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La società malata

di saravox

“Tutto ciò che fai, tutto ciò che dici, lo fai per interessi. Non devi essere diverso da noi, piuttosto sii come noi. La televisione sarà la tua madre odierna, ti insegnerà, ti mostrerà ottimi esempi da seguire, ti consolerà. Non intraprendere la via più diversa dalla nostra. Fa’ ciò che ti diciamo noi, solo quello che ti diciamo. Il mondo è pieno di persone, e tu sei qui per essere una di loro. Tutto ciò che fai, tutto ciò che dici, lo fai per interessi. Non essere diverso” – Società.
Com’è possibile abominare ciò che può sembrare apparentemente diverso? Com’è possibile che la diversità personale possa essere atto di delegittimazione? Com’è accettabile il fatto di preferire un’intera popolazione di marionette che una piena di artisti, geni e virtuosi?
Vivo in una società fondata sull’apparenza, che cagiona in me lotte quotidiane per ottenere successi e soddisfazioni; conduco una vita piena di intensi conflitti interni causati dall’ipocrisia, dal narcisismo e dalla perfezione delle altre persone. Una vita circondata da persone false, egoiste, zotiche. Una vita affogata negli incubi notturni che non cessano di esistere. Una vita alimentata dal timore di me stessa, accompagnato ogni giorno da un’angoscia interminabile che corre assieme alle mie frenetiche pulsioni cardiache. Sono certa che il mondo in cui inevitabilmente viviamo sia strutturato secondo criteri e discipline errate, le persone e i loro effetti danno luogo soltanto a disastri. Bombe atomiche, centrali nucleari, polvere da sparo, urbanizzazione, televisione: sporche invenzioni umane che portano la vita verso la morte. E il povero ambiente, infettato dalle nostre regressioni, ci sta dando segnali in modo da stimolare la nostra ignoranza a mutarsi in commiserazione e rammarico. Ma essendo diventati comodamente insensibili ogni giorno voltiamo le spalle pensando che, all’ora della fine, potremmo ritirare ogni cosa e fare una partita a scacchi con il tristo mietitore per continuare a vivere. Non credo sia tardi per fare un passo indietro e ricominciare daccapo, ma per questioni di comodità nessuno proverebbe a farlo. C’è qualcosa al mio interno che mi spinge a pensare che l’essere umano è la ragione per cui la Natura è costretta a rivoltarsi contro.
Penso sono solamente stanca di vivere in mezzo a questa porca vita, in questa falsa società piena di corruzione, slealtà e insensibilità verso il prossimo, vorrei andarmene via. Dove? Dove i pali della luce non potrebbero mai arrivare.
E se dovessi parlare di politica comincerei un interminabile discorso la cui fine è imprevedibile. La giudico in modo molto banale e adolescenziale. Non riesco a fermarmi e a pensare alle sue utilità. La vedo come una grande scemenza, perché essa non è il faro di chi, in mezzo al mare, cerca di tornare sulla terra ferma. E’ semplicemente una sporca normativa che prevede buio per i poveri, e luce per i ricchi. E’ inutile farsi illusioni, fantasticare un mondo politico migliore. La politica è una cosa delicata, così delicata da non riuscir a entrare nella realtà tangibile. Potremmo contestare, fare rivolte, sacrificare vite, ma alla fine non riusciremo mai ad ottenere ciò che realmente vogliamo perché per la società la giustizia è un reato. E commettere reati non è ammissibile. Non voglio far politica, non sarò mai in grado di incaricarmi di un compito così stupido e, in mia opinione, semplice se appassionati. Serve tanto amore per far politica. E’ necessario un intenso sentimento di tenerezza e coraggio, che nessun politico ha. Basterebbe un po’ più di umiltà e comprensione, e ogni cosa comincerebbe ad aggiustarsi.
A volte dimentichiamo come le cose banali possano essere quelle più importanti. La gente è abituata a giudicar ancor prima di vedere le cose, nel loro interno. Parlano, continuano a parlare senza nemmeno aver lasciato il tempo agli occhi di raccontare realmente i fatti. Tutti quanti sono frettolosi, vogliono giudicare perché pensano che l’atto di valutare gli altri sia la cosa più cospicua; esso è un’azione falsa che la società richiede, obbliga, perché se non fai e se non sei come Loro non potrai mai far parte di questo mondo fittizio. Ma io, personalmente, non voglio condividere tutto ciò che mi riguarda con questa società malata. Preferisco una vita piena di solitudine che una piena di corruzione. Piuttosto che perdermi nelle ciance degli altri, opterei per una vita dedicata solo alla famiglia, appartata da qualche parte nel silenzio del mondo.
Le persone credono che tutto quello che vedono sia vero, ma si sbagliano. La vita ci riserva tanti segreti, tante sorprese, che non si trovano cercandole o aspettandole, bensì vivendo serenamente sulla propria strada, con i propri ideali, con la propria fantasia. E quando arrivi al traguardo, alla fine di un capitolo della vita, succederà qualcosa. E quel qualcosa sarà un qualcosa di così magnificente che ti riguarderai indietro e ripenserai a ciò che hai fatto, sospirando, lasciando improntare le tue lacrime a terra. E’ inutile scomodarsi per cercare ciò che si vuole perché quando pensi che ciò che vuoi sia l’unico obbiettivo nella vita, cominci a perderti. Nella vita c’è molto più della carriera, della fama, della soddisfazione. Il vero obbiettivo finale per chi ama e sa amare, è la felicità. La vera felicità. E la felicità non va cercata, va creata.

