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Uno sfogo sul mio triste lavoro

di kamomilla

Sono una ragazza poco più che ventenne. Una ragazza normale, che con una felpa e senza trucco non notereste di certo in giro, tra la gente. Un’universitaria, che, per vivere, fa un lavoro particolare.
Cominciai a lavorare in un centro estetico qualche mese fa. Nulla di strano, tutto normale all’inizio. Dopo qualche mese, capii finalmente come funzionava lì dentro. I clienti non venivano solo per un semplice massaggio, ma spesso cercavano qualcosa di più, lasciando “un regalino” alla fine del “massaggio”.
Sono sempre stata una ragazza introversa, timida, con pochi (ma buoni, almeno credo) amici. Una ragazza comune, insospettabile. A lavoro, cominciai a trasformarmi. Tacchi, trucco vistoso, vestiti corti. E cominciai a lavorare sempre di più. Il mio lavoro in più consiste ad uno sfioramento con le mani, solo mani. Ma mi sento comunque uno schifo, un oggetto. Quando mi preparo, mi sento una vetrina di un negozio di scarsa qualità, che aspetta di essere sistemata al meglio per essere venduta. Vendo sorrisi falsi, vendo le mie orecchie per ascoltare i problemi e le falsità dei clienti, vendo le mie mani. C’è sicuramente di peggio in giro, ma io ho già perso la mia dignità. Faccio fatica a guardare la mia famiglia quando torno a casa la sera, ma poi penso che è la stessa famiglia che non mi ha mai aiutata ad andare avanti. E lavoro per pagarmi non solo l’università ma anche le visite mediche, per problemi che non sto ad elencarvi. Sono una persona triste, sono un caso perso. Spero un giorno di trovare un lavoro vero, un lavoro serio, mollare tutto e ricominciare da capo, per com’ero prima: una ragazza anonima, che aveva toccato solo un uomo in vita sua: il suo primo e ultimo amore finito anni fa. Sono ridotta malissimo, e per chi punta il dito contro le persone come me, per chi fa queste cose solo per bisogno, vorrei dire soltanto…e se succedesse a te? Se non troveresti nemmeno un lavoro per pulire le scale o spalare la melma, cosa faresti? Cosa faresti per vivere? Meglio non vivere, forse…forse sì. Ma non sono abbastanza stanca ancora. Non ho abbastanza coraggio per compiere atti estremi di questo tipo, perché ho ancora un minimo di speranza che le cose possano cambiare per me, un giorno.

Lettera pubblicata il 8 Dicembre 2013. L'autore ha condiviso 2 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Lavoro - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 128 commenti

Pagine: 1 2 3 13

  1. 1
    Gabriele -

    Ciao kamomilla

    La dignità prescinde dal lavoro che svolgi e non aumenta e diminuisce in base alla condizione sociale.

    Ti senti probabilmente sporca, svilita, usata, perchè per vivere devi svolgere un lavoro umiliante e che a te non va.

    Lavori in un centro estetico nel quale, per soldi in più, le lavoratrici fanno lavoretti per ingraziarsi il cliente.
    Il problema del “massaggio” è relativo anche alla salute, che potrebbe essere messa a repentaglio se devi soddisfare i clienti con certi tipi di regali.

    Oltre a ciò non devi assolutamente sentirti obbligata a dare questo tipo di attenzione.

    Se tu, ma penso chiunque, non stai bene, non farlo.
    Non penso che tu sia un caso perso, altrimenti non avresti minimamente preso le redini della tua vita in mano.
    Studi e lavori, e da ciò che ho capito, la famiglia non è mai stata di supporto.

    Credi più in te stessa e non buttarti giù se la fuori è una merda.
    Tu vali.

    Ciao

  2. 2
    Nanette -

    Io all’università ci ho rinunciato proprio perché costava troppo. Ed era la cosa che desideravo di più al mondo. Ma la mia dignità non la venderò mai.
    Tu e tutte le altre donne come te,continuate a rendere il nostro genere sfruttato e maltrattato.Non pensi a tua figlia,tua madre,tua sorella?Se non ci pensi tu, allora non aspettarti parole di compassione da me. Voi ragazze che guadagnate così mi fate solo schifo.

  3. 3
    Lilly -

    cosa non farebbero gli uomini per un po’ di godimento sessuale.. che squallore (gli uomini così). hai tutta la mia comprensione, ti abbraccio! :'(

  4. 4
    Angelo9 -

    I commenti 2 e 3 mi sembrano per alcuni versi opposti e sono in sostanziale disaccordo con entrambi, anche se al tempo stesso posso capirli. Se andiamo su “alte” questioni, vorrei dire, Lilly, che tutti gli esseri umani hanno una dimensione sessuale che fa parte del nostro essere e che, a volte, può farci scadere ad un livello meno che bestiale, ma questo vale per tutti, uomini e donne. Tornando all’aspetto pratico,ti dico, kamomilla, che comprendo il tuo dramma ed il fatto che la situazione tu la viva in maniera drammatica ti fa onore, ma a questo punto non è preferibile non fare ciò per cui provi ribrezzo? Non ci si può far sfruttare in questo modo per nessun motivo. Riflettici. Non è escluso che tu possa trovare un’alternativa, forse meno remunerativa ma certamente più dignitosa.

