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Lettera pubblicata il 28 Marzo 2016. L'autore, Anna3481, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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ciao xleby. guarda, secondo me Anna non dev’essere come me. ma dev’ essere COME ANNA. Non so se mi spiego… Anna ha cioè smarrito se stessa in una quotidianità probabilmente meccanizzata, come tu giustamente hai osservato, e a un certo punto è entrata in crisi proprio per questo. i suoi “voglio” non sono affatto un segnale negativo, come afferma qualcuno. riconoscere i propri obiettivi e desideri non è un male, anzi! è la cultura cattolica e moralista che ci hanno inculcato a farci sentire in colpa per le nostre “ambizioni”, o più semplicemente le nostre inclinazioni.
E in Anna, direi che anche il riconoscere lucidamente il suo stato depressivo è un primo importante passo per uscirne. xleby ha fatto anche un’ altra osservazione interessante: tanta gente è depressa e non si renderà mai conto di esserlo, finendo così per vivere esistenze piatte, stereotipate e senza alcun senso.
Può darsi che Anna mi somigli, o può darsi che sia il mio opposto. Ma in entrambi i casi lei, se lo vuole e se ci proverà, può diventare anche molto più appagata di me, se SI RITROVA. e ritrovarsi vuol dire appunto uscire da quella zona di confort nella quale ci eravamo adagiati e rinunciare a quelle certezze che ci davano una certa stabilità, ma al tempo stesso ci rendevano infelici e ci logoravano dentro perchè come osservava xleby si trattava nè più nè meno di “compromessi” tesi alla sopravvivenza. Il VIVERE è un’ altra cosa.
Suggerisco anch’ io ad Anna di lasciar perdere farmaci e terapie varie, ma di lasciare quel porto in cui si sente “protetta” ma prigioniera, e di COMINCIARE A RISCHIARE. e quindi a VIVERE. So bene che ci vuole molto coraggio a lasciare il noto per l’ ignoto, ma in questi casi non c’è altra strada, credetemi.
Faccio ad Anna i miei migliori auguri.
cara Anna , sei la classica donna della tua generazione , ovvero cresciuta viziatissima dai genitori per poi essere leccata dai soliti zerbini fintantoche’ non diventi troppo vecchia ed essere mollata di colpo. Pigra e buona a nulla come sei non riesci neppure ad alzarti la mattina per andare a far finta di lavorare.
Inutile pensare di apportare cambiamenti , continua su questa strada che tanto quei pirla dei tuoi genitori ti manterranno finche’ campano, dopodiche’ potrai continuare a finanziare la tua oscena esistenza con quanto ti lasceranno in eredita’.
si deve essere se stessa è quello che ho scritto! ma deve capire che probabilmente il problema non era lei se le cose che fai non ti stimolano, non ti stimolano punto. Quindi cambia… c’è la persona che vede il problena in sé e quella che ha la lucidità di cambiare percorso invece di sbattere in faccia ad un muro. Ma deve farlo alla SUA maniera…
E poi a volte vogliamo evitare le nostre paure invece di guardarle in faccia e a furia di scappare poi si inciampa… non devi farti uno scheminoentale che sicuro non ce la fai ad avere un figlio ecc. sono pensieri, supposizioni inconsistenti, non giudicare troppo tutto, che poi lo fanno tutti ma bisogna ricordarsi che sono fantasie. Se trovi un uomo con un buon lavoro e che ami potrai farlo… ma se non succede devi convincerti che non è una tragedia è questa la paura che devi affrontare, sei tu ad alimentarla magari non ha neanche tanta consistenza… non devi essere tu a decidere…
caro xleby, il fatto che forse non avrò mai figli e un altro punto su cui sto lavorando… sto cercando di accettare la situazione e a non farne una tragedia… anche se è davvero molto difficile quando intorno a te hai gente che si sposa e sforna figli ogni due minuti (parlo di conoscenti e parenti).
mariagrazia, grazie mille per gli auguri… che dire, ho letto il tuo commento e non c’è niente che non rispecchi la realtà.
gaudente….ma vaffanculo va!
“non devi farti uno schemino mentale che sicuro non ce la fai”
questo processo mentale si chiama “incapacità appresa”, e si verifica quando nutriamo costantemente un pensiero ossessivo riguardo a una nostra carenza, inettitudine a fare determinate cose, o mancanza. e più ci concentriamo su quel pensiero, più i nostri timori di non riuscire si concretizzeranno. Le donne sono in genere le più soggette a questo processo, educate e abituate culturalmente al NON-AGIRE.
in questi casi, occorre una vera e propria RIPROGRAMMAZIONE del nostro atteggiamento e dei nostri pensieri, e cambiamenti radicali nella nostra vita. è questo che si rivela davvero efficace in questi casi. ecco perchè ho sconsigliato ad Anna gli psicofarmaci e le terapie.
“ma deve capire..”
