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Lettera pubblicata il 4 Aprile 2013. L'autore, Ofiuco, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Senza dubbio vi sono molte sfumature della cosiddetta stronzaggine, e elencarle tutte sarebbe inproponibile. Fa parte della unicità della persona dovuta agli incroci che si creano all’interno di una personalità. Ma c’è sempre una caratteristica che accomuna questi personaggi, ed è fondamentalmente l’egocentrismo. Il fatto che quell’aspetto caratteriale, spesso travestito da sicurezza di sè, venga visto da molte donne come una forma di forza, credo sia dovuto al fatto che parecchie di queste cercano un uomo che le protegga dalle proprie insicurezze, o perchè molto giovani ed inesperte o perchè stanno attraversando un periodo di debolezza psicologica. Non è un caso che lo stronzo, “abusi” del suo stile quando ha che fare con donne con quelle caratteristiche, infatti, come sostenevo, nel post precedente, è stronzo proprio perchè abusa del più debole.
La cosizzazione, come la chiama Luna, con un termine molto apropriato, interviene con un lento lavaggio del cervello e della sicurezza personale della vittima, con un lavorio lento ma inesorabile, con il quale toglie autonomia al soggetto sottoposto. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe accadere quando si ama una persona, o semplicemente le si vuole bene, cioè aiutarla a crescere. La vittima, perde così l’autostima di se, sia per la mancanza di sicurezza nella risposta sentimentale dell’oggetto amato (lo stronzo doc ricambia poco o niente) che per il lento impoverirsi della sicurezza delle proprie capacità, arrivando ad essere “dipendente” dall’altro, senza però sentirsi realmente realizzata. L’applicazione di questo metodo è variegata nei termini che spiegavo prima, secondo la tipologia e persino il genere dello stronzo. Da ragazzo, avevo una specie di fidanzata non particolarmente bella mentre io, secondo i canoni di allora e le sue aspettative, rappresentavo molto più di quanto lei sperasse. Dopo due anni di relazione non particolarmente entusiasmante, nel quale mi sentivo insoddisfatto pur “non mancandomi niente” da parte sua (mi riempiva di attenzioni quasi soffocanti) mi resi conto un giorno che tutte qulla dedizione era tendente ad impedirmi di crescere. La cosa scattò quando, nel tentare di pagare una bolletta in posta pensai subito che l’avrei fatta fare a lei. Mi fermai a pensare quanto fossi diventato un incapace, ma soprattutto perchè. Era stata messa in atto da lei la manipolazione di cui parla Luna, privandomi, con un apparente eccesso di dedizione della capacità di pensare e risolvere i problemi autonomamate. In questo modo lei, rendendosi indispensabile alla mia vita, non potendo vantare doti di aavvenenza, riteneva di legarmi a sè. Incredibile eh? Ecco un altro esempio di stronzaggine dissimulata. era una tecnica soft, tipicamente femminile. Quelle maschili sono più hard. ma sempre caratterizzate, abilmente e spesso in maniera innavvertibile, dall’egocentrismo e dall’opportunismo. Se non mi fossi reso conto di quella subdola strategia, oggi dovrei avere un ricordo bellissimo
di quella mia ex che mi riempiva di “attenzioni”, ma che erano strumentali. Ecco perchè molti, anzi molte soprattutto ricordano spesso con nostalgia lo stronzo che ha approfittato di loro. Perchè lo stronzo è bravo nel fare il suo mestiere, sa come blandire la vittima restando al suo posto senza impegnarsi, e quando l’ha fregata questa non sa neppure di essere stata truffata, perchè non ha un parametro di riferimento diverso se non è stata amata come si deve, e quando dovesse accorgersene, spesso è troppo tardi.
Lo stronzo è indolore al momento in cui ti frega, è come prendersi una ubriacatura, al momento ti da l’ebbrezza del sogno, il vomito arriva dopo.
