Ho sposato mio marito per amore, con amore. Mi sono innamorata di lui all’istante. La prima volta che lo allontanai fu per la differenza di età, ma era un mio limite, non un suo problema. Le mie fragilità, come al solito mi fecero fuggire. Io sono stata maltrattata con furia, rifiutata e abbandonata da un padre che è, e resterà sempre un cancro che a fasi alterne si ripropone con violenza, prepotenza, devastandomi anche oggi che finalmente ho una vita normale. Quindi, ho sempre cercato situazioni di comodo, dove amavo di meno, o almeno credevo, visto che i miei compagni sono stati grandi compagni, anche quando eravamo piccoli. Grandi, nonostante tutto. La seconda volta che allontanai quello che sarebbe diventato mio marito fu perché la sua arroganza, prepotenza, superbia di figlio prediletto, esemplare viziato da genitori vedovi con altri figli infelici a carico, figlio osannato senza perché e reso ricco, ricchissimo da un padre generoso, da una madre complice, e dalle circostanze della vita che con lui sono state generose, ebbene tutto questo dono lo scagliava contro di me; tutte queste fortune anziché dividerle o almeno condividerle me le rinfacciava sempre, facendomi sentire meno di niente, facendogli fare, permettendogli di fare peggio, molto peggio di quello che aveva già fatto mio padre. Ma questa volta io potevo scegliere, dovevo salvarmi, e me ne sono andata. Lui è “tornato” rinnovato con tanto, tantissimo amore, una proposta di matrimonio e tante promesse di eguaglianza. La prima che ha disatteso, anzi la prima clausola che ha preteso è stata la separazione dei beni. Occhio, io non ho nulla, mi è stato negato anche il testamento di mia nonna paterna, sono abituata. Ma tutto questo mio marito lo sapeva, non ho mai mentito su niente, su nessuno. Sapeva che l’unico patrimonio che posseggo sono io, la mia amata laurea che mi permette di lavorare, seppur saltuariamente, gratificata, dunque contenta, una buona cultura che mi permette di capire le cose e una buona conoscenza che mi permette di farle, più o meno bene, quando serve. A me non ferisce il fatto che abbia cambiato le carte in tavola prima del matrimonio, mentendo e raggirando la questione, a me ferisce che non me ne abbia parlato, che mi abbia barattato con un mattone, che abbia confabulato con sua madre e mi abbia escluso da una decisione così intima, importante. E più passa il tempo, e più aumenta lo sdegno, talvolta il rancore, a volte il disprezzo. Mi sento sempre un ospite, mi sento sola, mi sento un ostaggio. Sbaglio? Non so più cosa è giusto e cosa no. È illecito che io mi senta offesa, o sono solo una stupida? Cosa dovrebbe, potrebbe fare o dire per farmi stare meglio? Ho paura della mia paura di vedere aumentare questo rancore e di non poterlo controllare più. Da quando ho saputo che i nostri amici si sposano in comunione dei beni (voluta da lui), nonostante lei abbia poco o niente in confronto a lui, non faccio che grattare quella ferita mal cicatrizzata. Scusate per il mio sfogo, capisco che ci sono cose peggiori, ma ho bisogno di un parere per capire se sto sbagliando a prendermela così tanto per quella che considero una gravissima mancanza di fiducia. Cosa posso fare?
xy
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Categorie: - Controversie - Famiglia
Se posso esserti sincero ha fatto bene a fare la separazione dei beni.
é una cosa giusta, a maggior ragione per chè tu non hai niente, quindi se tu dovessi allontanarlo di nuovo lui dovrebbe darti ingiustamente ciò che è suo.
Sono i tempi moderni che portano a questo, può sembrare squallido, ma i matrimoni oramai durano un battito di ciglia… se un domani avrai qualcosa di tuo del resto lui non potrà pretenderla.
