima. Ho troppo rispetto di mia moglie, oggi e di allora, per vederla a fare una sveltina. Di conseguenza mi creo delle fantasie visive di lei con lui, e ti assicuro che non sono per niente piacevoli.
2) Che mi abbia tenuto nascosto la cosa per anni. Sapevo che c’era stata una storia ma senza sesso. E invece dopo oltre venti anni, un matrimonio e due figli la cosa è emersa (maledizione…..). Pensa che quando iniziamo a fare l’amore (e non confondiamolo con sesso), mi raccontava che era tanto tempo che non avveniva, e comunque mai così come me. Incredibile : l’aveva fatto nella solita stanza solo qualche tempo prima con un altro, appunto la botta e via. Beh : adesso, dopo tanto tempo, non so se più credergli.
Pensi che sia di fuori : non so……
Per Sara, hai ragione, non potremo mai possedere l’altro come oggetto. La tentazione, però, a livello inconscio, è quella. Credo che una storia serena viva soprattutto su questa inconsapevolezza. La pulsione al possesso dell’altro è tenuta sottotraccia e sta lì silente, perchè consciamente possiamo vivere il presente in tutta tranquillità. Uomotriste questo desiderio di possesso non riesce a gestirlo, e questo è un problema prettamente suo, perchè l’altro non mi sembra avergli dato occasione di portare in superficie un confronto con il passato. Se non occasionalmente. Le relazioni credo si strutturino su un’iniziale appartenenza completa (o illusione della stessa, durante la fase dell’innamoramento) su cui poi, con il trascorrere del tempo, puoi innestare una tua storia passata. In questo scorrere se non riesci ad integrare aspetti del suo passato anche taciuti, allora c’è qualcosa che non va in te. Altro discorso è quello relativo ad una relazione che inizia, in cui la propria storia, e i propri irrisolti, sono buttati all’interno della relazione. Se nella fase dell’innamoramento io sottopongo l’altro alla scoperta della verità, di un amore non finito, allora i fantasmi saranno destinati a rimanere. Perchè è, come diceva qualcuno, folle pensare di essere saggi quando si è innamorati. E’ questione di delicatezza, nessuno potrebbe essere così forte da integrare, all’inizio, l’elaborazione viva di una relazione non chiusa. Non possiamo pretendere, egoisticamente, di far sopportare all’altro un nostro irrisolto. Altrimenti quest’irrisolto diventa anche suo, con tutti i prevedibili disastri.
Solo un altro punto di vista.
x naruto
non penso affatto che la tua posizione sia “fuori”, ma se posso offrirti il mio punto di vista (che credo possa forse corrispondere a quello di tua moglie) ti dirò: anche il mio ragazzo mi “rimprovera” esattamente delle stesse cose, seppure per circostanze personali diverse (il ragazzo del mio caso non era fidanzato, ma alla fine comunque ha assunto un atteggiamento che potremmo definire illogico o se non altro “inumano”, cioè proprio fuori dal normale comportamento umano), e mi dice che sono stata una stupida a non aver “visto” quanto questa persona fosse “brutta” in realtà.
Ciò che sostengo è che posso anche aver valutato male una persona concedendole troppo, ma questo fa di me necessariamente una cretina, soprattutto quando riconosco che questa persona magari non meritava quanto io posso avergli “dato” (sostanzialmente me stessa)? Io penso di no. Fa di me solo qualcuno che offre una possibilità (preciso: NON a tutti,ma a chi si vuole offrire e credo valga anche x tua moglie) ma questa a volte può venire delusa, perchè le persone non sempre sono come noi ce le aspettiamo: accettare questo significa esattamente tenere conto di questa immodificabile realtà.
Le persone, in una certa misura, vanno prese per come sono (e questo processo rientra appunto nell’atto di “conoscerle”)…altrimenti semplicemente non le si prende.
Ognuno, immagino, vorrebbe un mondo “a propria misura”, che funzionasse proprio come vuole e come pensa si comporterebbe egli per primo(perchè,non dimentichiamo,un conto è dire “io mi comporterei così” e un altro è trovarsi nella condizione a doversi effettivamente comportare in una certa maniera…come si dice: “tra il dire e il fare…”)
Le persone sono tutto ciò che abbiamo davanti agli occhi, in luce e in ombra. A noi non resta che avvicinarci più o meno a loro per conoscerle, per riuscire a vedere (sempre fino a un certo punto) entrambe le dimensioni) con le gioie e le ricchezze, i dispiaceri e le “perdite” che questo comporta.
x ele
sono assolutamente d’accordo con te: non è giusto scaricare sugli altri il peso delle densità di questioni non risolte che ci portiamo dentro.
