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Siamo vittime dell’ignoranza di ritorno?

di Suzanne

Oggi si parla spesso dell’analfabetismo di ritorno, ossia delle perdute capacità linguistiche normalmente acquisite durante il percorso scolastico a causa del mancato esercizio di quanto imparato.

Ho preso in prestito questo concetto per spostarlo in generale sulla cultura, partendo dalla mia personalissima e discutibilissima sensazione di vivere in una società sempre più permeata da una cieca, dunque inconsapevole, ignoranza.  Il focus su cui vorrei porre l’accento risiede proprio nel comune pregiudizio di sentirci costantemente immersi nella cultura, soprattutto grazie alle innumerevoli fonti di informazioni che abbiamo quotidianamente a disposizione. Questa falsa illusione però conduce ad un progressivo impigrimento mentale, e alla conseguente presunzione di possedere doti onniscienti. Così, ci permettiamo la comodità di leggiucchiare qualche informazione su Wikipedia per ostentare cultura, ma, soprattutto, non riconosciamo più la professionalità altrui, convinti di poter essere tutto, al meglio. I genitori si permettono di imporre le proprie strampalate teorie psico-didattiche agli insegnanti, i pazienti esigono che lo specialista di turno si basi sulla loro autodiagnosi, i comuni cittadini diventano tuttologi, finendo in realtà per non essere più nulla.

La società nasce proprio per soddisfare la necessità di una separazione dei ruoli, in cui ciascuno si dedica in larga misura a specializzarsi nel proprio mestiere per offrire un servizio agli altri, sia esso teorico o pratico. Anche su questo forum mi sorprendo continuamente di quanto ci si creda sempre migliori e più ferrati degli altri, anche quando si discute di argomenti magari del tutto lontani dalla nostra esperienza. Credo non vi sia più la curiosità di un tempo nell’ascoltare chi ha qualcosa da insegnarci e questo è un gran peccato.

Mio nonno aveva la licenza di quinta elementare, mi ha lasciato dei diari di guerra scritti più correttamente di tanti laureati, sia come sintassi, che grammaticalmente. Questo perché ha trascorso la sua vita ad informarsi da chi ne sapeva più di lui, in qualsiasi ambito. É solo un piccolo esempio di come la consapevolezza dei nostri limiti conoscitivi sia il requisito fondamentale per poter progredire e per essere veramente utili al mondo in cui viviamo.

Lettera pubblicata il 8 Febbraio 2017. L'autore ha condiviso 16 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Riflessioni

La lettera ha ricevuto finora 180 commenti

Pagine: 1 2 3 18

  1. 1
    Pace per tutti -

    i più ferrati sono i cavalli! 🙂

  2. 2
    Sofia -

    L’intelligenza scolastica è limitata e serve a ben poco nella vita!
    È lintelligenza della vita bastarda che serve! Quella ti fa maturare e crescere a bastonate! Allora puoi aver fatto anche solo la terza elementare ma essere più intelligente di uno con la laurea!. Cmq è questo il problema… C’è tanta ignoranza demenza in giro..proprio DI VITA..di esperienze di sapere .. Bisogna sopportarla come una piaga! Ti saluto!

  3. 3
    maria grazia -

    Se si ritiene che questo sito non sia alla propria altezza e che i “tuttologi” che lo presenziano siano insopportabili, nessuno obbliga a frequentarlo. Qui peraltro contano le idee, più che lo stile grammaticale con cui vengono espresse. Quindi postare addirittura una lettera su questo argomento mi sembra solo stupido snobismo atto a farsi notare. La mancanza di vera cultura può essere una cosa alquanto fastidiosa da riscontrare, ma non è meno fastidiosa, nè meno volgare, il “rinfacciare” agli altri la loro mancanza di conoscenze nozionistiche. Che non equivale necessariamente alla mancanza di intelligenza e senso critico.
    Sul fatto che non si sia più disposti AD ASCOLTARE gli altri e ad apprendere da chi ne sa più di noi, su questo non c’è dubbio! E’ tutta colpa di una cosettina che si chiama EGOCENTRISMO. Il quale in genere si nasconde sopratutto dietro la finta umiltà…
    Suzanne inoltre, avendo una visione rigida delle cose ( i cattivi da una parte e i “buoni” dall’ altra ), non riesce a cogliere “le sfumature” ( parola tanto inneggiata qui ). Per esempio, nel thread sulle donne russe, parlando con una ragazza straniera, ho preferito interloquire con lei usando una terminologia semplice e diretta, che le fosse facilmente comprensibile, piuttosto che incastonarmi in inutili barocchismi linguistici che l’ avrebbero solo messa in imbarazzo e avrebbero creato solo distanza tra di noi. L’ intelligenza ( che è cosa discinta dalla cultura ) sta anche in questi “accorgimenti”. Prima di fare i saputelli e liquidare gli altri come semplici ignoranti, quindi, sarebbe bene se si imparasse a coltivare la CAPACITA’ DI OSSERVAZIONE. Questa sì, che la vedo molto carente in questo forum.
    In ogni caso la cultura non è una cosa da millantare, ma da COLTIVARE. E chi la millanta, non è detto che ne possieda più degli altri. Compresi quelli che secondo lei si informano solo su Wikipedia.

