Salta i links e vai al contenuto

Si può stare così male per amore?

di Quirino
Trovi il testo della lettera a pagina 1.
Lettera pubblicata il 25 Luglio 2006. L'autore, , ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
Condividi su facebook: Si può stare così male per amore?

La lettera ha ricevuto finora 4.144 commenti

Pagine: 1 77 78 79 80 81 415

  1. 781
    Innamorato -

    meglio 2mesi che 5 anni a 34 anni, lei va a lavorare fuori per 5 mesi mi dice che ritorna ,ci vediamo 2 volte mentre lei già si trova un altro, mi ingannia mi tradisce e lascia al tel in modo brutale e violento dopo che sino a 3 giorni prima di tornare mi diceva ti amo di qua sei l’uomo della mia vita di la ecc, non vi racconto i particolari e le cose che mi ha fatto passare negli anni questa M….VIGLIACCA ED OVVIAMENTE P……
    ragazzi perchè soffrire per questa gentaglia??? chiudere i contatti e basta , non esiste niente, NC TOTALE, ma quale auguri?? sms telefonate ecc,?? a chi ad una merda che vi tratta così??? calci nel culo a partire da subito e magari anche in futuro,nella speranza che esse soffrano con gli interessi ciò che hanno fatto passare a noi. sono stati solo fortunari ad incotrare gente perbene e fessa da usare e succhiare energie e sentimenti per il porpio tornaconto (questi sanno bene che non vogliono relazioni stabili) . è gente vuota insicura che nons a amare e che ha pura dei problemi, e’ sterco, rifiuto, scaro nient’altro.
    adesso si ricomincia con al vita!!!!

  2. 782
    Innamorato -

    ragazzi e ragazze, lo sbaglio sta nell’idealizzare la persona che ci sta accanto. Ovvero pensare quello che potrebbe essere o che vorremmo fosse per noi, ma che di fatto non è.(anzi a volte è il contrario) bisogna conoscere la persona prima, e vedere chi è realmente, soprattitto quando si ha a che afre con done e uomini “facili”.
    se una donna è t…..a va considerata tale, se un machio è b…..do e vuole solo sesso va considerato così, e quindi bisogna saper conoscere, studiare e decidere cosa fare.

  3. 783
    Innamorato -

    amici l’unica soluzione??? conoscere un’altra persona.
    vedrete che vi svaniranno tutti i pensieri ed il ricordo della ex sarà più doloroso, anzi molto più sbiadito. fidatevi

  4. 784
    nicola -

    c’e’ sempre una motivazione irrazionale dietro ogni attegiamento

    buona sera.. ogni gesto dunque è motivato da una fonte di energia contaminata di sofferenza e di dolore. tutto avviene con un senso logico, una mappa che deve evolversi per arrivare al culmine e al centro del nostro dolore più antico.. non si nasce cattivi o indifferenti, non si nasce capaci di fare del male, ma si diventa uno o più elementi con la crescita e nell’ambiente in cui si vive e nel contesto dove ognuno di noi nasce. la crisi è evidente e le porte del dolore si aprono quando ci si viene colpiti nei sentimenti. valutare il rapporto con i propri genitori e le relative esperienze e vissuti accaduti all’interno della nostra esistenza, sono pezzi importantissimi per la costruzione di un pasol; ora frammentato in migliaia di piccoli pezzi. capisco che il dolore è atroce e la rabbia di avere dato così tanto a chi non ce lo ha mai nemmeno chiesto. dare troppo e sempre è segno di disagio un percorso antico che viene dal nostro essere stati bambini, e soprattutto quel bambino che ancora oggi vive nella nostra parte adulta ci porta indietro nel tempo come se volesse ripetere e dunque ritrovare quello che gli è stato negato, una situazione assurda, ma reale al punto da farci scuotere l’anima e sconvolgere la mente. chi è abituato a dare “attenzione” “senza ricevere nulla in cambio” ma comunque da e continua, simboleggia un forte bisogno d’affetto chiede affetto in cambio di ciò che viene dato alla propria o ol proprio partenr, ma il punto essenziale di una relazione basata solo sullo scambio di doni e dunque di gratificazione personale, fa pensare a una scarsa autostima personale, dunque e come se dentro di me ci fosse e c’e’ una parte fragile che deve dare per ricevere e nel dare si sente grartificato. l’attaccamento peggiore sta proprio nell’attesa di una carezza di un sorriso di un gesto di amore, che nei rapporti bilanciati e “stabili” (oggi difficili da definire) deve essere una conseguenza naturale del rapporto di coppia e non un baratto. oggi quante situazione del genere si vivono e quanti fallimenti all’nterno della coppia, come se si cercasse una forma di perfezione, una mania di riempire l’altro, “dunque se stessi” di regali, che per noi si trasformano in carezze. capire e eleborare la propria voglia di essere perfetti di volere tutto e sempre ad ogni costo quasi si volessero comprare ciò che è naturale e’ spontaneo, aiuta molto a portare alla coscienza e alla razionalità due fondamentali principi: il primo e quello di percepire in ognuno di noi la forza, dei nostri bisogni, per elaborarli e controllarli, l’auto stima vitale in ogni rapporto e per vivere meglio in una società patologicamente spenta da questi obiettivi. il secondo è prendere in mano la parte fragile di ognuno di noi e portarla al pari con quella adulta dando per se stessi ciò che diamo agli altri, senza pensare solo la parte fuori di noi. il senso di una probabile possibilità di benessere

