Buongiorno,
Mi chiamo Andrea, ho 21 anni e mi sento morto dentro.
Sono qui perché credo di essere arrivato al limite di sopportazione.
Breve spiegazione generale della mia vita e di come sono arrivato ad oggi così stressato e con problemi sociali .
Tutto è iniziato quando da bambino alle elementari, capì che molti miei compagni con cui tutti i giorni avevo a che fare mi lanciavo frecciatine su miei difetti estetici e o di igiene personale (credo non veri ma a solo scopo di offendermi in qualche modo).
Mano a mano che crescevo mi isolai sempre più per paura di essere deriso come gia successe e che il tutto si potesse ripetere. Ad esempio la comparsa dell Acne giovanile mi senti veramente a disagio e con fatica ho relazionato con i miei coetanei.
Penso di aver sviluppato una vera e propria fobia dei pregiudizi che la gente possa farsi su di me.
Ci sarebbero molti episodi da raccontare che mi hanno portato a “vergognarmi” di me stesso in pubblico…ma per non allungare troppo evito.
Il tutto peggiora anno dopo anno. Sicché arrivo ad oggi. 21 anni nel pieno dei miei giorni migliori.
Eppure sono qui. Solo e depresso. Non ho mai avuto una reazione con una ragazza,un sogno a cui aspirare o un hobby che riempisse la mia vita.
Sono veramente un morto che vive. Lavoro , mi alleno in palestra ed esco per svago. Il tutto ovviamente sa solo.
Ho 2 sole persone con cui esco ogni tanto.
Mi vorrei riprendere ma non so da dove iniziare. Vorrei iniziare a frequentare qualche ragazza o persone nuove.
Ma avendo vissuto fino ad ora in modo complessato e isolato non so neanche da dove iniziare e in che modo conoscere nuove persone.
Ho bisogno di un aiuto perché non so quanto reggo ancora in questo stato.
Non sto vivendo ma solamente sto facendo scorrere il tempo.
Le poche volte che ho a che fare con persone mi trovo a disagio. Non sono timido ma avendo vissuto in una sorta di bolla psicologica fatta di brutti pensieri,solitudine insicurezza e vergogna non so neanche di cosa parlare o di come sembrare una persona normale.
Infatti per questo motivo ho sviluppato una sorta di scudo ovvero mi faccio passare sempre arrabbiato o preoccupato per qualcosa così che non passi ciò che veramente ho dentro…
Anzi direi più una maschera.
Il problema è che questa maschera emotiva con il passare degli anni non sono più riuscito a toglierla.
La poca gente che nella mia vita ha provato a relazionare con me, appunto scoraggiata dal mio comportamento è stata costretta a lasciarmi perdere perché si sentiva quasi come se io la odiassi o avessi qualche problema a stare con loro.
Il problema è che sono io ad avere problemi con me stesso e questo la gente anche giustamente non riesce a capirlo.
Passo per un ragazzo noioso,arrabbiato con il mondo e menefreghista.
Come posso fare a riprendere in mano la mia vita ?
Soprattutto come Iniziare vivere come una persona normale .
Grazie infinite.
Apprezzo ogni tipo di consiglio .
Altre lettere che potrebbero interessarti
Categorie: - Me stesso
Diciamo che l’analisi così lucida che hai fatto, è già un primo passo per risolvere i tuoi problemi. Intanto dovresti imparare ad apprezzare ciò che hai: un lavoro, la salute ed anche i due amici con cui ogni tanto esci. E’ molto più di quanto altre persone possano desiderare. Bada bene che non dico di accontentarti, ognuno ha le proprie esigenze e deve provare a soddisfarle fino in fondo … dico solo che il primo passo che dovresti sforzarti di fare è quello di apprezzare ciò che hai. Poi ti consiglio di non guardarti indietro, quello che è stato è stato… se ad esempio domani mattina tu dovessi trovare una ragazza, non ti preoccuperesti più dei 21 anni trascorsi senza mai averne avuta una. Anche il futuro ha poca importanza, non correre con la mente ad immaginare qualunque tipo di scenario perchè tanto il destino avrà sempre più fantasia di te e le cose non andranno mai come ti immagini, ne meglio ne peggio, semplicemente in modo diverso da quello che immagini. Ti scrivo queste cose perchè spesso la “depressione” (mettiamola tra virgolette visto che il termine è spesso abusato) scaturisce da questi meccanismi mentali. Per il resto ti consiglio di non adagiarti sulle motivazioni che hai descritto con tanta precisione, anche le persone chiuse possono piacere se c’è l’opportunità di poterle conoscere. Forse sbagli target di persone e di luoghi dove fare conoscenze adatte al tuo carattere. Perchè non provi un corso di teatro? Fammi sapere!
