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Lettera pubblicata il 7 Gennaio 2024. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore gabrieleo.
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Golem, io amavo tanto le polaroid per esempio. Facendo però grafica digitale ho fatto molte scoperte davvero interessanti, e ammetto che le applicazioni di ultimissima generazione per editare foto e video mi hanno lasciata stupefatta per i risultati che ti consentono di ottenere. Diciamo che ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. La fotografia analogica aveva indiscutibilmente il suo fascino romantico, così come le riprese con le vecchie videocamere. Però, diciamolo, i sistemi digitali sono di un comodo… E soprattutto non costano quasi niente. Il che non guasta.
Golem, aggiungo tra i vantaggi dell’aver conseguito una laurea anche quello, assolutamente fondamentale oggi, di saper discernere le fonti rigorose da quelle inattendibili. In una tesi, in particolare specialistica, ogni singola affermazione va supportata da argomentazioni e da riferimenti bibliografici seri. Questo significa fare un lavoro di ricerca SERIO. E, visto che si gioca a chi ce l’ha più lungo, una delle maggiori soddisfazioni intellettive mi deriva dalle parole della mia relatrice sulla mia tesi, che definí “a tratti geniale”. Ma ricordo che avevo svolto un lavoro certosino di ricerca e consultazione, prima di rielaborare il tutto in un modo originale (ovviamente un tesi deve dire qualcosa di innovativo su un qualsiasi argomento). Ora dovessi riscriverla non riuscirei manco a terminare l’indice.
P. S. Esiste un uso dei social valido.
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid02ap3gXXPvKGrW9nhgRUaroDtuP7w2y4NNq9uswS2M81qLmiVbYJLeK7Tv63jzG83Ml&id=100044513436168
P. P. S. Ma quanto è affascinante una donna colta e intelligente? Altro che la Ferragni.
È così Suzy. Una tesi come si deve è prima di tutto una palestra dove si mettono alla prova le capacità di saper “leggere” le informazioni, e quando qui ho indicato chi traeva “conclusioni sconclusionate”, è perchè vi si intravedeva quella carenza di metodo.
La mia tesi è durata un anno, ed eravamo in quattro. Un lavoro di raccolta dei dati gigantesca, che non so come siamo stati in grado di fare, una parte dei quali abbiamo avuto la soddisfazione di vederli usati dal nostro relatore, che ha lavorato al progetto della riapertura della rete dei Navigli di Milano. Ogni tanto mi rileggo l’abstract e mi compiaccio, perchè quello che si propose lo ritrovo nelle linee guida che sta indirizzando Milano nel nuovo millennio. Per la verità mi sono ritrovato
mie idee in un paio di progetti di gente più famosa di me, ma arrivati dopo. Si potrebbe pensare ad una coincidenza, ma “coincidenze” così precise nei concetti, mah. Certo che quando lasci i tuoi lavori universitari alla merce di tutti, senza un copyright, te lo devi aspettare.》
P.S. “Leggere e saper leggere non sono la stessa cosa. Professor X”
Sacrosanto.
÷÷÷÷
Ma certo MG, i grandi fotografi, come Salgado e McCurry, sono passati senza fatica al digitale, e con risultati fantastici, ma io non sono stato un grande fotografo, forse bravino, ma principalmente solo un appassionato di certi mezzi tecnici ed espressivi, e per di più, solo in un certo periodo della mia vita. E poi amo tutto ciò che è “manuale”, infatti ho una moto del ’70, una Vespa dell’81, sulle quali so mettere le mani. La macchina purtroppo no, infatti stamattina la mia, nuova di sei mesi, e tutta elettronica, mi ha fatto incazzare perché non si chiudevano più automaticamente i retrovisori esterni quando la spegnevo. Subito vado a pensare ai fusibili, li controllo, macchè. Prendo il manuale di istruzioni, e li mortacci loro, avevo schiacciato un bottone che esclude quella funzione. Sono sicuro che quella macchina la cambierò, quando sarà, e ancora non ne avrò conosciuto tutte le funzioni.
Sono vintage, fatto a “valvole”, modernariato umano, è inutile.
Suzanne: “saper discernere le fonti rigorose da quelle inattendibili”
Già. Anche la valutazione delle fonti è un lavoro non da poco. Credo che i complottisti facciano il seguente ragionamento fallace: ritengono che tutta l’informazione ufficiale sia falsa, dunque tutta l’informazione non ufficiale è sicuramente vera. Se una notizia lo riporta il telegiornale, è sicuramente falsa. La chiacchiera che ha riportato mio cugggino è vera a prescindere. Una volta si diceva a chi non seguiva i fatti di attualità:_”Ma li leggi i giornali?” Oggi c’è chi ti prende in giro perché leggi i giornali, invece di farti un giro su siti improbabili o canali youtube a leggere storie inverosimili che sembrano tratte dalla trama di un film fantascientifico.
