Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 5 Dicembre 2011. L'autore, K., ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 Succ. »
Pagine: « Prec. 1 2 3 4 Succ. »
Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.
Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.
Sono completamente ossessionata dal cibo. Da piccola era una buona forchetta, mangiavo con piacere ma senza esagerare, nel giusto. Da quando i miei genitori iniziarono la fase di divorzio ho vissuto una grande mania di mangiare convulsivamente senza ritegno. Sono arrivata a procurarmi dolore fisico per autopunirmi, volevo morire, però poi mi sono ripresa, sono andata da un dietologo e sono diventata da taglia 48 a 44. Mi sono fidanzata, ho vissuto bene, poi qualcosa mi ha fatto ricadere. Ho lasciato la dieta, non la sopportavo piú. Da 68kg sono passata a 78 nel giro di due mesi. Di li a poco sono arrivata ai 90. Ho fatto diete e poi ho ricominciato. Sono arrivata a sfiorare i 100. Mi sono iscritta in palestra. Ho fatto diete dove il digiuno era d obbligo, intanto dimagrivo 10 kg in una settimana. Poi non ce l ho fatta più. Oggi mi ritrovo a pesare 105 kg, con ben 40 kg in più. Non ne parlo con nessuno ma mangiare é la mia ossessione. Di nascosto, per forza. Gli altri credono che la mia sia disfunzione ormonale perché non mangio in pubblico. Sono in colpa con me stessa dopo e durante l abbuffata. Sono arrivata a mangiare un intero barattolo di nutella nel giro di mezzora. Perché? Se mia madre se ne accorgeva si incazzava. Sono scesa a comprare un barattolo nuovo e quello finito l ho fatto scomparire. Vorrei una mano x uscire da questo circolo. Non ho il coraggio di parlarne. Nemmeno al mio ragazzo. Vorrei morire
Avevo dimenticato questa lettera.
Ora che attraverso nuovamente un periodo di fame incontrollata, l’ho ritrovata quasi per caso, su internet. Sono di nuovo nel tunnel.
In fondo, sono sempre stato grasso. Ciclicamente attraverso periodi di dimagrimento ma, se mi soffermo su ognuno di loro, trovo sempre un alterato stato emotivo alla base di tutto. Una condizione di sofferenza psichica. Il sovrappeso è la mia normalità. La magrezza, una malattia della mente.
L’ultima volta che ho perso peso, ne ho perso così tanto che per la prima volta in vita mia è successa una cosa inedita: mi sono piaciuto. Mi guardavo allo specchio, e mi piacevo. Ed ero così felice del risultato da dimenticare completamente la ragione di quel cambiamento: un implacabile desiderio di morte.
Ironicamente, col ritorno alla vita, sono tornati uno ad uno tutti i chili di troppo.
Una ragione negativa può essere molto potente come benzina motivazionale, ma non può durare, non può essere assunta come regola di vita: la sua logica conclusione è l’autodistruzione.
Perché non può esserci una ragione positiva alla base di tutto?
È quello che cerco.
Credevo fosse un problema di conoscenza. Ma non è così. Non c’è consapevolezza che tenga.
È un problema di fede. Io riconosco la mia insufficienza. Ma tutto mi sembra così relativo e sciocco da non fornirmi nessun appiglio, nessun punto fermo a partire dal quale costruire qualcosa.
Ho bisogno di un piano, qualcosa in cui credere ciecamente e assolutamente.
Così, allo sbando totale, non si arriva da nessuna parte.
Ho molta paura anch’io.
Vi capisco profondamente.
Tutte queste lettere mi hanno colpito molto, anche perchè mi sembrano tutte scritte da persone molto sensibili e intelligenti…anche solo da come uno scrive certe cose si notano. io non ho mai avuto questo tipo di problemi però sono sempre stata un po’sovrappeso, sono sempre stata un’adolescente che non si piaceva per quei chiletti e quei rotolini in più…adesso mi piaccio e mi accetto di più anche se a volte certe insicurezze ricompaiono. sono alta ma anche di corporatura “robusta” e sono consapevole che non sarò mai una 42, praticare sport non mi è mai piaciuto ma cerco di mangiare sano e di fare cmq movimento e lunghe passeggiate. insomma di avere un EQUILIBRIO. e credo che proprio l’equilibrio sia la parola d’ordine per tutti voi.
quello di cui soffrite è un disturbo alimentare e credetemi è una cosa seria e da non sottovalutare. io ho sofferto di depressione, avendo anche periodi di crisi molto difficili, e vi dico che da soli NON ci si può fare, non ci si fa. fatevi aiutare, parlare del vostro disturbo con specialisti competenti (oggi ce ne sono tanti e anche tramite il servizio sanitario senza dover spendere troppo). solo così potrete andare fino in fondo alle radici del vostro disturbo, affrontarlo e anche risolverlo. non c’è nulla di cui vergognarsi e chi pensa il contrario è una persona ottusa e insensibile..
da queste lettere traspare la grande sofferenza che c’è dietro questo mangiare incontrollato e nessuno merita di stare così male giusto? perciò non aspettate ancora, chiedete aiuto..magari sarà un percorso difficile e lungo ma da queste cose si può uscire per ritrovare la felicità che tutti voi meritate.
