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La scrittura contro la solitudine

di Tesoro

Non so come esprimere il mio malessere senza che appaia agli altri solo come una lamentela. Ho bisogno di esprimere a parole la mia sofferenza.
Non è la prima volta che scrivo qui. Ho 28 anni.
Vivo una strana sensazione, di vaga consapevolezza che non potrò che rimanere solo per il resto dei miei giorni, senza una donna da amare, ho la sensazione agghiacciante di non potere essere amato, di non potere amare, di non poter vivere l’intimità con nessuno, come se fossi, per qualche oscura ragione, inavvicinabile. Mi sento così poco attraente, così poco interessante, che non posso fare altro che concludere che se non ho mai avuto una donna finora, forse non succederà mai.
Quando penso alla mia lei che non ho, mi cattura un senso di sconfitta, una rabbia disperata che non so in che modo esprimere.
Quando la tristezza prende il sopravvento tento di cantare canzoni che nessuno mai ha cantato prima, cerco le parole più disperate che conosca, ma mi rendo conto che nessuno le ha ancora inventate; provo così a far straripare il mare nero che mi porto dentro, ma senza successo. Quando penso alla mia lei che non ho, mi pervade una sensazione di inadeguatezza invincibile, di disperazione da gridare, forte, in faccia al mondo, che giustamente non può ascoltare.
Ma, ecco: si staglia all’improvviso un momento di triste benessere; per un istante mi vedo, piccolo come sono rispetto al mondo che mi circonda, combattere una guerra immaginaria contro qualcosa che non c’è; per un attimo ho la sensazione di essere il paladino di me stesso, un eroe che combatte la guerra di una vita contro la solitudine dell’amore. Penso che la vita è splendida, che bello stare male per una donna! Ne vale la pena! Mi fa sentire parte di qualcosa di importante.
Ma mi sento perdutamente distante dal resto dell’umanità. Non mi sento in grado di fare parte di ciò che vorrei.
Ho bisogno di dare e avere quella tenerezza, quel contatto fisico che non ho mai avuto. Ho bisogno di sguardi da scambiare con la donna che amo, di sorrisi da condividere, delle sue parole da ascoltare. Ho bisogno di viverla. Di essere il suo sostegno. Vorrei che lei fosse felice già solo per il fatto di amarmi, vorrei che amarmi fosse per lei una gioia, vorrei avere il potere di renderla felice veramente. Sembro un ragazzino..
Ma quando immagino di stare solo con lei, di mostrare il mio corpo per quello che è, ho la certezza che non mi potrebbe accettare, perchè il mio corpo ha tantissimi difetti, difetti che voi non potete neanche immaginare; non parlo dell’essere belli, o muscolosi. Difetti che mi deturpano. Non mi sento di poter risultare attraente, come potrebbe una donna accettare uno con il mio corpo? E’ difficile da spiegare, ho paura di essere disprezzato e rifiutato, per questi miei difetti. Non riesco ad essere me stesso, non posso essere spontaneo, mi viene da pensare che dovrei accettarmi ed essere accettato per come sono, ma immagino invece che susciterei solo.. ribrezzo; anche se questi difetti fanno parte di me, è troppo difficile in me l’idea di poter essere accettato per come sono. E non riesco a risolvere neanche questo problema, sono bloccato.
Forse basterebbe entrare in una discoteca. Prima o poi, forse, persino io potrei trovare una ragazza, probabilmente ubriaca, disponibile. Ma non è questo che cerco. E odio le discoteche. Odio i posti dove, per potersi parlare, bisogna gridare. D’altra parte le discoteche non sono fatte per discutere. Che paradosso: acuiscono ulteriormente il mio senso di isolamento. Non riesco ad unirmi, ad esempio, ad un ballo di gruppo, non c’è verso, è più forte di me: mi fa sentire stupido, debole. Non sono capace di ubriacarmi, non mi va di bere, non mi farebbe stare meglio.
Ma cosa è la solitudine? Ogni persona al mondo è sola. Ognuno, nel silenzio del proprio io più profondo, è solo con se stesso. Anche quando siamo in compagnia, anche quando stiamo con la persona che amiamo. Siamo soli. Può la solitudine risultare dolorosa? Che senso ha uscire con gli altri, se poi mi sento solo comunque? Stare in mezzo alle persone non significa non essere solo. Ma non riesco a farne a meno. Spesso mi dico che non ha molto senso per me uscire, la mia vita sociale è disastrosa. Non ho veramente nessuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Nessun mio coetaneo. Nessuna ragazza alla quale mandare un messaggio per augurarle la buonanotte. Nessuna con la quale poter stabilire un contatto. Non interesso a nessuna. Non ho conoscenze. Ma nonostante questo, non faccio niente per cambiare questa situazione. Non cerco di fare nuove amicizie o conoscenze, io non vado alla ricerca delle cose che mi mancano. Sto male e credo di non avere le risorse per riuscire a stare bene. Non sono in grado di procurarmi le cose di cui ho bisogno. Cosa sono? Un disadattato? Uno spostato? Un incapace? Come mi definireste?
Ma.. non riesco ad esprimermi come vorrei. Non riesco a rendere l’idea di come mi sento. Sento.. l’ineluttabilità della solitudine senza fine. Sento il peso del tempo che mi porta via la vita giorno dopo giorno, senza riuscire a rendere felice qualcuno. Che si vive a fare se non si riesce a rendere felici se stessi e la persona che si ama? E’ una vita sprecata. Io mi alzo dal letto da solo, e mi addormento da solo.
Mi rendo conto che mettere nero su bianco i miei problemi, è terapeutico. Almeno ho la sensazione che qualcuno mi stia a sentire, e spero possiate dire la vostra, come sempre, con sincerità.
Grazie.