  5. 5
    luca -

    Cosa studi all’università???

  6. 6
    Elisa -

    Cara Kamomilla..
    Leggo la tua e-mail e sono rimasta di stucco..
    Insomma un ragazza poco più che ventenne che lavora in un centro estetico tipo bordello per guadagnarsi da vivere.
    Allora punto primo io da donna e da difensore delle donne al 100% mi sento di esprimere sdegno verso il genere maschile.. ma la cosa che più mi sconvolge è la tua lucidità nel raccontare i fatti: cioè perché se sei in questa situazioni te ne lamenti in un blog e non vai ai carabinieri a denunciare il fatto? Cioè questo è sfruttamento della tua persona.. per non dire altro! tu licenziati e vai avanti per la tua strada.. Abbiamo visto il caso delle baby squillo dei Parioli e onestamente non credo non si trovi altro da fare! fai l hostess nelle fiere, inserisciti in un impresa di pulizie.. ma smetti di andare li..oppure vai e non lamentartene! Vero oggi i lavori sono contati ma ci sono.. Parli della tua famiglia che non ti aiuta, ma magari sei tu che da adolescente non riesci a trovare dialogo ma solo scontri. Cerca di pensare bene a cosa vuoi e liberati e pregiudizi e delle tue paure.

  7. 7
    Andrea -

    E te pareva che non era colpa degli uomini..

    Kamomilla posso dirti che ho conosciuto alcune donne straniere che vivono in Italia, donne giovani che fanno le pulizie, imbiancano i muri, fanno lavori manuali pesanti.
    Si guadagnano da vivere così..certo, faticano molto e rispetto ad altre professioni guadagnano decisamente meno..le alternative però ci sono.
    Moltissima gente per pagarsi gli studi lavora come cameriere, da ripetizioni..non so la tua università, ma ricordo che la mia dava borse di studio discrete ai migliori o comunque ti consentiva di pagare rate molto basse.
    Insomma non credo che uno studente universitario per pagarsi gli studi non abbia altra alternativa se non quella di fare lavori particolari.

    Non è che piuttosto in questa tua lettera ci sia uno sguardo nostalgico verso l’innocenza perduta?

  8. 8
    geneve -

    Ciao… Io ti capisco… Ho una situazione famigliare oscena e sto facendo l’università … Che forse a breve dovrò smettere di frequentare ma credimi… Farei qualsiasi cosa per poter continuare a studiare.. Prima facevo la ragazza immagine.. Ora sono stata operata e con riabilitazione e tutto il resto non posso fare niente che non sia rimanere a guardare la mia famiglia che cerca di rovinarmi la vita.. Capisco davvero come ti senti io avevo persino cominciato a bere la mattina appena sveglia.. Se ti va di parlare e sfogarti ti prego non esitare.. Ora ho trovato un ragazzo che mi ama moltissimo e sto cercando di farmi forza anche se sembra impossibile… Ti mando un abbraccio!

  9. 9
    michele -

    Per come la vedo io da fuori non possiamo giudicare la tua scelta di rimanere li’…anche perche’ come in tutte le cose bisogna trovarsi dentro per esprimere giudizi…di falsi moralisti con morali spicciole e’ gia pieno il mondo..ma condivido un pensiero comune:la dignita’ non ha prezzo non si svende..tanta gente lo fa e arriva a compromessi pur di lavorare e guadagnare…i soldi han rovinato l’ umanita’!Quindi combatti per metterti nella condizione di fare scelte diverse e riacquistare la tua dignita’ e amor proprio!Appena puoi vai via da li’

  10. 10
    KATY -

    Ciao!

    Non metto bocca nè giudico sulla dignità di ognuno.

    NOn capisco (e sottolineo NON CAPISCO, non sto accusando nè lanciando anatemi a nessuno)come si possa continuare a fare un lavoro che ti fa sentire uno schifo per così tanto tempo.

    Io sono una ragazza madre, quindi se non lavoro non rischio soltanto l’università, rischio tutto, dalla casa in affitto alla pagnotta a mio figlio, quindi capisco BENISSIMO il punto SOLDI.

    Però ho lavorato ( nel 2006)sei mesi in un call center outbound,dove vendevamo vini di pessima qualità, e dovevamo praticamente obbligare le persone ad acquistare quello schifo di vini.
    Non ce la facevo, non potevo insistere, era una cosa disgustosa.Mi hanno cazziata non so quante volte perche non vendevo.

    NOnostante il tuffo nel vuoto, e la paura di restare senza lavoro, mi sono licenziata.
    Mi sentivo sporca, scorretta, non ce l’avrei fatta.
    Ho fatto le pulizie in un’altra ditta per un paio di mesi.
    IO lavavo le scale, ci si svegliava alle 5 in punto e il titolare era di una simpatia che non ti dico 🙁

    Ho preferito fare quello, mi sembrava molto più dignitoso.

    Per cui,io credo, c’è sempre un’altra strada.

    SEMPRE.

    Non credo che se davvero desideri andartene, non puoi farlo.
    L’ho fatto io che avevo tutto da perdere!

    ciau

    KATY

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