Caro direttore, cari tutti,
ho 29 anni, sulla soglia dei 30, laureata in lingue straniere, molta esperienza all’estero ( anche se del tutto estraneo alle mie competenze), un lavoro, un fidanzato meraviglioso, dei genitori fantastici eppure…solo apparentemente felice!
Vi chiederete come mai e se ve lo dico so già che non mi credete. Sì, perchè in realtà io ho tanta paura, sono impaurita, sconfortata e per questo mi sto anche gonfiando.
Non riesco ad essere felice perchè in me c’è molta insoddisfazione, e se prima il bicchiere lo vedevo mezzo pieno, ora lo vedo mezzo vuoto. Il periodo che stiamo attraversando in Italia come in parte del mondo ( non ci credo che la crisi è mondiale, ci sono di Paesi che nonostante tutto vanno sempre bene.) mi sta uccidendo dentro. Mi sta massacrando l’animo. Avverto intorno a me tanta incertezza, sia umana che politico-economica, e nessuna voglia di migliorare. Solo tanto pessimismo, di cui ahimè sto diventando anche io vittima.
3 anni fa, da poco laureata, mentre ero ancora a Lecce e pronta per un’ altra borsa di studio in danimarca grazie alla mia facoltà, ho conosciuto in chat un ragazzo di Milano, un anno più grande di me. Abbiamo iniziato a sentirci prima in chat e poi per telefono. Era la prima chattata della nostra vita, la nostra prima esperienza virtuale… Dopo un mese, dovendo io partire per la danimarca e dovendo fare scalo a milano, abbiamo deciso di conoscerci. E’ stata la cosa più bella e naturale. Siamo andati a cena e aparte qualche imbarazzo iniziale, tutto è stato naturale, come se ci conoscessimo da tant. Lui bellissimo, alto slanciato, oltre che estremamente intelligente. L’uomo pr me. E’ lui ora il mio fidanzato meraviglioso. Di conseguenza, tornata dopo 3 mesi dalla danimarca, ho dovuto trasferirmi a milano per stare più vicino a lui e accettare il posto che lui mi stava offrendo di assistente nel suo ufficio. Così presi il posto della sua ex assistente che andava via per motivi personali. Sono 3 anni che vivo a Milano. Il lavoro non mi piace, non fa per me, ma è pur sempre un lavoro, con lui va bene, sempre meglio, ma non so…qualcosa mi sta facendo stare davvero male e non apprezzare in pieno quello che ho. Forse perchè non è quello che voglio. Mi sento in gabbia, imprigionata in un’esistenza dorata quanto dolorosa, senza avere una soddisfazione professionale appagante ( ammesso che in Italia sia possibile!), condizione per di più aggravata da questa situazione socio-economica molto triste. SOno arrivata ad un punto che non riesco a essere più felice, intorno a me vedo solo tristezza, individualismo esasperato, rincorsa affannosa di una ricchezza che è solo materiale, dubbia moralità che soppianta smepre di più ciò che di buono è rimasto. E’ vivere in Italia che non mi soddisfa, è vievre in un Paese dove tizio frega caio e caio ammazza sempronio! Un’Italia triste ultimamente, sempre più divisa tra nord e sud, sempre più ridicolizzata nello scenario politico ed economico europeo e anche mondiale! Insomma un’Italia dove prima di mettere al mondo un figlio ci devi pensare 2 volte, e su come crescerlo non basta pensarci una vita! Un’Italia sempre più indietro, sempre più traditrice nei confronti di chi ne è smepre andato fiero, sempre meno meritocratica.. Un’Italia dove avere 32 anni significa essere tagliata fuori dalle possibilità che il mercato del lavoro offre. Dove una donna guadagna meno di un uomo in quanto donna ( e sempre solo 1/4 di quanto guadagnano le donne negli altri paesi del nord europa), dove se ammazzi diventi famoso, se sei delinquente ti scontano la pena e appena esci fuori ci fanno pure un film su di te. Un’ Italia che è capace di esportare solo film di mafia, come se già non bastasse la concezione che di noi si ha all’estero. Io tutto questo lo so, posso permettermi di dirlo perchè nell’arco di alcuni anni, ho vissuto per mesi in paesi dai quali ci sarebbe davvero tanto da imparare e soprattutto dai quali ho appreso ciò che l’Italia è considerata! Che tristezza. Allora la prendevo un pò sullo scherzo, sul ridere, ma ora vedo che le cose vanno sempre peggio e nn si cerca di evitare neanche l’evitabile. Italia, Italia, mamma mia!
