Sono stanca di sentirmi chiedere con chi esco, sono stanca di sentirmi dire che devo uscire di più, sono stanca di sentirmi dire che devo tornare presto.
Stanca di vedere il telefono che squilla per le solite cose, stanca della routine della stazione, del treno, dell’università.
Sono stanca di non sentirmi chiedere come la penso, sono stanca di sentirmi dire come dovrei comportarmi.
Sono stanca di vedere le facce che fanno, le solite, le conosco a memoria, sono così stufa…
Sono stanca di vederli stupiti perchè non sono fidanzata, stanca di sentirmi dire che non mi va mai bene niente, in nessuna cosa.
Sono stanca di non essere capita, di lanciare sos nel vuoto, di avere la mente incasinata, di non piacermi, e soprattutto di non riuscire a fare niente per cambiare questa situazione.
Sono stanca di essere come sono, sono stanca del fatto che il tempo vada veloce.
Sono stanca del fatto che la gente sia cieca, sono stanca del fatto di fare l’indifferente.
Sono stanca di essere di vetro, sono stanca di respingere, sono stanca di essere un giocattolo.
Sono stanca di tutto.
Mi vengono i nervi a fior di pelle.
Ogni giorno è uguale, non so perchè faccio quello che faccio.
Non sono felice, non so nemmeno da che punto partire per tentare di esserlo.
Sono stanca di avere gli attacchi di solitudine, sono stanca di chiudermi, sono stanca di veder passare il ragazzo carino e di pensare che tanto non ne sarà mai niente.
Sono stanca di essere convinta che tanto loro non sono miei amici.
Sono stanca di non essere capace di rischiare, sono stanca di ragionare con questa testa, sono stanca di stare qui ferma.
Sono stanca di vedere le stesse persone sempre, di vederli fatti di plastica, di chiedermi se sono sbagliata.
Sono stanca di essere convinta di essere sbagliata.
Sono, sbagliata.
Sono stanca di essere così stanca da essere qui invece che a studiare.
Sono stanca della mia città.
Sono stanca di sentirmi imbranata.
Sono stanca di sentirmi impacciata.
Sono stanca di non riuscire a smettere di dire brutte parole, stanca di non riuscire a smettere di ascoltare la musica facendomi viaggi mentali.
Stanca di scombussolare la testa delle persone.
Stanca di scombussolare certe, particolari, persone, che non se lo meriterebbero.
Stanca stanca stanca stanca.
Se penso che è aprile, se penso all’estate, se penso agli esami di cui non mi frega nulla, se penso al fatto che non sono convinta di quello che voglio fare, che quello che avevo in mente è rimasto chiuso in un cassetto del cervello perchè ero troppo impegnata per fare altro per ragionarci su davvero…
Se penso che anche quest’anno sarà uguale, che l’anno prossimo sarà uguale, che è tutto sempre uguale… mi sento uno schifo.
Non ci posso credere, mi viene da piangere.
E che non mi si dica che è normale alla mia età, lo so, lo so che la confusione è giustificabile.
Ma non è abbastanza.
No, perchè non posso svegliarmi la mattina col malessere, chiedermi “chi me l’ha fatto fare”…
Non è possibile. Non è possibile.
E se fuori ci sono gli uccellini che cinguettano e il cielo azzurro, con tanto di venticello che muove i fiori tra l’erba… a me non frega niente.
Perchè tanto io vedo grigio lo stesso, perchè anche se passeggio, anche se esco con qualcuno, anche se sparo due cavolate e rido… domani è uguale.
Sono stanca.
Voglio scappare.
Voglio svegliarmi diversa.
Voglio passare l’estate altrove, davvero me ne voglio andare, non ce la faccio più.
Ma non ce la faccio… e sono stanca di non farcela.
E se me ne sto via, se me ne sto via e non studio… non lo passerò mai quel cavolo di test.
E se non lo passo comunque?
Un’altra estate mandata a farsi fottere.
E se lo passo e di nuovo non ho voglia di studiare?
Se di nuovo passo l’anno a piangermi addosso?
E poi che cambia? Che cambia avere risultati?
La felicità va condivisa. Sennò non ha senso, niente ha senso.
Vedo troppe persone stare male, perchè dovrei caricarle dei miei problemi?
Perchè non devo nemmeno provare a parlarci?
Perchè devo dare per scontato che non mi ascolteranno, che non risolveranno niente?
Perchè le persone che vorrei non esistino?
Perchè???
Perchè devo sentirmi così?
Ma perchè dovevo avere questa testa, questo carattere…?
