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Lettera pubblicata il 25 Giugno 2018. L'autore ha condiviso 6 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore Esther.
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Rossana, sì, è anche così. Vale molto per me il tuo parere, lo sai. Loro hanno sofferto molto a causa mia e io non riesco a perdonarmelo. Ci sono mille attenuanti per me, ma la loro sofferenza resta, vera, forte e prolungata nel tempo. Io vorrei cancellare tutto il male fatto loro, perché forse è questo che a volte non mi fa dormire bene di notte. Vorrei. Essere a posto. Ricordare di aver fatto il mio possibile per il bene. Ma non è così. Provavo ad allontanarmi per non farla soffrire ma non ero autonoma e non potevo permettermi lunghe permanenze in albergo nel mio paese. Sognavo di scappare per smettere di fare quel male, in risposta al suo carattere orrendo, polemico, insicuro, vittimista, giudicante, maldicente, ipocrita… volevo solo smettere di farle del male.
Era diventata la mia “vittima” e sfogavo su di lei ogni rabbia, quando con le sue polemiche e le sue maldicenze me ne dava l’occasione. Ho scelto la solitudine a 20 anni, pur di smettere di farle del male. Vorrei cancellare quel passato, ma non ha un nome da rimuovere lettera per lettera. È scolpito immagine per immagine nella mia mente.
Esther
Parlare di beni materiali mi induce a pensare a quella che è sicuramente la differenza fra me e te. Io avevo la completa indipendenza economica, anche se è brutto parlarne, ma questa cosa ha la capacità di condizionare le situazioni che si vengono a creare. Non ho ereditato niente, ho lasciato tutto al resto della famiglia. Alla loro morte non ho provato nessun rimpianto. Per essere costruttivi ti propongo la lettura di due libri fondamentali per la mia formazione. INNAMORAMENTO E AMORE di F. ALBERONI e L’ARTE DI AMARE di ERICH FROMM. Quando si è sposata la mia prima figlia, insieme alle altre cose, gli ho regalato questi due libri. L’Amore per se stessi, l’amore per il prossimo, l’amore per una persona speciale, hanno varie sfaccettature. Crediamo di sapere cos’è l’Amore, un po’ come le religioni, ognuno si fa la sua idea, Personalmente l’ho capito quando è venuta a mancare la mia compagna di vita. Sai da sola quando scompariranno i tuoi mostri.Non aspettare tanto.
È la verità, Toroseduto, anche se è brutto parlarne: è vero che la COMPLETA indipendenza economica fa la differenza, anche se di fronte ai propri mostri, si può avere il vantaggio dell’età, della salute, dell’intelligenza e della forza di volontà. Senza soldi, non si hanno amici, è brutto a dirsi, ma veramente non si è del tutto liberi. La brutale verità è che i soldi servono! Ma sai una cosa? Mi piace il tuo discorso sul non aver avuto rimpianti alla morte dei tuoi e mi piace il tuo incoraggiamento a cominciare a liberarmi dei miei mostri quanto prima. Non sai quanto siano importanti per me le tue parole. Le leggo e le rileggo, e cerco di identificarmici sempre di più, perché è così che voglio essere.
E avendo capito così tragicamente cos’è l’amore (vero, immagino), perché non ce ne dai una tua spiegazione Toro?
Le tue parole mi danno la forza di credere in una rinascita all’insegna della completa liberazione di me stessa da amori falsi e malati spacciati per buoni da persone ignoranti ed egoiste, profittatori della buona fede più totale e della ingenuità di chi doveva essere aiutato e sostenuto moralmente e psicologicamente per aver perso qualcosa di irrecuperabile, l’amore gratuito ed autentico della sua vera famiglia, strappato troppo presto al suo cuore, purtroppo. Credo che seguirò volentieri il tuo consiglio sulla ricerca della vera dinamica amorosa con sè stessi e con gli altri, e mi auguro che sia l’inizio della mia vera guarigione affettiva, realizzando in me la realtà di quel passato, per ritrovare la strada di “casa” cioè della vera libertà psico-affettiva dai quei mostri! Ho fame della tua esperienza di vita sul dopo il non amore, così simile al mio, di vissuto. Ti ringrazio di vero cuore per la tua preziosa testimonianza.
