Provo un generale senso di stanchezza. Vorrei fermarmi, riposare e prendere fiato, ma questo vento impetuoso non si arresta. Mi sento trascinata dagli eventi, sballottata qua e là senza una meta, laddove, in verità, razionalmente vorrei essere in grado di governare la mia barca.
E toppe volte, ormai, mi sento proprio fragile, spersa in questa realtà che è troppo solida per me, piena di spigoli in cui regolarmente mi imbatto e che mi rammentano che anche il dolore ha una sua specifica consistenza nell’anima.
Ero un’adolescente e un giorno d’inverno un’amica mi trascinò a pattinare sul ghiaccio. Io non avevo mai infilato un paio di pattini da ghiaccio prima di allora in vita mia e l’idea non mi allettava per niente, ma continuavano a dirmi che era facile, per cui, seppur controvoglia, accettai. Ricordo perfettamente quella pista piena di gente, con la musica alta ad accompagnare i movimenti fluidi di quelli che sfrecciavano in cerchio come siluri. Io invece ero impacciata e goffa e non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi. Caddi sulle ginocchia così tante volte che presto persi il conto. Solo che ad un certo punto, a furia di cadere, mi accorsi che le ginocchia mi facevano davvero male. Erano gonfie e tumefatte e ad ogni ricaduta il dolore aumentava. Ricordo il tragitto di ritorno verso casa come un incubo. Speravo che qualcuno mi venisse a prendere, ma non arrivò nessuno. Come sempre è stato del resto. Quel ritorno a casa con il cielo ormai buio e quel dolore lancinante che ostruiva ogni mio movimento io lo sto ricordando proprio ora. Saranno passati poco meno di trent’anni ed è curioso come la mente cristallizzi certi ricordi per ripresentarceli poi per analogia o similitudine o in un qualsiasi altro modo possa avere un senso per il nostro inconscio. E io, come allora, vorrei già essere arrivata a casa, per potermi togliere tutti i vestiti umidi di dosso e guardarmi quelle ginocchia fin troppo gonfie. Vorrei riempire una vasca piena di acqua bollente ed immergermici, per levarmi di dosso quel senso di gelo e poi finalmente riuscire a riposare. Passano gli anni, sedimentano i ricordi ma nulla in fondo cambia. Mi rendo sempre più conto che apparteniamo ad un destino che sa esattamente dove portarci: che noi lo si voglia oppure no. Ho tentato di scegliere la mia strada in diverse occasioni, ma tra quelle che potevo decidere di percorrere, nessuna mi ha condotta dove speravo di poter essere felice. Ho sempre incontrato muri invalicabili, condizioni avverse e, se anche io fossi stata un gigante, quegli ostacoli sarebbero stati comunque troppo grandi per me. Mi ritrovo impantanata in una buca, sapendo che indietro non posso e in alcuni casi non voglio nemmeno tornare, ma con il cuore privo di entusiasmo e completamente orfano dei suoi sogni. Non è più tempo. Tanto, troppo è sfumato senza che io abbia potuto intervenire. Ahimè, oggi va così. Va che mi guardo le ferite e, annebbiata dal dolore, faccio i conti con i rimasugli di questa forza che non mi sento più. Chissà dove sei tu ormai. Tu che sarebbe stato meglio che io non incontrassi. Passano i giorni, i mesi… Ormai sono trascorsi anni. Eppure, nonostante tutto, nonostante tutte le lacrime che non ho versato per te, tu rimani il mio conto in sospeso con Dio, quella tristezza immeritata, quella spina nel cuore che non so levarmi perché, quand’anche ci riuscissi, potrei “morirne”… E poi chi mai potrebbe riempire così profondamente quel preciso anfratto del cuore che ha preso unicamente la tua di forma? Non so cosa darei, in questo istante, per poter riascoltare ancora una volta la tua voce. Mi mancherai sempre, temo.