Sono stanca, anche di scrivere.
La mia mano vorrebbe continuare, ho il braccio che freme… nulla, non riesco.
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Categorie: - Me stesso
Carissima Empatica,
ho letto con attenzione la tua lunga lettera e dopo averne completata la lettura sono rimasto qualche tempo a riflettere sul significato dei messaggi che implicitamente sono contenuti in quanto hai scritto.
Si, certamente l’età ed anche particolari momenti della vita possono condurre a considerazioni come quelle che hai fatto.
Quello che ci leggo io però è qualcosa di più : tra le righe della tua lettera leggo la richiesta di condividere con qualcuno/a quello che provi, provare a cambiare per tornare ad avere una speranza o un obiettivo, per confrontarti con gli altri e magari trovare una persona che ti somigli e alla quale non servano le parole per condividere le emozioni che tormentano te e la tua lettera.
Purtroppo non conosco troppo di te per riuscire a mettere assieme oltre al tuo scritto anche una parte delle tue storie e quindi avere un disegno di assieme della tua situazione che non sia quello che tu descrivi.
So che non ti consola, ma sappi che anche io in questi giorni ho passato la mia vita in un frullatore con il risultato di essere rimasto solo.
Potrei riutilizzare molte delle espressioni che hai usato tu per descrivere me stesso : io non sto bene e anche io ho pensato di isolarmi per non distribuire il carico delle mie pene su chi mi sta intorno. Ma poi ho capito che non funziona così perchè il dialogo serve a comprendere e comprendere serve a trovare soluzioni.
In capo alla stessa giornata ho lasciato una persona e ho persa quella che non ho mai avuto : sarei voluto morire. Ma ora mi trovo a condividere a distanza con te un pò dei miei sentimenti e questo mi aiuta perchè è l’inizio attraverso cui si parte per superare questa esperienza negativa affinchè passi dal dolore al ricordo.
Ci sono tante persone attorno a noi che vale la pena di conoscere e che hanno tanto da darci e da ricevere da noi : lo sto dicendo a te ma lo dico anche a me stesso perchè in questo momento è solo questo pensiero che mi dà la forza di andare avanti.
Un caro saluto
EMPATICA: leggiti the secret, so che è difficile ma devi cambiare il
tuo punto di vista… non puoi cambiare te stessa ma il tuo modo di
pensare si. Ricordati che siamo e attiriamo quello che pensiamo e se
prima non si sta bene con sè stessi non si può stare bene con
nessun’altro. Devi volerti bene prima tu sennò non ti rispetterà
nessuno. Prenditi cura di te prima di tutto
SOCRATE: è bello leggere che ci sono tante persone che hanno tanto da
darci e che hai speranza in questo.
Io purtroppo ho smesso di crederci, ho perso la persona che credevo
fosse questa: con tanto da darmi!
Invece mi ha dato finchè ne ha avuto bisogno finchè ero una persona
felice e facile da tenere accanto e si è preso tutto ciò che avevo da
dare io a lui, poi appena ne ho avuto bisogno io, appena sono
diventata più fragile e scoraggiata come EMPATICA mi ha affondata e
calpestata.
Ripeto: la regola è prendersi cura di noi stessi, non cercare negli
altri la soluzione ai nostri problemi, le persone ti trattano prima di
tutto per come sei e poi dopo per quello che dai!
Lasciati semplicemente aiutare..
@ Zingaro.
Non ci riesco. Non ci riesco o forse vorrei aiuto da particolari
persone… ma sono cieche.
è incredibile quello che hai scritto Empatica è esattamente quello che provo anche io e che non riesco nemmeno ad esprimere, penso solo che la mia vita potrebbe essere riassunta in solitudine, noia, nausea per quello che sono e per quello che (non) faccio.
non so come uscirne non ci riesco, so che dovrei cambiare ma è troppo difficile,credo di avere sbagliato tutto ma ormai non posso più rimediare, scusa ci mancava pure la mia tristezza!
Ciao Empatica. La penso esattamente come te. Ogni giorno mi alzo pensando a quello che pensi tu e poi mi ritrovo sempre qua. Vado in un liceo dove l’unica strana sembro essere io. Non capisco come tutti riescano e essere cosi fieri di se…in realtà ho una soluzione davanti agli occhi: uscire da questo stato clautrofobico e trasferirmi altrove, dove la mentalità è diversa e più vicina alla mia. Lo so non è certo facile ma assolutamente possibile e realizzabile. Voglio cambiare il mio futuro perchè è qua, dietro l’angolo e sono, anzi SIAMO, ancora in tempo per cambiare.