Saluti
Ofiuco,
mi sembra vi siate spostati ad esaminare le generiche “qualità” dello stronzo.
per me, le risposte denominatore comune a questa domanda: “Ma cos’è, una sindrome, un bisogno di espiare, masochismo.” siano essenzialmente:
1) masochismo innanzitutto (che include scarsa autostima e che colpisce di più le donne degli uomini – si ama in tanti modi diversi, e non è detto che questo sia quello che dà minor soddisfazione inconscia);
2) interpretazione pratica di un ruolo assegnato dal contesto sociale dominante (credo che ancora adesso sui libri dei primi anni della scuola elementare la mamma sia la santa che tutto offre e tutto patisce per il bene della famiglia);
3) passaggi nei processi di crescita emotiva, in cui si può incorrere in visioni distorte dell’amore.
se in una persona c’è sicurezza, difficilmente si cade in questo tipo di rapporti. se, invece, questa è carente, può capitare di restarne invischiate per sempre oppure, con un pizzico di fortuna e di maturità in più, riuscire a volgersi verso relazioni più appaganti.
dissento, anche, in linea generale, dal concetto onnipresente di manipolazione. ci si fa manipolare quando si desidera esserlo. tutti, prima o poi, vediamo la realtà e, se continuiamo a viverla, è perchè in fondo ci sta bene o perchè non abbiamo sottomano valide alternative. dare la colpa agli altri, a mio avviso, significa non voler vedere i propri limiti.
poi, ci si può disperdere in mille e più rivoli personalizzati, relativi alla storia di ognuno, ma questo non può che confondere ulteriormente…
@Rossana.
Sì, nelle tue considerazioni individuo delle componenti che predispongono alle condizioni di dipendenza di cui stiamo parlando, anche se non sono molto d’accordo che una condizione di sottomissione, più o meno accettata, e vista come una sottile forma di masochismo, sia necessariamente quanto inconsciamente desiderata, a meno che non rientri in una forma relazionale conclamata e ricercata. Diciamo che in alcuni soggetti,soprattutto femminili, anche a causa delle corrette ragioni che tu esponi nel punto 2, può esserci una tendenza a ricoprire quel ruolo loro malgrado, facendolo poi diventare quasi un’identità.
Da quest’ultima situazione può derivare la condizione di manipolazione, che non sempre, quando è emersa nella coscienza di chi la subisce, è causa di ribellione, vuoi perchè in qualche modo si è raggiunto un nevrotico equilibrio nella posizione che ormai si ricopre e vuoi perchè subentra la sindrome dell’ergastolano, che rimesso in libertà si sente perduto.
Nel mio post precedente raccontavo la storia della fidanzatina che abilmente mi aveva condizionato a dover dipender sempre da lei, anche per le cose più elementari, col fine di rendersi indispensabile. Io non mi sono reso conto della manipolazione, ma certo la comodità che ne derivava nel delegare a lei anche i compiti più banali, mi aveva portato a non pensarci neanche che potessi farla io quella certa cosa.
Qui si tratta dell’azione di una femmina che si vuole aggiudicare un maschio che pensava essere appetibile per qualcuna più avvenente di lei, usando un metodo furbo, molto femminile in questo caso, cercando di trattarmi come un pascià. Poi ci sono maschi che hanno mezzi diversi e più hard come li definivo, sfruttando la debolezza di quella femmina per raggiungere lo stesso risultato di farla dipendere da lui continuando a mantenere i suoi privilegi maschilisti, abituandola ad accontentarsi di quello che passa “quel” convento, e rendendola convinta che di meglio non potrà trovare, avendole tolto subdolamente la sicurezza dei propri mezzi che lei probabilmente e candidamente sperava di trovare in quel maschio, che in realtà è solo uno stronzo opportunista.
Nel primo (il mio) e nel secondo caso una manipolazione c’è, non necessariamente calcolata razionalmente, perchè lo stronzo è tale di natura, non ha nessuna reale voglia di dare ma ti fa credere che lo fa, abituandoti a delle diete affettive iper (me) o “ipocaloriche”. Per cui, bisogna valutare quanta autodeterminazione e consapevolezza della situazione può ancora esserci nel partner che è stato lentamente “istituzionalizzato”. Ci si accorge di essere manipolati quando si ha un parametro a cui rifarsi, ma se non lo si ha, e si ama quella persona, mai e poi mai ti aspettresti che questa ti voglia usare.
Cosa diceva, credo, Leonardo da Vinci : “Ognuno lo core altrui dal suo mensura”. E in genere lo stronzo o la stronza abusa di questo genere di persone. Ecco perchè li chiamiamo così, perchè sono fatti di quel materiale
cercando “conforto” alle mie opinioni:
“Nella donna la repressione dell’aggressività, prescrittale dalla sua costituzione e impostale dalla società, favorisce lo sviluppo di forti impulsi masochistici, i quali come sappiamo riescono a legare eroticamente tendenze distruttive rivolte all’interno.
Il masochismo è dunque, come si suol dire, schiettamente femminile”.