  5. 785
    nicola -

    è proprio quella di volersi bene dando a se stessi particolare cura e attenzione, come se quella parte infantile dentro il nostro vissuto noi la prendessimo e la riempissimo di doni di coccole di affetto, quasi a volere ritornare indietro nel tempoma da adulti e da campioni che sanno prendere cura di se stessi e allo stesso tempo di noi quando eravamo bambini. non è cosa semplice forse non si sa neppure da dove iniziare, ma io credo che si possa cominciare a viere con molta semplicità accentando una parte fragile di noi, condurre una vita maggiormente consapevole usando quella che viene definita “cautele, calma, accortezza,” avere rispetto per se stessi (solo cosi’ si possono rispettare gli altri), seguire e prestare molta attenzione hai bisogni agli stimoli compulsivi e ascoltare di più le proprie necessità valutandone microscopicamente la salute di ogni nostra azione. basta con le definizioni di chi è o chi non è, guardiamo e basiamoci soprattutto su chi siamo noi senza giudicare e definire gli altri, come potremmo quando ancora non conosciamo nemmeno la più banale parte del nostro dolore e non sappiamo oltretutto da dove arriva. non a caso si incontrano persone e cose che ci rendono comunicanti nel dolore e nella vita, non è un caso davvero!!! dunque ogni esperienza negativa o positiva che sia va correlata a qualcosa che ci ha reso sofferenti prima e felici dopo o il suo contrario. negli anni 70- 80 alcuni esperti condussero uno studio molto importante sull’attaccamento affettivo: presero due cuccioli di scimpanzè e li misero con due pupazzi di ferro di cui uno lo fecero assomigliare a una mamma reale, l’altro lo lasciarono cosi’ senza nessuna copertura, dunque si dedusse che entrambi indistintamente si misero in braccio senza distinzione. e così facciamo noi quando siamo in preda al bisogno e al panico ci tuffiamo senza nessuna acortezza dentro l’ignoto dentro cioò che dopo riscopriremo quello che è il nostro dolore peggiore. non si poò abbandonare il nostro passato la nostra mente vive soprattutto di passato perchè il presente lo sta vivendo e il futuro non lo conosce o meglio viene influenzato in base a quel vissuto che non può non essere considerato importante. altra cosa molto importante è l’ambiente dove si vive e dove si cresce strettamente correlato al nostro basilare comportamento. abbiate pazienza e tanta tanta forza, il dolore che si sente in queste occasioni non è un dolore che si calma con una pastiglia di anti infiammatorio, no!!! ma si può iniziare a conoscere l’origine e dunque avviarsi verso una via d’uscita, verso una strada fatta di consapevolezza, che ci porta a concretizzare tutto quello che fino a ieri ci era sconosciuto, solo così ci si può riuscire a essere capaci di affrontare le varie intemperie che la vita ci mette davanti. studiatevi molto più di ogni altro libbro prendete atto di ciò che vi rende e ci rende fragili e per mano come se prendessimo la nostra metà portiamoci verso l’uscita che è a due passi da noi. peb

  6. 786
    Innamorato -

    bravissimo!!!