Bacione- Tonia Mono, o se preferisci Mono Tonia
Cara Empatica,
ho letto con attenzione quanto hai scritto e mi ha colpito la risonanza delle tue parole con certi miei modi di sentire. ho lasciato che le tue frasi scorressero dentro di me e ho sentito dietro ad esse una leggera carezza triste ed una profonda pesantezza. per questo ho deciso di scriverti perchè spero così, con questa mia sconosciuta vicinanza, di aprire un piccolo spiraglio in questo tuo deserto silenzioso come altri in precedenza hanno fatto con me.
quello che tu senti…non sono gli altri, sei tu. e te lo dico con dolcezza, con quella dolcezza necessaria ad accettare le cose tristi. è la tua anima che piange e riflette le sue lacrime su tutto quello che vede. il mondo non è nè bello bello nè brutto (in realtà il più delle volte io penso che sia bello), semplicemente è. siamo noi stessi che lo coloriamo con i nostri colori, siamo noi che, senza saperlo, scegliamo di dipingerlo con le fosche tinte del nero, le tristi note del marrone, o le gioiose e solari gocce del rosso e del giallo, o ancora le quiete sfumature dell’azzurro morbido. siamo noi. è tutta nostra responsabilità. ma possiamo fare qualcosa.
quello che possiamo fare è imparare, imparare a distinguere i colori che vogliamo usare, imparare ad accorgerci quali stiamo usando, imparare ad usare colori nuovi. questo a quindici, venti, quaranta o sessant’anni, non è mai troppo tardi e non è mai troppo presto. siamo noi che possiamo reinventarci e scegliere di cambiare colore. ma per fare questo, spesso, abbiamo bisogno di aiuto perchè da soli in questo momento magari non siamo più in grado di farcela.
per questo ti scrivo, perchè mi pare di sentire nascosto dietro le tue parole l’eco di uno stanco e silenzioso grido di aiuto: -aiuto, non ce la faccio più-.
fermati. fermati, lascia entrare il dolore, guardalo e scegli di dire no; e scegli di farti aiutare.
non so da dove tu scriva, non so chi tu sia, come sia la tua vita. ma ricordati, è importante: fatti aiutare. ora. c’è più coraggio in una richiesta d’aiuto che nel combattere un nemico da soli.
spero con te, anche se non ti conosco.
ti abbraccio, con speranza.
ciao
rapida72
Rapida,
condivido tutto, parola per parola ma… purtroppo, non sempre riesco a metterlo in pratica appieno, innanzitutto perchè le mie risorse fisiche sono carenti per “cercare aiuto” fuori casa, appiattite, forse, da un dolore che mi opprime, che non riesco a rifiutare e che non mi è consentito esternare.
tendo piuttosto ad aiutarmi il più possibile da sola, con risultati altalenanti…
cara rossana,
cercare aiuto non è mai facile. anzi, forse è la cosa più difficile da fare. ti dici passerà, ce la faccio, domani passa, dai che forse è solo un momento.
poi il momento diventa mese, semestre, anno. e la fatica sempre più grande. se siamo fortunati il nostro corpo ci ferma lui. se no, semplicemente, andiamo spegnendoci. e continuiamo a vivere una vita grigia e senza sole.
io sono convinta però che quando è il momento, ma il momento davvero, le forze si trovano, saltano fuori all’improvviso, ci vengono loro in nostro aiuto. magari solo per un breve istante, magari è solo una porta che si apre per un attimo e noi quell’attimo lo cogliamo per quella volta. ma il momento arriva. e con questo la svolta.
io non so nulla di te, non so quale dolore accompagna e appesantisce le tue giornate. ma forse non è ancora ababstanza. o forse invece è arrivato al capolinea ed è il momento di lasciarlo per strada.
chissà…
pensaci, vuoi?
ti abbraccio
rapida
Rapida,
non è un dolore che possa arrivare al capolinea. se dovesse farlo, lo considererei un mezzo miracolo.
è qualcosa di molto concreto, che potrà forse attutirsi ancora un po’, nel tempo, ma che avrà fine soltanto con la mia fine. gravando sulla psiche, si risucchia anche molte risorse fisiche.
come tutte le pene che non sono temporanee, è difficile da comprendere appieno. solo pochi professionisti o persone sensibili che hanno sperimentato simili tragedie lo possono fare.
comunque hai ragione nel suggerire di cogliere ogni minima opportunità di evasione, se non in termini di svolta, almeno nel poter usufruire di qualche momento buono.
grazie per l’attenzione. un abbraccio.