Buongiorno a tutti. Ho deciso di scrivere a questo forum perché sempre mi é sembrato che le opinioni siano interessanti e costruttive. Non avrei mai pensato che un giorno sarebbe toccato a me vivere e scrivere queste cose però spero che qualcuno sappia offrirmi il suo parere.
Ho 31 anni, vivo all’estero, a Madrid, per lavoro. Sono omosessuale e sono appena uscito dall’esperienza più bella e più devastante della mia esistenza. Lui si chiama D., ha 29 anni. Premetto che la nostra storia non é stata delle più lunghe (poco meno di un anno) però per me é stata la più importante. Ci siamo incontrati in chat varie settimane prima di iniziare a uscire. Una sera, entrambi annoiati in casa, decidiamo di vederci per una birra. La birra diventa una cena e una serata molto piacevole in compagnia al punto che il giorno dopo decidiamo di rivederci. A li inizia la storia.
La storia più bella di tutte quelle che abbia vissuto fino ad ora. Verso di lui mi rendevo conto che non erano solo rose e violini; era per la prima volta nella mia vita un sentimento cosciente, adulto dal mio punto di vista, fatto di sinceritá, rispetto della persona, desiderio di offrirle qualcosa di te e di rinunciare a qualcosa di tuo per condividere con lui la vita. D. non voleva correre nelle cose ed io gli ho sempre detto che lo avrei aspettato. La gente ci vedeva bene, dicevano di noi che da quando uscivamo insieme ci si vedeva felici e cambiati. D. riusciva a superare le sue paure e le sue ansie nella vita (é una persona molto timida che sempre mi diceva “ho paura” delle cose, di fare scelte) ed io mi sentivo sereno e completo. Lo vedevo felice, mi usava un sacco di attenzioni, piccole, nascoste però che nessuno mi aveva mai usato, mi dava consigli; io una persona impulsiva e irrazionale, lui silenzioso e discreto, umile però sempre al posto giusto nel momento giusto. Erano queste le cose che mi hanno fatto innamorare perdutamente, la sua umiltà, il suo buon senso, la capacità di arrivare lí dove io voglio arrivare o di orientare il mio cammino secondo la strada migliore. Piccoli gesti, carezze, sguardi non solo teneri ma anche intensi, severi quando sono necessari e dolci quando é il momento. Tutti lo vedevano “innamorato”. Non aveva mai avuto una storia prime di me.
E 15 giorni fa inizia a dirmi che ha dubbi, che non vede futuro, che no sa, che non sente verso di me un sentimento come quello che vede che io provo per lui (io sono espansivo e passionale) ; mi dice che mi vuole bene, che non vuole perdere tutto questo però crede che la soluzione migliore sia rompere. Si prende tempo e alla fine la decisione é la stessa. lo vedo emotivamente coinvolto, vedo che é difficile per lui. Mi dice che gli manco però che crede che questa é la cosa migliore per noi due. Mi dice che non sente innamoramento, che non arriva a quel livello dove potrebbe funzionare la storia, che non sente l’energia di attivazione sufficiente.
Ed io non so che fare. Perso e senza riferimenti. Tremo a pensare che oggi o domani si possa innamorare di un altro che arrivi laddove io non sono arrivato. Mi manca. Mi ha cambiato enormemente, mi ha reso più adulto, più consapevole. Io gli ho offerto di lottare insieme, di affrontare la vita dandosi la mano, aspettandosi però lui dice che questo gli va bene, che é quello che vuole lui però su un piano di amicizia. Come posso fare? Amico? Non voglio perderlo. Sto bene quando sto con lui e sto male quando lui non c’e`. Vorrei chiamarlo ogni momento ma temo il momento in cui ci congediamo perché so che il futuro non c’é. “Ti voglio un bene enorme ma non sono innamorato”. però il “non essere innamorato” puó durare un anno? . D. é l’uomo dei dubbi, delle incertezze lo conosco peró perché? ….. Continuiamo come amici, amici veri….
Per disperazione o in virtù delle cose che lui mi ha trasmesso ho affrontato il passo più difficile della mia vita, confessare ai miei genitori la mia omosessualità (non lo sapevano, é un grosso limite lo so) però grazie a lui ho trovato la forza per farlo. E lui ha confessato ai suoi di sé stando con me. Mi dice che gli ho dato molto, che per lui rappresento moltissimo, che l’ho aiutato molto. E adesso non ho niente. Una famiglia delusa e il più grande amore perso. E non so che fare. Non posso credere che la vita abbia avvicinato tanto due persone per poi separarle. Io non vivo più pensando a lui. Mi rendo conto che addirittura il mio lavoro ne risente. faccio un lavoro in cui é difficile essere omosessuali…. Rassegnarmi? Lottare? Che passi il tempo? …. Non so.
Forse tutto questo é solo uno sfogo, come tutti gli altri. Se vorrete darmi una vostra opinione sarà per me un piacere leggerla. Io le ho pensate tutte però nessuna riesce a darmi pace e voglia di guardare avanti
Grazie a tutti
M
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Categorie: - Amore e relazioni - Gay - Me stesso
Ciao M., ho letto più volte la tua lettera. In molte cose vedo me stesso. Purtroppo qui da noi in Italia si dice “In amor vince chi fugge” ma io non ho mai approvato questo modo di dire. Cosa vorrebbe significare “vincere” o “perdere” quando si è in due??? O si vince in due o si perde in due. Comunque, io sono convinto che quando da una delle due parti qualcosa si spezza, è irrecuperabile. Scusa il pessimismo, ci sono arrivato a forza di “fregature” in campo sentimentale. Io ho 28 anni, ma già sto imparando a non aspettarmi molto dalle persone. Capisco anche la tua situazione, non si ha proprio la forza di guardare avanti e inoltre penso che darti dei consigli stupidi e ovvi non sarebbe il caso. Quindi, mi limito a “partecipare” del tuo stato, se così si può dire. Credere all’amore? Non so. Uno crede a ciò che ha provato durante la propria vita. E poi, ad un certo punto, tutto ciò che ci faceva felici, che ci rendeva liberi di essere, che ci faceva esclamare “Amo la vita!”, si rompe e anche molto di noi va in pezzi, la fiducia nell’avvenire soprattutto. Quindi la domanda che io mi faccio e che ti faccio è ” Siamo ancora liberi? Siamo ancora nella vita???” C’è un film che mi ha fatto molto pensare su questo diciamo “tema”: “Film Blu” di Krzysztof Kieślowski, che parla della libertà dai legami col passato. Non so se con la mia età io posso “capire” veramente certe cose umane, ma di sicuro posso sentirle. Vorrei solo, come te, essere capace di trattenerle a me.
ciao da A.