Lettera pubblicata il 23 Maggio 2011. L'autore ha condiviso 5 testi sul nostro sito. Per esplorarli, visita la sua pagina autore .
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Categorie: - Me stesso

La lettera ha ricevuto finora 8 commenti

  1. 1
    Manuel -

    Beh esserne consapevole è un primo passo. Ti parla un 30enne single e un po’ timido che non frequenta le discoteche. Non ti vestire in modo strano, lavati e sii te stesso. Io ho conosciuto delle ragazze in chat, mi sono comportato con gentilezza, le ho conosciute. Alcune sono diventate amiche, con altre ci sono andato a letto, con altre ho provato anche dei sentimenti… basta provare! Libero e chatta su tutte. Non mentire mai.

  2. 2
    Clara -

    Condivido tutto quello che hai scritto… sono disabile e il rapporto col mio corpo non è rose e fiori. Non mi vedo brutta, ma sicuramente non attraente. Ti auguro, come auguro a me stessa, di trovare una persona che ti capisca in tutto e per tutto e che ti ami per ciò che sei. Ho letto solo queste poche righe che hai scritto e mi ha colpito la tua sensibilità. Spero che tu sia davvero cosi, perché mancano al mondo persone sensibili! Scrivi se ti fa bene, ho un amico che scrive canzoni, sono molto belle, alcune molto commoventi… io provo a sorridergli, gli piace il mio sorriso, dice che sono sincera quando sorrido, ma essere sinceri è, a volte sinonimo di solitudine.

    Un bacio grande grande!

    Clara

  3. 3
    duecalzini -

    Si, la scrittura contro la solitudine aiuta! Scrivi sempre quando sei triste. Sei sensibile e questa è una cosa buona, anche se potrebbe farti soffrire ulteriormente. Io spero solo che un giorno tu non perda la testa per una donna che non se lo merita. Insomma…tu dici che bello soffrire per una donna! Io dico che dipende…deve valerne la pena! Perciò cerca di conoscere bene le persone.
    E sul tuo corpo che tu dici faccia ribbrezzo. Guarda non devi dire così. C’è un film, THE ELEPHANT MAN, trovalo e guardalo.
    Coltiva le tue passioni, fai bene quello che fai, non essere mediocre, vai per la tua strada…poi quello che viene viene! Se non hai nulla da rimproverarti giàè tanto!
    So che questo non aiuta nei giorni di solitudine e tristezza…quando sei solo ma proprio solo e stai giù.
    Però cerca di non laciarla vincere la solitudine e la tristezza.

    Auguri di cuore!

  4. 4
    silentry -

    e molto bello realizzarsi in qualcosa di artistico e creativo
    e puo essere la scusa per incontrare altre persone con le stesse passioni.

  5. 5
    Stalag -

    Ho letto alcuni tratti di cio´che hai scritto e poi, avendo capito il tono generale, ho iniziato a saltare di capoverso in capoverso. Non te la prendere, ma sono stato anche io come te e mi e´parso di rileggermi.

    Concordo col fatto che e´un sacrosanto diritto esprimere il proprio malessere. Fatto poi su di una pagina web non dai fastidio a nessuno e anche chi ti letto come me, quando lo ha voluto, ha potuto saltare ampi tratti del tuo scritto. Come se si fosse al bar e senti un discorso che gia´conosci, ti alzi, prendi una tovaglietta dal banco, torni e riprendi ad ascoltare. Non te la prendere.