K dici bene ciò che si nasconde dietro un disturbo alimentare (così come in tanti altri disturbi) è un malessere e un disagio profondo che va tirato fuori analizzato combattuto e risolto…ma credo si possa fare solo con l’aiuto di esperti.
Qualche considerazione aggiuntiva.
Ieri, dopo l’ennesima abbuffata, ho steso il mio nuovo infallibile piano. Che è durato fino alle undici di stamattina. [risate]
Sono un tipo abitudinario, ma a quanto pare la mia routine non va codificata più di tanto. Ogni schema, dieta, piano o progetto, viene automaticamente rigettato: quantità, numeri, tempo, lancette… nemici mortali!
Non riesce a convincermi il discorso sull’eliminazione dello stress come causa della fame incontrollata.
Non sono un granché nell’introspezione, ma anche quando mi ci dedico, e riesco a fermarmi cinque minuti per individuare le cause dello stress che alimenterebbero il desiderio di mangiare, non posso dire di riuscire a ottenere un equilibrio stabile.
Se guardo alla mia infanzia, c’è già un bambino grasso. Sono nato stressato?
Mi porto qualche residuo di angoscia da una vita precedente?
Per quello che ne so, l’angoscia è la condizione di base dell’esistenza umana.
O almeno, lo è della mia.
Forse, per eliminarla, potrei provare a eliminarmi!
Sono poco sensibile ai discorsi sulla forza di volontà.
Ho notato che le persone che impugnano quest’argomento però sono sempre, come dire… magre. A prescindere. Per “costituzione”!
E quindi scambiano la causa per l’effetto: “sono in forma perché ho forza di volontà”.
E se fosse invece: “ho forza di volontà perché sono in forma”?
Secondo me, non si può nemmeno scegliere di essere sostenitori del libero arbitrio!
Ma, va da sé, questa è l’opinione di un ciccione. E i ciccioni, si sa, sono individui poco raccomandabili: inaffidabili e incapaci di controllarsi, sempre disfattisti.
Pesanti!
Eppure, nonostante tutta la mia consapevolezza della necessità di ogni cosa; nonostante io creda fermamente che tutto sia sempre assolutamente come dovrebbe essere e non potrebbe essere altrimenti…
Soffro della mia condizione.
..UN ULTIMA COSA..SI PUò USCIRE K.
..io ci sono dentro come te..
Ciao K.
Non so bene come iniziare… È la prima volta che scrivo su un sito di questo genere, pur avendone visitati a tonnellate. Purtroppo il tema delle abbuffate è più comune di quanto pensassi. Ho letto mille post, mille lettere di persone che soffrono di questo problema, ma la tua testimonianza mi ha particolarmente colpito, probabilmente perché mi identifico in ogni singola e sofferta parola.
Non sapevo se rispondere o no alla tua lettera dato che risale ad un paio di anni fa, ma poi ho visto che hai ancora scritto di recente.
Io mi abbuffo da poco meno di tre anni, ma ora sto iniziando seriamente a perdere il controllo della situazione. Da tempo immemore ormai soffro di depressione e di manie ossesivo-compulsive. “Tempo immemore” … Ho solo 23 anni anni, ma mi sento stanca e consumata come non mai. Ma grazie a Dio, o alla poca forza che mi rimane o non so bene a cosa, come te, anche io sono riuscita a star lontana da vizi come l’alcol e il fumo. In quanto a sco.... poi… Diciamo, molto in generale, che la mia situazione sociale è degna di un’eremita.
Insomma, il cibo è la mia unica fonte immediata di gioia, seppur fittizia. Ho sempre avuto un rapporto conflittuale col cibo, ma ora sono al terzo anno di giornate passate ad abbuffarmi come un maiale intercalate a giornate passate a digiunare e a non pensare a nient altro che a mangiare. Sono stanca. Sono stanca di guardarmi alla specchio e di vedermi gonfia e brutta. Sono stanca di piangere e di lenire questo dolore col cibo. Sono stanca di questa spirale. Ogni giorno mi preparo per quello seguente, pensando, sperando, che sarà il giorno giusto, il giorno in cui finalmente riuscirò a rinascere e a vivere. E qualche volta ce la faccio e, se tutto va bene, rinasco per una settimana, e poi… Una mela, un cioccolatino in più e BAM! Un’ intera settimana buttata nel cesso. Sono arrivata al punto di aver paura di me stessa, della mia mente, delle mie reazioni e dei miei pensieri. Ma come te, il giorno dopo mi risveglio ancora.
