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Lettera pubblicata il 26 Marzo 2011. L'autore, poet88, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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carissimi, vi ringrazio per le risposte, credevo di essere sola e invece non lo sono… quella sera ho ricevuto la telefonata di un amico e mi ha persuaso di farmi del male ancora, all’inizio per lui non è stato facile, però piano piano alla fine è riuscito… ieri e oggi pian piano ho ripreso i miei impegni all’università.mi sto laureando in Scienze della formazione primaria per fare la maestra d’asilo, e ora sto meglio, speriamo non tornano più, in quei momenti di pazzia perdo il controllo di me per la sofferenza.. Cantautore grazie per il tuo link,non credo che affidarsi alla fede sia sbagliato, è difficile farlo nei momenti di estrema sofferenza questo si, lo do per certo.. però a me aiuta quando sono un pò più calma.. Gino la tua sembra quasi una poesia, 🙂 hai ragione dobbiamo ascoltarlo di più quel cuore.. aria85, federicos, mi sento vicina alla vostra sofferenza, che poi è quella di tutti qui, posso farvi una promessa, di ricordarvi nelle mie preghiere, pregherò perchè non dobbiamo sentirci più soli… nessuno di noi. sembro contraddittoria e lo sono, perchè sto cercando de risalire e guardando indietro mi sento dispiaciuta per la preoccupazione che ho dato al mio amico e a chi mi vuole bene cui ho cercato di chiedere aiuto. marquito aria ha ragione, il senso della vita è quello che noi gli diamo. ringrazio tutti per le vostre risposte mi hanno aiutato a sentirmi meno sola. ho cercato nel tempo trascorso dalla lettera, dopo la telefonata, di rinnovare la mia speranza, la forza di credere nei miei alunni.. voi dite che se ho pensato queste cose, sarò una maestra inaffidabile? inoltre sto pensando di andare da un psicoterapeuta, man mano gli attacchi si fanno più forti e ho paura di non essere più in grado di gestire la mia sofferenza nei prossimi momenti bui. ho paura un pò a iniziare questo percorso… non voglio guardare in faccio la mia fragilità e la mia sofferenza… ma non voglio che questa mi trascini via, da una vita che ora, da lucida, più o meno, io… amo…
Ho conosciuto questo sito googlando Voglio morire, perche’ davvero lo volevo… Oggi sono contento di non averlo fatto! Oltre a non farlo mi sono imposto di fare, ogni giorno, qualcosa per me… Fosse anche cantare ascoltando la radio in macchina e, poco alla volta, oggi sono qui, felice di esserci ancora e felice di aiutare qualcuno di voi se posso…
Fate, ogni giorno, qualcosa per voi. Anche una cosa piccola. : )
Il senso della vita… BhòoOoOoOoO!!!
organizziamo un suicidio di massa a 70 anni dopo aver conquistato il mondo ciao
Io sarò dura con te, ti devi vergognare di quello che scrivi a 22 anni
Ti consiglio vivamente di entrare nella prima corsia di un ospedale che ti trovi davanti reparto onoclogia dove ci sono persone anche della tua età che lottano tra la vita e la morte tutti i giorni e vorrebbero essere al tuo posto pur di vivere…… Non aggiungo altro
Medita
@ PAT:
Anche io ho un consiglio per te. Ti consiglio di visitare una casa di cura psichiatrica, dove sono rinchiuse le persone che soffrono di depressione. Scoprirai che la sofferenza ha molte facce e che non esiste soltanto il dolore fisico, ma anche quello psicologico.
Le tue parole Pat, sono sacrosante, anche se un po’ scontate. Esattamente sono facili da proferire come quelle di chi, biasimandole, parla a sua volta con troppa facilità di depressione, disagio psichico, male di vivere, corredando il tutto con un immancabile ‘voglio farla finita’, ‘voglio morire’ e con il ‘non ce la faccio più’ d’ordinanza.