Sigmund Freud lo considera “essenza della natura femminile”, ma nel quadro della teoria della bissessualità il masochismo femminile è (anche) una possibilità immanente ad ogni essere umano (Laplanche, Pontalis).
La teoria psicoanalitica classica postula una connessione intrinseca fra masochismo, passività e femminilità .
Nella vita fantastica degli uomini e delle donne, la situazione femminile di “castrazione”, il rapporto sessuale passivo con un padre aggressivo (o con i suoi sostituti) e il parto suggeriscono tutti l’idea del piacere nel dolore.
Il masochismo è femminile, qualunque sia il sesso in cui si manifesti.”
(da: http://www.pepoli.it)
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“I comportamenti di alcune persone e, soprattutto nella sfera sentimentale, di alcune donne, sembrano chiaramente autolesionistici, inutilmente portati alla sofferenza, a volte persino piegati, oltre ogni ragionevolezza, all’umiliazione e al disprezzo da parte del partner. Questi comportamenti e atteggiamenti non sono ovviamente tutti della stessa entita’, ma si situano all’interno di uno spettro, possiamo dire, che va da sporadici e modesti tratti relazionali di sottomissione a veri e propri ‘stili’ comportamentali in cui la persona sembra ricercare, nel rapporto amoroso, tutto cio’ che la fa soffrire. (omissis)
Poiche’ dobbiamo sempre tenere presente che la natura e la spinta profonda di un tale assetto psicologico e’ essenzialmente inconscia, noi potremmo avere una persona, ad esempio una donna per restare al nostro argomento, che vive ripetute relazioni sentimentali autolesionistiche ed infelici ma consapevolmente non le vorrebbe, sul piano razionale e cosciente desidera invece, in tutta sincerita’, trovare un partner adeguato a cui non sottomettersi e con cui vivere serenamente. La psicoanalisi ci ha insegnato da tempo che questi due registri, conscio ed incoscio, possono purtroppo convivere in piena contraddizione dentro di noi, portando avanti istanze del tutto diverse e opposte, ad esempio conscientemente possiamo sentirci attratti da A (supponiamo, il successo di una nostra iniziativa), ma inconsciamente remare contro verso B (lo scacco, il fallimento della stessa iniziativa), con il risultato di generare in noi un conflitto psichico inconscio. Lo stesso vale per le relazioni affettive: una persona puo’ consapevolmente ed in totale buona fede desiderare una vita sentimentale costruttiva ed appagante, ma inconsciamente ricercare proprio quel tipo di esperienze o di persone con le quali tali realizzazione e’ impossibile.”
(da: http://www.MALdAMORE.it)
Ofiuco, quando non vi e’ uno scambio che in qualche modo si equilibra tra le esigenze dei due partners (sia pure con dei rapporti di dipendenza o “giochi di ruolo” piu’ o meno intercambiabili, che bene o male in ogni rapporto avvengono, anche in modo vantaggioso dal punto di vista funzionale) ma una vera e propria manipolazione quando una persona se ne rende conto vive un vero e proprio shock. Tanto piu’ se non ha mai pensato al concetto di manipolazione e non lo ha minimamente identificato prima la cosa e’ assolutamente destabilizzante (ovvio anche a.seconda dell’entita’ e durata e dei danni causati). Anche allorche’ la persona non nutra fiducia nel manipolatore il problema e’ che ne ha persa in se’, e non solo perche’ il manipolatore l’ha minata o ha contribuito a minarla, ma perche’ chi e’ stato manipolato si sente in colpa e dubita delle sue risorse e difese per averlo permesso. Se pensi che ci da’ fastidio quando riescono a fregarci con un’offerta speciale o un abbonamento o facendoci pagare troppo dal carozziere pensa come si sente chi e’ stato manipolato dal punto di vista emotivo, psicologico, sociale e dell’identita’ e immagine di se’. non.e’ solo che non si ribella comunque… e’ che il senso di spaesamento non riguarda solo l’esterno