Ehh già.. TANTA GENTE dovrebbe CAPIRE, ma si rifiuta di farlo. Ecco perchè la società è quello che è.
quindi mariagrazia quale sarebbe la mia diagnosi??? 🙂 e poi non ho capito la tua frase finale…
Non sei meno brava degli altri ma non posso essere il tuo motivatore, questo è chiaro. È come il giocattolo da bambini, la macchina da adolescenti,il compagno/la compagna da adulti. Vediamo cose che hanno gli altri e le vogliamo: nel tuo caso è un figlio. Non vorrei mettere in discussione il tuo desiderio di maternità ma il figlio lo fai se lo senti non se sei “influenzata” dagli altri, è come la compagnia se sei solo… gravitare attorno ad un centro che sia l’unico stabile (e siamo sempre noi stessi) non noti come anche a livello fisico le sensazioni vanno e vengono? il punto stabile chi è? TU. Capisco le tue incertezze,so quanto può essere difficile puntare tutto su se stessi, la solitudine, le inquietudini che ne derivano…la maggior parte della gente sta così che cercano un appiglio al di fuori di sé (siamo nati attaccati ad un essere vivente che è/era nostra madre e questo condizionamento “di non reggerci in piedi da soli” è il più duro da scardinare perché è legato ancestralmente e inconsciamente alla nostra SOPRAVVIVENZA, ma poi finiamo per proiettarlo su persone svariate come dicevo sopra) che sia il figlio o il compagno o il genitore, ma tutto muta a questo mondo… non sei la sola, ognuno di noi ha una sua “fissa” che gli provoca dolore, sei normale: evita quindi farti troppi patemi d’animo, cadere nel dolore con queste premesse è facilissimo! Non so se te ne rendi conto: spesdo ci “ricattano” tre cose: gli altri e il contesto indirettamente e noi che diamo il consenso. Tre rotture di balle che ci mandano in crisi e ci fanno sentire sbagliati, quando non c’è nulla di sbagliato… e qui entra in gioco l’amore di sé, ed è questo il punto cruciale, vai pure in depressione ma ti senti in colpa di esserlo e scavi un pozzo senza fondo in questo modo! (cosa non facile da nutrire per noi stessi, l’amore, [il fatto che non sappiamo neanche definirlo ne é la prova] in quanto siamo abituati al fatto che sono sempre gli altri a farlo per noi in sostanza né siamo incapaci e nessuno ce lo insegna) non dico che so come si fa!! Dico solo che ti posso capire…!! In più è da notare come i primi anni di vita influenzino in maniera decisa tutta la nostra esistenza futura… un figlio mammone sarà più debole di uno cresciuto in maniera “sana” quello che ha detto gaudente non è sbagliato lui parla di una donna viziata che viene servita e riverita e che logicamente va in crisi se gli mancano attenzioni, ma nel tuo caso mi sembra di capire che tu hai mollato…
Non mi metto nei panni del medico che fa il suo lavoro, e quindi prendi pure le “droghe di stato” come le chiamo io ma cerca di liberartene il prima possibile perché devi ripartire da te. Gli psicofarmaci li vedo come un modo di nascondere la polvere sotto al tappeto ma se devo fare un esempio nascondere la polvere sotto al tappeto è pure mettersi con chiunque, o aver paura di perdere persone a cui siamo legati o accettare qualsiasi compromesso passivamente… vogliamo davvero girare attorno ai problemi senza mai sbatterci il muso?… non credi, affrontiamoli direttamente senza fuggire. Se fuggi da un tuo nemico ne avrai sempre paura e lui sarà forte. Ma solo finché non smetti di fuggire! Ti capisco perché i problemi dell’uomo sono universali… le dinamiche sono sempre le stesse! Ruota tutto attorno alla paura e paura e amore di sé non vanno mai d’accordo perché che ha paura dubita di sé inevitabilmente.
Anna, non far caso alla mia frase finale. Non era riferita A TE.
Non do diagnosi, e poi secondo me non ne hai bisogno.
In bocca al lupo!
xleby, ho mandato affanculo gaudente perchè c’è modo e modo di dire le cose… e il suo modo non mi è piaciuto. detto questo, quanto al discorso figli la situazione è leggermente più complessa e delicata. non vorrei entrare troppo in merito alla mia sfera privata ma posso dirti che ho 35 anni e di esperienze ne ho fatte. ci sono dei traumi che devo ancora superare ed è anche per questo che sono seguita PUBBLICAMENTE (sai lo sottolineo, non spendo fior fior di euro per andare in terapia. non sono ricca, nè tantomeno viziata)da una psichiatra… proprio per scacciare gli scheletri del passato e poter assaporare al meglio il presente.
quanto a quello che dici, sul discorso dell’approvazione degli altri c’e’ un bellissimo libro che ho letto che parla e analizza a fondo la questione. si chiama: “LE VOSTRE ZONE ERRONEE” di Dyer. se ti piace un pò la psicologia (e a quanto posso percepire ti stimola altrimenti permettimi di dirti che non saresti cosi preparato e partecipe a questi discorsi) te lo consiglio vivamente. tocca diversi punti da te citati e ti aiuta, in un percorso di crescita personale a liberarti da tutti quei comportamenti erronei che creano instabilità emotiva, malessere e perdita di se stessi. molto ineteressante!