Sono alla disperata ricerca di un motivo, di uno scopo… Ma non trovo la motivazione per fare nulla perché so che ogni sforzo che farò verrà reso inutile dalla prossima abbuffata, dal prossimo cedimento, dalla prossima delusione, da me stessa, insomma.
L’unica vera decisione che ho preso ultimamente è stata quella di andare da uno psicologo che mi ha subito dato il numero di una psichiatra…. È l’unica possibile soluzione che riesco a vedere in questo momento, oltre a quell’altra… La soluzione che nessuno MAI dovrebbe prendere in considerazione, ma a cui, purtroppo, mi capita di pensare sempre più spesso. Mi disprezzo per ciò che sto dicendo. (…)
(…) Vorrei esserti di supporto… Mi rendo conto che ciò che ho scritto non ti aiuterà. Probabilmente lo faccio perché mi sento sola, terribilmente sola. Penso che qualche volta la forza di volontà non basti, e con questo non voglio dire che io o te siamo più deboli di altre persone. Ognuno di noi ha il proprio vissuto, la propria personalità, le proprie forze e le proprie debolezze. Una classica frase fatta, insomma, e che irrazionalmente userei come scusa alle mie azioni che ritengo deboli e vigliacche, ma a cui razionalmente credo. La vita è orribilmente difficile, ma sicuramente avrai già notato come talvolta un sorriso o un abbraccio possano risollevare la situazione. Io sono convinta che se gesti di tale banalità, spesso e volentieri, riescano a darti l’energia necessaria per affrontare un certo momento, non ci sia bisogno di chissà cosa per combattere la depressione o, in questo caso, un disturbo alimentare.
Tu ti definisci un “ciccione”, una persona che, secondo te, è vista come priva di forza di volontà. Hai ragione, purtroppo la società ci porta a stereotipare delle persone a seconda del loro aspetto fisico. Non fare lo stesso errore, non farti condizionare dall’immagine che vedi di te stesso. Scusa, sto dando per scontato che tu lo faccia, ma a me succede. Io ho la fortuna di esser riuscita più o meno a mantenere il mio peso forma. Appaio di corporatura normale, anzi, potrei anche passare per una tipa magrolina… Finché son vestita, sia ben chiaro. Ma ho perennemente la pancia gonfia e, dato che passo le mie giornate a letto, sono flaccida come una mozzarella. In poche parole, faccio schifo. Ma oltre al fattore estetico, un’altra cosa che mi disgusta e mi fa spesso piangere davanti allo specchio è il mio sguardo… Lo sguardo di una persona vuota, senza scopo, priva di qualsiasi ambizione. Insomma, provo pietà per me stessa. In quei rari e brevi momenti in cui “rinasco”, cerco di guardarmi allo specchio con lo sguardo di qualcuno che ha forza di volontà. Cerco di automotivarmi perché so che il gran passo lo dovrò fare da sola. Solo io e me stessa. E poi chissà… Magari un ulteriore sostegno mi verrà dato dagli psicofarmaci che mi prescriverà la psichiatra, ma IO dovrò trovare il coraggio di chiamarla e di confidarmi. O magari sarà una persona ad aiutarmi, ma senza che IO abbia il coraggio di uscire di casa, è altamente improbabile che qualcuno mi aiuti.
Auguro a te e agli altri ciò che auguro a me stessa ogni santo giorno: combatti, trova ciò che ti rende felice e vivi.
Il mio dilemma è nell’impossibilità di conciliare posizioni divergenti.
Gli esperti non aiutano.
Il dietologo nutrizionista mi parla per ore dei benefici effetti che il consumo di frutta, verdura e pane integrale avrebbero sull’organismo.
Tutto molto interessante e consivisibile. Solo che non è questo il punto.
Il grasso non è più goloso né più ignorante in fatto di corretta alimentazione di altri (è spesso più esperto, la sua condizione lo porta a documentarsi).
È evidente che mangiare troppo fa ingrassare, ma perché si mangia troppo?
Se la fame incontrollata è solo un sintomo, perché intervenire sulla dieta?
I magri mangiano di tutto, anche le schifezze. Ma sanno quando fermarsi.
Lo psicologo a sua volta dice che il problema è lo stress. Bene.