@Golem
“La morte di una persona amata lascia lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Anche se sapevi, l’hai temuta ed attesa, quando arriva ti senti mutilato. Ti senti con un occhio solo, un orecchio solo, un braccio solo, una gamba sola, il cervello a metà e non fai che invocare la metà perduta di te stesso: con lei ti sentivi intero.Il rimpianto ti consegna la memoria di una persona pregevole, anzi straordinaria: un tesoro unico al mondo. Poi dopo un po’ ti passa, senza che tu ne sia consapevole lo strazio si smorza, si dissolve, il vuoto diminuisce e il desiderio di rassegnarti ad esso scompare.
Ti rendi conto che il tuo amore morto non era né una persona pregevole, né un tesoro unico al mondo.
Lo sostituisci con un’altra metà di te stesso, e per un po’ recuperi la tua interezza. Però nell’anima rimane uno sfregio profondo, un livido nero che la deturpa e capisci che non sei più quello di una volta, o quello che eri prima del lutto.
L’energia s’è infiacchita, la curiosità affievolita e la fiducia nel futuro s’è spenta, perché hai perso qualcosa di prezioso che nessuno ti rimborserà.”
E’ una citazione di Oriana Fallaci.
Altre volte ho paragonato l’Amore ad un ponte. Un enorme ponte sostenuto da due pilastri. Solido,niente lo scalfisce, sopporta tutte le tempeste e gli allagamenti, è eterno!
Poi, come in un libro scritto male, uno dei pilastri cede. Volontà divina? Debolezza umana? No. Non credo a queste cose.
Sopravvivo grazie alla musica. E ai pochi veri amici. Ho 3 nipoti che purtroppo vivono lontano da me. E’ dura, ma dedicando parte del mio tempo in un centro di terapia psichiatrica, faccio cantare i “malati” inventando canzoni adatte a loro. Stiamo formando un coro. Mi riempie il cuore quando dopo anni di sofferenza, qualcuno ritrova la voglia di continuare a credere che anche per lui ci sarà un futuro. Questo è l’Amore per me.
Esther,
sai bene anche tu che, volendo, ci si può imporre di smettere di amare in modo intenso e costante ma NON ci si può imporre d’amare chi è troppo diverso dal nostro modo di essere, e, per di più, tende a imporsi su di noi, come nel caso di alcuni genitori.
eri troppo giovane, ancora in cerca di una tua identità, per riuscire a mediare, con un formale compromesso. in seguito, poi, è difficile riallacciare i rapporti dal punto in cui sono stati incrinati.
non c’è colpa nella sofferenza inferta senza la specifica volontà di farlo. resta la responsabilità e la possibilità, in alcuni casi, di rimediare, almeno in parte. ma anche questo intento, per essere efficace, dovrebbe avvenire su basi di spontaneità, non per puro senso del dovere.
regolati come meglio ti senti ma datti pace. accettati per come sei e per quanto puoi spontaneamente offrire.
un caro saluto.
Sì Toro, quello che descrivi è l’effetto della “mancanza”, ed è normale che questa intervenga dopo tanti anni di convivenza, persino in coppie non affiatatissime. Quello che volevo sapere è quali sono le riflessioni che ti hanno fatto “scoprire” che quello con tua moglie era vero amore, visto che tu hai dichiarato di averlo capito dopo la scomparsa della tua compagna. Quello per il “prossimo”, di cui parli alla fine, serve solo a far sentire “bene” noi. Ci aiuta a riempire i nostri vuoti.
Cosa lo ha differenziato rispetto ad una visione evidentemente diversa che potevi avere prima di quella “scoperta”, sia pure avvenuta a quel prezzo.