qualcosa da cui spostarsi, a cui ribellarsi, ma l’interno. Ci si confronta con una sindrome post traumatica e se in casi gravi il paragone e’ con la sindrome dei reduci del vietnam… Chi ha subito veramente una forte manipolazione non ha solo un problema di amor proprio leso ma anche di decodificazione delle proprie sensazioni e della stessa realta’.. Poiche’ la manipolazione tende ad isolare chi prende coscienza di una cosa che lo spaventa si trova spesso a non avere interlocutori o a faticare (avere comunque la sensazione di, perche’ il suo malessere e’ molto serio) a farsi comprendere. Spesso parla tra se’ e se’ cercando nessi logici, il piano di realta’ ma il manipolatore non ha alcun interesse al fatto che il manipolato li veda e continua a ribaltargli davanti la realta’. Non e’ un caso se molte persone riescono a liberarsi nel momento in.cui portano il loro problema in una sede adeguata e protetta… ove cioe’ le loro istanze, sensazioni verranno considerate, i nodi sciolti con perizia e il manipolatore (o manipolatrice) sara’ fuori dalla porta, almeno fisicamente e non in viva voce. Se il manipolatore sa che cerchi “aiuto” di solito pero’ smonta la cosa, cerca di invaderla o la combatte. Ma molto spesso chi cerca aiuto tace. E in quello.spazio protetto inizia a trovare anche lo.spazio per ragionare. Cio’ sulla manipolazione, che non necessariamente si attacca al masochismo. anzi. proprio perche’ e’ una parassitosi. puo’ attaccarsi alla dipendenza, al desiderio di essere amati, accolti,.ad un concetto fuorviato di empatia,.a problemi famigliari, economici, ad una autostima non elevata preesistente o contingente, alla stanchezza, all’ansia, ad una fase di cambiamento, ma non necessariamente al masochismo. l’anziano manipolato non e’ masochista, e’ fragile o persino orgoglioso. Chi entra in una setta si sente straordinariamente accolto e confermato ecc… Chi prende un bidone va di fretta o e’ disattento ecc – Sulle qualita’ maschili: la protezione non fa rima con aggressivita’, la capacita’ di destreggiarsi nelle situazioni non con la paraculaggine, il fatto che mi piace che un uomo.sappia ripararsi l’automobile non significa che mi piaccia che mi maltratti brandendo uno spinterogeno, il fatto che possa sentirmi piu’ protetta sapendo che un uomo.mi.accompagna sin sotto casa la sera o che starebbe attento che non.ci siano energumeni in un locale e che nessuno mi torca un capello non significhi che mi piaccia (parlo come donna) chi e’ rissoso e si mette a tirare fuori aggresduvita’ anche per un parcheggio. cio’ in termini di possibili “qualita’” maschili. per contro se mio padre avesse vbevuto durante la mia infanzia potrebbe.sembrarmi meno.strano.che un uomo sia alterato e se fosdi stata apostrofata aggressivamente nel nucleo famigliare potrei avere un parametro di tolleranza inconsapevole molto.piu’ alto (ad. esempio). e persino non trovare tanto strano ma abile gabbare il fisco. Qste interiorizzazioni a volte sono note altre no
Rossana e Luna, grazie per le ottime risposte. Devo dire che le indicazioni di Rossana e i link inviatimi spiegano molti di questi curiosi comportamenti femminili (principalmente) che spesso un uomo che li osserva dall’esterno li valuta inspiegabili. Come dicevo un pò per esperienza personale (con la fidanzatina in gioventù come parte attiva, e una mezza compagna più avanti, come parte passiva, cioè che ha subito il fascino dello stronzo) mi hanno fatto riflettere su questo fenomeno, che è più diffuso di quello che potessi immaginare. Infatti come dicevo in precedenza, ho scoperto molti blog e forum, che in un modo o nell’altro parlano di relazioni improntate a questi giochi di forze. Io non voglio generalizzare solo perchè sono stato testimone diretto ed indiretto di questo tipo di comportamento, ma scoprire che una donna che ritenevo equilibrata, come una mia (ormai) ex compagna e potenziale moglie, sia tornata a cercare un vecchio amore che non l’aveva mai ricambiata, che l’ha tradita più volte, l’ha usata come e quando gli piaceva facendosi i fatti suoi e nonostante avesse incontrato un uomo che la rispettava abbia preferito tornare alla carica con un egoista di quel genere, mi fa fortemente dubitare delle donne in generale. Oggi sono realmente prevenuto, e con la prossima donna che ho in vista sarò sicuramente più cauto nello sbilanciarmi. Sembra quasi che un certo tipo di donne amino più l’incertezza e la precarietà in un rapportoche non il contrario, anche se vanno dicendo che amerebbero avere una realazione tranquilla e stabile, ma quando dovessero averla raggiunta si stancano, e dopo un certo periodo di tempo ricorrono alla fantasia per recuperare certe emozioni, anche se queste sono solo illusorie.