Se aspetti che qualcuno ti scriva il manuale per vivere alla grande ti sbagli di grosso. Solo tu puoi riprendere in mano la tua vita e per farlo puoi iniziare col non fare ciò che vorresti ti fosse fatto. Che significa? Tu se vedi qualcuno tutto diffidente gli vai vicino e lo saluti? Sii più aperto e rilassato in ogni situazione, tanto d’imbarazzo non si muore. Inizia a costruire un nuovo te, creandoti le opportunità per essere aperto( esistono centomila corsi, sport, community di viaggio)…ma soprattutto prenditi meno sul serio, che nella merda prima o poi ci passiamo tutti e nessuno ci viene a tirare fuori se non noi stessi. E se prp non ci riesci qui ed ora, fai un viaggio e apriti con gente che conosci a malapena..almeno inizi a smorzare questo tuo carattere. Sapessi quanta gente ho conosciuto negli ostelli in giro per l’Europa..e quando scorgevo quell’espressione di imbarazzo che nascondeva una grossa solitudine, sono stato io a fare il primo passo e a trasformare una conoscenza in un’amicizia… E nn pensare alla donne che quelle vengono solo quando sei prima apposto con te stesso..
Eggià, finché non ti metti in sesto non batterai chiodo. E quindi ti deprimerai di più. E non batterai chiodo a maggior ragione, perché le ragazze odiano i depressi e gli asociali. È un circolo vizioso, non c’è via d’uscita, apparentemente. Che dire? Non ti scoraggiare, c’è sempre la narda che dà allegria. E i tipi allegri trombano. E diventano più allegri. E quindi ci danno come mandrilli. È il circolo virtuoso della narda, parti subiti con una litrata.
Penso che sarebbe riduttivo e anche abbastanza forviante dare una speranza senza tenere conto del destino individuale e quindi della visione reale delle cose delle vita. Mio nonno era contrario all’idea che le sue figlie avessero una vita sociale. Ma – tanto per fare un esempio- non ha impedito a mia madre di lavorare e a mia zia di studiare. La regola prevedeva le eccezioni. A cosa servono le regole? A risparmiarti delle mortificazioni. A me è capitato –ma tante, tante volte- di accettare di partecipare ad eventi e manifestazioni che non mi avrebbero mai potuto consentire di socializzare, ma mai nella vita. Una persona che è concentrata sul fare non tiene conto delle condizioni sociologiche, ideologiche, culturali, e persino psicologiche che attraversano il contesto in cui ti dovresti inserire. A quel punto ti dico anche cosa accade… proprio perché esiste un’ingannevole percezione soggettiva che ci fa sentire come degli individui in sé conclusi quando l’umore non combacia ci sentiamo esclusi dalla vita eterna e non riusciamo a stabilire nessuna comunione. In genere quando un uomo “fermava” una ragazza era implicito che lo aveva colpito quell’atteggiamento in particolare e la morale domestica si sviluppava intorno a quel momento. Nel tempo le pretese sono aumentate. Io da donna ti potrei dire subito sì o no perché mi conosco, ma tu non mi dovresti conoscere fino al punto da possedermi. Le regole della morale domestica mi lasciano la possibilità di restare immersa in quel flusso vitale che si accompagna ad un sentimento d’esilio che mi rende melanconica ( a tratti) e che di riflesso mi porta ad essere una persona sorridente (anche se magari non lo sono) a cercare momento d’evasione che non dovrebbero essere la base del rapporto di coppia; talvolta questi momenti diventano addirittura motivo di rottura.
Andare da uno psicologo/psicoterapeuta ti aiuterà a trovare, capire e usare gli strumenti (che già hai, ma che, evidentemente, al momento non metti a fuoco) per uscire da questa situazione.
Provare per credere.
In bocca al lupo!
Ma gli strumenti li hai davvero? Secondo me ci vuole un acidimetro di Cazenave e pure modificato. Poi vedi tu.