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Lettera pubblicata il 13 Giugno 2020. L'autore, massimocrs, ha condiviso solo questo testo sul nostro sito.
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Golem,
scusa di nuovo, ma io non sono d’accordo. Potenzialmente potrei “andare d’accordo” e “avere una certa compatibilità caratteriale” con tantissime persone da ogni parte del mondo, ma, almeno per me, condividere una cultura che mi piace è molto importante.
Gli antropologi hanno ideato una cosa chiamata “cultual iceberg”, cercalo su internet. Rappresenta tutta la parte conscia e inconscia di una persona che viene influenza dalla sua cultura.
Sulla parte emersa dell’iceberg troviamo le caratteristiche visibili: la lingua che uno parla, il folklore, il cibo, l’abbigliamento (e già qui le differenze fra un italiano e un russo, fra un cinese e un camerunese ecc. sono enormi), ma poi troviamo la parte sommersa che è gigantesca e racchiude: ambientalismo, etica del lavoro, ideali di bellezza, senso estetico, ruoli di genere, senso dell’umorismo ecc. ecc.
Quindi no, non è un caso che stai con un’inglese secondo me… (continua)
… sicuramente ti saranno piaciute di lei delle caratteristiche legate alla sua persona, le quali sono, almeno in parte, un risultato della sua cultura, del suo “essere inglese” e molto probabilmente, se ti presentassero 10.000 donne, in media troveresti molto più feeling con altre inglesi rispetto ad altre nazionalità.
Poi certo, può capitare che ti piaccia una polacca, una coreana ecc. ma arrivare a sposarsela è un’altra cosa.
Di mio marito ci sono tantissimi aspetti che sono un prodotto della sua cultura che mi piacciono, dall’accento slaviansky al senso dell’umorismo dark a tante altre cose. Poi ovviamente mi piace lui in quanto individuo, mi piace Maksim e non Oleg o Vadim per intenderci, ma sicuramente in un Oleg o un Vadim troverò molti più tratti con comune con Maskim rispetto ad un Mario o un Carlo. Spero di essermi spiegata.
Solze, capisco quello che intendi, e c’è molto di vero in quello che dici. Anni fa, qui, ho condotto una lunga diatriba proprio riguardo quell’iceberg culturale che trattava proprio i paradigmi amorosi “locali” e le loro interpretazioni dovute alle varie morali che nel tempo li hanno “regolati”, quindi non mi dici niente di nuovo. Ma, e senza vanto, nel mio caso si parla di incontri tra persone “sprovincializzate, e con una certa cultura, che hanno una “lingua” comune grazie ad una apertura mentale che dà loro una possibilità di “dialogo” e di comprensione che travalica le differenze originarie.
Certo mia moglie non è uzbeka, per dire, ma se mai lo fosse stata -ma con le stesse caratteristiche che ha da inglese- è certo che ci saremmo “trovati”, non so se mi sono spiegato. Non di meno ho l’esempio di un amico con un buon retroterra culturale che è fissato con le straniere. Prima ha sposato una “gheisha” che è durata 6 mesi, mò sta con una russa con cui ha un сын rosso di pelo: Evgenji.
Golem,
probabilmente, se fosse stata uzbeka, avrebbe avuto un impianto psicologico diverso da quello di tua moglie che è appunto inglese.
Quando parli di persona “di ampia cultura e sprovincializzate” io interpreto così: “Persone educate alla maniera occidentale, che aderiscono grossomodo al pensiero unico”.
Dimmi se erro…
“Sprovincializzato” significa provvisti di sufficienti esperienze “reali” tali da consentire di comprendere (non accettare: capire) l’altro al di là delle apparenze.