Tuttavia Pat, apprezzo molto di più le tue di parole che non quelle di chi parla in questo modo, almeno le tue non stanno lì ad esprimere solo il proprio vittimismo (sono depresso ecc ecc…ormai non se ne può più!), a dire quanto è schifosa la depressione (sì, ma quella vera! Quella che non parla, che non grida, che non esprime, che non annuncia farse su un sito internet!), come se non lo si sapesse, seppure di imbecilli in giro ce ne sono che la sottovalutano.
E’ certo che una persona esprime un malessere, una sofferenza, un disagio comune, e va ascoltato, compreso, partecipato per quanto possibile, ma da qui a parlare di depressione…
Se andassi, Pat, in una clinica psichiatrica, vedresti solo la faccia feroce di quel perbenismo che maschera le sue atrocità dietro il paravento di nobili parole: ‘cura’, ‘terapia’, ‘riabilitazione’ ecc, ma se solo, come direbbe Sartre, avessimo tutti non ‘solo occhi ma anche sguardi’ capaci di osservare e capire, beh ci si renderebbe fin troppo facilmente conto come quei paraventi consentono una violenza assurda sull’uomo, un arbitrio che non si riesce ad impedire, uno stupro della sofferenza (vera) impunito e scandaloso, fatto di psicofarmaci massacranti dati (forzatamente) ad alte dosi, di ‘terapie’ ‘depot’ che ti condannano alla dipendenza, di legacci ai letti, di elettroshock ad alto voltaggio (ma se anche fosse a basso…), di sbarre alle finestre (e certo, sono matti e depressi, che puoi fare…) e altre bestialità ‘terapeutiche’!
Il volto feroce del perbenismo psichiatrico e sanitario italiano! Scene da manicomio inscenate da gente da delirio (e non mi riferisco di certo ai degenti, ovviamente)!
Non dico che ogni casa riabilitativa, che ogni clinica privata o convenzionata, che ogni Spdc (servizio psichiatrico di diagnosi e cura) siano così, siano questo e facciano questo, ma io ne ho visitate tante di queste realtà, ci ho lavorato in un Spdc come psichiatra, seppure alle prime armi, e ne sono ancora disgustato!
Se vai in un reparto di oncologia vedi, percepisci quella che è l’essenza della medicina: alleviare la sofferenza!
Se entri in un Spdc o in una comunità riabilitativa, ti rendi conto che chi parla di ‘psichiatria come industria di morte’ è dotato di facoltà sartriana dell’avere non ‘solo occhi ma anche sguardi’…sguardi che fanno capire al di là dei paraventi, dei perbenismi, del tappeto che si sovrappone sulla melma schifosa!
Tanto per fare un esempio, seppure estremo…
http://www.youtube.com/watch?v=A535K-IjVjg
Certo, qualche perbenista penserà che è una realtà carceraria non paragonabile alla realtà clinica…peccato che si tratti di un ‘Ospedale’…
Solo una domanda a chi emette sentenze senza appello e a chi definisce “sacrosante” quelle parole irresponsabili:
Voi la conoscete questa ragazza ? Siete capaci di leggere nel pensiero ? Come fate a sapere se si tratta di “vittimismo” o di autentica depressione ?
Visto che io la depressione l’ho attraversata e superata, e che ho patito le pene dell’inferno per almeno tre anni, mi piacerebbe sapere in base a quali criteri giudicate e condannate dei perfetti sconosciuti.
Da par mio, non mi sembra di aver nè giudicato nè condannato nessuno.
Ho semplicemente fatto un discorso di ordine generale, se poi vogliamo sempre travisare concetti, parole, espressioni e concezioni, espresse in modo chiaro e netto, semplicemente perchè non trovandoci concordi (del tutto legittimamente) non accettiamo che possano essere espressi (meno legittimamente in questo caso…), beh allora…
Poi sempre ‘sta storia dell’ ‘io la depressione…’ ecc ecc, dell’ ‘io l’ho patito’ ecc ecc, ma amico, ma cosa pensi, cosa credi, che chi non sta qui a dire continuamente ‘voglio morire’, ‘non ce la faccio più’ e via all’infinito stia meglio di te? Non ti sembra di essere tu, quelli che fanno come te a sparare sentenze? ‘Io l’ho patito, ci ho sofferto e voi non sapete un c....…’, tradotto questo dici ! E questa non è una sentenza?
