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Solo a 30 anni per un errore fatto a 14

di mrrocco84

Buongiorno,
Vi scrivo per avere un vostro parere in merito alla mia vita in questi ultimi quindici anni. Ho quasi trent’anni e da quando ne avevo quattordici ho fatto una vita in solitario, mi spiego meglio. Vengo da un paesino del sud Italia, e da quando ho capito che gli amici d’infanzia con cui ho riso e scherzato assumevano con me una doppia faccia ho scelto di distaccarmi dal gruppo. Ancora oggi non mi pento di quello che ho fatto – sapendo il tipo di persone che sono diventate – ma tutte le volte che ci ripenso mi prende una rabbia che mi fa restare sveglio tutta la notte. Rabbia per non essere riuscito ad affrontare la situazione, rabbia per la mia immaturità di allora, da quattordicenne che ero sono arrivato a trent’anni senza uno straccio di amico e di ragazze neanche l’ombra. Di carattere sono sempre stato timido, anche che se con gli anni crescendo la situazione è cambiata in meglio, da che ho ricordo una buona parte di me preferiva stare a casa a giocare con le costruzioni o a guardare un buon film anzichè uscire con i miei coetanei questo alle elementari, ricordo che i mie genitori per mandarmi alle feste dei compleanni mi dovevano trascinare con la forza. Ero un ragazzo di poche parole ma che amava la compagnia. Dai quattordici anni in poi ho tagliato i ponti con amici e il resto del mondo. Quando dico col mondo mi riferisco al fatto che avendo un viso molto particolare sono sempre stato deriso – tutto questo comunque in fare adolescenziale – a dieci anni di questi problemi non me ne facevo, ormoni che schizzavano alle stelle il corpo che cambiava, hanno conferito in me un aspetto che non passa di certo inosservato. Questa mia scelta di distaccarmi dal gruppo insieme al corpo che cambiava e all’impossibilità, l’incapacità di trovare nuovi amici mi ha portato a chiudermi in casa, col solo scopo di chiudermi ancora ulteriormente in me stesso e avere come unico contatto col monto un monitor e una tastiera. Tutto questo ha provocato in me ansie e paure nei confronti del mondo e delle persone, creandomi moltissime difficoltà a livello di interazione sociale e cosa più grave gravissimi problemi scolastici. Il fatto come già detto di essere stato deriso – succede ancora oggi – per il mio aspetto più la nomina di persona strana mi hanno portato anno dopo anno a detestare il liceo e lo studio. Fortuna ha voluto che dopo essere stato bocciato mia madre prese la decisione di farmi iscrivere a un liceo – mia prima scelta al terzo anno di medie – un liceo artistico, dato che fin da piccolo sono sempre stato abbastanza creativo e nel disegno ero abbastanza portato, cambiai liceo e diciamo che le cose a livello scolastico andarono sempre migliorando fino addirittura ad arrivare a iscrivermi all’università, specialistica master e tutto quello che mi si prospetterà il futuro. Tutto questo comunque era accompagnato da un impoverimento a livello sociale, i compagni di liceo erano delle spine nel fianco come sempre ma almeno ero felice e comunque i compagni erano meno bastardi rispetto al passato. Amici nemmeno l’ombra, ormai in me era scattata qualcosa, come se essere solo fosse una cosa normale, tornavo a casa e studiavo, coltivavo i miei interessi e quasi sempre in solitudine restavo a casa anche il fine settimana. Di ragazze no sapevo nulla, come approcciarmi zero e se notavo che interessavo a qualcuno non facevo nulla, anche se avevo le mie sbandare, ma finivano li, l’idea di avvicinarmi neanche mi sfiorava. Voglio precisare che in famigli soffriamo di depressione e anch’io da qualche anno a questa parta lo sono ma con l’unica differenza che non prendo antidepressivi – dopo quello che anno passato i miei famigliari ho scelto di evitare di imbottirmi – mettiamoci anche che questo mio carattere schivo e riservato in parte l’ho preso da mia padre, figura presente fisicamente ma come personalità debole, l’esempio e l’affetto lo dimostrava e lo dimostra spaccandosi la schiena di lavoro, ma a livello sociale come il sotto scritto, povero, con amici sbagliati – anche se negli ultimi anni ha trovato degli amici, amici veri e sinceri – restando comunque sempre quel tipo di persona poco socievole o per meglio dire di poche parole, ma ormai gli amici sanno che tipo di persona è, la sua semplicità gli ha dato gli amici veri, mia madre al contrario è molto socievole e credo di aver preso da tutte e due le parti anche se non si direbbe. D’altro canto ho una madre dal carattere fin troppo apprensivo e emotivamente paurosa di tutto, anche per cose banali come fare un tragitto in autostrada, ansiosa come mia nonna e con gli anni peggiora sempre di più. Tra l’altro questo modo di fare, le ansie le paure me le ha trasmesse, si è radicato talmente tanto dentro di me che per anni ho nascosto di avere problemi di salute, perché avevo paura, senza avere il coraggio di andare da un medico a farmi vedere, con il risultato che la mia salute è peggiorata negli anni ma almeno grazie al cielo adesso è stabile. Ansie, paure, incapacità di relazionarmi sono le eredità che mi sto portando da anni anche se da qualche anno mi sono stancato di avere paura, pian piano mi sento, anche grazie al fatto che studio nella capitale e i mie genitori li vedo per le vacanze, mi sento più maturo e ho smesso