Come intervenire? Bisogna seguire una corretta alimentazione.
Ah!
Frasi circolari, serpenti che si mordono la coda.
Il problema è psicologico o fisico?
Esiste una condizione fisica oggettiva in grado di negare alla persona di ricorrere al cibo senza averne un reale bisogno?
E poi, naturalmente, c’è il familiare. Colui che ti ama per quello che sei, e che proprio per questo nega nella maniera più categorica anche solo l’idea che tu possa avere un problema. Che tu possa considerarlo un problema. Perché i problemi esistono nel momento in cui te li poni.
Ma se un giorno ti svegli e ti rendi conto che questa soluzione non ti basta più. Perché hai passato il punto di non ritorno e hai visto quello che potevi essere, hai realizzato, anche se per breve tempo, il tuo potenziale, sai che puoi essere altro, magro, normale; allora non puoi più continuare a ignorare un problema che per te è reale, fingendo che non esista.
L’iperprotettività dell’amore incondizionato, non è necessariamente un bene. E l’ignoranza di un problema non ne nega la presenza.
Personalmente, non mi curo minimamente né della mia estetica né soprattutto della mia salute. L’unica cosa che mi interessa è il controllo. Avere la possibilità reale di fare una scelta. Non essere schiavo di qualcosa, non abusare del mio corpo.
Voglio essere libero. Libero di essere me stesso. Niente di più, niente di meno.
E se questo non è possibile, mi accontento di una dipendenza alternativa.
Non voglio più ricorrere al cibo. Questo pensiero fisso ha dominato da solo la mia intera esistenza. Me ne rendo conto solo ora.
Non voglio più mangiare se non per sopravvivere.
Tutto quello che serve in questi casi è la mente! La nostra mente regola tutto l’evolvere della vita. Innanzitutto la causa principale di queste abbuffate è la sedentarietà,ovvero più si passa del tempo in casa,e più si è predisposti ad annoiarsi e ad avere a portata di mano il cibo. Bisogna cercare inoltre di capire che il nostro fabbisogno giornaliero ammonta ad un tot che non va superato poichè noi non viviamo per mangiare,ma mangiamo per sopravvivere e nel momento in cui le calorie che assumiamo sono eccessive e non le bruciamo diventano seriamente dannose per il nostro organismo.Vi basti pensare che le persone gravemente in sovrappeso sono maggiormente esposte al rischio tumori,infarto e altre patologie gravi.Il problema dunque,non è fare la dieta misurando il grammo in più o in meno di pasta,il problema è mangiare in base alla vita che conduciamo.Provate ad abbuffarvi e iniziate a fare un’ora e mezza di passeggiata a passo sostenuto.Inizierete a rendervi conto che il movimento innescherà dentro di voi dei meccanismi per cui nonostante voi mangerete,una parte di quelle calorie sarà ingerita mentre l’altra bruciata,ma il vostro metabolismo inizierà a lavorare poichè si sveglierà da un lungo letargo ed è allora che inizierete a sentire l’esigenza di mangiare meno,di trascorrere del tempo fuori casa e di muovermi,verrà tutto naturale,certo è che per fare questo salto di qualità ci vorrà della gran forza di buona volontà.Voletevi bene,pensate alla vostra salute come la cosa più importante che abbiamo e cerchiamo di preservarla nel migliore dei modi,siamo sempre in tempo per guardarci allo specchio e renderci conto che siamo forti abbastanza per non farci mettere i piedi in testa dal cibo.Cercate inoltre di avere un piano alimentare ben definito e di avere in casa sempre molta verdura,frutta e yogurt,che potete inizialmente mangiare senza freni fuori dai pasti ma anche durante i pasti.Una cosa molto importante è andare a fare la spesa con lo stomaco pieno e una lista stilata a casa con calma cercando di privilegiare quegli alimenti a basso tasso calorico,come per esempio le gallette di riso al posto del pane e dei taralli,la pasta integrale e di mais,le carni magre e bianche,i salumi meno grassi,i formaggi light e tutto in porzioni giuste.La spesa è molto importante,perchè più compriamo e più abbiamo a disposizione nei momenti di crisi.Purtroppo non è facile,ma non è neppure impossibile,provate a piccoli passi,non eistono diete drastiche quando si soffre di questi problemi,esiste solo l’aproccio sano al cibo,capire che si può mangiare con gusto anche se in porzioni ridotte,se riuscirete a capire questo, l’ago della bilancia improvvisamente inizierà a calare.Ci sono migliaia di persone che solo avendo dimezzato le porzioni sono riuscite a perdere anche 20 chili,senza nessuna dieta particolare.Provateci anche da subito e poi mi farete sapere se funzionano questi accorgimenti.