Ma tu che ne sai di quello che vive, che soffre, che tormenta, che divora e devasta chi non sta qui continuamente a lamentarsi ma cerca piuttosto di dare una testimonianza diversa, un messaggio diverso? Casa ne sai? Devo stare qui a dirti del tumore che mi sta divorando, di una cicatrice da oltre 100 punti di sutura per un taglio in verticale di netto sull’addome? Della chemioterapia che affronto? Della nausea, dei vomiti, dei valori ematici allarmanti? Delle sudate per ogni minimo sforzo che faccio, dello sfiancamento che ne ricavo? E che ne sai delle devastanti ricadute psicologiche che tutto questo, a nemmeno trentanni, ha?
Per far piacere a te, per permettere a te di dire sempre ‘io la depressione’, ‘io qua e io là’ devo venire qui sopra e dire che ‘non ce la faccio più’, che ‘voglio morire’ ecc…? Devo fare questo?
No, cerco di andare avanti, e per quanto mi è possibile, più che essere lamentoso e fossilizzarmi sul passato, su un passato di sofferenza atroce, e lasciarmi impietrire da un presente disastroso, cerco di essere propositivo, cercando, per quanto mi è possibile e per quanto può permettere un forum, di incitare gli altri a fare lo stesso, punto! Senza giudicare nè condannare nessuno, perchè non sono in condizione di farlo!
Buona giornata!
Caro Ventolibero, di cose da dirti ne avrei moltissime, ma non ho nessuna voglia di alimentare inutili polemiche; ragion per cui mi limiterò all’essenziale.
Innanzitutto vorrei sgombrare il campo da alcuni equivoci. Quando soffrivo come un cane non sono mai venuto a lamentarmi su Internet, un po’ perché non lo usavo e un po’ perché ho sempre avuto un certo pudore nell’esternare la mia sofferenza. Adesso che sto bene cerco di dare una mano a chi si trova in una situazione di disagio e a chi sta seriamente meditando il suicidio. Se la cosa ti può interessare sono stato immobilizzato a letto per più di tre anni, durante i quali sono stato letteralmente bombardato di psicofarmaci. Queste cose non le racconto per dimostrarmi “competente” … le racconto per farti capire la mia reazione di disagio di fronte a certi post. Tu sei libero di scrivere tutto quello che vuoi (ci mancherebbe altro), ma personalmente trovo sconcertante che uno psichiatra approvi e sottoscriva il messaggio di PAT … un messaggio allucinante, in cui si grida di vergognarsi a una persona sofferente, che per quanto ne sappiamo potrebbe benissimo soffrire di una grave forma di depressione.
Ventolibero, nessuno mette in dubbio la tua buona fede, ma mi sembra che il tuo punto di vista sia falsato da una grave forma di pregiudizio. Questo pregiudizio dice: “Chi si vuol suicidare non ne parla”. Ma chi l’ha stabilito ? L’esperienza dimostra esattamente il contrario: la maggior parte delle persone che decidono di suicidarsi lancia tutta una serie di avvertimenti e di segnali, e siamo noi che dobbiamo saperli cogliere.
Ci sono delle persone che vivendo nella solitudine più totale, non trovano di meglio che sfogarsi su Internet (hai presente il “telefono amico” ?) Mi sembra totalmente assurdo stabilire “a priori” che si tratta di commedianti, per il semplice motivo che le vie del cervello sono infinite e che queste persone noi non le conosciamo affatto.
Detto ciò ti faccio gli auguri per i tuoi problemi di salute e spero che fra di noi non ci siano più incomprensioni.