E la cosa bella è che il mio ragazzo non mi capisce! Lui è soddisfatto, lui ha il suo bel lavoro, io sono solo una povera vittimista, in cerca di consolazione, una che non si sa accontentare di nulla. Sarà pure, ma è la mia mentalità che mi porta ad essere così. Studiare lingue sraniere ti porta a ragionare in termini di apertura mentale pazzesca, cosa che io ho potuto attuare solo finquando non ho conosciuto lui. Comincio a credere che essermi fidanzata prmia di trovare la mia strada professionale, è stato un grandissimo errore. Ho trovato un bravo ragazzo, ma non ho capito me stessa. Ho un uomo che mi ama ma che non mi capisce, perchè non prova le stesse mie emozioni, perchè per lui avere il suo bel lavoro, la sua donna, la sua casa è il massimo che può desiderare dalla vita. Io non sono così, o meglio lo sarei se almeno il contesto mi permettesse di essere ottimista, se non fossi costretta ogni giorno a pensare alle differenze tra il modus vivendi e lavorandi dell’Italia e quello dei Paesi in cui ho vissuto e che mi hanno insegnato tantissimo, se non fossi così dannatamente sensibile da notare ogni minimo cambiamento intorno a me!
Insomma, lì’avete capito, sono insoddisfatta soprattutto perchè lui non mi capisce, perchè lui continua a ripetere che va tutto bene, non potrebbe andare meglio.. Intelligente sì, ma anche molto limitato. Io nn riesco ad essere così. Io ho bisogno di evadere, ho bisogno di tornare a credere in qualcosa, nella nostra politica, nella nostra economia, nel mio Paese!
Scusate lo sfogo!
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Categorie: - Me stesso
sentiti meno fabbri fibra…..e ringrazia per quello che hai……altro consiglio te lo darei ma non ne vale nemmeno la pena…ciao volere e potere.
se ti senti in gabbia cerca la via d’uscita. cosa vuoi per te stessa, a prescindere da lui? restare o andare?
anche io, nonostante tutto, nonostante il lavoro, nonostante una famiglia meravigliosa, sento che dove vivo mi manca qualcosa e tra nemmeno un mese partirò alla volta di un’esperienza che ho molto cercato e molto desiderato, seppur solo per qualche mese.
a volte cresciamo pensando di voler diventare in un modo e poi scopriamo di essere diventati tutt’altro e che il nostro mondo non ci calza più.
se in italia ti senti soffocata perché non provi a cercare un lavoro all’estero?
anche fuori c’è crisi rispetto a prima ma ci sono anche più possibilità rispetto a quelle che ci sono qui.
cos’è che ti spaventa? perdere lui?
è comprensibile ma sei di fronte a un bivio e non puoi ignorare questo importante dato di fatto.
del resto, non puoi nemmeno pretendere da lui che abbia le tue stesse esigenze, né condannarlo perché non le ha dicendo che è meno sensibile o chiuso mentalmente.
potrebbe dire anche lui le stesse cose di te guardando la medaglia dall’altro lato. in fondo l’arte di apprezzare ciò che si ha è la migliore che si possa apprendere ed è il segreto della felicità.
non dargli colpe, dunque, per dei sogni che non gli appartengono.
sii onesta con te stessa e dopo aver valutato queste differenze che di certo esistono tra te e lui, scegli se rinunciare al tuo sogno di partire oppure a lui.
puoi anche partire per fare un’esperienza fuori di qualche mese per capire cosa vuoi veramente e per testare il vostro rapporto. magari tu stessa, una volta partita, capirai che hai inseguito un sogno che non era poi adattissimo a te… non si può mai dire.
un mio amico è partito per washington e la sua ragazza vive qui. per un certo periodo si può anche fare se la prospettiva è quella di tornare oppure che l’altro parta per raggiungerti…
magari, invece, una volta che sarai partita, scoprirete entrambi di volere una persona diversa a fianco e ci sarà modo e tempo per lasciarsi.
in ogni caso sei tu al timone della tua vita e questa è una scelta che compete solo a te.
Grazie per il tuo sostegno, capisco anche la complessità della tua storia e ti ammiro. Spero che un giorno i nostri sforzi e sacrifici verranno premiati…
non sei soddisfatta della vita che conduci, non devi sentirti in colpa se per gli altri puo’ essere il massimo. devi aveve il coraggio di cambiare le cose,è la tua vita e nessuno lo puo fare al tuo posto. ogni persona ha le sue priorità, c è chi aspira a fare la moglie e la mamma, c è chi aspira ad altro. devi prendere coscienza di quello che vuoi essere tu e provare a prendertelo. si rischia nella vita, sicuramente non è facile perche’ la paura di non sapere cose ti aspetti fuori da tutto quello che ti sei costruita ti condiziona nelle scelte… ma vivere una vita che non ti appartiene forse è peggio. non tutti siamo fatti per stare dentro una gabbia, anche se d oro.. guardati dentro!
“è vievre in un Paese dove tizio frega caio e caio ammazza sempronio”
“Insomma un’Italia dove prima di mettere al mondo un figlio ci devi pensare 2 volte, e su come crescerlo non basta pensarci una vita”
Ho voluto citare queste due tue frasi perchè mi sembra che rappresentino la condizione un pò mondiale e non solamente italiana.
Vorrei dirti che se ti senti infelice prima di tutto dovresti lavorare su di te stessa e non scappare perchè ovunque vai c’è sempre una cosa che ti porti dietro: te stessa.