    Ma vado al punto: tra i 20 e i 30, adeso ne ho 38, ho vissuto da solo e proprio per questo mio passato ho riconosciuto subito il tuo stato d´animo. Al tempo facevo lúniversita´ma non frequentavo e quindi ero libero di torturarmi a lungo. Ne sono uscito “uscendo”, mi sono trovato un lavoro, anche se non mi serviva, ho iniziato a stare meno con me stesso e a non permettere che il mio cervello si ingolfasse per troppo a lungo. L´effetto fu positivo, certo poi qunado ero a casa ero di nuovo nel mio tempietto del dolore solitario, ma le permanenze si rarefacevano di mese in mese. Poi venne la prova piu´difficile. Le donne, anzi la donna. Ce ne erano state molte altre prima ma le avevo psicologicamente tenute a distanza. Questa donna, anche lei figlia di un epoca in cui la sanita´di mente e´rara, mi sgretolo´lánima e cosi´, memore dell´ effetto benefico dell´uscire me ne andai lontano lontano imbarcato sulle navi da crociera.

    Quello che desidero comunicarti e´che la situazione che vivi perdurera´ fino a quando tu continuerai a goderne. Eh si perche` comunque questo tuo disagio ti fa sentire speciale e contribuisce a darti un tono. Tu reclami un qualcosa che in questo momento non puoi ottenere.
    Mi riferisco all´affetto e in generale alla sensazione di esserci di amare e di essere amato.Ti sei estraneato dalla umanita´ e probabilmente vivi una condizione che te lo permette, come a me a suo tempo me lo permettevano l úniversita´e i soldi dei miei genitori.
    Avvicinarsi all´umanita´ conporta opportunita´ notevoli ma anche inevitabili sofferenze, pero´ almeno sei in gioco e la finisci di romperti i co....... Magari poi ti capitera´di vederti distrutto perche´una donna ti ha tradito e lasciato, ma credimi, non rimpiangerai mai la situazione in cui sei ora. Sei in un noiosissimo anticamera e ti manca l´aria. Giri in tondo e torni sempre li.
    La tua missione e´quella di uscire dal tuo sommergibile e iniziare a nuotare verso una riva, una qualsiasi.Magari la prima non e´quella che sognavi, ma almeno hai messo i piedi sulla terra. Poi ti cerchi un altro lido, ma tu devi uscire dal tuo sommergibile del c....!

    ciao

    olum72@yahoo.it

  6. 6
    dario -

    io ho 33 anni e continuo a vivere cosi, estraniato dal mondo. in piu una fortissima delusione da una storia malata con una ragazza prima fidanzata e poi sposata, mi sta completamente uccidendo perche forse in lei avevo trovato per la prima volta nella mia vita un vero affetto. In piu e una collega quindi il dolore e rinnovato giorno per giorno, vedere la vita come l’avrei voluta vissuta da lei con un altro.
    seguirei i tuoi cosigli Stalag, ma ho paura a uscire fuori e a rischiare, ho paura che il prossimo e li solo per prendermi in giro o ad usarmi per convenienza. vedo solo tanta gente vuota e falsa, che pensa solo all’aparire in un certo modo agli altri la fuori, che nn ho voglia neanche di provarci.
    non ho piu voglia di fare niente, le uniche volte che sono sereno e la sera quando sono a casa da solo ed i weekend dove sono sempre piu spesso barricato in casa.
    la mattina quando mi alzo ho l’angoscia di uscire fuori ed affrontare la vita.

  7. 7
    Tesoro -

    Avete ragione tutti, ovviamente. Lo so che non dico niente di nuovo. Vivo da solo da pochi mesi, ho perso da poco il lavoro e non so come farò a trovarne un altro. Economicamente non me la passo bene. Credo che la sofferenza dia profondità alla vita, è necessario nella vita provare sofferenza, certo con un “criterio”, se possibile. Sento il bisogno di una vita più profonda. Spesso ho l’impressione che le altre persone siano vuote e frivole, che danno importanza a cose totalmente futili, a volte mi basta guardare il modo in cui una persona parla o sorride, o gesticola; poi mi dico: chi sono io per giudicare? Forse, quello veramente vuoto sei tu. Forse sembro profondo, ma in realtà sono vuoto. Credo che non sia colpa degli altri se mi sento solo, è solo che faccio sempre più fatica a divertirmi. Forse devo semplicemente concludere che non ho le risorse per stare al mondo. Grazie.

  8. 8
    Stalag -

    Cari Dario e Tesoro,

    raccontatemi la vostra storia, posso darvi una mano

    olum72@yahoo.it

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