  7. 787
    minima -

    Credere nell’amore mi è sempre apparsa una cosa da stupidi,da allocchi. Quello che gli stolti chiamano felicita’,gl’intelligenti chiamano mera illusione.
    L’amore è sofferenza.

    nel mio caso l’amicizia divento’ amore e l’amore divento’ passione,la passione brucio’ ogni cosa e divenne cattiveria… la cattiveria odio e l’odio divenne tormento.. quest’ultimo mi ha chiaramente sconfitta…

  8. 788
    Sarah -

    Secondo me la mente umana non ha limiti!!!Io purtroppo sono molto indecisa…molte volte amo veramnete una persona, però sn indecisa, distaccata per paura di soffrire!!!.Sto nn vuol dire essere sterco……stò vivendo un bruttissimo periodo nel quale vorrei riavere accanto a me una persona che secondo me mi avrebbe aiutato a crescere…invece sempre a causa del mio comportamento l’ho perso per sempre…..lasciamo perdere.Per favore almeno voi ragionate con la testa….ragionate e ragionate….e mi sono fatta una promessa….nn posso più permettermi di star male per amore….e la prossima storia che avrò, sarà una storia bella, ponderata, ragionata….niente paura, niente indecisioni!!!.

  9. 789
    Rebecca -

    Ciao a tutti, ai “vecchi” e ai nuovi…
    Ebbene, non sono uscita con lui: ci siamo sentiti ancora: lui, quasi come se nulla fosse, mi ha rinnovato l’invito per uscire a cena, io ho tergiversato, trovato scuse e, insomma, da settembre non m’ha più vista. Non me la sono sentita, non me la sento. Ho tentennato, dubitato, indugiato… e intanto accumulato rabbia. Tanta, tanta rabbia, tanta come forse non ricordo d’avere mai provato. Rabbia per come s’è comportato, per la leggerezza non degna di un uomo di 36 anni: non sempre i rapporti possono funzionare, lo sappiamo tutti… ma in questo caso! Funzionava tutto, tutto… E non puoi buttare così, al vento, solo perché ti senti un po’ meno coinvolto rispetto ai primi tempi! Un conto è non andare d’accordo, litigare, avere incomprensioni reciproche, prendere la decisione di lasciare ma dopo avere riflettuto, ponderato, vagliato bene la situazione, tutt’altro buttare un rapporto tanto buono al vento, in nome di un entusiasmo che si vorrebbe sempre a mille (che poi sorge il dubbio che tale entusiasmo per questi immaturi sia solo frutto della novità), e per potere inseguire presto e bene
    la prima che passa, e subito dopo la seconda. Che delusione, che umiliazione… Così, senza pensarci troppo su, prende e butta… salvo chiedere, con altrettanta leggerezza e faciloneria, di trasformare il rapporto in amicizia. Eh, certo, facile, dall’oggi al domani! Ma come può essere tanto sprovveduto, sentimentalmente parlando? Come può avere pensato, anche solo per un attimo, che potesse essere semplice, per me? Solo ora si rende conto della grande difficoltà che invece mi blocca, del mio dolore, della mia paura che il dolore, al rivedere lui, si rinnovi con tanta acutezza lancinante… Solo ora, ora che gliel’ho quasi urlato, con disperazione, al telefono, a lui che non capiva e che invece accusa me di non capire! Sì, perché quando faccio notare che a mio parere si sta sbagliando, il signorino si arrabbia, e mi attacca. Non c’è miglior difesa dell’attacco, vero? E così quella sua telefonata, fatta in vista di un invito, si è trasformata repentinamente in una “zuffa”: non riuscivo più a trattenermi, e sono scoppiata, letteralmente scoppiata, quando mi sono sentita dire che però domenica non potrebbe, perché la domenica va da… e il nome di quella. No, a me noooo! Quella non me la devi nemmeno nominare, cribbio, ma capisci o no? Non mi puoi ferire così! Lo so che non mi ha lasciata per quella, ma poco cambia: in ogni caso, quest’estate, quando uscivamo “da amici” e ogni tanto succedeva qualcosa di più, lui già si vedeva con lei e non mi ha detto nulla prima che la cosa “si fissasse”. Mica è stato a chiedersi come mai provasse per me sempre attrazione e stesse sempre tanto bene con me (parole sue), no… era tutto intento a rincorrere quella, la prima conosciuta sulla spiaggia di un villaggio turistico… E mentre i toni erano accesi, mentre ci stavamo solo facendo del male, con le parole, ecco che lo sento dire