di farmi problemi che si addicono a un ragazzino – anche se fa male essere ancora derisi soprattutto per il mio aspetto alla mia età – ma sento che a livello di interazione sociale sono rimasto quel ragazzo solitario che però vuole stare tra la gente. Tempo fa lessi che il mio problema si potrebbe ricollegare a quelle abilità sociali che si insegnano fin dall’asilo. Lessi queste parole “abilità sociali” e approfondendo ho capito che più stai a contatto con persone più si impara a stare tra loro. Non posso dire di averci provato, sento che qualcosa mi frena, non riesco a fare le semplici cose basilari, tipo dire un buon giorno, risultando essere apatico, distaccato, fuori dal mondo. Una delle ultime cose mi hanno detto di recente e che vivo in un mio mondo, che sono strano ma strano forte, e risulto persino maleducato a tratti, dico cose imbarazzanti nel momento sbagliato, mettendo a disaggio le persone. Questo comunque essere sinceri mi aiuta perché così smetterò di fare gli stessi errori. Tutto questo può sembrare che tutto si possa ricollegare alla sindrome di Asperger, ma onestamente non saprei che dire, io da ragazzino ero spensierato, ma facendo mente locale e ripensando al passato mi sono accorto che anche quando ero più piccolo c’era un menefreghismo verso il prossimo, ricordo un episodio di una mia compagna di classe che voleva mettersi con me ma io già ero solitario, stavo nel mio mondo, creavo castelli con le lego, dipingevo, poi arrivare a capire che si era presa la classica cottarella era impresa impossibile e pure i miei coetanei a dieci anni queste cose le sapevano, sentivano quell’attrazione tipica dei bambini, sentivano che stava succedendo qualcosa al loro corpo, e io ci sono arrivato si può dire dieci anni dopo a fare questi ragionamenti. Tutto questo per dire che arrivati alla soglia dei trenta, faccio fatica ad alzarmi la mattina, gli ultimi esami universitari si stanno rivelando un impresa complicata e questo lo detesto perché se ce una cosa che odio è vedere i miei sogni, i mie studi andare a farsi fottere. Ho scelto di coltivare i mie talenti le mie passioni di ragazzino – fin da piccolo ho sempre saputo cosa volevo fare nella vita – l’ho fatto iscrivendomi ai corsi universitari a cui ero interessato ma adesso vedere che il mio unico chiodo in testa non è più lo studio mi sta facendo crollare definitivamente. Quel poco di sicurezza che ho acquisito negli anni la devo ai miei successi accademici e devo confessare che i primi anni sono stati complicati, sulla scia della mia situazione passata fare un esame davanti a tante persone è stato traumatico ma con gli anni il problema si è ridotto completamente. Sto crollando fisicamente che mentalmente, mi mancano gli amici, il contatto con una ragazza, fare l’amore con una ragazza, guardarsi negli occhi, senti che sono cose importanti ma di più capisco che è come parte dell’essere al mondo e fare certe esperienze è più che vitale, ti da un senso in più per stare al mondo, non è una esperienza quella che fai è di più. Vorrei avere una vita piena di persone che mi accettino così come sono ma ogni volta che provo a fare un salto di qualità vengo scacciato. Mi sento continuamente dire sei strano, posso essere una buona amica, sei matto, sembri un cadavere ma io non ci sto, sono stanco, nessuno mi da la possibilità di farmi conoscere, mi guadano e mi giudicano per come sono esteticamente, e se qualcuno ci prova a conoscermi poi scappa quando cerco di aprirmi ed essere me stesso. Quindi in poche parole non attiro ne fisicamente ne mentalmente o almeno mi mancano gli strumenti per farmi piacere. Ho scritto troppo ma troppo tempo è passato e l’ho fatto passando le mie giornate con me stesso. Io non mi sento di essere maturato a pieno, sento che qualcosa mi manca e questo i miei coetanei di oggi lo sanno e lo notano, sono un pesce fuor d’acqua ancor più di ieri e per questo che ho rabbia quando penso a cosa ho fatto, ad averlo saputo che avrei passato una vita così forse quel maledetto giorno in cui ho chiuso la porta a agli amici di un tempo, forse non dico che avrei cambiato idea ma sicuramente mi ci sarei fermato un attimo a riflettere ma dato che come ho detto all’inizio, sapere che quei ragazzi a cui ho chiuso le porte hanno fatto delle brutte fine mi fa stare meglio ma adesso vorrei sapere da voi cosa pensate di tutto ciò. Chiudo col dire, che mi hanno sempre additato come uno senza amici, solitario, ma mi piacerebbe sapere cosa penserebbero quelle persone nel sapere che quel mostro che sono diventato, anche se non mi reputo tale, cosa penserebbero se dicessi loro che quel mostro l’ho creato io, la solitudine che mi sbandierano tutte le volte che torno al paesello l’ho creata io e non viceversa, cosa direbbero se dicessi loro che quella solitudine me la sono creata per difendermi da persone orribili, arroganti, con una rabbia che solo averla assaggiata una volta mi è bastata ma che quella rabbia oggi, negli anni ha passato il testimone a me, solo e solo solitudine che mi ha distrutto annientandomi come persona, come si comporterebbero se dicessi loro la verità, nel mio cuore cosa direbbero io lo so già e forse anche chi leggerà queste parole. E comunque non ho soldi per farmi vedere da un professionista, ricordo che sono uno studente e i miei fanno sacrifici e quei soldi che arrivano bastano appena.

