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Seguire le lezioni da casa. Chi paga internet?

di Gabriele2

Ciao a tutti, sono io Gabriele.
Mi ritrovo a scrivere questa lettera, che vuole essere uno spunto riflessivo e di confronto.
Il tema è l’accesso alle nuove tecnologie e l’innovazione. La popolazione, non solo quella italiana, è diversa e differente. A fronte di una emergenza sanitaria, e di una attuazione di disposizioni per contenere il diffondersi del virus, vi è purtroppo una doccia fredda, per quanto riguarda la possibilità di svolgere le proprie attività da casa.
Sicuramente il mio caso, non rispecchierà la maggioranza della popolazione, ma lo riporto ugualmente. Sono uno studente, che ha necessità di seguire le lezioni, è stato designato un applicativo, per fare meeting, e leggendo qui e là sui siti, apprendo che per due ore di meeting, ci vogliono di media diverse centinaia di MB (Megabyte), circa 200 MB per due ore.
Certo, sono d’accordo con voi, sul fatto che non siano poi moltissimi, il problema è che i corsi, settimanalmente, non sono un paio, ma almeno quattro a semestre, che possono sforare quindi le due ore giornaliere. Facendo l’ipotesi di quattro lezioni da due ore, una per ogni corso, del semestre, si avrebbe un consumo di circa, minimo, 800 MB. Per una singola settimana. Quattro giorni. Per fare un esempio.
Già che io non possiedo wi-fi vari, e disponendo dei dati cellulare, capendo l’emergenza ed il fatto che questo è il metodo più efficiente possibile; ho una grande domanda:
Chi paga il costo del collegamento internet? Perchè devo metterci di tasca mia? E in ogni caso stare due ore a fissare lo schermo, senza poter interagire con chi parla?
Sono aperto ai commenti, anche i genitori di figli in età scolare, che penso abbiano un bel problema, possono partecipare
P.s. Io vivo in una provincia dichiarata “zona rossa”

Lettera pubblicata il 9 Marzo 2020. L'autore ha condiviso 8 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Scuola

La lettera ha ricevuto finora 10 commenti

  1. 1
    Yog -

    Perché ce li devi mettere di tasca tua?, chiedi.
    Perché sei tu che studi, che ce ne frega a noi o alla Società in generale, perciò trova chi paga e goditi le lezioni in remoto.
    Sennò va a fare pizze due volte a settimana e guadagnati 50 € per una connessione flat.

  2. 2
    white knight -

    Se fai questi ragionamenti e ti poni queste domande dubito che l’università ti sarà di grande aiuto…

  3. 3
    Es -

    Ti spetta internet gratis per un decreto del governo: https://solidarietadigitale.agid.gov.it/

  4. 4
    Trader -

    “ho una grande domanda:
    Chi paga il costo del collegamento internet?”
    Io ho la grande risposta.
    Te la paghi tu la connessione, come ti paghi le penne per prendere appunti, i libri, le fotocopie, la benzina del motorino per andare a scuola o all’università.
    Non puoi interagire con chi parla? Tu di solito interagisci con i professori, mentre spiegano? Chiedigli chiarimenti via mail o telefono. Ma ti devo spiegare queste cose?

  5. 5
    Gabriele -

    No, no non avete capito il senso di quello che sto dicendo. Io dico, che poter usare certi mezzi, implica un sostenimento di un costo che non tutti si possono permettere, quindi bisognerebbe offrire più di una possobilità. Il problema ce l’ha anche chi deve lavorare da casa. Usare mezzi propri per svolgere il lavoro. Chi rifonde delle spese sostenute, in tempi di emergenza, che nessuno ha voluto, si fa presto a chiedere sacrifici, senza però che vi sia un risvolto monetario, siamo tutti bravi così…
    Se è per questo trader l’ho già fatto ed ho colto la palla al balzo per farmi passare TUTTO il corso, col libro e le slide, oltre a farmi passare le registrazioni delle lezioni. Ovvio che ho preparato il piano di emergenza, non sono sprovveduto.
    Però, dare tutta questa responsabilità alle nuove tecnologie, senza che vi sia un calo del costo significativo, per rendere conveniente a tutte le fasce di consumatori, mi sembra esagerato.

  6. 6
    Trader -

    Gabri, nel 2020 si dà per scontato che a casa tutti abbiano un computer e una connessione internet, perlomeno studenti e lavoratori e il costo ovviamente è a carico dei singoli, lo Stato non può comprare computer ai cittadini e pagare le bollette. Capisco che il pensionato ottantenne non abbia un computer a casa, ma è presumibile che un impiegato ce l’abbia e quindi possa chiedere lo smart working.
    A causa dei provvedimenti per il coronavirus, ci sono aziende intere che rischiano il fallimento, il governo sta stanziando 7,5 miliardi e sta chiedendo all’Europa di poter aumentare il deficit , dunque si sta già muovendo per aiuti economici legati all’emergenza coronavirus.

  7. 7
    Gabriele -

    Il punto Trader è proprio questo: come si fa a dare per scontata una tecnologia, che nei fatti costa ancora tantissimo, in paese come l’Italia, dove lo scarto economico è molto basso. Tu operi nel ramo economico, l’Italia settima economia del mondo, è adeguata alla disponibilità di multimedialità, magari condivisa? Se si, ritiro tutto quello che ho detto, se no mi devi spiegare come mai in altri paesi, ci sono fenomeni di wi-fi sharing, oppure pooling, funziona esattamente come per le auto, solo che è per la connessione dati internet. In Italia siamo ancora alle offerte dati flat, oppure al wi-fi domestico ognuno per i fatti suoi. Con conseguenti ripercussione anche sulla salute, poichè è vero che è utile per combattere il contagio, tuttavia si alzano i consumi di un attivitá che di per sè non è salutare (emissione di onde varie, di cui tra l’altro ancora non tutti gli effetti sono noti).

  8. 8
    Yog -

    Ma va a fare pizze due volte a settimana e pagati il wifi, mica siamo in Olanda dove fanno anche lo wife sharing abbattendo molto i costi familiari, chiaro che qui siamo indietro.

  9. 9
    Trader -

    Grande Yog, hai sempre la battuta pronta!
    Altri paesi sono più progrediti tecnologicamente e hanno un’altra cultura della condivisione anche per quanto riguarda le connessioni. Tuttavia non siamo completamente arretrati, ci sono wifi messi a disposizione gratuitamente dai Comuni e, se non mi sbaglio, da altri enti come le biblioteche. Auguriamoci che nel prossimo futuro si estenda questo processo di condivisione multimediale.

  10. 10
    Trader -

    Oggi sul Sole 24 Ore c’è un inserto “La scuola da casa – Lezioni smart e aule virtuali. Insegnare e imparare online”.
    Sembra interessante. Non sono riuscito ad avvisarti prima. Te lo dico lo stesso, anche se purtroppo difficilmente riuscirai a trovare una copia in edicola, visto che questo commento lo leggerai dopo la pubblicazione delle 18.00 (per esperienza so che il Sole è già introvabile il primo pomeriggio. Dovresti provare in molte edicole, ma, per il divieto di circolazione dovuto al coronavirus, non puoi andare in giro per città a cercare un’edicola che abbia ancora una copia).

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