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Soffrire mettendo fine ad una relazione

di Thufir Hawat

Sofferenza. Dolore.
E’ una sensazione che sembra un crampo allo stomaco e che scende nel resto della pancia. Sono diversi giorni che mi attanaglia. Da quando ho deciso di non sentire più la mia fidanzata… lei 30 anni, apparentemente innamorata di me. io 35, che cercavo di ripetermi tutti i giorni che ero innamorato di lei. ma non lo ero. e lo sapevo. ma mi serviva questa storia, dovevo avere una storia compiuta… volevo farmi una famiglia. ed ero pronto ad accettare qualsiasi compromesso pur di ottenere una stabilizzazione sociale.

Adesso sento il dolore. da separazione. la sua assenza. la sua immagine che piange. mi sento male. ho paura. voglio sparire.

Ho vissuto una vita come un nerd: debole, spaventato dal mondo, incapace a vincere una sfida… per trasformarmi ad un certo punto (dopo una precedente delusione amorosa anni orsono) in un condottiero: migliorato sensibilmente nel fisico, ho iniziato a fare decine di attività fisiche e intellettuali… insomma a tavolino mi sono riprogettato e sono diventato un tipo brillante.
ma dentro di me si nasconde il nerd.

Inizio a rendermi conto quanto il successo sociale possa essere semplicemente un risultato conseguibile con caparbietà. E ci riesco. Ma l’amore è un’altra storia… troppo logico e meccanicistico per crederci sul serio… ad un certo punto della mia vita mi accorgo che devo illudermi di conseguirlo… e ci provo… cerco di avere relazioni serie impegnandomi. Diamine se non mi sono impegnato. L’ultima durata poco più di due anni… terminata qualche giorno fa. Da me. perchè… i motivi sono tanti… li adduco tutti a lei…

Ecco: se ci ragiono sul perchè ho troncato la relazione, penso che sia tutto logico.
Fino a che sono stato al massimo del rendimento (brillante, divertente e disponibile) il rapporto non ha avuto defaiance. Appena io ho smesso di essere cosi, sono iniziati i problemi. Non ero più felice. La felicità era prodotta da me… non da lei che interagiva con me.

Quando ho riflettutto sul fatto che non volesse impegnarsi a superare i suoi limiti (incapacità a voler lavorare, nolontà a sostenere un qualsiasi hobbi, disinteresse nel risolvere i propri problemi) ho immaginato la mia vita con lei… ed ad un certo punto ne ho sentito il peso insostenibile. Avevo al fianco una persona che non si impegnava in nulla e con la quale stavo assieme ripetendomi che fosse la persona giusta… solo perchè mi piaceva fisicamente e sessualmente.
Ho visto il futuro. L’ho immaginato. e ne ho avuto paura. Ciò mi ha portato alla determinazione di chiudere questa storia.

Ma… sto soffrendo. Soffro perchè so che lei sta soffrendo. Soffro perchè ho fallito di nuovo e a 35 anni ancora non ho una famiglia… soffro perchè ho arrecato del male ad altre persone mettendo fine a questa relazione… soffro… troppo. e questa sofferenza mi deprime e mi induce ad avere pensieri di autodistruzione.

Sono chiuso da 5 giorni in casa. a bere alcolici per alleviare la sofferenza, perchè cosi dormo… e non penso. ma quando mi sveglio la sofferenza mi infilza la pancia e torna…

Molti conoscenti mi hanno chiamato per darmi sostegno: li ho cacciati. Ho allontanato i miei familiari.
Ho sbagliato, ho arrecato dolore a lei. Ho sbagliato una delle cose da realizzare nella mia vita.
Non voglio l’amore dei libri, voglio una storia che ha possibilità di arrecarmi benessere… un partner che mi supporti e che io supporti… voglio trovare una condottiera pronta ad affrontare le sfide della vita. e vincere. come ho fatot io.
ma questa ricerca fallimentare mi ha depresso tanto. Ed il male che ho arrecato mi ha consegnato ad un delirante senso di colpa che mi sta lavando il cervello.

Sono stato io il boia, ma sto piangendo e sto soffrendo. Sto male.
Aiuto. Anzi no. Uccidetemi.

Lettera pubblicata il 31 Agosto 2011. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Categorie: - Amore e relazioni - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    shaut -

    Carissimo fa piacere sentire,nel senso lato del termine,che qualcuno riesca a soffrire per il dolore causato ma ti voglio dire che l amore non è logica ne sistemazione sociale quello semmai viene dopo l amore fa male perche ci si innamora delle persone magari sbagliate perche quando uno viene lasciato è come elaborare un lutto quindi io credo che tu l amore non l hai mai provato e ti sei perso tanto.lascia stare la tua donna perche le faresti ancora piu male se tu la ricerchi dato che non l hai mai amata ma ti consiglio vivamente di lasciarti andare non c è una data per farsi una famiglia quando viene viene e non ti devi convincere che una donna è la donna della tua vita lo senti è basta.Un bacio ciao

  2. 2
    rossana -

    lettera stupenda! che finalmente esprime, una volta tanto, il dolore di chi lascia analizzandone, anche, molto accuratamente e lucidamente, le motivazioni.

    Thufir, mi dispiace molto, per te e per la donna che sta subendo la tua decisione. non hai avuto fortuna nell’incontrarne una più adatta alla personalità che, razionalmente, avresti voluto trovare in una compagna di vita.

    se non fossi stato accecato dal tuo desiderio di stabilizzazione e dall’attrazione fisica che provavi nei confronti della tua ex partner, avresti soltanto potuto accorgerti parecchio prima che non rappresentava la scelta giusta per te.

    anche questa volta non ti resta che apprendere il più possibile dal tuo errore.

    un abbraccio.