Grazie anticipatamente.

Lettera pubblicata il 17 Settembre 2013. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 17 commenti

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  1. 1
    Lara87 -

    Non penso che la tua solitudine sia da ricollegare ad un singolo episodio, cioè di quando hai allontanato i tuoi amici quindi non continuare a ripensare al passato e a colpevolizzarti. Se tutti quelli che ti reputano strano potessero leggere questa lettera capirebbero che non sei poi così strano, che hai gli stessi sogni e desideri dei tuoi coetanei e che un muro di chiusura ti blocca. È una cosa che non ho mai capito..cm é possibile che anche volendo creare un legame con il resto del mondo alla fine non ci si riesce, o comunque mai completamente. Non so se è colpa dei genitori, ma da quello che ho capito loro cercavano di farti uscire, oppure il carattere è un qualcosa di predeterminato scritto nel dna e magari da li non se me esce. Oppure dipende dalle esperienze che si fanno nel corso della vita, dalla sensibilità delle persone che incontriamo..non lo so, possono essere tanti i fattori. Mi toccano sempre molto quando leggo lettere come questa xké in parte è anche un mio problema, insicurezza e timidezza che con alcune persone mi bloccano. Con altre invece cm se questo mio problema nn esistesse, perché appunto dipende anche dalla sensibilità e dall empatia che si crea con altre persone. L unico consiglio che posso darti è di nn pensare di essere sbagliato. Sei così e basta. Da qui puoi comunque migliorare ma non farlo diventare un chiodo fisso perché ti porterebbe solo ansia. Non abbandonare mai le tue passioni, almeno tu hai qlcs che ti piace, c è gente che invece magari ha una vita sociale piena e quando xò si ritrova solo nn ha nessun interesse, nessuno stimolo se nn andarsi a prendere l aperitivo al bar. Non credere che quelle persone siano felici..a volte è solo un modo x riempire il vuoto che sentono dentro. E nn pensare più al passato, ormai nn c è più, e tantomeno al futuro, pensa ad oggi. Pensa a fare qlcs che ti renda felice oggi, adesso. Per uscire un po dalla tua chiusura hai bisogno credo soprattutto di persone che sappiano cogliere quello che c è oltre il primo impatto che dai di te e con loro prova a fidarti e piano piano inizia ad aprirti. Un grande in bocca al lupo!