  4. 4
    camy -

    Hai ragione Suzanne, avrei voluto scrivere una lettera simile anch’io, sottolineando però il fatto che l’analfabetismo che oggi si sta diffondendo sempre più, per i motivi da te citati (si crede di sapere tutto per via di internet), sta gravemente intaccando anche la civiltà e i suoi valori – vedi elezioni di Trump in America. Questa gente che vota per antipatie e simpatie personali, senza avere la cultura sufficiente a capire cosa e chi sta votando – vedi anche la Brexit in Inghilterra – manderà allo sfacelo il mondo ora conosciuto, con i suoi valori di democrazia, libertà, rispetto, e torneremo alla preistoria, dove conta solo uccidere il nemico per sopravvivere, prevaricare per sentirsi forte, applicare la legge del taglione, fregare il prossimo per uscirne vincenti, e tutte queste cose qui. Veramente molto triste.

  5. 5
    Suzanne -

    Maria Grazia, la tua risposta è una perfetta conferma di quanto da me esposto, peraltro molto prevedibile. Credi che ti permetta di manipolare a tuo piacimento, come fai sempre, il contenuto della mia lettera? La cultura comprende ovviamente tutto il sapere trasmissibile, dalla letteratura alla capacità di lavorare il vetro di Murano, quindi come al solito sei andata fuori tema. Peraltro mi riferivo principalmente alla vita reale fuori da questi spazi ( lo sai vero che esistono altri mondi oltre a questo e alla camera oscura in cui sviluppi i tuoi pensieri?), parlando della mancanza di riconoscimento della professionalità altrui: operatori ecologici, ingegneri, falegnami, ricercatori e via dicendo. Ridimensiona il tuo ego, che non sei nei pensieri di tutti, perlomeno nei miei no di certo!

  6. 6
    Vic -

    La cultura è utile,
    ma l’esperienza è altrettanto importante.
    Non si impara a giocare a tennis solo leggendo i libri,
    ma giocando.
    Non è essenziale sapere tutte le risposte,
    ma il sapere dove trovarle.

  7. 7
    Yog -

    Un analfabeta funzionale, diciamolo pure, resta concretamente autonomo anche se non capisce i termini di una polizza assicurativa, non comprende il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non è in grado di interpretare un grafico. Nessuno di noi dottori di LaD è in grado di penetrare i segreti di una polizza assicurativa, capire chi e che cosa vota (complici le due leggi elettorali), comprare obbligazioni sicure: eppure, almeno noi dei Fantastici Quattro, abbiamo una completa padronanza della lingua italiana e una cultura vastissima, fino alle sfumature più bigie, quindi è inutile agitarsi.
    Un analfabeta funzionale è sostanzialmente capace, quindi, di leggere e comprendere la società complessa nella quale si trova a vivere. Il segreto è seguire soltanto una capacità di analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, lo spread) è capace di distillare solo la comprensione di ciò che serve.
    Un analfabeta funzionale, quindi, traduce il mondo paragonandolo esclusivamente alle sue esperienze dirette e resta tuttavia capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo.
    Inutile che studiate tanto: ‘gna fate!

  8. 8
    Golem -

    Che fake della madonna che ho. Non serve neppure che lo istituzionalizzi. Legge per osmosi nella mia coccia di creta e mi risparmia la fatica di scriverlo. Insomma in un modo o nell’altro siamo tutti “ignoranti” relativi, è il sistema che ce lo chiede, oltre che L’Europa.