E vorrei mancarti. Ma tu sei silenzio, sei distanza, sei uno di quei muri invalicabili che mai potrei riuscire a scalare. Nemmeno se per te io fossi un gigante…
Senza titolo… Senza
di
Senzalae...
Lettera pubblicata il 24 Aprile 2017. L'autore, Senzalae..., ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
La lettera ha ricevuto finora 22 commenti
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Non mi spiace affatto come scrivi. Bella l’immagine dell’impantanamento in una buca, non si trova spesso, tranne che ne I Ching dove ha esattamente il significato che gli dai tu. Ottimo il flashback sulla pattinata.
Brava, hai dei numeri.
Ti capisco sono in una situazione simile sono stanco anche io di dover affrontare senza freno un problema dopo l’ altro aimè alcune volte in risolvibile e comprendo che fa tanto male da farti cadere nel vuoto rimanendoci intrappolato, passano i giorni i mesi gli anni ma le cose non cambiano supero giorno dopo giorno quasi meccanicamente. Onestamente supero tutto sperando dicono che la “speranza e l’ ultima a morire” mi aggrappo a quella che mi da la voglia di continuare, inoltre cerco di trovare un pò di pace in quei pochi momenti di felicità cercando soprattutto di scordare anche per qualche minuto o secondo quelli brutti. Ti saluto e ti auguro di trovare quella pace che inseguiamo continuamente.
la vita è un susseguirsi di sbagli non sentirti,non sentitevi diversi non fatevi illusioni.le cose finiscono,cambiano bisogna provare e riprovare.riprova
É una lettera molto suggestiva, capace di far sentire agli altri le sensazioni così profondamente tue. Non tentare di abbattere muri, cerca semplicemente di aprirti piccoli varchi per sgusciare via…
Ti consiglio di non perderti d’animo. Una persone sensibile per un fatto innato è portata a servire il prossimo con rispetto della personalità e della dignità. Questa nobiltà d’animo non è da tutti e, dal mio punto di vista, non andrebbe vissuta come un merito perché ci sono persone spiritualmente più forti che seguono questo orientamento in maniera libera. Vivere un modo di essere come una virtù significa precludersi la possibilità di essere felici in questa vita. L’uomo nobile d’animo riesce a realizzarsi in tutti i tipi di relazione, vincoli culturali permettendo. Anche perché è difficile convivere con un determinato modo di essere senza lasciarsi plasmare dal confronto con uomini che per natura non si emozionano facilmente e danno l’idea di essere persone risolte: figli modello, mariti perfetti, padri esemplari, ecc. In una società secolarizzata anche l’uomo nobile d’animo vive il suo dramma sociale. Un tempo la vita si svolgeva nelle case. Però diciamo che non vive la sua superiorità in funzione dell’unione sponsale; anzi , quando non ha gli strumenti per capire l’importanza del passo che ha fatto ( o che potrebbe fare in un futuro immaginario) vive quella superiorità come un fatto personale che lo porta a riscattarsi dalla dipendenza dalla famiglia. Tende ad apparire come una presenza estranea alla famiglia, ma a suo modo partecipa senza tuttavia entrare mai nel ruolo con un’intelligenza di tipo sovrannaturale che invece disperde in progetti futili. Una donna nobile d’animo ,che non ha fatto in tempo a diventare prevenuta su tutto e su tutti, è destinata a restare nubile, ma, a differenza dell’uomo sa, che nella sua crescita personale è fondamentale l’incontro con un uomo che potrebbe corrispondere la natura del suo amore. Si tratta di un pensiero, perché alla fine nessuno è santo. Anche se sei credente, non riesci a fare il grande passo senza passare mediante la conoscenza attraverso i sensi. Poi trovi la pace.
Ti auguro buona giornata!
Molto bella… Si percepisce a fondo il tuo stato d’animo. Purtroppo parli di una storia triste e di una persona che non riesci a dimenticare da anni, ma la tua capacità di trasformare in immagini quello che provi è una gran cosa. Aiuta ad accettare la realtà dei fatti. Vorrei avere io questa dote.