  2. 2
    angela85 -

    Come ti capisco , e come so cosa provi.anchio soffrp x solitudine e soffro da anni x colpa di xsne sbagliate .prima ero paranoica.hai incontrato xsne cattive.nn sn sensibili cm noi. Devi esser fiero di cm 6 gli altri sn superficialu.anchio cn te mi sn chiusa in casa diventando ansiosa e depressa.gia e’ un gran pass8 che te ne 6 andato via dal paese.io jn ce l ho fatta x le paure del mondo. Vivo in un paese dl sud dov nn ce nulla…scrivimi stellanascente85@virgilio.it

  3. 3
    Lara87 -

    Angela però credo sia sbagliato dare tutta la colpa agli altri e pensare che siano tutti insensibili e cattivi. Sicuramente non hai avuto fortuna nell incontrare le persone giuste xò appunto un grande errore è quello di chiudersi al resto del mondo. Bisogna cercare di aprirsi sempre e con tutti e vedere se qlcs può migliorare.
    So anche che le possibilità al sud sn molto poche soprattutto se vivi in un paese. Non hai parenti, conoscenti o amici in qualche altra zona? anche senza allontanarsi troppo, magari anche sl in una città un po più grande. Non avere paura di andare via, alla fin fine con la vita che fai adesso stai male quindi non avresti nulla da perdere..anzi sl da guadagnare. Se me hai la possibilità approfittane!

  4. 4
    angela85 -

    Ciao lara grazie dei consigli.ne farò tesoro .a volte le persone stesse ti cambiano.ru dai te stessa e ti buttano via.partire sarebbe bello x me ma la vita anzi la sfortuna mi perseguita.mi adatto alla vita

  5. 5
    mrrocco84 -

    Buonasera, allora Lara87 quando dici che un muro di chiusura mi blocca hai totalmente ragione, più ci si chiude a riccio più resterai solo. c...., io vado al cinema solo. Stavo ripensando a tutto questo in questi giorni e credo che a un certo punto bisogna crescere e diventare adulti, la vita è difficile e bisogna aprire gli occhi. Non so cosa mi sia successo in questi ultimi anni ma posso dire che non sono più quel ragazzo di un tempo, io non mi seno addosso la paura di una volta ma ci sono volte e persone che spesso aprono certe ferite che ti mettono a riflette e in questo caso a scrivere in rete, per non parlare che ti mettono giù di morale. Se non ho paura lo devo al fatto che ho fatto bagagli e mi sono trasferito a Roma. Qui ho dovuto fare cose che mi hanno per forza di cose responsabilizzato ma la strada è ancora lunga e ancora sto smaltendo quelle paure di un tempo. Credo che uscire dal guscio sia un dovere nei nostri confronti ma allo stesso tempo credo che quella solitudine che mi ha pervaso e portato a essere solo a trent’anni sia diventata parte di me. In adolescenza in generale è tutto complicato quindi quando succede qualcosa di traumatico te lo porti dietro a vita. Adesso anche se io ho fatto passi da gigante e il rapporto con il prossimo è migliorato, porto sempre con me un qualcosa anomalo che gli altri non sanno decifrare e quindi per timore e incapacità tendono a prendere la via più facile cioè quella di stigmatizzare una persona. Io se tento un’approccio con una ragazza e poi questa ragazza gira a largo, qualche domanda me la pongo, però capisco anche che così facendo loro non fanno altro che dimostrarmi la loro superficialità. Quidic’anni di solitudine mi hanno portato a interagire con il prossimo a monosillabe, parlo poco e se sono in un gruppo faccio sempre scena muta, creando imbarazzo. Bisogna saper stare con gli altri e questo lo puoi fare soltanto se hai alle spalle un vissuto fatto di persone e esperienze col mondo. Ecco perché è importante quella fase giovanile, ti stai formando e se ti mancano certe cose poi è dura rialzarsi, specialmente a trent’anni. Ha me è andata bene perché faccio delle mie passione non soltanto un lavoro ma anche una ragione di vita. Ma questo non basta perché se io essere umano sono privato di una cosa dopo un po il mio corpo ti dà dei segnali che non puoi nascondere e che ti portano a intaccare il tuo vissuto e la tua ragione di vita che ormai senti che non ti basta, vuoi quello che ti dice il tuo corpo

