Cari direttori,
è un bel pezzo che non scrivo più qui.
Perché andarsene e poi ritornare? Semplicemente perché la mia vita sembrava aver ripreso lentamente a girare. Dico “sembrava” perché recentemente sono stato tradito.
Non un tradimento amoroso, ma un tradimento da parte di due amici. Forse perché non mi sono mai veramente innamorato, considero il tradimento in amicizia ancora più infame: in amicizia il sesso e l’attrazione fisica non c’entrano, perciò non possiamo usare questa scusante.
La verità è che non mi sento accettato per ciò che sono: un uomo e, come tale, con pregi e difetti. Il pregio è l’affidabilità, il difetto l’ansia: perché tutti vedono la seconda e non la prima? Perché non considerano che sto cercando di curarmi?
Un motivo vero ci sarà, ma nessuno me l’ha mai detto….così come non mi hanno mai parlato come un uomo, ma come un bambino.
Ogni volta che accade, sono talmente avvilito che non urlo, né mi arrabbio: semplicemente, scappo. In questa settimana sono scappato dal gruppo di cui ho fatto parte per quasi due anni: erano proprio i due amici che mi hanno tradito a tenere le redini di tutta la questione…Non potevo continuare a fare parte di un gruppo sentendo contemporaneamente che i miei principi erano stati traditi.
Quali sono questi principi? Uno l’ho già detto: siamo esseri umani, perciò imperfetti. Non possiamo criticare gli altri: non sappiamo nulla della loro vita…eppure lo facciamo. Gli altri due sembrano quasi ovvi: sincerità e rispetto….eppure non vengono messi in pratica.
Proprio per non tradire questi principi, io non litigo: scappo….Qualcuno può definirla paura, ma – in realtà – è semplicemente essere fedeli alla propria linea.
Essere fedeli alla linea consiste (anche) nell’allontanarsi e stare da soli: io lo sto facendo. E’ un bel prezzo da pagare…non so se troppo alto rispetto ai principi.
Non è una gran lettera, Direttori: lo so, chiedo scusa…volevo semplicemente sfogarmi
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Categorie: - Me stesso
Io sono una persona molto solitaria, che non ha avuto successo nelle amicizie, ma che porta dentro di sé una visione del mondo che difficilmente le consentirebbe di banalizzare questa forma d’amore. Distinguo il compagno dall’amico. Infatti anche nei sogni mi capita d’incontrare personaggi del passato che danno corpo a questa mia visione delle cose. Tanto tempo fa ad esempio mi capitò di sognare un famoso regista che non è stato un marito fedele; tuttavia dal modo in cui si è presentato ho capito che quello che di buono aveva costruito nel lavoro era il frutto del valore che aveva dato all’amicizia. Evidentemente quella dell’amicizia è stata la strada attraverso la quale è arrivato a Dio. Insieme a lui ho avuto la sensazione di trovarmi in Paradiso. Era seduto sulla classica sedia del regista e dirigeva davanti ad una fontana che si trova nel mio paese. Era libero. Con i suoi vestiti. Non indossava nessuna divisa. Penso che le persone non dovrebbero offendersi quando riconosci in loro un collega piuttosto che un compagno di scuola. Infondo da un’ “amicizia” potrebbe nascere un colpo di fulmine o una forma di parentela. Invece l’amicizia vera è un’altra cosa e può portare a Dio perché ti dà la sicurezza di camminare con gioia accanto a qualcuno che, per un verso o per l’altro, non ha una condotta uguale alla tua. Nel bene o nel male non ti dà pensieri come te li potrebbe dare un figlio o tuo marito. Non avendo delle aspettative puoi veder crescere la tua fede.
mpoletti,
– “Non possiamo criticare gli altri: non sappiamo nulla della loro vita…eppure lo facciamo”.
Lo facciamo perché non possiamo non farci un’opinione di una persona con cui vogliamo/dobbiamo interagire, adottando criteri di valutazione soggettivi.
C’è chi cerca gli aspetti positivi, magari pochi e incerti, e chi preferisce identificare quelli negativi. Da non esprimere a chi riteniamo superiore o a chi dobbiamo obbedienza mentre non si lesina di buttarli addosso a chi pensiamo di poter facilmente sovrastare.
In linea generale si dovrebbe evitare di esternare opionioni negative su modi di essere, se non in modo “leggero”, utile all’evoluzione in positivo della relazione in corso.
Spesso non è così per ignoranza di corrette modalità d’interazione oppure per desiderio, anche inconscio, di sminuire l’altro a vantaggio di proprie insicurezze d’autostima.
L’affidabilità deve essere provata nel tempo. L’ansia si percepisce subito e pone immediatamente in condizioni d’inferiorità.