Purtroppo ognuno di noi deve superare i propri problemi interiori da solo e non esistono parole “magiche” o soluzioni miracolose che in un lampo ci facciano stare meglio. Anche io sono in un periodo dove tutto sembra invalicabile e mi rendo sempre più conto che anche chi mi vuole bene non può far molto per me. La scelta è scalare da soli o starsene ad osservare il muro, dal basso verso l’alto.
Quello che vorrei dirti però, è che non devi cercare qualcuno che riempa una sagoma vuota, devi accettare quel vuoto come un qualcosa che farà sempre parte di te. Non pensare neanche che possa esistere qualcuno che si sostituisca a ciò che hai perso o peggio ancora che ne sia la continuazione. Dovresti aprire il tuo cuore alla possibilità di vivere emozioni differenti che potrebbero comunque essere gratificanti. Così, un giorno, potresti sorprendenti di nuovo felice… Anche col segno lasciato da una vecchia spina nel cuore.
In effetti a volte pare che la nostra via sia già
tracciata, si incammini in una certa direzione,
indipendentemente dalle nostre scelte.
Sbagliare è inevitabile è parte stessa
della vita.
Solo chi non fa non sbaglia, ma neanche vive.
Ringrazio ognuno di voi per avermi dedicato tempo e riflessioni. Ho letto e riletto i vostri commenti con cura più volte…
@ Yog
Hai colto perfettamente il rimando della buca descritta in i-Ching. Amo quel testo per la capacità di descrivere attraverso immagini concetti difficilmente esprimibili a parole. E la rappresentazione è sempre stata l’unico modo in cui riuscivo a “far mie” le cose, a comprenderle e a sentirle certamente più a livello di intuizione che di ragionamento. Quando ero piccola, mia mamma faceva uno strano gioco raccontandomi le fiabe: me le disegnava. Forse è stato da lì che ho imparato ad immaginare… Chissà
@ Rossella
La sensibilità d’animo certamente tende la mano. Non comprende, non vede, molto spesso, ciò che non avverte in se stessa. Per cui più facilmente rischia di rimanere ferita, disillusa, disattesa. Concordo con te che non possa essere definita una virtù. È davvero raro trovare persone capaci di farne una scelta di vita veramente consapevole. Nella migliore delle ipotesi, essendo solo umani, possiamo tentare di lasciare qualche traccia, talvolta disinteressata, che sia di conforto o di sostegno a qualcun altro. Ho sempre creduto che nulla accada per caso, specialmente le persone e le esperienze che da esse ne derivano. Nel bene e nel male.
Dio lo avverto in maniera controversa: non è soltanto fede,
ma è un incessante bisogno di comprensione per chi, come me – ma forse come tutti – con questa materia ci si fonde e talora,purtroppo, sfortunatamente ci affonda.
Una serena giornata anche a te…
@vinile
Sai, la tristezza, per me, molto spesso deriva dall’incapacità di riuscire ad accettare con serenità tutto quello che avevo immaginato in un modo diverso. Non è semplice ma ci sto lavorando, anche se temo dovrò fare sempre i conti con la mia natura malinconica. Nessuno può sostituire qualcun altro, hai perfettamente ragione. Siamo soltanto noi che dobbiamo riorganizzare le stanze del cuore, decidere di aprire le finestre e fare entrare aria nuova. Per questo esistono i tempi dell’anima. Bisogna ritrovare quella leggerezza per cui, coraggiosamente, ti ritrovi a passeggiare sulla fune del tuo destino. E in questo non possiamo essere che soli. Cercare non ha senso. L’amore capita. L’amore si fa. Quando lo riconosci e senti che ha senso per te rischiare. Ma non può essere con chiunque. Questo certamente no.Ti auguro di trovare tutte le risposte che cerchi e persone sulla tua stessa lunghezza d’onda che siano, per te, intuizione. Un abbraccio…