Ogni paese e ogni nazione ha i suoi problemi, noi abbiamo i nostri.
Io penso che il problema più grande sia quello con il tuo ragazzo con cui non ti senti veramente bene.
la verita è che milano fa veramente schifo…trasferitevi in un posto caldo con del verde e vedrai che va meglio…sei salentina in fondo…
si puo vivere più serenamente guadagnando molto meno..
meno lavoro per tutti è la svolta..ringraziamo il collasso del mercato libero…thank you mr bush…
Eh, lo dico sempre che gli italiani dovrebbero fare qualche viaggetto all’estero per vedere cos’è un paese civile… a quelli che dicono che all’estero è come qui, non ha provato le varie realtà realmente avanzate. Certo alcuni difetti sono comuni, ma la società, l’organizzazione, il rispetto delle regole tanto per citarne alcune, in alcuni paesi non hanno paragoni. Certo i parametri da valutare sono tanti (chi fino ieri non avrebbe voluto andare in Inghilterra? Adesso che c’è il crack vedremo se dopo aver smantellato le industrie si campa con la carta straccia…). Per cui sicuramente ci sono paesi dove si vive meglio, ma altri dove occorre vedere tutto il quadro della situazione. Comunque il tuo senso di vuoto (anche col tuo ragazzo) è normale. Sono io il primo a capire che in queste condizioni l’Italia non ha molto futuro (si siamo la 5a potenza mondiale, fino a quando?) e quando guardo la TV mi viene lo sconforto, per cui… in bocca al lupo. Sei cittadina del mondo, giratelo come ti viene: finché non sei sposata puoi fare quello che vuoi, da sposata meno, figurati con i figli…
by psYco
Grazie Psyco, sento che tu mi capisci davvero.
Cara Elisabetta, credo che sostanzialmente questa tua paura è derivata dallo stato precario in cui senti di stare, già non essere soddisfatte del proprio lavoro è un peso non indifferente, e Milano concordo non è la città migliore per sentirsi compresi, in assoluto è una delle capitali meno umane,sotto molti punti di vista, ci sono stata da poco e a parte in castello sforzesco non mi ha entsiasmata, il mio fidanzato mi sta dicendo di trasferiemi li, e trovarci anche lavoro visto che sono un insegnante qui a Roma ma disoccupata ora.Il mio fidanzato l’ho conosciuto in chat e dal vivo circa un anno che stiamo insieme, l’idea di vivere a milano non mi alletta, ma per stare vicino alui dovrei proprio, tanto che la mia famiglia mi spinge ad andare perchè il lavoro non mancherebbe, direi che a parte la strana coincidenza delle nostre storie, anche per un confronto ti scrivo.Darti consigli non potrei, ma dovresti almeno pensare un po piu in positivo altrimenti vivresti sempre schiacciata dalla paura d’aver fatto la scelta sbagliata, già fare il lavoro che t piace potrebbe aiutarti.Parlarne con lui idem. Ciao da un amica di forum
Elisabetta ti capisco si.
Ho tentato a fine anni 80 di espatriare in Canada, ma li non è mica come qua: se non hai un lavoro, finito il soggiorno aria; avevo fatto delle domande, ma essendo un periodo di crisi la precedenza andava ai locali. E per il mio, essendo un lavoro qualificato (non uno di quelli che “non-vuole-fare-nessuno”) la concorrenza locale c’era. Per cui le ditte anche volendo non potevano proprio assumermi (tanto per fare un paragone con l’Italia…). E così sono tornato qui a Milano, sapendo che comunque non eravamo messi poi così male. Ed in effetti non lo siamo messi così male, solo che purtroppo a guardarsi in giro non c’è da stare allegri: il lavoro è ingessato; la burocrazia è esagerata (siamo noi al servizio della burocrazia e non viceversa), le tasse ci ammazzano, le infrastrutture sono carenti. La TV poi non dovremmo proprio guardarla, mette tristezza e depressione. E’ un cane che si morde la coda: se non ci piace la tv con le veline, i tronisti e i culi di fuori spegnamola: è inutile lamentarsi e poi continuare a guardarla. Ora che ho moglie e figli, ed un lavoro in proprio, espatriare è (quasi) impensabile.
Cercherò di far imparare le lingue a loro, sperando che ne imparino abbastanza per avere per lo meno la possibilità di scegliere se e dove andare a vivere. Quanti sono i nostri giovani ricercatori validi che sono di fatto obbligati ad andarsene per lavorare? E’ sempre meglio averla una porta aperta. Vero è che l’ansia che vivi forse è dettata da un momento in cui le cose che non vanno sono troppe e le vedi più grigie di quelle che sono (non che non lo siano..). Però attenta che la tua insicurezza non venga portata con te nel caso decida di cambiare vita: se farai il passo dovrai guardare sempre e solo avanti. La vita non è facile comunque, se si vuole una cosa bisogna lottare ed impegnarsi. Successo sta prima di sudore solo sul vocabolario.
by psYco