Il punto è che credo che l’altro, se non deve portarne a pieno il carico, possa quantomeno aiutarci a gestire quello che non siamo in grado di capire da soli. E’ questo che forse fonda, a mio avviso, la relazione: il supporto reciproco (che vive anche di non detti, di un sapere inconscio appunto, come giustamente osservavi tu).
Ma forse la mia è soltanto una prospettiva ingenua, propria di chi pensa che le cose possano, in un certo qual modo, funzionare. Che il conflitto, la rabbia non vanno cancellate, ma sono parte di un processo, non il suo esito inevitabile e scritto a priori: sono il segnale di un disagio, che sta “nel mezzo” (come una tappa) e che è necessario periodicamente attraversare lungo il percorso di ricerca del “benessere”, dello “stare bene insieme”, che in quanto realizzato da due individui (quindi diversi e portatori di una smisurata ricchezza e dissimilitudine) non potrà mai essere pre-determinato: l’innamoramento iniziale e gli entusiasmi che lo caratterizzano sono meravigliosi e vanno vissuti appieno in tutta la loro carica positiva, ma nel tempo subentrano anche altre dimensioni, un pò meno piacevoli (connesse al portato di diversità dell’altro, appunto), che vanno integrate perchè parti costituenti del rapporto; proprio la loro inclusione nel sistema di coppia costituisce, secondo me, il “grosso” del lavoro compiuto da due persone nel loro stare insieme.
Non esistono tenpi giusti di elaborazione: esistono i tempi che ognuno è in grado (e si consente) di darsi. E proprio perchè un lavoro del genere è difficile, oltre che delicato, si può incorrere in ingorghi. Che tuttavia non è detto si debbano risolvere per forza “insieme”, dal momento che trovo sia anche essenziale e giusto, talvolta, ritrovare una dimensione più individuale per capire bene se stessi e l’altro/gli altri di conseguenza.
Salve,
Anche io come naruto soffro dello stesso problema…. questa gelosia retroattiva mi sta rovinando la vita, anche quella sessuale…. immagino la mia lei tra le braccia di un altro…. un uomo che ha voluto solo giocare con lei, chiamandola solo una volta a settimana per fare i suoi comodi…. la cosa che più mi ferisce è che lei si è piegata a queste condizioni…. e provo disprezzo anche per la mia persona perchè mi sono innamorato di una tal donna che normalmente non considererei neppure….
La mia domanda và quindi a l’ unico che mi può capire veramente…… caro naruto, alla data odierna sei uscito da questo tormento?
Firmato un altro INFELICE
Stesso problema…profondo …viscerale…da pazzi…immagino lei mentre fà sesso con “lui”…tra l’altro uno “schifoso” senza fine…
Eppure sono innamorato…ma come ho fatto ad innamorarmi di una persona così…che è SPLENDIDA…ma perchè ha fatto quello…perchè perchè PERCHEEEEE’…..
non ce la faccio +….e una via d’uscita non la vedo…povero me…
ciao, credo che mi conosciate già, ho gia specificato di aver rotto la relazione per ovvi motivi, in realtà tutto dipende dal distacco che riusciamo a creare con noi stessi e con la persona accanto, ve lo dico poichè è inevitabile pensare che se ci vogliamo liberare da questo senso di dolore dobbiamo distaccarci oppure accettare il tutto e continuare a soffrire mettendoci l’anima in pace…con o senza figli…qui si tratta di se stessi e della propria vita. il mio consiglio e che se ci si vuole lasciare per questi motivi, aspettate di avere una nuova fiamma poiche il senso di frustrazione e di solitudine porterebbe solo un ulteriore dolore e probabilmente vi farebbe ritornare dal vostro compagno/a il che, aumenterebbe il senso di sfiducia che si era gia creato, ovviamente io sono sempre del parere che bisogna comunicare prima di prendere qualsiasi decisione…nulla è concesso al fato. vi rammento che sto scrivendo questo poiche l’ho personalmente testato su me stesso. spero di essere stato utile. saluti a tutti:-)