    Voglio ricordare a Suzanne che questo problema, in relazione alla massa però, è sempre esistito, con la differenza che un tempo i mezzi di comunicazione per dimostrare la propria ignoranza non erano alla portata di tutti come oggidì, pertanto la cultura, almeno in termini di diffusione del proprio pensiero, era riservata ai pochi che potevano vantarla, valutando con capacità critica adeguata quella altrui di chi pretendeva di accedervi.
    Se Umberto Eco ci ha fatto sapere che con Internet qualunque imbecille avrebbe avuto la possibilità di dire la propria cazzata, e trovare diecimila più imbecilli di lui che la leggono e la avallano, si può intuire per quale motivo parlo spesso di tubi digerenti, votanti e “consumanti”. Questa è la democrazia del consumo “bellezzi”.
    Comunque, lo ripeto, se anche il povero Leonardo, già cinquecento anni fa parlava di individui che ” …altri non sono che transito di cibo, atti solo a riempir li destri”, riferendosi ai sui concittadini, credo che ogni generazione ha potuto, e spesso dovuto, “mangiare” in compagnia di questi apparati digerenti deambulanti.
    La sapienza antica di cui parli, Suzy, scomparirà lentamente, e il rapporto mano/cervello che la creava non servirà più. Basterà saper programmare una stampante 3D e tutti i lenti passaggi di acquisizione di una tecnica e la relativa cultura che ne derivava verranno a mancare. Cosa succederà? Nulla, ci saranno sempre Il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi e la Durso, perchè chi segue quella sottocultura – che lentamente diventa cultura – è in esuberanza. Ce ne sono cioè più di quello che servirebbe.

  9. 9
    maria grazia -

    Suzanne, sinceramente anche la tua ultima risposta dopo il mio commento era del tutto prevedibile. nemmeno tu sei nei pensieri di TUTTI, ed è proprio questo secondo me a roderti tanto. Tu hai il “complesso della Vispa Teresa”: che si sente male se “non fa presa”. Premesso ciò, la tua lettera era piuttosto “ambigua” e poco chiara, tra il “detto” e il “non detto” ( come del resto quasi tutto quello che scrivi ), e sei stata tu per prima a tirare in ballo internet. Quindi era normale da parte mia trarre determinate conclusioni. Qualcuno direbbe che sei educata, elegante e diplomatica. Per me invece sei semplicemente “paracula”. Sono punti di vista, Suzy.
    Però l’ espressione “camera oscura dove sviluppi i tuoi pensieri” mi è piaciuta. Del resto è lì che nascono i pensieri “migliori”: nei luoghi bui, appartati e silenziosi. E spesso e volentieri provvisti di water.
    Tu e camy non siete le paladine dei diritti umani, non ne avete le qualità ( e sopratutto l’ apertura mentale ) per riuscirci davvero. Mi dispiace ma è così. Qui dentro è Golem l’ UNICO che potrebbe rivestire quel ruolo. Per quanto lui non ci tenga.

    Vic e Yog, ottimi commenti! Niente da aggiungere. Anche Sofia secondo me ha colto bene il punto.

  10. 10
    Suzanne -

    Yog, sei andato fuori tema pure tu, poiché il mio discorso non riguardava prettamente le capacità basiche di letto-scrittura, quanto piuttosto il riconoscere l’impossibilità per ciascuno di noi di accedere alla totalità dello scibile umano, nonostante ( e forse anche a causa) del bombardamento nozionistico a cui siamo sottoposti. La cultura ormai è ridotta a sterili etichette che al massimo possono farci vincere qualche quiz televisivo, ma non ci offrono gli strumenti per comprendere la realtà in cui siamo immersi. Un tempo, le persone erano consapevoli della propria ignoranza, e cercavano modi di adattamento alternativi, ma soprattutto riconoscevano il ruolo dell’Altro, rispettando ogni individuo nella sua specificità professionale e culturale. Insomma, ci sentiamo tutti molto emancipati e acculturati, ma è l’ennesima gigantesca illusione.
    Maria Grazia, ti rispondo con una canzone : ” sei solo la copia di mille riassunti”, un Bignami, insomma.
    Camy, purtroppo lo temo anch’io.
    Golem, sono d’accordo sul fatto che al sistema tutto questo sia molto, molto comodo. Siamo cervelli da scatolette, come illustrava il video di “Another brick in the wall”.

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