Trad, la questione della qualità delle informazioni e la capacità di saperne discernere la validità è una delle cause di tante battaglie combattute su questo forum, ma ci accompagna anche fuori da LaD.
C’è una branca delle neuroscienze che tratta la cosiddetta “economia cognitiva”, come cioè noi ci “organizziamo” per giungere ad una conclusione e prendere una decisione.
Per esempio, per quale motivo le fake news trovano terreno fertile sui social, e perché a caderci siamo più o meno tutti, non solo i laureati all’università della vita?
Per capire come funziona la mente nel crearsi un’opinione è necessario che si sappia cosa sono le “euristiche”, che tutti utilizziamo inconsciamente per aiutarci a “decidere” quale sia la lettura “giusta” di una situazione. Più che quella “vera” quella che più si confà alla nostra “economia cognitiva”.
Tecnicamente le euristiche sono scorciatoie cognitive che semplificano la nostra elaborazione della realtà ed aiutano il nostro cervello a non sovraccaricarsi di informazioni.》
》Queste si basano, su teorie implicite che la nostra mente costruisce in base all’esperienza, alla cultura ed alle relazioni quotidiane e prende per assodate, quindi succede che utilizzeremo i nostri personali stereotipi per validarne l’attendibilità. Se una notizia ci sembra verosimile rispetto agli standard che abbiamo in mente questo basterà per considerarla attendibile.
Cioè, come ho spesso dichiarato, si ha già un’idea in testa e si va “a cercarne” le prove che la confermino. Insomma, più sentiamo ripetere una notizia tanto più aumentano le probabilità che diventi per noi reale. E se le nostre capacità critiche sono limitate ecco che quelle lacune cognitive si riempiono di grafene nei vaccini, di scie chimiche in cielo, come pure di fantasie in campo amoroso quando le esperienze nel settore sono state più teoriche che concrete.
Insomma, è come voler risolvere un equazione scegliendo le regole che ci fanno comodo e non quelle che servirebbero realmente. E con l’avvento del web di “genii matematici” ne nascono a milioni. Ogni giorno.
Vero Golem. Se una notizia, un informazione, una conoscenza che apprendiamo, corrispondono, sono coerenti con quanto già sappiamo, o crediamo di sapere, le acquisiamo, le capiamo. Ma se la nuova informazione è incoerente con le nostre conoscenze pregresse, lo rifiutiamo, facciamo fatica a comprenderlo. E’ più facile credere che sia la nuova informazione ad essere sbagliata che aver avuto fino a quel momento noi un’idea sbagliata.
Inoltre c’è anche una componente emotiva: se ci innamoriamo di una nostra idea, è difficile ammettere che sia sbagliata, anche di fronte a varie smentite. Oppure, ci sembra per forza fattibile, o sano, o necessario, ciò che è moralmente giusto e viceversa. Per esempio, un bigotto sarà portato a pensare che il sesso fa male alla salute.
Tornando al discorso di saper distinguere informazioni corrette dalle false, per il mio lavoro da trader devo informarmi costantemente. Le notizie possono essere false, esagerate oppure ininfluenti. Devo saper anche…
filtrare la mole di notizie che ho a disposizione, soffermandomi su quelle utili, altrimenti passerei tutto il giorno a leggere giornali.
Per quanto riguarda il ciclo della scienza, una volta partecipai alla lectio magistralis di un fisico che parlava del trattamento dei big data in economia. Ci disse che noi economisti tendiamo ad essere molto deduttivi e poco induttivi. Visto che la mole di variabili in economia è infinita, non possiamo prenderle in considerazione tutte, dunque ci facciamo la nostra bella teoria e poi scegliamo solo quelle variabili che la confermano, evitando quelle che la smentiscono (lo so che, più precisamente, l’analisi dei dati non conferma la teoria, perché si dovrebbero analizzare infiniti casi; la verifica può solo smentire la teoria. Ma semplifico il discorso parlando di conferma).
Invece i fisici tendono a partire dall’osservazione, non dalla teoria: osservando come cade un grave, elaborano una teoria generale
Golem, diciamo che sono “vintage” per alcune cose ( la musica, gli autoveicoli, e una certa concezione dei rapporti sociali ) e per altre cose no. Sicuramente non comprerò mai una macchina elettrica o elettronica, e sicuramente non condivido l’ uso esagerato della tecnologia anche per piccole banalità quotidiane. Ma questo è il mondo in cui viviamo oggi e volenti o nolenti bisogna farci i conti. Personalmente cerco di discernere tra ciò che veramente può migliorarmi e facilitarmi la vita tra ciò che è solo inutile e malato. Non sarò mai tra le persone che pagano ogni cosa con il QR code, che non possono vivere senza social, che seguono i profili Instagram patinati o che optano per un amante virtuale. Del ragazzo che mi piace ( che è naturale e in carne e ossa ) amo soprattutto le sue imperfezioni.