Io scommetto su questo forum che tra qualche tempo questa lei tornerà a cuccia da me con la coda tra le gambe, ma troverà la porta chiusa, perchè non tornerò mai con una donna così deludente sotto il profilo della dignità. Non sono neanche mortificato e neanche frustrato da quanto mi è accaduto, sono solo sorpreso, perchè non immaginavo che una donna preferisse chi la maltratta a chi la rispetta. Ma poi ho scoperto che esiste il fascino dello stronzo, e ho scoperto anche che questo genere di uomini (e donne, voglio essere equo) non scompariranno mai, perchè in fondo in fondo sono piuttosto richiesti nel mercato dei sentimenti, nonostante le conquiste civili e i progressi culturali nei confronti della figura femminile.
Si vede che il desiderio di stronzaggine è un bisogno istintivo a cui molte persone non resistono. Non ho altre risposte, oltre le informazioni avute da voi.
Cordialità
I commenti sono numerosi e lunghi per cui ammetto di averli letti velocemente.
Se posso intervenire, credo che molto sia stato detto nei commento 5, 6 e 7 di Marisa, Kid e Ofiuco.
Il termine “stronzo” è troppo generico e spesso uomini e donne lo intendono in maniera diversa.
Nessuna donna è attratta a priori dal vigliacco che viscidamente tradisce la moglie e fa poi il santarello, piuttosto dal: “per lei era sinonimo di determinazione e carattere ma non intendeva lo stronzo manipolatore o traditore ma semplicemente uno che si infervora un pò,questo,secondo lei,non la faceva annoiare” come scritto da Marisa.
Carattere, indipendenza, talvolta sicurezza. Questa è spesso la miscela che scatena l’attrazione in un donna.
Tuttavia a molte sfugge poi il passo seguente, ovvero che carattere, indipendenza e sicurezza, possono essere nelle mani di persone che pensano a soddisfare principalmente i propri bisogni.
Per essere stronzi infatti (o stronze) bisogna avere in primis la caratteristica di essere molto più interessanti alla propria vita e alla propria felicità che non a quella della partner.
Per questo non ne farei una colpa specifica delle donne. Istintivamente sono maggiormente attratte dalla forza che non dall’insicurezzasmette. Poi magari dando una possibilità ad entrambi i generi di uomo, la donna in questione potrebbe anche rimanere piacevolmente stupita dall’insicuro, ma poche hanno l’intelligenza e la capacità di vedere oltre.
La stessa cosa capita a noi: di fronte a due ragazze, una bella, arrogante e di carattere, l’altra brutta, dolcissima e affettuosa probabilmente saremmo indotti a scegliere istintivamente quella bella, anche se magari la brutta sul piano umano sarebbe in grado di darci molto più affetto e amore.
Cosa analoga capita alle donne. E molte donne accettano di pagare il prezzo che spesso è implicito quando si frequenta qualcuno di carattere.
Credo che tutti si siano dimostrati stronzi/e almeno ogni tanto nella vita. Si è stronzi anche quando semplicemente non teniamo a un qualcosa per cui ci permettiamo di trattarlo con sufficienza, possa essere una fidanzata, un amico, un parente.
Per fare un esempio banale è molto più facile, specialmente nell’adolescenza, che i figli siano stronzi con i genitori che non viceversa. Perchè in quella fase, i figli vogliono essere indipendenti e distaccarsi dai genitori, al contrario i genitori non vogliono lasciarli andare.
Poi ovvio che generalmente le donne ti dicono: “a me non piacciono gli stronzi” e poi magari ci sono uscite, perché appunto c’è confusione sul termine.
E secondo me spesso, l’attrazione per lo stronzo decresce con l’aumentare dell’età e dell’esperienza. Difficilmente una donna matura ha bisogno dello stronzo, è più un fenomeno in voga tra le ragazzine o tra le donne mai cresciute.
Andrea,
concordo con tutto quanto hai scritto, ma in particolare sulle seguenti considerazioni:
– “Carattere, indipendenza, talvolta sicurezza. Questa è spesso la miscela che scatena l’attrazione in un donna.”
– “a molte sfugge poi il passo seguente, ovvero che carattere, indipendenza e sicurezza, possono essere nelle mani di persone che pensano a soddisfare principalmente i propri bisogni.”
– “spesso, l’attrazione per lo stronzo decresce con l’aumentare dell’età e dell’esperienza. Difficilmente una donna matura ha bisogno dello stronzo, è più un fenomeno in voga tra le ragazzine o tra le donne mai cresciute.”
se hai avuto modo d’imparare a conoscerli in tutte le loro sfumature, li eviti!