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La soluzione a tutto è davvero convivere con se stessi?

di Sospiri.

Questa è la prima volta che mi apro così in una lettera anche se in forma anonima. Diciamo che tendo a chiudermi per moltissime cose e non so spiegarmi il perché. In questi giorni il mio ragazzo sta facendo la maturità e io sto vivendo un’ansia terribile. Da quando sono piccola sento dei fastidiosi tormenti che mi perseguitano ma non costantemente: o solo in certe parti dell’anno (es. capodanno) o la notte. Da piccola sentivo un immenso senso di abbandono durante la notte ora invece sento come se avessi un gigante peso dentro, come se la mia anima si stesse trascinando dietro un qualcosa che non so definire. In questi giorni sento un’ansia terribile e sono ossessionata sempre dalle stesse domande del tipo “mi ama davvero?” “durerà?” “si dimenticherà di me ora che la sua vita sta per cambiare?” ma oltre a questo sono ossessionata dalla morte di chi mi circonda a causa delle brutte esperienze passate che non sto qui a dire. Ma vi giuro, non capisco.. Perché sono ossessionata sempre da pensieri paranoici o del passato? Inoltre tra non molto partirò con amici per un viaggio InterRail e ogni volta che parto, nonostante io ormai abbia 18 anni, sento come una stretta al cuore, una voragine che mi divora. Come se dovessi partire per sempre, come se mi sentissi di non essere in grado di farcela da sola. Fatto sta che ora come ora l’unica persona che mi sento davvero vicina è il mio ragazzo, dal resto del mondo (famiglia compresa) tendo a nascondermi ma non per cattiveria o perché non mi fidi, semplicemente perché mi vergogno ad ammettere che qualcosa in me non va e mi vergogno ad ammettere che mi sento tormentata da paure che mi sembrano così astratte a tal punto da farmi sentire una completa idiota. E così in questi giorni mentre il mio ragazzo studia io me ne sto qui, a scrivere nel mio taccuino, a dipingere e a guardare serie tv per occupare la mente. Ma credo di sapere qual è il vero problema. Il vero problema non è la gente che mi circonda ma sono io. Sono io che mi riempio la testa di paranoie e problemi. Ma il punto è, perché me li trascino da quando sono piccola? Perché? Ho avuto una vita felice e non avrei potuto chiedere una famiglia più bella di questa. Amo aiutare gli altri ma mi vergogno a farmi aiutare.. Cos’ho che non va allora? Negli ultimi anni ho anche pensato che forse buttandomi in una delle mie più grandi passioni ovvero il volontariato avrei anche potuto liberarmi dei miei demoni e concentrarmi a pieno sugli altri e non su me stessa. Ma non ha senso. Bisogna affrontarli i propri demoni, no? Il mio ragazzo dice che mi aiuterà lui e l’ho apprezzato molto ma sono consapevole del fatto che dovrò sbrigarmela da sola perché sono io che devo imparare a convivere con me stessa, con le mie paure, con le mie ansie, con le mie ossessioni.. E ho tanta paura, credetemi. Ho paura. Ho paura di non farcela da sola, ho paura di non liberarmi mai dei miei demoni. Ho paura di queste notti in cui vado a letto e non riesco a smettere di pensare. A capodanno di quest’anno sono fuggita da una festa perché mi sentivo così sola, inappropriata, male.. Sentivo una stretta micidiale al cuore: dovevo fuggire. Ma non voglio andare avanti così.. Sono stanca di fuggire e rintanarmi in me stessa, rintanarmi laddove non trovo pace ma trovo ostante tormento. E non so come fare. Esiste una regola per convivere con se stessi? Esiste una regola per vivere felici anche senza l’aiuto di nessuno? Io sono soddisfatta di me quando aiuto gli altri o faccio qualcosa di utile per persone o chicchessia. Ma posso trovare un modo di esserlo anche nella solitudine? O mi troverò a temere la solitudine e me stessa a vita? Sono ossessionata da quest’idea dell’abbandono, della morte di chi mi circonda.. E non so ancora esattamente cosa fare. Intanto sto qui, riverso i miei pensieri e la mia mente nell’arte e nei miei taccuini, penso e ripenso cercando di ingoiare ogni paranoia e.. aspetto. Sarà forse la troppa felicità a generare automaticamente un vortice immenso di angoscia? Non lo so.. So solo che così non ce la faccio ad andare avanti. Voglio svegliarmi una mattina, aprire la finestra, guardare fuori e sorridere. Sorridere senza problemi, ansie, paure, paranoie, ossessioni. Voglio svegliarmi una mattina e sapere di essere in grado di accettarmi come sono, convivere con me stessa.. è un sogno così impossibile? Grazie per avermi ascoltata (se mai qualcuno leggerà questa lettera).. Avevo bisogno di liberarmi senza gente che giudica o senza mostrare le debolezze dipinte sul mio volto. Grazie a tutti voi.

Lettera pubblicata il 28 Giugno 2013. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 2 commenti

  1. 1
    Novecento -

    La mia professoressa di Lettere mi diceva sempre “Colui che pensa,ha un malessere costante interiore,un’ansia sovrastante.”Ancora dopo anni ricordo le sue parole,poiché anch’io come te,vivo una paura infodandata,e pensando alla causa inesistente,mi arrabbio poiché non ho alcun motivo di preoccuparti di tali cose.Eppure la mia testa è un treno,ci passa e ci ripassa ogni giorno,pensieri di solitudine,tristezza,amarezza,morte,giorno per giorno,si ferma su ognuno si questi,ampliando il vuoto dentro di me.Il problema non sei tu,o io,o chiunque vive queste situazioni,ma non lo è neanche la società.E’ un problema di entrambi le parti,da un lato il porsi problemi senza alcuna ragione,dall’altro l’accentuare il concetto di diversità dalla massa.Penso di non essere la persona più adatta per aiutarti ad uscire da questo stato d’animo,anche perchè ormai io ci convivo ogni giorno,la mia mente,come sempre,si affolla di pensieri,come la tua,dilagano ovunque,ma da anni,e quindi è normale convivere con questo malessere continuo.Anch’io come te,ho vissuto esperienza poco felici che mi hanno segnato,ma dopotutto,il mondo gira,il sole sorge,le persone vivono,che tu,o io,o decine di persone come te e me,la mattina si alzino e sorridano ad un mondo infinito.
    Scusa per questo pensiero,il quale non è appropriato a dare una mano.

  2. 2
    eli -

    Leggendo cio xhe hai sceitto mi swmbrava di averlo sxritto io…siamo uguali…ho trovato la mia gemella di.malessere…hhhh bene…io sono a un punto morto. Non so darmi una risposta non so xosa fare. Comunque e vero, chi e sensibile e profondo soffrirà sempre. Devi pensare di meno.forse…ma come si fa bho forse tu sarai piu fortunata di me e troverai una siluziobe..buona fortuna!!!

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