La differenza -e l’ho già detto- la fanno l’intelligenza e la cultura come conoscenze. Ma la prima è inutile, se non si ha il “materiale” per costruire un’immagine reale di chi hai di fronte. Ecco perchè quando non si hanno quei mezzi si ricorre agli stereotipi. Questi sono il succedaneo della conoscenza, la ciofeca al posto del caffè. E lo sono spesso anche a livelli insospettabili. Il “provincialismo” non è una condizione geografica, oserei dire che è quasi “genetica”. Si nasce provinciali e vi si muore anche avendo letto una biblioteca, se si è “sperimentato” il solo “piccolo” mondo che ci circonda. È la “carne” che fa lo spirito.
Quanto alle kirghische e alle uzbeche, assieme alle circasse turche sono tra le donne più belle del mondo. E se capita quella con la cilindrata e la “carne” giusta… poi ci penso io.
L’uomo a differenza delle donne spreca energie fisiche e menta x selezionare loro no hanno talmente tanta scelta che usano gli uomini a loro piacimento….e giocano con i sentimenti degli uomini come meglio credono….se poi vedono che l’uomo è preso non hanno pietà
Massimo,
se avessi avuto riscontro al mio secondo messaggio di domanda, mi sarei sentita più sicura nel parere che sto per esprimere sulla tua specifica storia.
secondo me, tua moglie si è sentita inconsciamente insicura sia per la tua carenza di attenzioni nei suoi confronti, in un periodo di tue pesanti difficoltà, che per i rovesci a carattere economico che si stavano addensando su di lei e sulla famiglia.
se si sono patiti periodi di grave indigenza, questi non sono quasi mai del tutto dimenticati: riaffiorano, senza che lo si voglia e diventa difficile la loro rielaborazione.
potrebbe, invece, anche darsi che lei volesse a tutti i costi poter attuare un progetto che le stava molto a cuore e che necessitava di fondi iniziali.
personalmente, in età abbastanza matura, sono stata consapevole del “pagamento” in termini fisici per ottenere un vantaggio che molto mi premeva. FORSE, anche per lei è stato così. suo errore essere troppo convinta della tua comprensione.
Cioè ora la giustificate pure???
Ciao Solnze, anch’io, leggendo gli ultimi messaggi, di primo acchito ho provato la sensazione di ripulsa che tu stessa manifesti. Come ho già detto precedentemente, il comportamento della fanciulla in questione, a mio avviso, non è giustificabile in alcun modo. E non perché io condanni il fatto che una ricorra a mezzi anche spregiudicati per fare carriera, ma: 1. Non si fa, assolutamente, in perduranza di matrimonio o di relazione stabile; 2. Non si fa, assolutamente, nel medesimo contesto che circonda tuo marito, o comunque il tuo partner fisso, poiché questa è un’offesa imperdonabile alla sua immagine, al suo buon nome e alla sua sensibilità. Non si gioca con i sentimenti e la buona fede di qualcun altro: anche se si proviene da una situazione familiare difficile o da un contesto sociale di forte indigenza. Quel che posso dire è che, pur non giustificando il comportamento della persona in ispecie, si può cercare di interpretarlo.
Interpretare non mira ad assolvere questa singola persona da ciò che ha fatto, ma può aiutare a prevenire certe situazioni di degrado (contesti sociali poco edificanti, una educazione etica quantomeno carente ecc.). Ora inorridiamo di fronte a questo caso specifico, ma anni addietro c’era chi definiva le olgettine di Berlusconi come delle ragazze furbe e in gamba, che avevano capito come si vive, mentre sarebbe stato opportuno condannare non loro in quanto persone, ma i loro comportamenti. E soprattutto far capire che quei comportamenti non pagano. Già, perché se ci son donne capaci di offrirsi pur di far carriera, vuol dire che ci son uomini in posizioni di potere che son disposti a concedere favori e promozioni non in base al merito, come dovrebbe essere, ma come ringraziamento per essersi, per l’appunto, date fisicamente a loro. come diceva la protagonista femmina nel film La Bambolona, con Ugo Tognazzi: Le puttane non ci sarebbero se non ci fossero i porci disposti a pagarle.