Sai ho visto molti matrimoni sfumare quando c’è stata la richiesta di divisione dei beni… chissà perchè…
Dovresti solo concentrarti sul tuo matrimonio, non su ciò che sarebbe potuto diventare tuo…
amore o convenienza?
grande sergiooooo “quindi se tu dovessi allontanarlo di nuovo lui dovrebbe darti ingiustamente ciò che è suo” godoooooooooooooo ma poi francamente, altro che sposarne una. sposare?!?!?!? avete voluto la modernità? e ora ve la tenete. massimo convivenza.. in casa mia… ovviamente. “dovresti solo concentrarti sul tuo matrimonio” ma guarda che caso.. che amore.. a cosa va a pensare invece di essere felice.. riapriamo le cucine.
avere pareri maschili è sicuramente di grande aiuto visto che sto tentando di capire cosa ha scatenato questa diffidenza all’interno del nostro legame, prima che del nostro matrimonio. probabilmente non sono risultata affidabile o altro, però quanto è successo è un motivo di riflessione come un altro, almeno io la vedo così. grazie sergio, dici giusto! ma anche tu andy hai fatto presa, perchè quanto avete detto sono sfaccettature che si prendono sempre in considerazione quando si decide di stare insieme, vivere insieme. io guadagno di più, allora dovrei dire: aspetta, amore, tolgo tot euro dallo stipendio che destino a casa (cioè tutto) perchè se no domani…che vuol dire, sarebbe meschino, inutile, alimenterebbe litigi e incomprensioni. eppure, un domani, se servirà io avrò sbagliato “investimento” destinando tutto quello che ho al bene della mia famiglia. a me piace stare in cucina, pensare alla casa, e intendo la parità dei diritti come un valore aggiunto alla comunione… dei cuori e delle teste, non come un qualcosa da rivendicare per sentirsi superiori con arroganza. sì, mi dispiace che non abbia parlato con me di una decisione così importante, ma nulla toglie ai miei sentimenti e alla stima che nutro nei suoi confronti per mille altre cose, oltre questa spiacevole circostanza, che resta solo un aspetto di una relazione importante…
Purtroppo la separazione dei beni è stata la causa (una delle cause) per la quale mi sono lasciato con la mia ragazza, ma va bene così, è anche una giusta scusa perchè quando noti che l’altra persona non ti viene incontro…allora meglio iniziare a mettere i puntini sulle i!!
ciao….anche io e mio marito abbiamo scelto la separazione dei beni.
se dovesse succedere che io vinca in superenalotto qualche mln. di euro saranno tutti miei. a parte scerzi….e’ cosi importante se separazione dei beni o communione. poi un giorno vedrete se volte cambiare oppure rimanere in separazione dei beni…
Rispondo a questa con forte ritardo rispetto a quanto è stata iniziata, comunque dico che, dal punto di vista ideale credo che la comunione dei beni sia meglio rispetto alla separazione, perché dà un segno di maggiore unione e fiducia reciproca. Però quando i beni che vengono acquistati (casa ecc.) sono il frutto di risparmi di famiglia, magari a chi elargisce può seccare l’idea che, in caso di separazione, queste risorse vengano godute non dalla coppia, in cui è incluso il figlio/a, ma dal partner che, per quanto possa diventare caro, è comunque un estraneo. Per cui io credo che, in questi casi, la separazione dei beni sia preferibile. Ovviamente nell’ambito della coppia bisogna esser ben consapevoli del fatto che non c’è sfiducia reciproca ma si ha riguardo nei confronti di terzi e nella gestione quotidiana bisogna comportarsi come se la comunione, di fatto, ci fosse, per cui ciascuno dei due, al di là dell’assetto proprietario, deve comportarsi come se ogni cosa fosse di…
Ahimè, la limitazione dei caratteri consentiti ha troncato le mie ultime parole. Comunque intendevo dire che la coppia può optare per la separazione dei beni per non urtare la sensibilità dei genitori che, eventualmente, elargiscono aiuti per mettersi in piedi. Purché poi, nelle fasi successive, ci si comporti come se i beni fossero di entrambi. Ad esempio: se si è in separazione dei beni e la casa che si acquista viene intestata a uno solo dei due, costui non deve poi comportarsi come il vero e unico proprietario della casa, ma deve trattare il partner come proprietario a pari titolo, con ogni diritto di decisione in merito alle scelte che si compiono e fare tutto il possibile affinché questi, nel caso lui venga a mancare, sia tutelato. Insomma: se ci sono l’intesa e la fiducia reciproca le cose, fra i due, si aggiustano sempre. E soprattutto: niente segreti, niente accordi con terzi all’insaputa del partner. Questo sì sarebbe un grave vulnus all’intesa e alla fiducia di coppia.