  3. 3
    aria85 -

    Thufir Hawat
    sei stato coraggioso,invece.
    Se lei è quello che hai scritto,non potevi fare altrimenti.
    Ciascuno di noi deve imparare a proteggere se stesso e la propra felicità.E’ importante,altrimenti tutto il resto,tutto quello che abbiamo intorno e tentiamo di costruire,finirà per crollare perchè posto su basi marcie.
    Non sei un fallito.Hai trentacinque anni,non ottanta.Magari incontrerai la donna giusta prima di quanto pensi.
    Lei non lo era,e tu non lo eri per lei.L’unica differenza,probabilmete,sta nel fatto che lei,carattere passivo,non si è mai fatta alcuna domanda.Tu,che vivi appieno la vita,te ne sei fatte,eccome.
    Non ci si può trascinare solo perchè si ha paura di causare all’altro infelicità.
    E’ come annaffiare ogni giorno una pianta ormai secca.Non porta a nulla,se non alla frustrazione di vedere puntualmente disattesa una speranza vana.
    Stai male,e ci sta.Chi non fa volontariamente del male,mal sopporta di sentirsi carnefice.Ma tu hai agito nella maniera più giusta.Il tempo farà il resto,sia per te che per lei.
    Che ne sai,magari questo scossone potrà spingerla a migliorare,o semplicemente a trovare un uomo più affine a lei.
    Non è detto che sia necessariamente un dramma,capisci?
    E lo stesso vale per te.
    Non sentirti in colpa.Non ce n’è motivo,credimi.
    Passerà,e ti auguro che passi presto.
    Torna a sorridere e a guardare al futuro come sei abituato a fare,altrimenti questo tempo passato ad autoflagellarti e piangere,si che sarà tempo sprecato.
    In bocca al lupo!

  4. 4
    sisley-68 -

    L’unica vittoria in amore è la fuga.
    Napoleone I

  5. 5
    Zoe -

    Ho letto ciò che hai scritto e mi sono rivista un pò in te…..
    Uscita da una relazione deludente dp un pò ho avuto la possibilità di ricominciare. Sembrava la persona piu’ giusta per me … uomo brillante .. voglia di costruire … farsi una famiglia .. ho scelto lui per cercare di realizzare il mio sogno …. ma l’ho scelto razionalmente .. beh com’è finita? ho dovuto chiudere a malincuore la storia perchè non si può decidere a tavolino di amare…. Ho sofferto per la decisione che ho dovuto prendere …. incontri una persona valida ma purtroppo nn te ne innamori!!! Preso consapevolezza di ciò nn puoi fare altro che dare a te stessa e all’altro la possibilità di essere felice… Come te la mia voglia di costruire qlcs che sia mio con un’altra persona ha sempre guidato le mie scelte amorose …. ma nn basta.. la prossima volta solo se mi/ti batte il cuore …. senza paura del tempo……

  6. 6
    giulia4 -

    Leggo la tua lettera decisamente curiosa di capire quali tratti fossero comuni, e se fosse possibile farli emergere da parole che si susseguono una dopo l’altra e la cui personale scelta ricade su “casa” e non “cosa”. Non so quanto bene faccia darsi la colpa della fine di un rapporto, semmai c’è la responsabilità di una scelta e le colpe sono solo negligenza, imperizia.
    Anche io per rispondere ad un profilo sociale ho iniziato a lavorare, il lavoro nobilita l’uomo, il lavoro ti da il contatto con la realtà, il lavoro ti renderà responsabile. Il lavoro mi ha tenuta lontana dal dolore, mi ha salvata. Mi ha dato l’illusione di poter essere anch’io al pari di tutti gli altri, di tutte le altre.Perchè studiare, leggere , capire non era abbastanza.
    Su un profilo non ho mai lavorato:quello fisico;come se per ripicca potessi dire : se scegli me lo fai per la sostanza, l’apparenza non mi appartiene. Come un bicchiere in cui l’acqua sono i libri che ho letto, la musica che ascolto, il profumo che indosso, ho fatto in modo che ogni cosa avesse un valore ma dentro, rigorosamente dentro. Non è un commento risposta a quanto scrivi,e me ne dispiace… ma di getto è venuto fuori solo questo.

  7. 7
    rossana -

    Giulia,
    mi è molto piaciuta questa tua frase: “Come un bicchiere in cui l’acqua sono i libri che ho letto, la musica che ascolto, il profumo che indosso, ho fatto in modo che ogni cosa avesse un valore ma dentro, rigorosamente dentro.”

    sei una persona speciale, in questa società dove regna sovrana l’apparenza!

  8. 8
    giulia4 -

    …. ti ringrazio rossana per il tuo complimento ma sono una voce come tante… (caspiterina però che bella frase che ho scritto! :))) )

  9. 9
    Thufir Hawat -

    … massimo rispetto… l’unica cosa che h però sempre osteggiato nel mio razionalismo meccanicistico e’ la dicotomia fra sostanza ed apparenza: sono stufo dei clichè… chi si sente bello deve essere stupido… chi si vede brutto deve essere una persona preziosa dentro… ho cercato per quanto ho potuto di ottenere il meglio che potevo dare in tutti i campi… ma come ho ragionato oggi (allo scoccare del mancato 2ndo anniversario della relazione ormai evaporata) anche l’Architetto ha dovuto resettare Matrix più volte prima di ottenere una versione che lo soddisfacesse. Ed allora… tenterò di ritornare in pista: lavorerò ancora di più sul fisico, ancora di più sull’anima e sullo spirito.
    Il principe azzurro può essere ricreato in laboratorio. Ne sono certo… ma dov’è la mia principessa…?!?

  10. 10
    giulia4 -

    … ma l’amore non è forse essere accettati per quel che si è… ed anche per tutto quello che non si è?

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