  6. 6
    mrrocco84 -

    Quella decisione di allontanarmi dal mondo mi ha rovinato perché adesso non sono in grado di essere credibile agli altri, non ditemi che non devo pensare a loro perché così dovrei richiudermi a riccio, io ci penso e imparo sempre di più ogni volta su di me, ma è anche vero che spesso quello che vedono loro non è quello che sono realmente. Diciamo che sono intrappolato in un corpo da uomo ma con un cervello maturo a metà. perché uomini si diventa anche facendo delle cose che io non ho fatto. Purtroppo alla fine il mio corpo ha avuto la meglio e ho perso la verginità con una prostituta, orribile ma contento allo stesso no per il traguardo ma per il peso che mi ero tolto, ed è proprio vero che la prima volta e sempre poco gratificante ma non nel mio caso, è stato un modo per capire. Tutto questo non mi è servito a molto perché non ho provato nessuna emozione e quasi me ne sono pentito e riflettevo come la colpa spesso e da ricercare nella società di oggi, con modelli assurdi di uomini e donne non reali. Se io cerco un contatto con una persona e prima di tutto un’amicizia e questa persona non ti da la possibilità di farmi conoscere io è normale che vado a prostitute, perché quando le guardo capisco che non mi capiranno. Signori gli uomini hanno dei bisogni prima o poi anche il più ingenuo, fesso, sfigato, il più dolce dei ragazzi farà questo passo che è soltanto una via di mezzo. Io rappresento quel tipo di ragazzo che per essere apprezzato va conosciuto nell’intimità delle quattro mura, non sono uno che sa parlare del più e del meno. La gente non capisce che esistono persone che se gli permetti di andare oltre quelle stranezze, l’apparenza, forse, dico forse perché esistono pure dei pazzoidi in giro, risulterebbe che il vero pazzo non diventerebbe il sottoscritto ma chi stava per commettere l’errore di rifiutarlo. Prima di pubblicare le mie perplessità ho postato lo stesso messaggio a un forum di psicologi, la risposta è stata che naturalmente avrei bisogno di aiuto, ovvio me ne rendo conto io stesso, ma sto studiando e per il momento economicamente parlando non posso farlo, ma è uscito fiori che questa cosa che mi è successa ha portato a creare uno stato che si è cronicizzato nel tempo creando una voragine intorno ad essa. Io credo di aver fatto bene a allontanarmi da quel gruppo sapendo anche che brutta gente è diventata ma è anche vero che ho avuto la sfortuna essendo del sud di non trovare un ricambio di amicizie, quelli siamo.

  7. 7
    mrrocco84 -

    Perchè Angela85 non ci parli un po’ di te, sarebbe bello capire come sei e cosa ha vissuto. Ciao

  8. 8
    Steve -

    mrrocco84, a mio parere tu ti stai colpevolizzando troppo. Nessuno è perfetto. E’ facile dire “E’ sempre sbagliato chiudersi al mondo”, ma la verità è che certe cose si fanno per un motivo e tu lo sai. Lo so anch’io perchè ho un vissuto simile al tuo (e sto combattendo anch’io come posso). Io mi comportai così perchè non vedevo alternativa e a distanza di anni è inutile dirsi “Dovevo fare diversamente”. Perchè io ci ho provato, ma ho imparato che la gente è stupida, purtroppo. E come te, a 14 anni, persone che ritenevo veri amici mi hanno voltato le spalle e ho aperto gli occhi su di loro. Questo unito alle difficoltà che avevo, alle tante delusioni prese già a quella tenera età…e quindi adesso ho difficoltà sociali enormi, seppur anch’io stia migliorando.
    Ma ho smesso di incolparmi per i miei insuccessi e/o fallimenti. Io sono fatto così e se la gente continua ad avere gli stessi pregiudizi su di me e mi evita e quello che vuoi, bè significa che non sanno cosa si perdono, semplicemente! Non sono una macchina, SONO UN UOMO!