Lettera pubblicata il 25 Maggio 2011. L'autore ha condiviso 3 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 11 commenti

Pagine: 1 2

  1. 1
    T.D._ -

    Sara, c’è un modo per conoscerti? Potrebbe farti piacere una corrispondenza?
    Scrivi! Lo hanno detto mille volte a me, oggi forse ho trovata un pezzettino di strada giusta. In te rivedo me, oggi e alla tua età. Dimmi dove poterti contattare.

  2. 2
    saravox -

    Mi piacerebbe conoscerti. Sto cercando di far conoscenze con persone che la pensano come me, con persone con cui POSSO condividere ciò che voglio condividere.
    Potremmo contattarci tramite e-mail; sono iscritta a MSN, potresti scrivere qui, sarasblog@hotmail.it (è l’indirizzo di posta elettronica del mio blog). Spero di ricevere qualche tua e-mail al più presto. A quanto pare abbiamo tante cose da dire!

  3. 3
    Lorenzo -

    Penso che sarebbe bello conoscerti. Sono un artista, un disegnatore, sono sempre stato un diverso, incapace di conformarsi a questa società. Sono molte le cose che non ho fatto nella vita, eppure riesco a trovare la felicità nelle cose più comuni senza cercarla chissà dove. Penso che abbiamo tante cose di cui parlare.

  4. 4
    Sara -

    Ciao, Lorenzo.
    Dimmi tu come possiamo contattarci per parlare. Mi farebbe molto piacere.

  5. 5
    Lorenzo -

    Ciao Sara, ti ringrazio per avermi risposto.
    Ti invio la mia mail, così mi puoi contattare. Scrivimi pure.

    lorenzcecchi@alice.it

  6. 6
    Tiziano -

    Oh !
    Quante cose vere hai detto !
    Tiziano 🙂

  7. 7
    Tiziano -

    Buongiorno Sara.
    Anche io penso che la nostra società in Italia sia malata.
    Le società non malate sono pochissime ormai nel mondo.
    Sono i popoli tribali.
    Ti lascio un link su questi meravigliosi popoli :
    http://www.survival.it/#
    Inoltre ti consiglio due libri meravigliosi su questo argomento :
    “Papalagi” del 1920, che puoi leggere gratis su internet,
    “Ishmael” di Daniel Quin degli anni 90 che puoi trovare in biblioteca.
    Ciao
    Tiziano
    🙂

  8. 8
    Anonimo716 -

    ho trovato il blog perchè ero arrabbiato, con me stesso e con quello che mi sta succedendo, cercando società malata il primo link su google che mi è apparso è stato questo, la cosa che mi fa più incazzare, è proprio il fatto di non accettare diversità, però le persone che dicono di accettarla, e ti sembrano le persone più aperte del mondo, poi guarda caso sono quelle che vogliono costringerti maggiormente, e rimanere bloccato mentalmente e fisicamente dentro un sistema da cui non puoi uscire. Le critiche costruttive vengono analizzate snocciolate, e spesso usano analogie per dimostrare come siano inutili, e poi dal ragionamento di una persona, che va in controtendenza e dalle persone che lo seguono, fanno nascere stereotipi per emarginare e far sembrare quelle persone ancora più pazzi, folli, sottolineando che la loro mentalità va nel senso sbagliato. Io ho avuto dei problemi alle superiori, per cui sono stato in mezzo a storie di droga anche, ma non io in prima persona, avevo amici che ci sono passati, e tra questi anche un amico per me importante, ho perso un paio di anni cambiando scuola, e adesso mi ritrovo in una scuola superiore a 20 anni, con professori che professano la libertà di pensiero, parlano di cose perfette, nella teoria, ma poi quando si tratta di applicarla, si ritorna al discorso “italiano”: mafia, aiutini, chi lecca… etc. cosa che è sinceramente inaccettabili, un egoismo nella società che fa schifo, indecente che a me sta abbattendo giorno per giorno, non trovo una persona con cui parlarne che riesca a sembrare VIVA, viva veramente.

    scusa lo sfogo, spero di essere accettato/compreso…visto che essenzialmente è quello che cerco, ma sembra che nessuno voglia ascoltare, ne essere ascoltato…si vuole solo correre verso il vuoto(l’apparenza).

  9. 9
    Sara -

    Sono l’autrice di questo vecchio post. Mi piacerebbe parlarti per email. Se ti va, scrivimi pure.
    sara_m94@hotmail.it

  10. 10
    Bukowski -

    Interessante,cercavo spunti,riflessioni da cui partire per buttare giu qualche riga e mi sono ritrovato catapultato a leggere quel che hai scritto.Davvero niente male,per certi versi riprende il discorso tipico dello schiavo di Silvano Agosti.Non mi prodigo in altri commenti ora è tempo di apprendere.Se vorrai scrivermi lascio qui la mia mail j.cent@libero.it Grazie comunque per la lettura. Juri

Pagine: 1 2

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