  10. 790
    Rebecca -

    che insomma, il sentimento che in me è maturato per lui nell’arco di pochi mesi, per lui è maturato, in un periodo successivo, per quella persona. Bello eh? Ma sono cose da dirsi a chi già è ferito? E soprattutto, cosa c’entrava? Nulla! Voleva solo ferirmi, come ha fatto quando, l’ultima volta che ci siamo visti, mi ha detto, in risposta a un mio “Stai sciupando un rapporto che merita cure e attenzioni”: “Insomma, io con lei sto bene come con te, c’è attrazione come con te e quel “qualcosina” in più…”. Anche questo secondo paragone, stupido e prematuro, fuori luogo, era solo cattiveria, e gratuito. Non c’entrava nulla con quanto stavo dicendo io… E queste sarebbero le basi, da parte sua, per un’amicizia eventuale? La pretesa di parlare a me di quella, anche solo di nominarla, come se io fossi l’amico Ugo o l’amico Mario, o il compagnone del pub con cui si beve la sua birra? Certamente gli ho risposto, più realista del re, dicendogli che del mio sentimento egli non ha mai capito nulla, per cui non vedo come possa misurarlo ora e perdipiù confrontarlo al suo verso un’altra persona: cosa ne sa del mio, cosa ha mai capito, cosa?
    E’ inutile, e sterile, farsi male così: le parole son pietre, ha detto qualcuno.
    Quei paragoni stupidi… e non tanto perché io mi senta magari colpita in un supposto orgoglio femminile, no, non è questo, perché potrei benissimo pensare che lui non sappia distinguere tra la m. e il cioccolato, ma perché mi strazia il vedere con quanta faciloneria, leggerezza, e pure un po’ di stupidità, paragona il rapporto con me a quello con l’ultima arrivata, che conosce come si può conoscere una persona che frequenti da quattro mesi e con cui stai insieme da due: cioè pochissimo.
    Che male, quella telefonata… ho vomitato tutto l’amaro che avevo dentro, la rabbia, il dolore… Gliel’ho detto chiaramente che, se non esco con lui, non è per orgoglio, per puntiglio, perché magari tra me e me penso “quello stronzo non merita la mia amicizia”, ma perché sto male, sto male, sto male! Sto male perché il sentimento con cui gli volevo bene, profondo, sincero, generoso, c’è ancora, non lo posso spegnare dall’oggi al domani…
    Ora sta capendo, solo ora…
    Poi si infastidisce se gli dico che nei rapporti interpersonali si comporta da leggero… non posso dire diversamente, io.

Pagine: 1 77 78 79 80 81 415

Lascia un commento

Max 2 commenti per lettera alla volta. Max 3 links per commento.

Se non vedi i tuoi ultimi commenti leggi qui.


▸ Mostra regolamento
I commenti vengono pubblicati alle ore 10, 14, 18 e 22.
Leggi l'informativa sulla privacy. Usa toni moderati e non inserire testi offensivi, futili, di propaganda (religiosa, politica ...) o eccessivamente ripetitivi nel contenuto. Non riportare articoli presi da altri siti e testi di canzoni o poesie. Usa un solo nome e non andare "Fuori Tema", per temi non specifici utilizza la Chat.
Puoi inserire fino a 2 commenti "in attesa di pubblicazione" per lettera.
La modifica di un commento è possibile solo prima della pubblicazione e solo dallo stesso browser (da qualsiasi browser e dispositivo se hai fatto il Login).

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 caratteri disponibili