  9. 9
    LUNA -

    Ciao, credo che il senso di spaesamento non avendo più lo studio al centro sia capitato a molte persone, anche a coloro che hanno avuto una vita sociale più sociale della tua. I momenti di cambiamento possono dare spaesamento.
    Una crisi di “crescita”, o di identità che dir si voglia, poi, non per forza capita solo a 15 anni e si può trarne anche molto di buono. anche se al momento non è il massimo…
    Sei giovanissimo e hai tutto il tempo per costruirti nuove amicizie, nuovi percorsi…
    Importante è però, anche se siamo anche il nostro passato, che non indugi troppo forse nell’analisi di ieri, anche se cogli i meccanismi che ti hanno o possono averti portato a compiere delle scelte o a non compierle (comunque sono scelte) per stare in equilibrio in quei momenti, se cogli i tuoi punti di forza, o deboli secondo te, o i tuoi “adattamenti” non sei comunque una persona “fosilizzata”, ma in divenire e puoi anche liberarti di percorsi che non ti servono più. Per andare da un professionista, anche a porgli delle domande (invece di stancarti moltissimo cercando di risponderti da solo, ma magari partendo anche da presupposti errati) non è necessario che tu abbia molto denaro.
    esistono anche quelli pubblici. PS: è vero che si “cresce” anche attraverso le esperienze, ma non fissarti. Il fatto di per se’ di avere molte ragazze o moltissimi amici non necessariamente fa crescere la gente o li prepara meglio di altri ad affrontare la vita di tutti i giorni. Fermo che ho compreso che forse dici che non senti di avere delle bussole per orientarti che altri hanno.
    Ma se pensi che gli altri si muovano più di te con un “copione” che tu invece non hai rischi anche di restare incastrato in una falsa idea. Comunque anche tu hai fatto delle esperienze che altri nn hanno fatto già solo perché ognuno comunque ha le sue. E’ vero che la socialità “serve”, ma non risolve tutti i problemi del mondo. Anche perché, per esempio, ci sono persone che non ce la fanno a stare da sole e per questo si circondano di persone tutti i momenti ma non per questo sono più socialmente, davvero, inserite di te o con meno ansie di te. Se tu relativizzi guardando gli altri e dicendoti come saresti dovuto essere o dovresti essere rischi di andare fuori strada. Tu comunque hai fatto il tuo percorso e il discorso è non che sei meno uomo cresciuto di altri ma come stai tu e cosa, secondo te, ma veramente, può farti sentire più sereno o a tuo agio, innanzitutto con te stesso.

  10. 10
    LUNA -

    A 14 anni alla fine, se davvero ti sei spostato da persone con cui non stavi bene o che valutavi non degne della tua fiducia, non hai fatto un errore. Hai usato un meccanismo che è proprio della tavolozza di meccanismi che gli esseri umani hanno in “dotazione”.
    Molti non sarebbero stati capaci di spostarsi e magari sarebbe stato peggio.
    Tu hai scelto così secondo le tue valutazioni di allora.
    Poi ti sei nascosto?
    Anche questo è un meccanismo umano.
    Ma ora che hai 30 anni, anche se è vero probabilmente che potrebbe farti bene parlare con chi fosse in grado di toglierti dal sovraccarico del ping pong delle tue riflessioni tra te e te, magari anche chiarendoti dei punti o rassicurandoti laddove ti pare di avere fatto cose “strane” che strane non sono, sei chi sei e non chi avresti dovuto essere o chi dovresti essere.
    Strano… c’è gente che pur di “distinguersi” si tatua il 200 per cento del corpo o si costruisce delle stravaganze…
    le tue peculiarità perché dovrebbero essere per forza tue nemiche?
    A dire il vero la maggior parte della gente pensa che gli altri siano strani. Al di là di un concetto di omologazione di massa “strano” è tutto ciò che esce dal solipsismo individuale.
    Poi c’è chi è più tollerante verso gli altri, chi più curioso, chi più in grado di riconoscere non come estraneo qualcosa che non collima al 100 per cento con il suo modo di essere, vedere, percepire anche se stesso…
    ma il primo grande favore che potresti farti sarebbe uscire dalle etichette. etichette imposte ma anche autoimposte.
    e dal carico di giudizio che si da’ loro in negativo o positivo che sia.
    Non abbastanza maturo, maturo, immaturo
    Strano, normale, risolto, irrisolto…

    Non mi stupisce affatto che tu dica che in te convivano una parte più estroversa e una più introversa, una più sociale e una più asociale… non mi stupisce perché fanno parte di ogni essere umano anche se poi tra le varie parti ve ne possono essere alcune più prevalenti (ma mica sempre allo stesso modo, poi…).
    In realtà quando tu pensi che una persona fuori da te, per esempio, sia molto più matura o socievole di te, che le risulti più facile può darsi anche che sia vero, ma al contempo tu per prima dai un’etichetta.
    Non sei il solo ad avere paure, ansie, fobie, sensi di inadeguatezza nè a darti medaglie su delle cose positive. Sei strano? Ti potrebbe consolare sapere che sei in ottimo compagnia circa con tutto il mondo a seconda delle prospettive o…

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